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Cultura

Pantelleria, al via Carnevale Pantesco 2023 dal 17 febbraio

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VENERDI’ 17 FEBBRAIO SFILERANNO LE SCUOLE E MARTEDI’ GRASSO 21 FEBBRAIO CI SARÁ LA SFILATA DEI CIRCOLI, SCUOLE E ASSOCIAZIONI, CON IL FALO’ FINALE DEL PUPAZZO DI CARNEVALE, ANCORA PER POCO SENZA NOME

 

Tornano finalmente quest’anno le celebrazioni per il Carnevale pantesco dopo due anni di fermo a causa del Covid. Un ritorno importante che vede partecipi e protagonisti i panteschi tramite le scuole, i Circoli e le Associazioni insieme all’Amministrazione Comunale e finanche la Parrocchia che ha messo a disposizione il Sagrato. Un lavoro corale che vede una comunità tornare a festeggiare in quello che è ormai quasi un rito propiziatorio e di liberazione, dopo tante restrizioni e proibizioni subite.

Si è cominciato già da settimane a preparare carri e vestiti, i Circoli già si esibiscono con i loro balletti in giro per l’isola e tutti insieme mostreranno il giorno di Martedì Grasso il grande lavoro fatto anche quest’anno da soci e volontari. Abbiamo visto nei giorni scorsi immagini dei papà della Scuola Giovanni XXIII che preparavano il carro, dei Circoli che preparavano i vestiti e le coreografie, insomma grande entusiasmo e grandissima creatività in campo.

I temi che saranno rappresentati andranno dal tema dell’ambiente e del riciclo dei materiali a temi più ludici: le girandole per i più piccini delle scuole materne e asilo, i pagliacci, la Banda Bassotti e l’immancabile Mercoledì Addams che sarà protagonista nei principali Carnevali della nazione.

Venerdì 17 febbraio alle ore 10.00 partirà da Via Dante il Corteo delle Scuole che vedrà protagonisti i più piccoli isolani: gli asili nido, l’Associazione Il Piccolo Principe, la Materna Giovanni XXIII che con il suo Direttore si è fatta promotrice dell’iniziativa presso l’Assessore alla Cultura Francesca Marrucci e le scuole elementari dell’isola.

L’Amministrazione Comunale ringrazia anche la Marsala Travelbus che ha messo a disposizione gli autobus per far raggiungere il capoluogo ai bambini delle Contrade. La sfilata giungerà poi a Piazza Cavour dove ci saranno i balletti dei bimbi e l’intrattenimento di DPlanet di Dora Pia Brignone.

 

La festa continua e finisce il Martedì Grasso, come è tradizione. Martedì 21 febbraio l’appuntamento sarà alle ore 14.00 davanti all’ex-hotel Khamma alla fine di Borgo Italia.

Il Corteo partirà alle ore 15.00 e sfilerà, come d’abitudine, sul Lungomare per arrivare a Piazza Cavour dove, dopo i balletti dei Circoli, delle scuole e delle Associazioni, ci saranno balli con Dj Tony Belvisi e spettacoli con gli artisti di strada e i trampolieri, fino al falò propiziatorio del pupazzo che quest’anno avrà finalmente un nome, come nella più classica delle tradizioni carnevalesche.

Il nome sarà scelto dai bambini delle scuole proprio venerdì in piazza, tra i tre proposti dal dialetto pantesco:

1.    PAPPAGGHIUNE (burlone);

2.    BRUCIULUNE (cicciottello);

3.    GGHIUFA’ (alto e straccione).

Il pupazzo è quest’anno una vera e propria opera d’arte che i Fratelli Baiamonte di Scauri hanno regalato alla comunità pantesca, costruito con materiali di riciclo sempre sul tema dell’ambiente e della salvaguardia della Terra e della Natura.

 

“Sono molto felice del contributo che in tanti hanno dato con entusiasmo alla festa di quest’anno, è un po’ la realizzazione di quello che avrei voluto fare già nei miei primi due anni di mandato, purtroppo invece penalizzati dal Covid,” afferma l’Assessore alla Cultura, Francesca Marrucci.

