Gastronomia
Musumeci e Zaia incrociano i calici di prosecco e passito di Pantelleria: Shamira di Basile

Con Luca Zaia oggi al Vinitaly abbiamo “sancito” il Patto delle due P: passito e prosecco. Sicilia e Veneto, due terre diverse ma capaci di scambiare buone pratiche.
In questi giorni la Sicilia è impegnata anche nella manifestazione enologica nazionale più importante, il Vinitaly, in quel di Verona.
Il Governatore della Regione Siciliana, Nello Musumeci, è stato immortalato mentre fa tintinnare il suo calice colmo di prosecco veneto, sfiorando quello del Governatore del Veneto, Luca Zaia che ha preferito, invece, brindare con un calice di passito di Pantelleria.
Così il Presidente Musumeci descrive il momento:
Con Luca Zaia oggi al Vinitaly abbiamo “sancito” il Patto delle due P: passito e prosecco. Sicilia e Veneto, due terre diverse ma capaci di scambiare buone pratiche.
Per l’esattezza è stata fatta la scelta dell’etichetta Shamira, della cantina Basile.
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Gastronomia
In cucina con Chef Beppe Fontana da Pantelleria: oggi ossobuco di rana pescatrice

Prepariamo insieme l’ossobuco di rana pescatrice in umido con capperi, olive e pomodorini:
- Tagghiàti a cuda du rospu comu si ffussi n’uossobbuco
- Facìti vùgghiri à focu lentu i chiàppira, l’alivi, i pumaruoru chiddi nìchi, u basilicò i l’agghiu
- Mittìti a cuda du rospu intra u vugghiùtu
- Facìti còciri u pisci na picca i minuti e poi quannu è quasi prontu ci iuncìti u vinu iancu.
Bona manciata!
Ma adesso, cari lettori, non vi preoccupate se la vostra lingua madre non è quella del Pitrè o di Pirandello, perché non rimarrete a digiuno. Ecco a voi la traduzione della ricetta per preparare l’ossobuco di rana pescatrice:
- Tagliate la rana pescatrice come se fosse un ossobuco
- Stufate i capperi, le olive, i pomodorini, il basilico e l’aglio
- Mettete la rana pescatrice nello stufato
- Dopo pochi minuti di cottura sfumate il tutto con il vino bianco.
Buon appetito!
Nicoletta Natoli
Gastronomia
Pantelleria, Chef Bottaro prepara tripletta di ristoranti. Intanto apre Osteria Pantesca: oggi inaugura

Da oggi prende vita una nuova e grande avventura per il cuoco pantesco Salvatore Bottaro che inaugura alle ore 19 l’Osteria Pantesca a Bue Marino, per renderla attiva da domani 6 maggio e a giugno a Gadir.
Da una terrazza all’altra Bottaro sta conquistando l’isola con la sua cucina.
Lo scorso anno avviava, presso l’Hotel Cossyra, il ristorante Lo Scroscio dove le capacità, l’impegno e la passione sua e dello staff sono stati ripagati dal consenso dei tantissimi clienti.
Così lo chef ci spiega questa tripletta di ristoranti: “U Scruscio è il mio ristorante dove proporrò ancora più una cucina di altissimo livello. Osteria pantesca e gadir verranno gestiti da me ma non dalla mia società.
Come nasce l’idea? “Pavia Vincenzo mi ha proposto di creare per lui due format vincenti di ristorazione da seguire per diversi anni. In buona sostanza il ristorante è gestito da una società non mia e io ho un ruolo di consulente esterno fisicamente gestisco tutto dalla scelta delle tende, posate, piatti al personale, menù da proporre ecc ecc.
“Il progetto di Osteria Pantesca si prefigge lo scopo di proporre una cucina per gli isolani, dal costo contenuto, dove le parole d’ordine sono: semplicità e bontà.
Così finalmente a Pantelleria nella cucina di Osteria Pantesca curata dallo chef Bottaro Andrea verranno proposti “i vope chine “u suco di briciola” o la ” pasta cu u suco di carciofi locali”.
Accanto a questo tipo di cucina una grande pizza realizzata da Giovanni Monforte, a lievitazione lentissima, con grani antichi Siciliani e la preferita di chef Bottaro la pizza napoletana dai bordi soffici e altissimi.
A Gadir che aprirà a giugno tanto pesce fresco e aperitivi indimenticabili, ma questa è un’altra storia che racconteremo a tempo debito.
Gastronomia
Non c’è 1° maggio senza fava. La specie particolare di Pantelleria: confetti verdi

Qualcuno inneggia anche “1° maggio la festa della fava” e non c’è luogo, almeno in Italia, in cui quella che è diventata una tradizione, non venga rispettata.
Le fave per il 1° maggio
Si tratta di una tradizione tutta romana: festeggiare l’arrivo della primavera il primo Maggio con un conviviale pranzo in campagna a base di fave e pecorino. Durante questa ricorrenza ci si scambiava l’augurio di serenità e prosperità per la stagione estiva.
Poi il 1° maggio andò a coincidere con la Festa dei Lavoratori. Così durante la festività dedicata, per onorare la Festa dei Lavoratori si utilizza l’elemento dell’orto più semplice e banale, ma dai molteplici impieghi in cucina.
Su questa ricorrenza è giusto soffermarsi con due battute significative: la scelta della giornata del 1° maggio vuole riportare alla memoria la tragedia della rivolta di Haymarket, avvenuta a Chicago nel 1886. Nei primi giorni di maggio di quell’anno nella città si erano susseguiti proteste e scioperi dei lavoratori, per portare l’orario di lavoro a 8 ore al giorno (mentre all’epoca si arrivava anche a 12 o addirittura 16 ore di lavoro al dì).
Le fave pantesche come confetti
Cotte, crude, essiccate e chi più ne ha più ne metta nel paniere del picnic: la fava è un prodotto davvero speciale e lo sanno bene gli abitanti di Pantelleria che hanno il privilegio di coltivarne una specie un pò, anzi molto particolare.
Non abbiamo affrontato approfondimenti scientifici per analizzarne le caratteristiche, tuttavia, siamo in grado di affermare senza tema di smentita che questi legumi panteschi hanno un qualcosa di straordinario.
- Una peculiarità che le distingue dalle altre specie è la piccola dimensione del baccello e la grande dimensione del frutto. Nonostante questo esso resti sempre tenero, anche quando diventa grande. In genere in simili condizioni una fava di altra derivazione va privata dell’involucro esterno per poterla utilizzare, quella pantesca nient’affatto poichè mantiene intatta la tenerezza di un prodotto ancora piccolo.
- La dolcezza è una seconda caratteristica: un sapore dolce e così gradevole da non abbisognare di alcun condimento o accompagnamento. Dà la sensazione di assaporare un confetto delicatissimo, fresco al palato, gentile al gusto e fragrante nell’addentarlo.
Benefici
Il legume verdognolo è arrivato in Europa dall’Africa Settentrionale e dalla Persia, da qui si è diffuso sia in Grecia che nell’Impero romano. Esso era considerato il cibo dei poveri ma con grandi “poteri” per il nostro organismo: aiuta a favorire il buon funzionamento dell’intestino apportando una buona quantità di fibre, che possono inoltre aiutare a contrastare malattie cardiovascolari e diabete controllando l’assorbimento intestinale di colesterolo e zuccheri, aiutando così a ridurre colesterolemia e glicemia.
Buon Primo Maggio a tutti i nostri lettori, buona festa dei lavoratori e buona scorpacciata di fave e pecorino!
Nicoletta Natoli
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