Cultura
IL SOGNO… IL VIAGGIO E LA SCOPERTA DELL’AMERICA

Le tre date 1492, 1951 e 1983…
1492-Un Certo Cristoforo Colombo, navigatore ed esploratore italiano della Repubblica di Genova, scoprì l’America; 1951 – Un Piccolo Barbiere Siciliano “Turiddu” sbarcò a New York; 1983 – Tre Siciliani atterrarono al John F. Kennedy di New York. Fra il 1880 e il 1915 approdarono negli Stati Uniti quattro milioni di italiani su 9 milioni circa di emigranti che scelsero di attraversare l’Oceano verso le Americhe. Le cifre non tengono conto del gran numero di persone che rientrò in Italia: una quota considerevole (50/60%) nel periodo 1900-1914. Circa il settanta per cento proveniva dal Meridione, anche se fra il 1876 ed il 1900 la maggior parte degli emigrati era del Nord Italia con il quarantacinque per cento composto solo da Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte. Le motivazioni che spinsero masse di milioni di Meridionali ad emigrare furono molteplici. Durante l’invasione Piemontese, operata senza dichiarazione di guerra, del Regno delle due Sicilie, i macchinari delle fabbriche del sud (non dimentichiamo che Napoli era allora una città all’avanguardia in campo industriale) furono portati al Nord dove in seguito sorsero le industrie del Piemonte, della Lombardia e della Liguria. Le popolazioni del Meridione, devastate dalle guerre (circa un milione di morti) da cataclismi naturali (il terremoto del 1908 con l’onda di marea nello Stretto di Messina uccise più di 100,000 persone nella sola città di Messina) depredate dall’esercito, dissanguate dal potere ancora di stampo feudale, non ebbero altra alternativa che migrare in massa. Il sistema feudale, ancora perfettamente efficiente, permetteva che la proprietà terriera ereditaria determinasse il potere politico ed economico, lo status sociale, di ogni individuo. In questo modo, le classi povere non ebbero praticamente alcuna possibilità di migliorare la propria condizione. Da aggiungere ai motivi dell’esodo la crisi agraria dal 1880 in poi, successivamente l’aggravarsi delle imposte nelle campagne meridionali dopo l’unificazione del paese, il declino dei vecchi mestieri artigianali, delle industrie domestiche, la crisi della piccola proprietà e delle aziende montane e delle manifatture rurali. Gli Stati Uniti dal 1880 aprirono le porte all’immigrazione in pieno sviluppo capitalistico; le navi portavano merci in Europa e ritornavano cariche di emigranti. I costi delle navi per l’America erano inferiori a quelli dei treni per il Nord Europa, per questo milioni di persone scelsero di attraversare l’Oceano. L’arrivo in America era caratterizzato dal trauma dei controlli medici e amministrativi durissimi, specialmente ad Ellis Island, l’Isola delle Lacrime.
1951 – La Partenza di mio nonno “Turiddu” per l’America… Quando si parla di accoglienza in Italia verso gli stranieri si sente spesso la retorica dei buonisti che ricorda come un tempo anche gli italiani erano emigrati in America. Pochi anni fa, Matteo Renzi, parlando dei migranti, diceva che “questi erano i nostri nonni”. La realtà però è diversa. Gli italiani che sono emigrati in America alla fine dell’Ottocento e a inizio Novecento in cerca di nuove opportunità hanno iniziato dal basso, lavorando nelle miniere e nei campi. Molto spesso venivano anche discriminati e segregati in base alla razza e, in alcuni casi, anche linciati in pubblico. Mio nonno Turiddù (Salvatore) partì nel 1951 anche lui per lavorare in America con un solo scopo… guadagnare un gruzzoletto di dollari per comprare l’ambita “Sedia Americana girevole e inclinabile” e portarla nella sua barberia nel quartiere degli Archi a Ragusa Ibla… e siccome aveva una carnagione più scura di alcuni immigrati anglosassoni, veniva scambiato per messicano. Soffriva molto per la discriminazione, mi raccontava mia nonna. Il sentimento razziale ai tempi dell’immigrazione italiana in America era molto forte, a tal punto che le paghe, mi raccontava sempre la nonna, sancite dallo Stato per le classi operaie erano divise per etnia: “Bianchi $1,75, Neri $1,50 e Italiani $1,35”. Gli italiani venivano pagati meno dei neri, perché erano arrivati dopo di loro per lavorare da operai. Un altro ragazzo, metà siciliano e metà napoletano che allora ha preferito l’anonimato per motivi di privacy (mi raccontava mia nonna) diceva di come i suoi nonni durante la discriminazione razziale bevevano dalle stesse fontane dei “neri”. Anche i linciaggi verso gli italiani non mancavano. C’è una foto di due siciliani immigrati che erano stati impiccati per una presunta sparatoria senza alcuna indagine o processo, che sembra risalire al 1910 nel sud degli Stati Uniti. Ma la permanenza del nonno durò sei mesi di incessante lavoro e alla fine “Turiddu” ritornò con il Transatlantico Andrea Doria il 16 gennaio 1952 (sei mesi dopo l’arrivo in America) insieme alla decantata “Sedia Americana” … Già la notizia del ritorno del Barbiere Turiddu inteso “Testa Rossa” con la “sedia Americana” si era diffusa in tutto il quartiere degli Archi e anche in tutta la città, destando meraviglia e curiosità.