“Voglio ringraziare personalmente tutti quelli che si sono adoperati, messi a disposizione e che hanno creato abiti, balli, animazione e carri davvero bellissimi. Grazie a Giovanni Esposito che ha messo a disposizione i suoi cantieri per costruire gli allestimenti dei carri, a chi garantisce la sicurezza degli eventi, come la Polizia Municipale, l’Ing. Gianfranco Misuraca, la Misericordia e l’Associazione Nazionale dei Vigili del Fuoco, ai Circoli che tornano tra tante difficoltà a riaprire i battenti e a portare avanti una tradizione fondamentale per la cultura isolana che viene trasmessa alle nuove generazioni. Alle scuole e alle associazioni, oltre ai singoli cittadini, che hanno trasformato questi eventi in vere e proprie feste di condivisione, creatività e gioia.

In queste occasioni, la comunità pantesca torna finalmente ad essere unita sotto l’egida dell’allegria e della voglia di vivere che, dopo questi anni segnati dal virus, è divenuta un’esigenza per tutti noi. Invito la cittadinanza a partecipare anche singolarmente agli eventi, perché l’importante è stare insieme e festeggiare la vita, che è il nostro patrimonio più grande.”

 

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

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Cultura

Pantelleria, per i Morti il Vespa Club in tour nei suggestivi cimiteri dell’isola

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In occasione della giornata dedicata ai defunti il Vespa Club Pantelleria si presenta in formazione ridotta per visitare i 3 cimiteri isolani iniziando alle 8.30 da quello di Pantelleria centro , poi giunti a quello di Khamma dove hanno partecipato alla Santa Messa, da lì si sono diretti a quello di Scauri dove hanno concluso la mattinata.
Come sempre, le escursioni dei nostri vespisti sono momento di attrazione, per i colori dei mezzi che sfrecciano, per l’atmosfera leggera che aleggia intorno a ciascuno di loro come un’aurea benefica. Abbiamo sentito il Presidente del Club di Pantelleria, Giovanni Pavia, per chiedergli di fare il punto della compagine dopo questa giornata tra i suggestivi cimiteri dell’isola.


Presidente ma come mai così pochi vespisti oggi siete in organico ristretto? “Eh si purtroppo e per fortuna di alcuni soci continua la raccolta delle olive , altri influenzati ed altri impegnati con il lavoro , cmq l’importante è essere presenti e portare avanti la nostra passione.”

Quando si chiuderà il campionato vespistico del 2025? “Abbiamo ancora due giornate la prossima domenica, il 16 novembre sempre se il tempo lo permette oppure si posticipa alla domenica successiva.”

Vuole anticiparci la classifica dei soci adulti e dei minori? “Ma guardi preferisco di no , cmq posso dirvi che quest’anno sarà un po’ diversa dagli anni precedenti , abbiamo una classifica bella di soci che hanno meritato il risultato fino a ora ottenuto, tantissimi saranno i premi di partecipazione per i vari eventi svolti oltre il campionato che vedrà vincitori i primi 10 soci in classifica adulti e altrettanti soci minorenni o Accompagnatori minorenni.
“Vi terremo cmq informati , al momento auguro a tutti una felice domenica.


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Ambiente

Pantelleria, vendemmia 2025: i risultati tra siccità pregressa e peronospera

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Soddisfacente la vendemmia 2025. Dati alla mano

Ogni anno teniamo sott’occhio quella che una eccellenza indiscussa di Pantelleria: la viticultura.
Grazie a questa pratica di agricoltura decisamente eroica anche ai nostri tempi, l’isola ha conquistato uno spazio nei patrimoni dell’umanità, per cui l‘UNESCO ha conferito, lo ricordiamo, il riconoscimento proprio per la vite ad alberello.
Quest’anno abbiamo voluto fare un approfondimento, con una intervista, viste le recenti problematiche ambientali. Abbiamo contattato, all’uopo, Giovanni Bonomo, agricoltore eroico soprattutto per la passione che mette nel suo lavoro. Solerte, studioso, conosce i nomi latini di tutti o buona parte i parassiti che aggrediscono la vite, ma anche i capperi e altre colture importanti nella nostra economia. Con quel suo fare un pò romantico e un pò nostalgico, si sofferma ad analizzare soluzioni possibili per arginare problematiche simili, anche in modo sostenibile, si veda la conferenza che si terrà il 13 novembre prossimo e di cui parleremo in questo articolo.

