Cultura
Non dire no, basta dire Ntzu!

Una delle caratteristiche principali della lingua italiana è la gestualità, elemento fondamentale del nostro modo di parlare che ci ha resi famosi in tutto il mondo, e che è stato oggetto di approfondimento anche da parte di giornali prestigiosi come il New York Times. Probabilmente potremmo parlare esclusivamente a gesti, dato che riusciamo ad associare un movimento del corpo quasi a ogni frase, e siamo soliti personalizzare e colorare i nostri discorsi con parole, espressioni, interiezioni ed esclamazioni di ogni genere, attingendo anche alla sfera paralinguistica.
È difficile pensare che due interlocutori possano dialogare senza dire eh, ah, oh, boh et similia. Queste piccole componenti del discorso si chiamano intercalari, e il dizionario online dell’Enciclopedia Treccani li definisce come “parole, esclamazioni, frasi che qualcuno ha l’abitudine, più o meno inconscia, di ripetere spesso nel discorso, senza necessità”. Come ben sappiamo, l’italiano è caratterizzato da una forte differenziazione linguistica a livello regionale, e questo ci permette di stilare addirittura una cartina nazionale degli intercalari; tra questi menzioniamo il neh del Piemonte, il ciò del Veneto, il ben del Trentino-Alto Adige, l’ajò della Sardegna, l’aho’ del Lazio, il mè della Puglia e il mii della Sicilia.
Per quanto riguarda la Sicilia, il patrimonio dialettale è talmente vasto e ricco di varianti, tra le quali rientra anche il pantesco, che il siciliano è stato riconosciuto dall’UNESCO come lingua madre, motivo per cui i siciliani sono ormai definiti bilingui. A una tale abbondanza di parole corrisponde altrettanta abbondanza di elementi appartenenti alla sfera non verbale, tra i quali rientrano sguardi, mani, schiocchi di lingua e i già citati gesti, come ad esempio il classico movimento della mano per chiedere: cosa vuoi?
C’è uno schiocco di lingua, in particolare, che contraddistingue la parlata dei siciliani, praticamente impossibile da tradurre in italiano e, a detta di molti “forestieri”, riproducibile correttamente solo se il tuo apparato fonatorio è siculo doc. Stiamo parlando di NTZU, un suono accompagnato da un quasi invisibile movimento della testa all’indietro, emesso per esprimere il proprio dissenso e la propria indecisione. Il fatto di non utilizzare nemmeno le corde vocali per dire di no può anche lasciar intendere che la domanda è superflua, e quindi non merita alcuno sforzo nel dare la propria risposta negativa. Il movimento della testa all’indietro, e non da destra verso sinistra (o viceversa), è un indizio che ci aiuta a risalire all’origine di questo gesto, ulteriore riprova del profondo legame tra la Grecia e la Sicilia.
Per indagare sulle radici dello schiocco più famoso della Trinacria dobbiamo infatti tornare nella Grecia antica, la cui civiltà si sviluppò nella Grecia continentale, nell’Albania costiera, nelle isole del Mar Egeo, sulle coste del Mar Nero e della Turchia occidentale, nella Sicilia orientale e meridionale, e su tutte le zone costiere dell’Italia meridionale successivamente denominate Magna Grecia. La colonizzazione da parte dei Greci di queste aree geografiche favorì una situazione prospera dal punto di vista politico, economico, culturale e artistico, e queste terre, di conseguenza, svilupparono una serie di caratteristiche comuni, anche dal punto di vista della lingua, degli usi e dei costumi. Ed è infatti emerso che l’intercalare NTZU, seppure con qualche leggera modifica, è usato in diversi Paesi della Magna Grecia. Pure a Cipro, ad esempio, annuire verso l’alto ha il significato di una risposta negativa, ma il gesto si accompagna all’inarcamento delle sopracciglia o a una leggera rotazione dell’occhio; in più, ad accomunarlo a NTZU è il suono onomatopeico TSOU, che presenta un’evidente assonanza con l’equivalente siciliano. Le somiglianze nella comunicazione gestuale sono state altresì riscontrate in un intercalare turco, che ha un suono analogo a NTZU, e nell’espressione albanese NTZ, anch’essa usata per dire il no con la testa che va all’indietro.
