Comunità
Latina, il 3 maggio la presentazione di “Oceano noi. Incroci e ricordi tra i dammusi di Pantelleria”

Il 3 maggio, dalle ore 17,00, si terrà la presentazione del libro “Oceano noi. Incroci e ricordi tra i dammusi di Pantelleria.
Teatro dell’evento il Museo della Terra Pontina, presso il Palazzo dell’ex Opera Nazionale Combattenti di Latina, in Piazza del Quadrato n.24.
In dialogo con l’autore Vito Di Ventura la scrittrice Lucia Santucci.
Una bella occasione per i panteschi dell’Agro Pontino per rivivere la propria isola attraverso la delicata narrazione dello scrittore.
La recensione a cura della scrittrice e giornalista Stefania De Michele
Ci sono luoghi che, per una singolare disposizione dello spirito, prestano le loro immutabili bellezze alle storie degli uomini. Con i suoi dammusi, circondati da grandi cespugli di capperi di un verde lucido, i suoi filari di zibibbo, le chiesette disadorne e le edicole votive, Pantelleria è il cuore del racconto di Vito Di Ventura dal titolo “Oceano, noi – Incroci e ricordi tra i dammusi di Pantelleria” pubblicato da Ethos: un intreccio quasi metafisico di passioni ed emozioni tutte terrene, che trovano lì – in mezzo al mare – la loro sintesi ultima.
Isola lambita dall’acqua e sferzata dal vento, Pantelleria è per ovvie ragioni geografiche un lembo di terra votato alla specificità. Come uniche, non assimilabili, ma assolutamente connesse sono le vite di Sandra, che cerca il senso delle cose negli affetti, Patrick, che dagli affetti fugge, Bruno, che ripete gli errori di sempre, Livio e Giacomino, che di Pantelleria sono gli ospiti più ricchi di sfumature. “Noi siamo un oceano di sentimenti” scrive l’autore, “ma – aggiunge – spesso ci fermiamo a considerare solo quello che appare immediato, visibile”.
Con una vis descrittiva di grande impatto, e un’indagine letteraria che fa la spola per osmosi dall’intimità dei protagonisti al contesto in cui si muovono, il romanzo è un inno alla bellezza della vita, incastonata nel fascino sublime dei luoghi (con l’aggettivo sublime che richiama però anche il dolore, il senso di inadeguatezza, lo stupore, così ben descritti da poeti e pittori romantici, dell’uomo di fronte ai suoi stessi sentimenti e alla grandezza della natura).
La violenza subita da Sandra, la paura di Patrick di vivere una vita piena, l’egoismo di un uomo buono come Bruno: sono i tratti, a volte dolorosi, spesso dissestati del percorso. Consola e apre alla speranza la forza che la natura dispiega a Pantelleria: da quell’energia Vito Di Ventura attinge a piene mani per un racconto che è una carezza e invita a sorridere, sempre.

Cronaca
Pantelleria, dal brutto incidente la grande amicizia: lettera di giovani all’amico infortunato

Era un gruppetto di giovani, in quel di Gadir, lo scorso 17 agosto, quando avviati con gli scooter per Pantelleria Centro e giunti a Bue Marino, i giovanissimi centauri hanno trovato il fondo stradale disseminato di ghiaia e terra, trasportata dal vento della mattina. L’apripista della piccola colonna di motorini, Andrea, non è riuscito a mantenere il controllo del mezzo, rovinando in terra e fratturandosi la gamba.
Questa è la cronaca del sinistro, di cui ci siamo occupati, e per il quale è stato necessario ‘elisoccorso sull’isola, per frattura scomposta.
Il giovane si trova ancora fuori dall’isola e i suoi amici cari gli hanno voluto dedicare un sentito e affettuoso pensiero perchè quando l’amicizia è un legame di autentica condivisione umana, non può che sostenere anche i momenti più difficili, in attesa del ritorno di giorni più luminosi e leggeri.
Giacomo e Luigi, da lontano, hanno scelto di manifestare le proprie emozioni ad un amico
speciale, Andrea, scrivendo una lettera, attraverso la quale porgere le parole giuste per confortarlo e
dimostrargli tutta la loro vicinanza:
“Caro Andrea,
siamo Giacomo e Luigi. Ti scriviamo per dirti pubblicamente quanto ti siamo vicini e vogliamo far
giungere dalla tua amata isola un forte e sentito abbraccio a te e alla tua mamma Rossella.
In questa settimana, purtroppo, abbiamo dovuto tenere a bada tante chiacchiere cattive e false
sulla dinamica dell’incidente; addirittura ci è giunta voce anche di una gara clandestina con i
motorini…e qui ci fermiamo, e forse è il caso di riderci su. Noi però sappiamo che stai meglio e,
anche se il percorso di guarigione sarà lungo, i tuoi amici più cari e i tuoi compagni di classe
vogliono farti sapere che ti aspettano e ti augurano una pronta guarigione e un ritorno veloce sulla
nostra meravigliosa isola.
Sei un ragazzo forte e ti riprenderai presto. A noi interessa farti arrivare questo messaggio di
amore e amicizia vera e sincera, lasciando nel vuoto le inutili chiacchiere di gente comune.
Caro amico, ti aspettiamo e non vediamo l’ora di riabbracciarti.
A presto.”
Giacomo e Luigi Minore
Personaggi
Pantelleria, è morto Battista Maccotta: un pezzo di memoria dell’isola vola via con lui

