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Cultura

Ognina (SR), Ritrovato il relitto di un terzo bimotore Junkers Ju 88

Matteo Ferrandes

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Una fortunata serie di prospezioni subacquee, eseguite sotto la direzione scientifica della Soprintendenza del mare e l’imprescindibile supporto logistico del Diving “Capo Murro” di Ognina (SR), ha condotto al ritrovamento di un relitto subacqueo appartenente a uno dei più famosi bimotori multiruolo della Luftwaffe, lo Junkers Ju 88. Si tratta del terzo velivolo dello stesso modello rinvenuto nei fondali siracusani, dopo quelli di capo S.Elia e Capo Ognina, dai quali differisce soprattutto per il grado di integrità.
Lo Junkers Ju 88 è stato in assoluto l’aereo più versatile dell’aviazione tedesca nell’ultimo conflitto mondiale, da ricognitore a caccia notturno, passando per bombardiere in picchiata e aerosilurante, operò su quasi tutti i teatri bellici.
La sua versione più diffusa, l’A-4, lunga 14,4 m. e alta 4,8, aveva un’apertura alare di oltre 20 metri ed era equipaggiata con due motori Junkers Jumo 211 di 1340 CV ciascuno. Realizzato con struttura a guscio, l’aereo vantava caratteristiche costruttive che gli conferivano grande resistenza e la possibilità di affrontare picchiate a oltre 700 Km/h, spesso sfruttate durante la battaglia d’Inghilterra per sfuggire agli agili “Spitfire” inglesi.
Lo Junkers Ju 88 si distinse particolarmente come caccia intercettore notturno, ruolo che gli consentì di infliggere gravissime perdite ai bombardieri della RAF: solo nel 1942 il tenente pilota Heinrich Prinz zu Sayn-Wittgenstein abbatté 83 bombardieri pesanti quadrimotori Avro Lancaster.
Una cinquantina di Ju.88 furono anche forniti all’aeronautica italiana, che non fece però in tempo a dare loro il battesimo del fuoco prima dell’armistizio.
Il relitto recentemente ritrovato al traverso di Punta Campolato a Brucoli (Augusta -SR), a meno di due miglia dalla costa, si presenta integro, rovesciato e adagiato su un fondale fangoso a 102 metri di profondità.
Il piano alare, gli scarichi dei motori, i carrelli d’atterraggio e altri elementi strutturali, rendono molto probabile l’identificazione, salvo l’esito di future indagini e misurazioni.
Questa nuova scoperta conferma il ruolo fondamentale dell’estensione dei limiti operativi delle immersioni subacquee sportive e tecniche, quale strumento utile a riportare alla memoria gli eventi e la storia delle battaglie aeronavali della II Guerra Mondiale in Sicilia. Il carattere inedito dei siti di alto fondale e la loro sostanziale integrità, legata alla loro accessibilità limitata dalle profondità operative, dischiudono la possibilità di una fruizione turistica subacquea volta sia alla loro valorizzazione, che all’impulso economico del settore della subacquea tecnica.
La Soprintendenza del Mare ringrazia lo scopritore del relitto, l’Ispettore Onorario per i Beni Culturali subacquei della provincia di Siracusa Fabio Portella, Stefano Gualtieri, Linda Pasolli, Antonio Di Grazia, Alessandro Celano e Marco Gargari.
#sopmare #soprintendenzadelmare #capomurrodiving #archeologiasubacquea #relitti #beniculturali

Sociale

Trapani, Danza senza confini: un successo di arte, cultura e inclusione

Marilu Giacalone

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Trapani, 30 aprile 2024 – Si è concluso con grande successo l’evento “I Dialoghi della Danza Contemporanea e di Ricerca”, svoltosi nei giorni scorsi a Trapani, organizzato da Moto Armonico Danza e MeMA – Music Mediterranean Association, in occasione della Giornata Internazionale della Danza promossa dall’International Dance Council – Unesco.

Tre giorni intensi dove la danza è stata indiscutibilmente la protagonista assoluta.