E così, esordiamo: Signor Bonomo, com’è andata la vendemmia di quest’anno?Partiamo dalla siccità dell’anno scorso che ha portato una certa sofferenza alle piante. Quest’anno invece è piovuto circa 600 mm, quindi un po’ d’acqua è entrata nel terreno, però le piante venivano da un periodo di indebolimento, in cui la vendemmia è stata pessima.
Quest’anno però le viti, queste viti che hanno piantato i nostri antenati, che le hanno scelte fondamentalmente molti migliaia di anni fa, potendo risalire sino ai fenici, perchè lo zibibbo arriva a Pantelleria con i fenici, hanno avuto un buon ristoro grazie appunto all’azione della pioggia. Seppur non sia stata abbastanza generosa.
Ma ciò che ha afflitto quest’anno le piante è stata la peronospera che ha inflitto loro un effetto di “bruciatura”. 

Vuole spiegare a chi non è del settore cos’è la peronospera? “La peronospera, è un parassita, venuto dall’America, come anche lo Oidio, che in Italia si chiama malaria. Esso si riproduce, si replica, e alla fine le foglie tenere e i grappoli teneri che vengono colpite restano come “bruciate”. L’intera isola ha sofferto di questo “attacco”.
 
Siamo a novembre, la vendemmia ormai è arrivata quasi al termine. A Pantelleria si fanno più raccolti, ce li vuole spiegare?Sì, oramai l’abbiamo terminata. La prima raccolta si fa all’incirca ad agosto, nelle zone troppo veloci, partendo dalla scogliera con le uve primizie.
Queste primizie, una volta partivano per fare le cosiddette gabbiette ed essere distribuite come uva da tavola. Fatta questa prima raccolta, via via si risale di quota.”

Quali sono i vitigni della tradizione pantesca?In gran parte è lo zibibbo, poi i panteschi avevano, un tempo per uso personale, il catarrato, il nero nostrale l’insolia, il garignano e altri vitigni secondari. Però ripeto, una volta questi coltivati per uso personale, l’uva che andava alla vendita era lo zibibbo.
“Questo perchè, in genere, l’agricoltore pantesco non  gradisce tanto lo zibibbo, specie il vino dalla prima raccolta che sa essere stucchevole.
“Ma, negli ultimi decenni, sono cominciati ad arrivare i Merlot, i Cabernet, i Shiraz e via discorrendo così.”

Soddisfacente la vendemmia 2025. Dati alla mano

La vendemmia di quest’anno ha prodotto un quantitativo e un qualitativo che ci (6:40) lascia soddisfatti?Come quantitativo si potrebbe fare un po’ di più, se non venissimo da un anno molto arido, come qualità è molto buono. L’uva passa appassisce sempre a quel livello là, quindi poi sono sia i viticoltori con la loro cura, sia gli enologi che fanno dei grandi vini.
Questo quando non piove proprio quando è durante la vendemmia, perchè va a peggiorarsi la qualità dell’uva. Questo, per fortuna non si è verificato in questa annata.
Ho parlato ieri con l’Antonio  D’Aietti l’enologo, forse il principale professionista dell’isola, e lui mi ha detto che stanno guardando gli ultimi arrivi delle varie particelle, delle varie produzioni: siamo sui un 22 mila, si potrebbe arrivare a  24-25 mila quintali.”

Tra qualche giorno si darà via a un corso formativo all’avanguardia, che vuole esporre l’isola ad uno step nel progresso dal punto di vista dei trattamenti. Organizzato dal Centro Giamporcaro e nato da una sua idea, cosa può anticiparci? “L’Università di Palermo ci ha indicato questo formatore, il prof. Luigi Rotondo. Il corso si terrà dal 13 al 16 ottobre e durerà 14 ore, distribuite in tre pomeriggi e una mattinata, cercando di conciliare l’orario con le esigenze degli agricoltori, che di solito lavorano sempre e non hanno mai tempo di fare i corsi.
L’idea è di chiarirci le idee sulla peronospora e altri parassiti,  formando i lavoratori del settore  anche con l’autoproduzione di alcuni preparati, per cercare anche di ridurre l’impatto chimico sulle coltivazioni, che poi la parte anche li mangiamo noi.”
“L’argomento è molto grande, rispetto anche a come si mantengono i terreni, tenendo presente pure l’età delle persone, i mezzi che hanno a disposizione, i guadagni.”

