Connect with us

Cultura

Pantelleria, al via 2° Concorso Poetico “Memorial Lillo di Bonsulton”. Ecco come partecipare

Direttore

Published

-

2° CONCORSO POETICO “Memorial LILLO di Bonsulton”

Prende vita, con la pubblicazione del presente bando la seconda edizione del concorso poetico “Memorial  Lillo di Bonsulton”, dedicato al poeta omonimo, caratterizzato dalla rara capacità di improvvisazione  di poesie sul momento, da recitare in ogni dove e contesto, anche durante una semplice passeggiata tra le meraviglie di Pantelleria.

Si fa promotore del premio il Centro Culturale Vito Giamporcaro, che così è descritto:

Bando del Concorso

 

1-     Il Concorso è aperto a tutti coloro che si dilettano di “Poesia”.

CATEGORIA STUDENTI         Scuola Primaria (Scuola Elementare)

Scuola Secondaria di 1° grado (Scuola Media)

Scuola Secondaria di 2° grado (Istituto Superiore)

 

CATEGORIA ADULTI             Amanti della Poesia

CATEGORIA ADULTI               Poeti noti e affermati

 

2-     E’ possibile partecipare al “Concorso” inviando una propria poesia inedita (vedi punto 4) nell’ambito di una o entrambe delle seguenti due sezioni a Tema libero:

Sez. “A” – Poesia in lingua Italiana.

Sez. “B” – Poesia in lingua dialettale siciliana/pantesca.

 

3-     La quota di partecipazione è stabilita in euro 10,00 e deve essere versata sul c/c bancario del CCVG-ETS (Centro Culturale Vito Giamporcaro – Ente Terzo Settore) con sede in via Manzoni n. 72 – 91017 Pantelleria (TP)- Iban: IT39N0200881900000300220207 – Causale: “Iscrizione al 2° Concorso Poetico “Memorial Lillo di Bonsulton” – Pantelleria luglio 2024.

4-     Occorre inoltre indicare la volontà di partecipare al Concorso, le proprie generalità (almeno nome, cognome, indirizzo, mail e telefono) e il titolo della Poesia, indicando chiaramente la Sezione “A” o “B” per la quale si intende concorrere.

5-     Gli elaborati dattiloscritti (preferibilmente con carattere Time New Roman, in corsivo, dimensione 12) e con indicazione dei dati personali e numeri telefonici, dovranno essere inviati entro il 15/07/2024 per e-mail alla PEC: CentroCulturalevgiamporcaro@pecimprese.it  o alle mail: gabrieleannarita@gmail.com oppure minolisergio@gmail.com (rispettivamente Presidente e Segretario del CCVG-ETS di Pantelleria).

6-     Il Concorso Poetico è aperto anche alle Studentesse e agli Studenti che frequentano fuori dall’Isola.

7-     La partecipazione della divisione giovanile, fino a 18 anni con autorizzazione sottoscritta da un Genitore o da un Insegnante, è gratuita.

8-     Le graduatorie delle Studentesse e degli Studenti saranno suddivise in 3 settori corrispondenti ai tre gradi di istruzione scolastica: – Primaria – Secondaria di I grado – Secondaria di II grado.

9-     Si declina ogni responsabilità per eventuali disguidi telematici.

10- La “Giuria” sarà formata da Esperti e Docenti il cui giudizio è da considerare insindacabile e inappellabile.

11- I candidati premiati saranno avvisati tempestivamente, tramite e-mail e/o telefono.

12-  E’ gradita la presenza di tutti i partecipanti, durante la cerimonia di premiazione; i premi devono essere ritirati personalmente il giorno stesso della premiazione ma sono anche ammesse deleghe.

13- Premi:

–        Sezione Giovanile: 1°-2°-3° classificato per i tre gradi di Scuola di cui sopra. (premio: LIBRI    e pergamena con Attestato di partecipazione).

–        Sezione Adulti 1°-2°-3° (premio: Targa /Confezione prodotti tipici dell’Isola di Pantelleria e pergamena con Attestato di Partecipazione).

