Cultura
Intervista a Leonardo Gulotta il nuovo preside della scuola D’Ajetti di Pantelleria
Si chiama Leonardo Claudio Gulotta il nuovo preside dell’Istituto Comprensivo D’Ajetti di Pantelleria e ha preso servizio lo scorso 2 marzo.
Finora, di lui, ancora poco si sa e sono in pochi a conoscerlo, a causa delle restrizioni governative per contenere la pandemia da Coronavirus, ma il dirigente scolastico è comunque al lavoro per riorganizzare i metodi di insegnamento dei bambini isolani.
Già, perché il dirigente scolastico ha la vocazione di portare innovazione e riscatto con una energia travolgente che lascia ammirati quanti lo abbiano conosciuto nel suo percorso lavorativo.
Così è successo a Treviso, sede in cui era stato destinato fino a qualche mese fa, allorquando il Ministero dell’Istruzione lo aveva assegnato assieme a 106 colleghi siciliani, destinati al Nord Italia.
Avendo avuto notizia di questo “cambio di guardia” per la scuola pantesca che ingloba classi dell’infanzia e della primaria, lo abbiamo intervistato.
La sua voce al telefono è molto pulita, equilibrata, ed è piacevole la ritmica cadenza tipica della sua città: Marsala.
Preside ci racconti la sua breve ma intensa esperienza nella città di Treviso: Ero giunto nel settembre 2019 e ho prestato servizio presso l’Istituto Serena, frequentata da una compagine elitaria della città veneta. Quella città rappresentava la seconda preferenza dopo la Sicilia.”
Ivi per soli 6 mesi, ma intensi, ho lavorato 12 ore al giorno a scuola, affiancato da uno staff straordinario, “di fuoco”.
In appena 15 giorni ho messo in atto meccanismi che hanno dato visibilità dell’istituto, che al momento conta 250 insegnati, 1500 alunni e naturalmente 3000 genitori! La Serena è una scuola di prima fascia di cui peraltro ho rivisitato il regolamento d’istituto.”
Durante l’importante, oseremmo aggiungere gloriosa, permanenza a Treviso, lei ha organizzato il restauro dell’aula storica “Edmondo De Amicis”, deve essere stato particolarmente emozionante… “Si tratta di un’aula molto antica con mobilio degli inizi del 1900, per il cui restauro ci sono voluti mesi di lavoro certosino e naturalmente erano necessari dei fondi. Così ho contattato il Presidente Sericola del Rotary del Club Nord Treviso che ha raccolto la somma necessaria. E’ stato un momento emozionante l’inaugurazione sia per aver ridato vita ad un piccolo monumento storico, sia per i personaggi che hanno partecipato alla manifestazione avvenuta con il patrocinio del Comune: oltre 200 presenze tra autorità e personaggi illustri. E’ stata realizzata una targa a mio nome. Ora in quella meravigliosa aula si potranno tenere corsi di calligrafia per gli universitari. Ho conquistato la fiducia e la disponibilità di tutte le istituzioni e, con questa occasione vorrei ringraziare pubblicamente le stesse a partire dall’Ufficio Scolastico di Treviso nella persona della dottoressa Barbara Sardella e i suoi funzionari, ma anche il sindaco Mario Conte, l’Assessore all’Istruzione Silvia Nizzetto, le forze dell’ordine, i miei insegnanti e le collaboratrici Antonella ed Emanuela, persone serie, preparate e meravigliose e, non in ultimo, i genitori.”
Aula De Amicis Treviso
Lavagna e pallottoliere originali
Forte della sua laurea in Economia e Commercio e della sua annosa esperienza con la tecnologia e commissioni docenti, l’illustre professore ha un bagaglio curriculare fitto di interessanti tappe della sua vita.
Classe il 1973, Leonardo Claudio Gulotta è nato ad Erice, ma residente a Marsala, e per avvicinarsi alla sua terra di origine, dietro richiesta di trasferimento, è stato destinato a Pantelleria che ancora poco sta vivendo e godendo nella sua molteplicità di bellezze che l’isola può offrire a turisti e lavoratori.
Compiuta anche questa missione, il trasferimento a Pantelleria? “Quando dovevamo comunicare delle zone di preferenza di assegnazione, Nella provincia di Trapani avevo indicato Pantelleria. La conoscevo già e ne avevo apprezzato moltissimo il paesaggio, ma anche il clima.”