Abbiamo notato  che questo corso è  considerato talmente valido, che il centro Giamporcaro ha radunato parecchi sostenitori: oltre Comune e Parco Nazionale, il Consorzio Vini Doc, le cantine Pellegrino, Emanuela Bonomo e Donnafugata. Poi Fertigess e Stelmond Bio, ma anche l’Autonoleggio Policardo, seppur non sia del settore. “Infatti, già durante una riunione dello scorso marzo abbiamo invitato diverse aziende, le più importanti hanno risposto, quindi Donna Fugata, Pellegrino, adesso è arrivata anche Emanuela Bonomo. Abbiamo anche come sponsor il Noleggio Policardo che è sempre molto sensibile ad appoggiare iniziative per il territorio. Tutta questa gente ha creduto in questo progetto presentato dal Giamporcaro, con il suo presidente Anna Rita Gabriele. Il  Giamporcaro dura da 30 anni con un grande lavoro alle spalle: è uno dei maggiori soggetti attivi dal punto di vista sociale, culturale, il tutto, essendo una associazione no profit lo fa gratuitamente per la comunità di Pantelleria.”

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Cultura

Pantelleria, tutti a sgrappolare per il passito. Donne riunite tra uva passa, chiacchiere e cultura

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Un gruppo di donne squisitamente tutte pantesche da generazioni, un pomeriggio un pò uggioso, ma tiepido, una tavola ospitale e si va in scena.

Mariuccia, Rosa, Maria, Annita, Anna, Michele e altre signore delle contrade attigue Khamma e Tracino, tra un grappolo e l’altro rievocano ricordi, improvvisano battute, risate, il tutto non con completa leggerezza, bensì con la consapevolezza di stare eseguendo un lavoro dal duplice valore: economico per la produzione del passito e culturale, per il gusto e lo stimolo sempre vivo di mantenere le tradizioni antiche della nostra straordinaria Pantelleria.

Una telefonata e via il gruppo si era creato. Ma anticamente come facevano ad accordarsi con le case distanti, senza mezzi di locomozione? Eppure belli e folti erano i gruppi che si adunavano in una casa per pomeriggio e serate a sgrappolare, tessere mustazzola, e sbucciare uva per la marmellata.
La finalità? Aiutarsi vicendevolmente e ritrovarsi in compagnia.

In tutto questo cast al femminile, l’unica quota azzurra è rappresentata da Michele, un gran signore galante e simpatico, di quelli di altri tempi che, temerariamente è riuscito a reggere e sopportare il chiacchiericcio infinito delle cummari. Le mani sapienti, appiccicose, che sanno di buono.

Il pomeriggio non è bastato poichè il quantitativo di raspi di uva è assai, quindi appuntamento al prima possibile, ma solo dopo aver raccolto le olive, perchè a Pantelleria non ci si ferma mai.
C’è sempre da fare.

Ma cosa accade agli acini appassiti, rigorosamente al sole su stenditoi che rivestono tetti, passiaturi e aie?

Tante le teorie e le modalità, per raggiungere tutti lo stesso risultato, un’eccellenza: il passito di Pantelleria.

Lo zibibbo, una volta essiccato, viene aggiunto al mosto dove riposerà e agirà chimicamente per tre mesi, ma anche su questo ciascun coltivatore ha la sua.
Alcuni, ancora, aggiungono l’uva passa in due o tre soluzioni, step; addirittura  aziende che lo producono con 10 aggiunte.

A Pantelleria vi sono varie zone, sia a livello di latitudine che di altitudine e l’esposizione incide sulla dolcezza dell’uva.

Adesso le cantine hanno la tecnologia che permette per esempio di  fare un mosto, metterlo in un serbatoio, refrigerarlo quindi a 5-6 gradi  per evitare che fermenti e poi quando si ha l’uva secca, si unisce. Partita la fermentazione, questo mosto  si ottiene il grado alcolico desiderato.
Si pensi che alcuni passiti sono sui 20 gradi di zucchero, che si ottengono aggiungendo 200 grammi di zibibbo appassito.

Il passito di Pantelleria è un gran prodotto che richiede molto lavoro, sacrificio, le cui origini risalgono all’antichità e che tutto il mondo corteggia.

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