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Cultura

Incanto natalizio ad EricèNatale tra presepi, concerti, mercatini, spettacoli, zampognari

caterina murana

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Erice, 6 dicembre 2024 – Dal 7 dicembre al 6 gennaio, Erice, il borgo siciliano abbracciato dalle antiche mura, si trasforma in un luogo di meraviglie natalizie.
‘EricèNatale – Il borgo dei presepi’ porta tra i vicoli medievali un ricco calendario di iniziative che uniscono la magia delle feste alla profonda tradizione culturale del territorio. I mercatini di Natale animeranno Piazza della Loggia e Piazzetta San Giuliano, dove artigiani locali esporranno le loro creazioni: dalle ceramiche tipiche alle ricette e ai dolci siciliani, dai presepi artigianali agli addobbi natalizi realizzati a mano. La Via Albertina degli Abati diventerà un angolo del Polo Nord con la Casetta di Babbo Natale e i bambini potranno consegnare le loro letterine e partecipare a laboratori creativi e attività ludiche pensate appositamente per loro.
Il programma culturale si arricchisce di proposte di altissimo livello al Teatro Gebel Hamed con un raffinato jazz, seguito da performance per bambini che uniscono teatro e musica. Le atmosfere gospel risuoneranno nelle chiese mentre i concerti natalizi vedranno protagonisti ensemble di grande prestigio.
Il clima natalizio sarà esaltato dalla presenza degli zampognari itineranti siciliani che, con le loro melodie, accompagneranno i visitatori lungo un percorso di oltre 30 presepi artigianali, ognuno con la propria storia da raccontare. Il borgo di Erice ospiterà anche un presepe vivente, che testimonia la vivacità della tradizione presepiale siciliana e la capacità delle comunità locali di mantenere viva la memoria della Natività.
Particolare attenzione è stata dedicata all’illuminazione che crea suggestive scenografie urbane.
L’ Istituto Blackett-San Domenico ospiterà un’ installazione dell’artista Marco Nereo Rotelli: un presepe di parole che valorizza la facciata. L’opera, che gioca con la particella “ES” nella parola presepe, invita a un viaggio interiore nell’inconscio, da cui tutto prende forma. Attraverso le parole dedicate al Natale da sei grandi poeti del Novecento, si riscopre la dimensione più profonda e riflessiva del Natale, dove lo stupore diventa porta d’accesso ai temi dell’amore e della pace.
Il momento clou delle festività sarà la notte di San Silvestro, quando in Piazza della Loggia partirà una grande festa a cielo aperto. Dalle 23:30, live music, countdown, giochi pirotecnici, brindisi con Daria Biancardi e dj set con i Radio Time 90. Il calore del Natale si estende anche alle frazioni del territorio ericino: dai laboratori natalizi nei Giardini degli Aromi di Raganzili alle celebrazioni a Ballata, dalla decima edizione di “Donare rende felici” a Napola al suggestivo presepe vivente “Da Casa Santa a Betlemme” a Mokarta, fino agli eventi natalizi a Pizzolungo.

“EricèNatale rappresenta ormai un appuntamento imprescindibile per il nostro territorio,” dichiara la sindaca di Erice Daniela Toscano. “Anno dopo anno, questa manifestazione si è evoluta fino a diventare un vero e proprio simbolo dell’identità culturale ericina. Non è solo un evento turistico, ma un momento in cui la nostra comunità si ritrova e si riconosce nelle proprie tradizioni. Il successo delle passate edizioni ci ha spinto a investire sempre più energie nel rendere EricèNatale un’esperienza unica, che sa coniugare il Natale con la ricchezza del nostro patrimonio storico e artistico. Vedere i nostri vicoli medievali animarsi di luci, musica e arte, osservare le famiglie che riscoprono la gioia della condivisione, questo è il vero spirito di EricèNatale.”
L’assessora alla Cultura, Turismo ed Eventi di Erice Rossella Cosentino sottolinea con entusiasmo il forte coinvolgimento della comunità locale: “Continuiamo ad essere particolarmente orgogliosi della partecipazione delle associazioni e dei cittadini. La risposta della popolazione è sempre eccezionale: artigiani, commercianti, artisti e  volontari si sono mobilitati con entusiasmo per rendere EricèNatale ancora più speciale. Le associazioni locali hanno contribuito alla realizzazione degli eventi, dai mercatini alle performance artistiche, dai presepi alle iniziative per i bambini, la testimonianza più bella di quanto questa manifestazione sia profondamente radicata. È proprio questa sinergia tra istituzioni e cittadini che rende EricèNatale un’autentica espressione della nostra tradizione.”