Sull’isola si troverà a gestire 7 plessi in tutto che fanno parte dell’Istituto D’Ajetti, peraltro in un momento storico nazionale molto difficile e delicato, per via della quarantena da Coronavirus. Come sta organizzando le giornate scolastiche dei suoi alunni? “Con l’approvazione del Ministero, sto lavorando per mettere in essere la didattica a distanza con l’uso della tecnologia, ma il personale docente dell’isola è formato da ottime persone che hanno solo bisogno di un trainer che sappia anche fare squadra. Vi sono ancora parecchie difficoltà anche legate alla poca attitudine e alla penuria di strumenti tecnologici sull’isola. Le scuole di Pantelleria sono fornite di registro elettronico, dove tuttavia si possono solo assegnare i compiti e leggere le valutazioni, ma non si possono impartire lezioni. Al momento stiamo utilizzando piattaforme interattive per le classi primarie; per quanto attiene alla scuola dell’infanzia, mi sto attivando per mantenere il “contatto” e non far sentire isolati i bambini più piccoli.
La scuola di Pantelleria non deve essere considerata di serie B e io lavorerò per questo. Siamo fiduciosi di portare modernità ed emancipazione tra gli scolari, così da essere al passo con i tempi. e al livello delle scuole del continente. “
Noi, dal nostro canto, siamo certi che il nostro nuovo dirigente lascerà il suo segno anche a Pantelleria, come a Treviso, vista la sua personalità carismatica, risoluta e propositiva. Inoltre la sua dichiarata vicinanza alle istituzioni e alle famiglie decreterà ancora un successo professionale e personale, di cui non potrà non beneficiare tutta l’isola.
Marina Cozzo
Cultura
Pantelleria, lavori di adeguamento, messa in sicurezza ed efficientamento energetico della palestra della Scuola Media “Dante Alighieri”
Alla cittadinanza, Il Sindaco comunica che l’Amministrazione comunale di Pantelleria ha portato a compimento l’iter amministrativo e progettuale necessario per il recupero e la piena rifunzionalizzazione della palestra della Scuola Media “Dante Alighieri”, struttura da tempo inagibile e fortemente attesa dalla comunità scolastica dell’isola. Il Sindaco comunica che l’intervento rientra in una più ampia strategia di riqualificazione dell’edilizia scolastica, con l’obiettivo prioritario di garantire sicurezza, accessibilità, sostenibilità energetica e qualità degli spazi destinati alle attività formative e sportive.
Il progetto prevede opere di adeguamento strutturale e funzionale, la messa in sicurezza dell’edificio, il miglioramento delle prestazioni energetiche attraverso l’installazione di impianti moderni e l’utilizzo di fonti rinnovabili, nonché il completo ripristino della fruibilità della palestra per studenti, associazioni sportive e iniziative collettive. Il Sindaco comunica che l’intervento consentirà di restituire alla cittadinanza una struttura fondamentale per la crescita educativa, sociale e sportiva dei giovani di Pantelleria, colmando una carenza che per anni ha inciso negativamente sull’offerta di spazi adeguati alle attività motorie.
L’Amministrazione è consapevole che l’esecuzione dei lavori potrà comportare disagi temporanei; tuttavia, il cronoprogramma è stato definito con l’obiettivo di contenere l’impatto sulle attività scolastiche, con una durata complessiva stimata in circa 14 settimane. L’Amministrazione continuerà a seguire con attenzione tutte le fasi successive, dall’affidamento dei lavori alla loro realizzazione, assicurando trasparenza, rispetto dei tempi e tutela dell’interesse pubblico. Pantelleria guarda avanti, investendo sulle scuole, sulla sicurezza e sul futuro delle nuove generazioni.
Cultura
Il violinista di Solarino Don Paolo Teodoro e le radici di una tradizione di due secoli
La storia nascosta di un paese che ha fatto della musica una firma identitaria
Nel 1827, quando il paese non era ancora Comune, un documento d’archivio rivela la presenza inattesa di un musicista professionista. Da allora Solarino non ha mai smesso di essere una comunità musicale.
Solarino – Nel 1827 il paese non era ancora autonomo e viveva un momento di transizione politica e amministrativa. Eppure, in quell’anno cruciale, emerge un dettaglio sorprendente che permette di leggere la storia locale da una prospettiva nuova. Tra gli atti conservati presso l’Archivio di Stato di Siracusa compare il nome di Don Paolo Teodoro, registrato come violinista.
Un dato che, per l’epoca, spacca in due l’immagine consueta di un borgo rurale fatto solo di agricoltori e artigiani.
Il musicista che rompe gli schemi
Il documento mostra chiaramente che Don Paolo Teodoro non era soltanto un residente rispettato di Solarino. Era un musicista. Un ruolo insolito in un contesto rurale del primo Ottocento, dove la musica raramente compariva nelle registrazioni ufficiali. Teodoro abitava in via Fontana, insieme alla moglie Costantino Eloisa, ma la sua formazione aveva radici ancora più profonde. Da giovane, infatti, era cresciuto in una parte dell’attuale Palazzo Requesens, allora indicato come Piano Palazzo n.2, oggi cuore dell’odierna Piazza del Plebiscito, luogo simbolo della vita sociale solarinese. Una crescita in un ambiente architettonico e culturale privilegiato che spiega – almeno in parte – la precocità di una vocazione musicale riconosciuta persino dagli atti civili borbonici.