“Attraverso tre importanti assi tematici – afferma Patrizia Lo Sciuto, danzatrice e coreografa – quali il pensiero della danza, la performance dal vivo e la danza nel sociale – abbiamo avuto l’onore di mettere in risalto la danza come linguaggio universale di inclusione, senza barriere culturali e fisiche. Desidero pertanto ringraziare l’associazione MeMa per la partnership, i partecipanti, i relatori, i performer e il pubblico. È stato un privilegio poter condividere tre giorni di arte, cultura e inclusione attraverso il meraviglioso universo della danza.”

“L’evento con cui si conclude questo ciclo di manifestazioni dedicato alla danza contemporanea – sottolinea il direttore artistico di MeMA, Giovanni De Santis – è, per MeMa, una testimonianza sul campo del suo nuovo orizzonte programmatico, che mira a superare il confine fisico della territorialità e quello tematico legato esclusivamente alla musica e all’organizzazione degli spettacoli. Il nostro intento è quello di coltivare e sostenere le molteplici espressioni dell’arte rappresentata e di lavorare affinché lo spettacolo sia anche strumento di inclusione e di miglioramento della qualità della vita nelle nostre comunità.”

Il primo giorno, nella suggestiva cornice barocca della ‘Chiesa Sant’Alberto’, sede della stagione concertistica dell’associazione MeMa, si è reso omaggio a Steve Paxton, luminare della danza e inventore della Contact Improvisation, il cui contributo artistico va ben oltre i confini della danza. La conferenza, tenuta dalla studiosa e critica di danza Daniela Cecchini, ha permesso di approfondire la straordinaria eredità di Paxton e il suo impatto sul mondo della danza, sin dagli anni ’70, favorendo nuove modalità di espressione e di ascolto del mondo.

Sold out nel secondo giorno, caratterizzato da una serie di performance dal vivo, che hanno affascinato ed emozionato il pubblico presente. Dai suggestivi assoli del repertorio della Compagnia Moto Armonico Danza, diretta da Betty e Patrizia Lo Sciuto, al magnifico duo “Amelia” interpretato da Priscilla Pizziol e Edoardo Sgambato, la danza ha saputo fluire con armonia, poesia e raffinatezza.

Infine, la giornata del  29 aprile in cui ogni anno si celebra la danza, si è svolto in collaborazione con il Comune di Erice, presso il Centro “Peppino Impastato”, l’incontro “La danza è per tutte e tutti” in cui è stato presentato il laboratorio di ‘Danza Movimento Terapia’ condotto dalla danzatrice e educatrice Giuliana Martinez dimostrando concretamente il potere trasformativo della danza, soprattutto quando è rivolto a persone con disabilità. 

Dopo i saluti della Sindaca del Comune di Erice Daniela Toscano, dell’assessora alla Cultura Rossella Cosentino e dell’assessora alla Pubblica Istruzione Carmela Daidone, la presidente dell’associazione “Le luci del dopo di noi” Anna Vattiata ha sottolineato l’importanza della pratica di attività artistiche come la danza per giovani con disabilità, poiché permette di migliorare la sfera psicofisica e di relazionarsi in gruppo.

In chiusura di questa tre giorni, con grande partecipazione di pubblico ed entusiasmo generale, la danza nel suo linguaggio universale ha dimostrato di essere capace di superare ogni differenza e di unirci in un’unica armonia.

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Cultura

Solarino (SR), lettera del 1906 per monumento ad Anita Garibaldi. L’importanza degli archivi comunali

Laura Liistro

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Archivi e Comunità è il sottotitolo per introdurre l’importanza culturale e sociale degli archivi comunali, colmi di documenti che hanno la necessità di uscire dalla cerchia degli esperti per rendersi utili alla società.
E’ una opportunità per trovare una nuova e più ampia legittimazione presso i cittadini che necessitano una conoscenza del proprio passato per una costruzione produttiva del futuro.

La lettera del 1906

E’ il caso di una storica lettera del 1906 ritrovata, qualche anno fa, nell’archivio comunale di Solarino (Sr).

Il focus di tal documento è  Presidente del Comitato Nazionale per l’erezione d’un monumento in Roma ad Anita Garibaldi, che invitò Sindaci, Direttori ed Insegnanti delle Scuole elementari d’Italia a voler promuovere delle sottoscrizioni da Centesimi Cinque per ogni alunno italiano, per dare un carattere plebiscitario all’ installazione sul Gianicolo del colossale monumento ad Anita Garibaldi dello scultore romano Mario Rutelli.