Per concludere, rendiamo onore al merito a questo semplice schiocco di lingua, che nel corso del tempo ha dato il nome a un vino IGP prodotto nella Val di Noto e a una struttura ricettiva in provincia di Catania, ed è stato perfino nominato in un’opera diretta dal grande Pier Paolo Pasolini. Si tratta del documentario Comizi d’amore del 1965, nel quale il regista gira l’Italia da nord a sud per trovare luoghi e volti per il suo nuovo film, e per indagare su alcuni argomenti tabù per gli italiani. Arrivato a Cefalù in Piazza Duomo, decide di intervistare alcuni bambini tra i 7 e i 10 anni, chiedendo loro se sapessero come fossero venuti al mondo. Tra i piccoli intervistati ve ne fu qualcuno particolarmente timido, che rispose con uno NTZU!
Nicoletta Natoli
Cultura
Concluso con grande successo il primo Festival “Pantelleria Asinabile”

Un’edizione ricca di interventi, suggestioni ed emozioni all’insegna dell’inclusione sociale
Si è concluso con un grande successo di pubblico e soddisfazione da parte di tutti il primo
Festival Pantelleria Asinabile inserito nella XIII edizione della Settimana del Pianeta Terra.
Un’iniziativa per e con la Comunità organizzata da Parco Nazionale Isola di Pantelleria,
Comune, Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale Servizio 17 per il
territorio di Trapani e l’Associazione “Asineria Asini di Reggio Emilia”, con il suo fondatore
Massimo Montanari, direttore artistico del Festival.
Una preziosa sinergia di coprogettazione tra istituzioni, operatori economici e mondo
creativo delle associazioni locali.
Un Festival che è solo una tappa di un progetto iniziato nel 2021, frutto della
collaborazione tra Parco Nazionale di Pantelleria e Regione Siciliana, che ha come
obiettivo quello di riportare l’asino pantesco a Pantelleria. Un modo per fare conoscere ai
più piccoli un animale che è simbolo di un passato rurale in cui asino e uomo lavoravano
quotidianamente nei campi, instancabili, e far rivivere ai più grandi quel passato, che piano
piano si stava affievolendo nei ricordi.
Un Festival che ha avuto l’ambizioso obiettivo, pienamente raggiunto, di unire tutta la
comunità, dai bambini agli adulti ai più anziani, nel nome dell’asino pantesco. La
partecipazione da parte delle scuole è stata infatti totale. Le associazioni hanno lavorato
insieme con entusiasmo. I cittadini hanno partecipato con curiosità. Il risultato è stata
un’edizione ricca di interventi, di suggestioni e di emozioni all’insegna dell’inclusione
sociale.
Tantissimi i momenti in cui la comunità si è sentita unita. E tantissimi i protagonisti. Tra i
tanti non si possono non citare i ragazzi dell’Albero Azzurro che si sono messi in gioco,
sotto l’attenta guida dei loro “tutor”, in una rappresentazione teatrale.
I soci del Centro Culturale Vito Giamporcaro che, tra le varie iniziative, hanno dato un forte contributo alla
ricostruzione della storia di questo prezioso animale durante l’evento Parole d’asino.
Fondamentale, infine ma non alla fine, il supporto logistico, operativo, di attrezzature e
materiali delle associazioni Barbacane e Mulattiera e delle ditte incaricate dal Parco che
con il loro lavoro e la fornitura di attrezzature e materiali hanno fatto godere in grande
comodità i momenti conviviali. Tutti elementi fondamentali per l’ottimale organizzazione
dell’evento. Grazie a loro, inoltre, è stato dato un forte contributo alla raccolta fondi per la
realizzazione della statua dell’asino pantesco, un sogno del poeta Lillo di Bonsulton.
“È andato tutto bene, siamo veramente soddisfatti” dice Italo Cucci, Commissario
Straordinario dell’Ente Parco.