14- I concorrenti si assumono la piena responsabilità dell’autenticità e del contenuto delle loro opere, accettano le norme del presente regolamento e acconsentono che i propri dati personali (D.Lgs 196/03) vengano utilizzati ai soli fini dello svolgimento del Concorso.

15- Gli elaborati pervenuti non saranno restituiti; gli organizzatori si riservano il diritto di pubblicarli.

 

La premiazione, alla presenza di Autorità dell’Isola, avrà luogo nei locali della sede del CCVG (Centro Culturale Vito Gamporcaro) di via Manzoni n.72, in data 03/08/2024 (data che ricorda la dipartita di “Lillo di Bonsulton”).

Per informazioni contattare 338 479 2842 (Presidente Anna Rita Gabriele) oppure 340 473 5104 (Segretario Sergio Minoli), in orario ufficio, escluso sabato e domenica.

 
 

 

 

                                                                                      

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

Advertisement
Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cultura

I racconti del vecchio marinaio di Pantelleria: Il rito antico della dragunera

Direttore

Published

on

Quel giorno lasciai gli scogli di San Leonardo più presto del solito, mentre i miei amici erano ancora a mollo a mare, in un’acqua trasparente e azzurrina come solo il mare di Pantelleria sa esserlo. Mi soffermai ancora una volta a leggere le scritte multicolori che rendevano meno triste il vecchio bunker di cemento armato della seconda guerra mondiale. L’amore di sempre: “ti voglio bene, “un cuore solo”, “ti amerò per sempre” precedute da un nome femminile e tante altre scritte, eredità amorose di generazioni di giovani panteschi. Una però faceva a pugni con tutte le altre, “Mariuccia buttana”. Doveva essere stato davvero un brutto tradimento, per bollarlo con un marchio di fuoco e per tramandarlo così ai posteri.

Giunsi sulla banchina e lo vidi seduto sulla solita bitta di fronte al castello, la nuvola azzurrina del fumo della sua pipa gli conferiva una strana aureola di mistero. Avevo deciso di porgli alcune domande, ma appena mi vide cominciò a parlare con voce arrochita dal tabacco e dalla salsedine. “Il veliero Madonna di Trapani era un vero e proprio gioiello della marineria pantesca. Due alberi, bompresso lungo come una lancia, vele latine che sapevano piegarsi al vento, ma non alla paura. Patrun Vitu, il suo comandante, era un uomo di mare e di silenzi infiniti, con le mani dure come la nostra pietra lavica e gli occhi di un verde misterioso, che avevano visto tempeste e miracoli. Nelle sue mani il timone seguiva docilmente l’invisibile linea della rotta fissata.

Quel giorno, ero ancora picciotto ‘i varca, avevamo da diverse ore passatu l’isola di Ustica e puntavamo, con tutte le vele spiegate su Trapani, fermarci qui la notte e il giorno seguente tornare a Pantiddraria, dove dovevamo sbarcare delle merci comprate a Napoli. Il mar Tirreno sembrava quieto e il vento amico, ma ‘ogni marinaio sa che “Cu ventu e cu mari nun si fa cuntrattu” (Col vento e col mare non si fa contratto). Così all’improvviso il cielo cambiò.

Una linea nera si stese sull’orizzonte, e il vento cadde morto di colpo. I marinai si guardarono l’un l’altro muti e attoniti. Il capitano Vito salì sul ponte e scrutò quel cielo nerastro e la vide: una dragunera (tromba marina), la maledizione antica e rabbiosa per chi va per mare. Essa, sottile e affilata, scendeva dal cielo come il dito di dio marino irato, girando vorticosamente sull’acqua.

Il nostromo Turi colse l’ansia e il timore degli altri uomini dell’equipaggio e chiese a patrun Vitu di virare. Ma Vito no, non solo perché la cosa era impossibile per mancanza di vento, ma perché egli era uomo che accettava intrepido le sfide in mare. Lui conosceva lu ritu anticu, lo aveva visto fare

da suo nonno e da suo padre prima di lui. Aprì il baule sotto il timone e ne trasse un coltello d’ossidiana, nero come la notte e affilato come il silenzio che precede la burrasca. Poi disse deciso “Mantenete la rotta, non si fugge davanti alla dragunera. Si tagghia”.