Il monumento per Anita Garibaldi

Il monumento rappresenta un reale avvenimento accaduto in Brasile, quando “l’eroina dei due mondi” era a fianco di Garibaldi nella rivoluzione per l’indipendenza di quel Paese dal Portogallo.
La Donna viene rappresentata, a dodici giorni dopo il parto di Menotti mentre fugge con il fucile in pugno ed il figlio neonato stretto tra collo e petto.
La missiva in questione si presenta ingiallita dal tempo ed è sia uno spaccato di Storia nazionale che un salto nella società italiana dell’epoca. Inoltre, il linguaggio usato tra ‘Stato e Stato’ è molto chiaro e determinato.

Il ruolo delle scuole

Le scuole, infatti, in quegli anni, dovevano eseguire non tanto le indicazioni ministeriali, ma gli ordini imposti dal Governo.
Questo scritto che trovasi all’interno dell’Archivio comunale del Comune di Solarino è caratterizzato dallo entusiasmo e dal coinvolgimento del popolo italiano nell’omaggiare la Donna che, per anni ed in preda ad infinite difficoltà fu, al Duce Glorioso, “sorriso e fede nei giorni turbinosi delle battaglie”.

L’ufficio comunale, tempio della memoria della comunità, da troppi anni in stato d’abbandono, rappresenterebbe un bel mezzo per le nuove generazioni, per potersi confrontare con la realtà storica diversa in cui parole d’ordine erano: Italia ed italiani.

Sarebbe questo un tuffo nel passato, tra i nomi dei maestri solarinesi Coco e D’Agostino e gli alunni che parteciparono, con cinque lire, alla realizzazione del monumento ad Anita Garibaldi.
Una percezione diretta della forza tipica di quella classe politica che aveva fatto l’Italia e stava formando gli italiani nel rispetto del tricolore.

“L’opera degna di cittadini italiani”

“All’opera dunque, o valorosi educatori del popolo.
Onorando la memoria d’Anita, nella data centenaria di Garibaldi, noi compiremo opera degna di cittadini italiani.”

Con queste parole, il garibaldino Col. Augusto Elia, saluta ed invoca i Maestri italiani che, in verità, furono i veri mezzi che realizzarono l’Italia unita nella lingua e nella cultura.

L’importanza del ritrovamento di queste carte?
La dimostrazione di quell’Italia unita nei valori civili da nord a sud senza confini culturali ma con un solo obiettivo : la Nazione.

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Ambiente

Campobello – Pro Loco, tre incontri con gli studenti su “Il nostro territorio segno d’identità”

Redazione

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“IL NOSTRO TERRITORIO SEGNO DI IDENTITÀ”: A CAMPOBELLO TRE INCONTRI DELLA PRO LOCO CON GLI STUDENTI

[CAMPOBELLO DI MAZARA] “Il nostro territorio segno di identità” è il tema dei tre incontri che la Pro Loco Unpli Campobello di Mazara e delle frazioni ha organizzato presso l’Istituto comprensivo “San Giovanni Bosco-Luigi Pirandello” di Campobello di Mazara a partire da giovedì 2 maggio, nell’aula magna dell’istituto, con ingresso da piazza Addolorata. «A partire dalla valorizzazione del nostro territorio abbiamo pensato a questo breve percorso formativo per cittadini consapevolmente responsabili – ha detto Max Firreri, presidente della Pro Loco – coinvolgendo enti e istituzioni che ci collaboreranno».

Ecco il calendario di incontri

  • Giovedì 2 maggio, ore 15, “Conoscere e valorizzare i beni culturali del proprio paese: come?”.
  • Venerdì 3 maggio, ore 9, “Col mare si gioca ma va rispettato: le regole per non trattarlo male”, con la partecipazione degli uomini della Capitaneria di porto di Mazara del Vallo
  • Lunedì 6 maggio, ore 15, “Le ragioni di tutelare l’ambiente che ci circonda: quali buone pratiche”, con la partecipazione dell’ufficio ambiente del Comune.

«L’incontro sui beni culturali del paese sarà propedeutico all’iniziativa “Adotta un monumento” che la Pro Loco promuoverà a partire da settembre 2024 nell’istituto comprensivo del paese», ha concluso Max Firreri.

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