“Si sta già lavorando a una prossima edizione nella quale si adotterà sempre un approccio
di co-progettazione” aggiunge Carmine Vitale, direttore f.f. dell’Ente Parco.
“Prossimamente, grazie all’accordo tra Parco, Regione e Comune, saranno avviate tutta
una serie di iniziative con le scuole per preparare gli studenti a esperienze di trekking di
più giornate in giro per l'isola lungo i sentieri. Non mancheranno anche giornate di coccole,
di avvicinamento all'asino di bambini e famiglie”.
Pantelleria, diventata prima Isola Asinabile d’Italia, esce da questo Festival carica di
entusiasmo e con tanti nuovi progetti ancora da realizzare. Progetti che coinvolgeranno
nuovamente attori dell’isola e collaboratori da varie parti d’Italia e che offriranno nuove
opportunità per tutti. Tra questi, progetti di pet therapy sia con gli asini panteschi
(onoterapia) e con altri animali presenti già sull’isola.
Accadranno tante cose belle in futuro. E saranno nuovamente tutte da realizzare, vivere e
raccontare.
Cultura
Festeggiamenti all’insegna del mare per il San Fortunato di Pantelleria – Oggi tutta l’isola si mobilita

Come annunciato nei giorni, i grandi festeggiamenti del protettore dell’isola avranno inizio, meteo permettendo, con l’attesa regata delle lance pantesche in gara per il premio “La Mulattiera”.
Alle ore 15,00 è previsto lo start e gli appassionati potranno seguire le vele tese dal vento, anche da terra: da Punta Croce e Punta Fram.
La competizione marinara, tradizionale per l’isola ma ancor più per San Fortunato, darà il via all’intera manifestazione, porgendo a conclusione il testimone alla Santa Messa che sarà celebrata da Monsignor Angelo Giurdanella, già arrivato a Pantelleria. Di poi dalla Chiesa Forania si dipartirà la processione che proseguirà nella tanto suggestiva quanto entusiasmante a bordo di una barca per raggiungere l’ingresso del porto: ivi, con l’aiuto della Capitaneria di Porto, verrà posata in acqua una fiorita corona di ossequio al mare, ai suoi abitanti e alle sue vittime.
Conclusi i cerimoniali religiosi, si darà il via ai vari intrattenimenti di giochi, musica e spensieratezza, fin ad arrivare all’ora del conviviale con le associazioni Barbacane e La Mulattiera.
Chiusura in grande stile con una cover band di Vasco Rossi.
Cultura
Maturità 2026, tutte le date di scritti orali e invalsi

Le date della maturità sono state già rese note e la prima prova si svolgerà il 18 giugno 2026 e come gli anni passati sarà uguale per tutti, mentre la seconda, che sarà specifica per indirizzo di studio, si terrà il 19 giugno 2026.
Le prove Invalsi, invece, requisito per l’ammissione all’esame di Stato si svolgeranno dal 2 al 31 marzo (qui trovi tutti i dettagli, con le date delle classi campione, non campione e della sessione suppletiva).
Le date principali
Prima prova scritta: 18 giugno 2026 ore 8:30
Seconda prova scritta: 19 giugno 2026 ore 8:30
Colloqui orali: a partire dalla settimana successiva
Le novità della maturità 2026
- A partire da quest’anno si torna a parlare ufficialmente di Esame di maturità e non più di Esame di Stato, per riportare alla luce la sua valenza formativa e simbolica più autentica.
- L’orale cambia e il colloquio verterà su quattro discipline principali dei percorsi di studi che saranno scelte dal Ministero a gennaio. Durante la prova orale si terrà conto anche dell’educazione civica e della formazione scuola-lavoro. A seguito delle numerose proteste sollevate durante la maturità passata, adesso che chi farà scena muta durante l’orale, anche se passato alle prove scritte, sarà automaticamente bocciato e dovrà ripetere l’anno.
- Il voto delle prove scritte sarà comunicato solo una volta concluso il colloquio.
- Cambia anche la composizione delle commissioni: si passa da 5 a 7 commissari ( due interni, due esterni e un presidente di commissione).
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