Si diresse a prua e la sua figura alta e possente sembrò dominare le onde. Il vento intanto aveva ripreso a soffiare forte e impetuoso che a momenti gli strappava il berretto. La dragunera si avvicinava, ululando conne una magara. Vito attese, fermo, come nu parrinu davanti all’artari. Quando la coda della tromba marina fu a portata, egli disse vecchie parole che non si potevano intendere, poi tracciò con il coltello d’ossidiana una grande croce nell’aria e recitò a voce alta questa preghiera:

Nniputenza di lu Patri,
Sapienza di lu Figghiiu,
pi virtù di lu Spiritu Santu
e pi nnomu di Maria
sta cuda tagghiata sia

Un suono sordo, come un lamento, si levò dal mare. La vorticosa colonna d’acqua si dissolse e il cielo si aprì all’azzurro. Tutti noi marinai, increduli, guardavamo ammirati e a un tempo intimoriti il capitano come si guarda un uomo che ha parlato allora allora con gli spiriti. Vito tornò al timone, rimise il coltello di ossidiana nel baule e disse solo: “Adesso a casa”. Al tramonto del giorno dopo Pantelleria ci apparve all’orizzonte, nera e fiera e materna. Il Madonna di Trapani, come sempre, entrò in velocità nello stretto passaggio che dava al porto vecchio. Solo capitan Vito e qualche altro patrun si potevano permettere di sfidare la scogliera cartaginese semisommersa.

La voce del subitaneo taglio della dragunera si sparse, in un battibaleno, in tutte le contrade dell’isola e da quel giorno ogni marinaio pantesco che incrociava patrun Vitu lo salutava con rispetto misto ad ammirazione. Perché non tutti sanno tagghiare la coda a una tromba marina. E soprattutto non tutti hanno il coraggio di farlo”.

Il vecchio marinaio si tacque definitivamente.
Girò le spalle e si mise a guardare, assorto, il mare come aspettasse l’arrivo di qualcuno, intanto la nuvola azzurrina del fumo della pipa, che lo avvolgeva in tenui volute, gli conferiva un certo non so che di misterioso.

Orazio Ferrara


Continue Reading

Cultura

Trapani e l’oro rosso del Mediterraneo: “Il Corallo anima di Trapani”. Un mese di eventi

Redazione

Published

on

Dal 2 al 19 dicembre 2025, Trapani celebra la sua storica tradizione corallara con la seconda edizione di “Il Corallo anima di Trapani”, un programma che coinvolgerà studenti, artigiani, istituzioni e comunità del Mediterraneo.
L’iniziativa, promossa dal Comune di Trapani e dalla Biblioteca Fardelliana con il contributo dell’Assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica della Regione Siciliana intreccia formazione, cultura e diplomazia mediterranea per preservare e tramandare l’antica arte della lavorazione del corallo.
Dal 2 al 5 dicembre, le botteghe e showroom trapanesi apriranno le porte agli studenti per visite guidate alla scoperta dei segreti di quest’arte millenaria.
Il percorso prosegue dal 9 al 12 dicembre al Museo Regionale Pepoli con il laboratorio creativo “Dal Mediterraneo al Museo – Il viaggio del corallo”, curato dall’Associazione “Amici del Museo Pepoli”.
Il 13 dicembre alle ore 17.00, sempre al Museo Pepoli, verrà presentato il restauro del prezioso Presepe in corallo del XVIII secolo, capolavoro dell’artigianato trapanese.
L’evento culminante si terrà il 19 dicembre alle ore 17.30 alla Biblioteca Fardelliana: la tavola rotonda internazionale “Rotte del Corallo – Dialogo tra culture mediterranee” vedrà rappresentanti istituzionali e maestri corallai e la firma di un protocollo della “Rete Mediterranea delle Città del Corallo”, un’alleanza che consolida i legami tra le comunità mediterranee unite da questa tradizione.
“Quest’anno proponiamo la seconda edizione de “Il Corallo anima di Trapani”. Siamo estremamente orgogliosi che questo progetto prosegua: dopo l’edizione del 2024, oggi varchiamo i confini della nostra città per un momento di dialogo con le tradizioni dell’arte del corallo non soltanto di un’altra città siciliana come Sciacca, ma anche di altre città d’Italia – Torre del Greco e Alghero – e oltre i confini nazionali, nel Mediterraneo con Tunisia e Andalusia.
Ci confronteremo non solo per raccontare la nostra tradizione, durante una sessione scientifica del convegno, ma vogliamo stilare un protocollo d’intesa per costituire una rete mediterranea delle città del corallo. L’obiettivo è avviare un percorso comune e condiviso di promozione, affinché questa antichissima e preziosa arte possa essere rinnovata e valorizzata congiuntamente” – così affermano Giacomo Tranchida, sindaco del Comune di Trapani e Rosalia d’Alí, assessore alla Cultura.
Per tutto dicembre, la Biblioteca Fardelliana proporrà un percorso audiovisivo dedicato al corallo trapanese: un docufilm che racconta tradizione e futuro attraverso l’intelligenza artificiale e un documentario che esplora il corallo tra arte, ricerca e innovazione. Due narrazioni complementari che offrono sguardi contemporanei su un’arte antica.
“Il corallo anima di Trapani” è un modello di valorizzazione che coniuga tutela delle tradizioni, innovazione e cooperazione internazionale.