Il programma include anche l’apertura dei principali siti culturali: dal Polo Museale “A. Cordici” al Presepe Regio Monumentale Meccanico – recentemente riqualificato – alla storica Torretta Pepoli, fino alle chiese monumentali che custodiscono secoli di storia e arte. Da segnalare anche il presepe allestito da Jaemy Callari in uno dei cortili di Piazza San Domenico, un’opera che promette di superare le precedenti creazioni dell’artista. Gli Info point ubicati a Porta Trapani e in Piazza della Loggia saranno a disposizione dei visitatori per informazioni e assistenza.

Il borgo medievale è comodamente raggiungibile tramite la funivia panoramica con vista mozzafiato sul territorio. Gli orari del servizio sono consultabili sul sito www.funiviaerice.it.

EricèNatale – Il borgo dei presepi gode del sostegno de “I Borghi più belli d’Italia” e della Funierice ed è organizzato dal Comune di Erice, in collaborazione con la Fondazione Erice Arte, la Fondazione e Centro di cultura scientifica Ettore Majorana, l’Associazione “Il Bajuolo” di Erice, l’Associazione “MEMA” (Mediterranean Music Association) con l’Associazione Siciliana Amici della Musica e Amici della Musica di Cefalù “S. Cicero”, l’Associazione “Vivere Erice”, l’Istituto d’Istruzione superiore “Ignazio e Vincenzo Florio”, l’Istituto di Istruzione superiore “Sciascia Bufalino”, la Montagna del Signore, l’associazione Omnia Certe, l’Istituto di Cultura Italo-Tedesco di Trapani con il Goethe-Institut Italien, l’associazione Donare rende felici, l’associazione VMKLAB, l’Associazione Hot Stone, Fc Service, l’Associazione Tradumari&venti e il Gruppo Medievale Monte San Giuliano-Erice.
La manifestazione è coordinata dal settore Cultura del Comune di Erice guidato dal Dott. Toto Denaro.

Gli appuntamenti del 7 e dell’8 dicembre
Il 7 e 8 dicembre EricèNatale si apre con un weekend ricco di atmosfera natalizia. I mercatini e il villaggio gastronomico in Piazza della Loggia e Piazzetta San Giuliano saranno aperti dalle 11:00 alle 20:00, mentre la Casetta di Babbo Natale accoglierà i più piccoli dalle 15:00 alle 20:00.
L’inaugurazione ufficiale si terrà il 7 dicembre alle 17:30 con l’accensione delle luminarie e dell’albero di Natale in Piazza della Loggia. La serata proseguirà al Teatro Gebel Hamed alle 18:00 con lo spettacolo per bambini “L’Aquilone e la Nuvola” di e con Emilio Ajovalasit del Teatro Atlante, mentre dalle 18:30 Piazzetta San Giuliano si animerà con musica e DJ set.
In entrambe le giornate, le tradizionali melodie degli zampognari accompagneranno visitatori e residenti per le vie del centro storico.

Il programma completo degli eventi sarà visibile sul sito web www.comune.erice.tp.it e sui profili social di EricèNatale e del Comune di Erice.