Una tradizione musicale che Solarino non ha mai abbandonato
Il caso di Don Paolo Teodoro non è un episodio isolato, ma il primo tassello visibile di una storia più lunga. Perché a differenza di tanti altri centri siciliani, Solarino non ha mai smesso di essere un paese musicale. Bande storiche, maestri locali, scuole di musica, gruppi giovanili, famiglie che tramandano strumenti da generazioni, musicisti nazionali , la musica, qui, non è un accessorio, ma un linguaggio collettivo. E questa continuità testimonia una capacità rara: fare dell’arte una parte della propria identità civile. Non tutte le comunità hanno saputo compiere questa scelta. Molti centri rurali hanno perso nel corso del Novecento le proprie tradizioni culturali, travolti da emigrazione e modernizzazione. Solarino, invece, ha seguito una traiettoria diversa: ha difeso la musica, l’ha fatta propria, l’ha trasformata in patrimonio comune.
Questo è il vero punto di forza del paese. Una maturità culturale che trova le sue prime radici in persone come Don Paolo Teodoro: uomini capaci, già due secoli fa, di portare l’arte dentro la vita quotidiana di una comunità in trasformazione. Oggi, quando strumenti e prove musicali risuonano nelle case, nelle scuole e nelle piazze, è possibile intravedere un filo diretto con quella firma d’archivio del 1827. Solarino continua a distinguersi per il suo fermento artistico. E la storia del violinista Don Paolo Teodoro si rivela allora molto più che una curiosità d’epoca: è l’origine documentata di un percorso identitario che il paese ha scelto di portare avanti con orgoglio. Due secoli dopo, Solarino resta un paese che suona e questa è, senza dubbio, una delle sue vittorie più grandi.
Laura Liistro
Cultura
Elena Pizzuto Antinoro: da Santo Stefano Quisquina alla scena internazionale della ricerca linguistica
Donna siciliana, studiosa di straordinaria competenza e voce autorevole della ricerca italiana, Elena Pizzuto Antinoro è considerata una delle figure più influenti negli studi contemporanei sulla comunicazione e sulle lingue dei segni.
Psicologa, linguista e ricercatrice del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha contribuito in modo determinante al riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana (LIS) come sistema linguistico pienamente strutturato, superando visioni riduttive che ne avevano a lungo limitato la comprensione. Il suo percorso accademico si è svolto tra l’Italia e gli Stati Uniti, dove ha approfondito la Lingua dei Segni Americana (ASL) entrando in contatto con metodologie di ricerca all’avanguardia. Questa esperienza internazionale fu decisiva: rientrata in Italia, introdusse nuovi paradigmi analitici che avrebbero innovato radicalmente lo studio della LIS, collocando la ricerca italiana in un dialogo costante con quella mondiale. Caratteristica centrale del suo lavoro fu l’approccio interdisciplinare.
Elena operò a stretto contatto con persone sorde, analizzando i processi cognitivi, le strutture linguistiche e le dinamiche comunicative della lingua visivo-gestuale. Le sue pubblicazioni rappresentano oggi un riferimento fondamentale non solo in Italia, ma anche nel contesto internazionale degli studi sulle lingue dei segni. Tra le iniziative più rilevanti da lei guidate figura VISEL, progetto dedicato allo sviluppo di sistemi di scrittura per la lingua dei segni e alla definizione di strumenti didattici innovativi. Un contributo che ha ampliato le possibilità di ricerca e di accesso alla comunicazione visiva, rafforzando il ruolo dell’Italia nel panorama scientifico globale. Colleghi e collaboratori ricordano Elena Pizzuto Antinoro come una professionista rigorosa, dotata di una forte integrità etica e di una visione capace di anticipare nuove prospettive. Il silenzioso applauso con cui la comunità sorda l’ha salutata ne sottolinea il profondo impatto umano e scientifico.
Oggi, Elena Pizzuto Antinoro è riconosciuta come una figura chiave della linguistica internazionale e un esempio di eccellenza femminile nel mondo accademico. Siciliana, figlia di Santo Stefano Quisquina, ha portato la sua terra d’origine nei principali centri di ricerca del mondo, lasciando un’eredità destinata a influenzare a lungo gli studi sulla comunicazione e sulle lingue dei segni.
Laura Liistro
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