Continue Reading

Cultura

Solarino: l’incendio del 1944, la memoria perduta e i documenti spariti

Laura Liistro

Published

on

Nel dicembre del 1944, un incendio devastò il Municipio di Solarino, distruggendo gran parte degli archivi storici della città e cancellando documenti fondamentali, tra cui gli atti comunali della fondazione. Quell’evento segnò una ferita indelebile nella memoria collettiva della comunità, lasciando un vuoto che ancora oggi non è stato colmato. Se alcuni documenti furono salvati dall’incendio, oggi non esistono tracce ufficiali nell’Archivio Storico Centrale. Tutto lascia intendere che siano finiti in collezioni private non autorizzate, sottratti alla fruizione pubblica e alla stessa cittadinanza.

Una situazione inaccettabile, che trasforma un bene pubblico in patrimonio di pochi, privando Solarino della propria storia e compromettendo la possibilità di ricostruire dati amministrativi, catastali e sociali fondamentali. Le modalità con cui l’incendio e la gestione dell’evento furono affrontate sollevano interrogativi inquietanti. L’inerzia delle autorità comunali dell’epoca e la rapidità con cui i documenti andarono perduti alimentano il sospetto che dietro alla distruzione ci sia stata più negligenza che casualità, se non vere responsabilità organizzate. Oggi, decenni dopo, quella negligenza si traduce in un fenomeno diffuso: molti privati detengono ancora materiali che dovrebbero appartenere al patrimonio pubblico. Il quadro attuale impone un’azione immediata e risoluta.


Chiunque possieda documenti ufficiali di Solarino ha il dovere legale e morale di restituirli all’Archivio Storico comunale, dove possano essere catalogati, conservati e resi accessibili a studiosi, cittadini e scuole. La mancata restituzione non è solo un danno culturale: è una violazione della legge e dei principi fondamentali di trasparenza e pubblicità del patrimonio pubblico.

Solarino rischia di perdere per sempre pezzi irripetibili della propria storia se non si interviene con determinazione.

L’Archivio Storico deve essere messo in sicurezza, dotato di spazi idonei, personale qualificato e strumenti digitali per garantire la consultazione pubblica. Ogni documento recuperato dalle collezioni private deve tornare alla comunità: è l’unico modo per trasformare la memoria perduta in patrimonio condiviso e impedire che la storia venga decisa da pochi privilegiati. L’incendio del 1944 resta un monito: la memoria di Solarino non può essere cancellata dall’inerzia, dall’incuria o dall’interesse privato.

La città ha il diritto di conoscere la propria storia, e chi detiene documenti pubblici senza autorizzazione deve restituirli senza indugio. È una questione di giustizia storica, civile e amministrativa: il tempo della tolleranza è finito.

Laura Liistro

Le immagini sono tratte dall’archivio del Comune di Solarino

Continue Reading

Seguici su Facebook!

Cronaca

Cultura

Politica

Meteo

In tendenza