 

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Cultura

Pantelleria, il Centro Giamporcaro omaggia il Vescovo de “Le poesie di Lillo”

Direttore

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Il Centro Giamporcaro, per mani del suo Presidente Anna Rita Gabriele, fa omaggio del libro di poesie di Lillo di Bonsulton  al Vescovo Giurdanella

Il Giamporcaro partecipa attivamente al Villaggio di Natale, messo in scena presso Piazza Cavour di Pantelleria. Scopo essenziale per il Centro Culturale è la vendita di due libri, il cui provento verrà utilizzato per la realizzazione della statua dedicata all’asino pantesco: un modo per esaudire il desiderio di un uomo particolare, pantesco di adozione, che tanto si è speso per la cultura e la società di Pantelleria.

Tra animazioni, artigianato, e altro ancora si è creata un’atmosfera singolare, accogliente, nel pieno centro del Capoluogo, nonostante il meteo un pò ballerino.

Nella mattinata di ieri, 22 dicembre 2025, lo stand riservato al Giamporcaro ha ricevuto l’inaspettata visita del nuovo parroco, Don Easu, e del Vescovo Angelo Giurdanella, con quel suo fare accogliente e luminoso. L’alto prelato in questi giorni è a Pantelleria per una serie di eventi, come l’anniversario delle Suore delle Poverelle, e per portare la propria parola nella comunità tra messe ed incontri e visitando associazioni come l’Albero Azzurro.

Il Presidente Anna Rita Gabriele ha colto l’occasione per fare un dono a sua eminenza: il libro “Le poesie di Lillo”.
Un gesto che rimarrà nella memoria del Centro Culturale ma, sicuramente, anche dello stesso alto prelato.

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Cultura

I dolci siciliani delle feste: un viaggio tra riti, profumi e memoria che unisce Pantelleria al resto dell’isola

Barbara Conti

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I dolci siciliani che non possono mancare sulle tavole delle feste Un viaggio tra riti, profumi e memoria che unisce Pantelleria al resto dell’isola

In Sicilia, il Natale non è solo una festa: è un rito collettivo che passa dalle mani alle cucine, dai ricordi alle tavole imbandite. Ogni provincia custodisce un patrimonio di dolci che raccontano storie antiche, influenze arabe, creatività contadina e un amore profondo per la condivisione. Pantelleria, con la sua identità forte e mediterranea, partecipa a questo mosaico portando in tavola sapori unici, ma accogliendo anche i grandi classici della tradizione siciliana. Di seguito, ho fatto una selezione dei dolci che non possono mancare nelle case siciliane durante le feste.

Buccellato: il re delle feste
Il buccellato è forse il dolce natalizio più rappresentativo dell’isola. Un anello di pasta frolla ripieno di fichi secchi, mandorle, noci, uva passa e scorze d’arancia. Ogni famiglia ha la sua versione, ogni provincia la sua sfumatura. È un dolce che profuma di casa, di pazienza e di mani che impastano insieme. Cubbaita e torrone alle mandorle La Sicilia non rinuncia mai ai suoi torroni: mandorle di Avola, miele, zucchero e la magia del caramello. La cubbaita, di origine araba, è una lastra croccante di sesamo e miele: semplice, essenziale, irresistibile.

Pignolata o Pagnuccata
Piccole palline di pasta fritta, ricoperte di miele e decorate con zuccherini colorati. È il dolce della festa, del gioco, dei bambini che rubano i pezzetti con le dita. In molte case si prepara ancora in grandi teglie da condividere con vicini e parenti.
Biscotti di mandorla Ricci, morbidi, profumati: i biscotti di mandorla sono un simbolo della pasticceria siciliana. 
A Natale diventano un dono prezioso, spesso preparati in casa e offerti come gesto di affetto.

Scorzette d’arancia candite e glassate
Le arance siciliane, regine dell’inverno, diventano protagoniste anche nei dolci.
Le scorzette candite o immerse nel cioccolato fondente sono un classico elegante e profumato, perfetto per chiudere un pranzo importante. I geli: agrumi, cannella e tradizione Il gelo di arancia, di limone, di mandarino o di cannella è un dessert leggero, digestivo e profondamente identitario. È il modo più semplice per portare in tavola il profumo degli agrumeti siciliani.

