Trapianti: un fegato dalla Lettonia per salvare un paziente siciliano

Un paziente siciliano era in insufficienza epatica terminale: dopo il trapianto di fegato arrivato dalla Lettonia, è stato dimesso dall’ospedale

“L’intervento è stato reso possibile grazie ad una perfetta macchina organizzativa messa in moto da Irccs Ismett, dall’utilizzo di tecniche all’avanguardia e da un circuito di collaborazione nazionale ed europea che ha visto coinvolto il Centro Nazionale Trapianti e l’Euro Transplant. Per eseguire questo tipo di interventi, infatti, il tempo, l’organizzazione e l’esperienza sono indispensabili“, afferma una nota dei sanitari.  

La squadra di prelievo di Irccs Ismett-Upmc ha impiegato circa 4 ore di volo e poi un tragitto di mezz’ora in ambulanza per coprire i 2300km di distanza fra la Sicilia e l’ospedale in Lettonia, dove è intervenuta direttamente per prelevare il fegato del donatore.
Arrivato l’organo a Palermo dopo circa sette ore di ischemia, per testare ed ottimizzare la funzione dell’organo, il team di Ismett guidato dal Salvatore Gruttadauria ha deciso di utilizzare la tecnica di “ricondizionamento ipotermico” per poter così trapiantare l’organo con maggiore sicurezza.
 

È stata, quindi, utilizzata la macchina di perfusione, un sistema che serve per “ricondizionare” l’organo da trapiantare. Il ricondizionamento del fegato da destinare a trapianto è possibile utilizzando apparecchiature molto complesse, in grado di migliorare le condizioni degli organi espiantati. A tal fine, l’organo espiantato viene perfuso alcune ore prima del trapianto così da migliorare le sue condizioni. “Il paziente – racconta Gruttadauria – sta bene ed è in ottime condizioni generali, tanto che è stato già dimesso”.