E’ morto questo pomeriggio alle ore 15, Giambattista Maccotta, un pezzo di memoria di Pantelleria vola via con i suoi 83 anni.
Risiedeva a Borgo San Donato, nella sua fortunata azienda agricola e, dopo pochi giorni di degenza all’ospedale al Santa Maria Goretti di Latina, complicazioni hanno detto la loro e si è spento, su una barella senza poter rivedere i suoi cari un’ultima volta.
Classe 1942, uomo affasciante, energico, aveva seguito le orme del padre Fortunato, che ha ceduto all’omonimo figlio: hanno visto nell’Agro Pontino una felice svolta, ma il cuore di Battista, generoso e affettuoso, subiva il richiamo della sua amata isola.
Una splendida casa a Khamma e quella con grande terrazza a Gadir, viveva i suoi periodi sull’isola attorniato dall’affetto di tanta gente.
Sposato con la splendida Rosalba, compagna di tutta la sua vita, aveva avuto due figli, Fortunato Marco e Daniela che gli hanno regalato nipoti vivaci e bellissimi animatori degli ultimi suoi anni di vita.
Per chiudere il quadro biografico, Battista, mio caro e vicino cugino, era fratello di Angelina Maccotta, moglie di Zino Patanè forse il primo fornaio di Khamma. Ma non dimentichiamo gli avi: appunto il padre Fortunato e la mamma, la Zia Lina Casano, di Turi “Bonomo” il grande e immortale musicista.
Il mio sincero e sentito cordoglio lo voglio scrivere in questo spazio, poichè tutti noi saremo colpiti sempre più tempo dalla mancanza del caro Battista.
Marina
Cronaca
Migranti – ONG Mediterranea a largo di Pantelleria. I migranti sbarcano a Trapani

A largo di Pantelleria, si trova la nave Mediterranea della ong, Mediterranea Saving Humans, con a bordo dieci persone, soccorse nei giorni precedenti.
Ma alle 2:35 di stanotte il Ministero dell’Interno ha confermato l’assegnazione del porto di Genova come “luogo sicuro di sbarco” (POS) per le dieci persone soccorse a bordo della nave MEDITERRANEA in una drammatica operazione di salvataggio nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi.
Il tentativo di imporre Genova per lo sbarco avviene senza che il Viminale tenga minimamente conto delle difficili condizioni psico-fisiche dei dieci superstiti, come ampiamente attestato negli ultimi due giorni dal report e dalla certificazione individuali prodotti dallo staff medico di bordo (dottoressa Vanessa Guidi e dottor Gabriele Risica).
Le dieci persone, cittadini kurdi di Iran e Iraq, egiziani e siriani, tra cui tre minori non accompagnati di 14, 15 e 16 anni, già duramente provati dalle condizioni di detenzione e da violenze e torture subite durante la permanenza in Libia, sono pesantemente traumatizzate dalle condizioni in cui è avvenuto il loro soccorso. Infatti, imbarcati con la minaccia delle armi, non appena partiti dalle coste libiche, hanno assistito alla sparizione in mare di quattro compagni che viaggiavano con loro e poi, come noto, sono stati violentemente gettati in mare dai miliziani trafficanti che conducevano l’imbarcazione. Solo la prontezza e la competenza del nostro team di soccorso hanno evitato che anche le loro vite si perdessero in mare.
«È inumano e inaccettabile che il Ministero dell’Interno voglia costringere queste dieci persone – afferma Beppe Caccia, capo missione a bordo della nave – a sostenere ancora tre giorni di navigazione (quanti mancherebbero ancora a MEDITERRANEA per raggiungere il lontano porto di Genova), esponendoli a inutili ulteriori sofferenze».
Lo stesso CIRM (Centro per il radio soccorso medico), struttura istituzionale consultata dall’MRCC di Roma, ha confermato ieri quanto attestato dai nostri medici di bordo: queste dieci persone devono sbarcare al più presto nel più vicino porto per ricevere a terra quelle “necessarie cure mediche e psicologiche” che ovviamente non possono essere fornite in mare.
Per queste ragioni, alle 8:22 di questa mattina il Comandante e il
Capomissione di MEDITERRANEA hanno chiesto al Centro di
coordinamento del soccorso marittimo IT MRCC di Roma la
riassegnazione del più vicino porto sicuro per lo sbarco. «Siamo in attesa
di una risposta da parte delle Autorità – conclude il capomissione Beppe
Caccia – che tenga finalmente conto dello stato di estrema vulnerabilità
delle dieci persone soccorse».
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Alle ore 16:16 di oggi, trovandosi al largo dell’arcipelago delle Egadi, il comandante e il capomissione della nave MEDITERRANEA hanno comunicato al MRCC di Roma che “visto il peggioramento delle condizioni psico-fisiche delle dieci persone soccorse a bordo, non sussistono le condizioni di sicurezza per proseguire la navigazione per quasi tre giorni di mare verso Genova”, “le persone devono essere sbarcate appena possibile per ricevere le necessarie cure mediche e psicologiche a terra.”
Visto che non è stata offerta alcuna alternativa, la nave si sta dirigendo verso il porto di Trapani, dove l’arrivo è previsto intorno alle ore 20 di stasera.
«Ci assumiamo il comandante e io la piena responsabilità di questa scelta – ha dichiarato Beppe Caccia, capomissione a bordo – la nostra prima e unica preoccupazione sono le condizione delle persone a bordo, già provate e traumatizzate da tutto quello che hanno passato in Libia e in mare. Non possiamo tollerare giochetti politici sulla pelle di dieci ragazzi che stanno male e devono essere curati. Che il governo se la prenda con noi, non con i naufraghi superstiti».
«Disobbediamo – conclude il capomissione di MEDITERRANEA – a un ordine ingiusto e inumano del Ministero dell’Interno. Ma così facendo obbediamo al diritto marittimo, alla Costituzione italiana e alle leggi dell’umanità».
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