I dolci di Pantelleria: un’identità che profuma di isola Pantelleria aggiunge alla tavola delle feste la sua anima unica:

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Mustazzola pantesca Un dolce antico, speziato, spesso preparato per le grandi occasioni. La sua forma e il suo impasto raccontano la storia dell’isola e delle sue contaminazioni mediterranee.
Il cous cous dolce (nelle famiglie che lo tramandano)
Una preparazione rara, ma ancora viva in alcune case: semola lavorata a mano, frutta secca, miele, agrumi. Un ponte tra Sicilia e Nord Africa che trova a Pantelleria la sua naturale dimora.

Biscotti al passito
Il passito di Pantelleria, oro liquido dell’isola, diventa ingrediente per biscotti aromatici e intensi, perfetti per accompagnare un brindisi di fine pasto. Perché questi dolci resistono al tempo Ogni dolce siciliano è un racconto: parla di famiglie, di stagioni, di ingredienti poveri trasformati in tesori.

A Natale, più che in ogni altro momento dell’anno, questi sapori diventano un ponte tra generazioni, un modo per ritrovarsi e riconoscersi. Pantelleria, con la sua identità forte e il suo spirito comunitario, continua a custodire e reinterpretare queste tradizioni, mantenendo vivo un patrimonio che appartiene a tutta la Sicilia.

Barbara Conti

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Giuseppe Pitrè, 184 anni dopo: l’uomo che diede voce all’anima della Sicilia

Matteo Ferrandes

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Nel 184° anniversario della nascita di Giuseppe Pitrè, la Sicilia e l’Italia intera ricordano non solo uno studioso, ma il fondatore di un modo nuovo di guardare al popolo, alle sue parole, ai suoi gesti, ai suoi riti. Un uomo che, senza mai abbandonare la sua città, seppe parlare al mondo. Il figlio del Borgo che divenne il padre degli studi folklorici in Italia.

Pitrè nacque il 22 dicembre del 1841 nel quartiere portuale del Borgo, in via Collegio di Maria, da una famiglia di marinai. Il padre Salvatore morì di febbre gialla a New Orleans nel 1847, quando Giuseppe aveva appena sei anni. La madre, Maria Stabile, lo crebbe tra ristrettezze economiche, sostenuta da un sacerdote amico di famiglia. Quell’infanzia difficile, immersa nella lingua viva del popolo, fu il terreno fertile della sua futura opera.

Medico per professione, etnologo per vocazione

Nonostante le difficoltà economiche, Pitrè completò gli studi classici presso un istituto gesuita e si laureò in Medicina e Chirurgia all’Università di Palermo nel 1865. La professione medica lo mise quotidianamente a contatto con i ceti popolari, permettendogli di ascoltare, annotare, comprendere.
Parallelamente, già da studente aveva iniziato a pubblicare lavori sui proverbi e sul lessico marinaresco, oltre a un volumetto letterario di Profili biografici di contemporanei italiani.

Il pioniere degli studi folklorici

Nel 1871 pubblicò il primo volume della monumentale Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane, un’opera che avrebbe proseguito fino al 1913. È considerato il più importante corpus di tradizioni popolari italiane mai realizzato; una raccolta di 25 volumi che impegnò Pitrè per oltre quarant’anni e che resta la sua opera più importante. Dai Canti popolari siciliani, alle fiabe, dai proverbi agli usi e costumi, dalle feste patronali alla medicina popolare, l’intera collezione ambisce a raccogliere e ordinare tutta la materia folklorica dell’isola. È un edificio enciclopedico senza precedenti, che ancora oggi costituisce il fondamento degli studi demo‑etno‑antropologici sulla Sicilia. Pitrè non fu solo un raccoglitore: studiò i principali indirizzi europei, corrispose con studiosi come Max Müller, Mannhardt, Sébillot, Schuchardt, D’Ancona, Comparetti, De Gubernatis. Senza muoversi da Palermo, costruì una rete internazionale.

L’influenza sulla letteratura e sulla musica

La sua opera ispirò: Luigi Capuana, che prese spunti da alcune sue fiabe; Giovanni Verga, che trovò nelle sue raccolte materiale utile per novelle come Guerra di Santi; Rosa Balistreri e altri autori che attinsero ai versi tradizionali presenti nei suoi studi per i loro testi musicali. Pitrè si occupò anche di lingua siciliana, scrivendo una grammatica descrittiva. Non fu, dunque, solo un etnologo: fu un ponte tra la cultura orale e le arti.

Il riconoscimento istituzionale

Nel 1903, «per i suoi indubbi meriti nel campo degli studi sulle tradizioni siciliane, Pitrè fu nominato Presidente della Reale Accademia di Scienze e Lettere di Palermo. Nel 1909 fu ammesso a socio dell’Accdemia della Crusca. Nel 1914 fu eletto senatore del Regno d’Italia. Fu, inoltre, presidente della Società Siciliana per la Storia Patria e segretario della Reale Accademia delle Scienze Mediche. Il filosofo Giovanni Gentile, nei primi anni ’40 del Novecento, costituì un Comitato per la ristampa di tutte le opere del Pitrè e, con un decreto, il Re dichiarò tale pubblicazione “Edizione Nazionale”. Negli anni ’80 del Novecento, lo Stato italiano finanziò una nuova Edizione Nazionale delle sue opere, riconoscendone il valore storico e scientifico.

L’uomo dietro lo studioso


Nel 1877 sposò Francesca Vitrano, da cui ebbe tre figli: Maria, Rosina e Salvatore. Le tragedie familiari — la morte di Rosina nel terremoto di Messina del 1908 e quella di Salvatore per avvelenamento da cibo — segnarono profondamente i suoi ultimi anni. Morì a Palermo il 10 aprile 1916. E’ sepolto nel Pantheon dei siciliani illustri, la chiesa di San Domenico.

Perché Pitrè parla ancora a noi

A 184 anni dalla sua nascita, Pitrè resta attuale perché: ha restituito dignità alla cultura popolare, trattandola come scienza; ha salvato un patrimonio immenso che rischiava di scomparire; ha mostrato che la Sicilia non è periferia, ma centro di una civiltà complessa e ricchissima; ha insegnato che ascoltare il popolo significa capire un Paese. Il suo lavoro continua a essere un riferimento per antropologi, linguisti, storici, scrittori e per chiunque voglia comprendere l’identità profonda dell’isola.

Una fiaba tratta dal IV volume delle “Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani” (riportata fedelmente nella grafia che usò il Pitré)

LU RE E LI CARZARATIUn Re di Cicilia ‘na vota iju a visitari ‘na càrzara di carzarati, tutti cu’ cunnannati vint’anni, cu’ a trent’ anni, cu’ a vita; si misiru tutti a ringa aspittannu a lu Re chi passava. Quannu lu Re cci fu pi davanti, spijò a lu primu: – «Tu pirchì si’ ccà cunnannatu? Chi facisti?» – «Io, Maistà! Io sugnu ‘nnuccenti; mi pigghiaru mentri era a la mè casa.» – «E tu?» dici a lu secunnu. – «Io sugnu ‘nnuccenti comu Maria Santissima. Quannu mi ‘ncatturaru io era curcatu.» – «E tu?» dici a lu terzu. – «Io sugnu ‘mputatu d’aviri ammazzatu a unu; ma fôru tutti calunnii, e soffru attortamenti.» ‘Nsumma a quantu dumannau lu Re, tutti si dettiru pi ‘nnuccenti. L’urtimu cci dissi: – «Maistà, io haju arrubbatu, haju ammazzatu, haju statu un sciliratu, e pi chissu mi cunnannaru ‘n vita.» Comu lu Re ‘ntisi accussì, vôtasi e cci dici: – «E mentri è chissu, tu, gran birbantuni, nesci di ‘mmenzu di galantomini, ca su’ tutti ‘nnuccenti, e ‘un ponnu stari cu tia ca li guasti.»
Lu pigghia e lu fa nèsciri a libbirtà, e accussì la virità fu primiata.

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