1983 – Tre amici atterrano in America “Giorgio, Enzo e Turiddu” Immaginate un giovane venticinquenne insieme ad altri due amici, nato nella provincia più a sud d’Italia ubicata sotto il parallelo di Tunisi a “Ragusa Ibla”, che si trova dentro il Boeing 747 della JAT Yugoslav Airlines in partenza da Zagabria destinazione “LAMERICA” New York… per trascorrere le vacanze estive! Nella mente gli frullavano tante emozioni indescrivibili, stava per raggiungere il mondo sempre visto al cinema o alla televisione, il Paese della Coca Cola, dei Cartoni Animati, della Walt Disney, della Breakdance, di Rin tin tin ma soprattutto il Paese in cui nel 1951 posò piede suo nonno Turiddu inteso “Testa Rossa” … All’atterraggio presso l’Aeroporto Internazionale John F. Kennedy solo uno specchio davanti a lui poteva fargli vedere la gioia e la curiosità impressa sul suo volto… il Sogno si stava realizzando. Vi fu un susseguirsi di emozioni e di grande meraviglia nel visitare New York, Washington, e un po’ del New Jersey. Da New York i tre amici partirono per il Canada, paese natio del nostro amico di viaggio Enzo. Il viaggio in treno fu comodo con visioni panoramiche degne dei film della Walt Disney … Lungo il fiume Richelieu che costeggiava la linea ferroviaria vedevamo famiglie americane che
consumavano il classico Picnic all’ombra di grandiosi Aceri, Pini ed Abeti con apparizioni fugaci di scoiattoli… (mai visti prima di allora…). Posti, genti che inesorabilmente rimasero impresse nel nostro cuore e nella nostra mente…
salvL’aneddoto curioso… Tre giorni prima della Partenza (28 luglio 1983) Prima della partenza mio padre mi raccomandò di andare a trovare a New York il fratello di un suo amico (un certo Gurrieri) perché una loro figlia lavorava presso l’Alitalia… e avrei sempre potuto avere di bisogno di qualcuno (in America). Inizialmente ero restio a farmi accogliere da qualcuno, ma alla fine, cedetti. Un giorno, sempre prima della partenza, trovai mia madre “la Pina” verosimilmente imbarazzata che enigmaticamente mi disse: “I parenti ragusani del Gurrieri, avendo saputo della tua partenza per New York, hanno portato un pacco regalo da consegnare al fratello in America! Se non ti senti di portartelo dietro, possiamo dirgli che lo hai dimenticato…” Io incredulo risposi: “Ma no ormai glielo porto … penso che sia giusto.” Mia madre rimarcò di nuovo la possibilità di non portarlo suscitando in me una curiosità crescente nel saper cosa mai fosse questo oggetto misterioso… Mia Madre mi svelò il contenuto del regalo… era un Caciocavallo stagionato di 10 kg! Io per circa un minuto rimasi a dir poco smarrito, attonito, incredulo ma alla fine avvolgendolo in strati e strati di plastica feci un fagotto/cuscino e decisi di portarmelo dietro… nella speranza che durante il tragitto lo avrei smarrito… Il giorno della partenza arrivò… la mia valigia e il fagottino blu (con il Caciocavallo mimetizzato) furono imbarcati a Catania per Roma… a Roma nello smistamento bagagli il primo a scendere fu il famigerato fagottino blu… destando le risate dei miei compagni di avventura… Da Roma a Belgrado e anche lì il primo a uscire nel settore bagagli fu “Lui” il fagottino blu… Pernottammo nella capitale per poi ripartire il giorno dopo, quindi io mi riportati in albergo oltre la valigia il fagottino blu… Alla fine partimmo per gli Stati Uniti e anche a New York il regalo arrivò sano ed integro, passando con noncuranza anche i controlli severissimi della dogana! Dopodiché uscimmo fuori dall’Aeroporto. Fuori dall’Aeroporto fummo immediatamente avvistati e prelevati dalla Famiglia Gurrieri, che ci portò presso la loro dimora nel New Jersey e fu proprio lì che decisi di consegnare “l’eroe dei due mondi” il Caciocavallo… Il Gurrieri Padre mi disse che non era proprio il caso… Lo avrei potuto riportare di nuovo a casa… La mia pazienza raggiunse il limite… e li costrinsi ad accettare il regalo! Oggi si viaggia molto di più e per posti più lontani… ma nel 1983 nella mia città quel viaggio di piacere suscitò molta meraviglia e curiosità, e per noi tre Siciliani protagonisti fu veramente il coronamento di un sogno. Eravamo stati in America…
Salvatore Battaglia
Spettacolo
Al Circolo Lauria, moda, sport e inclusione. In passerella socie, atlete e una testimonial d’eccezione

Al Circolo Lauria, moda, sport e inclusione. In passerella socie, atlete e una testimonial d’eccezione
La giovane Matilde Padoan dell’associazione Asd Sport 21 Sicilia, nuotatrice e campionessa di golf affetta da Sindrome di Down
Terza edizione del fashion show “Moda, sport e inclusione”, realizzato da Madì Creazioni, sul prato della villa del prestigioso Circolo Canottieri Roggero Lauria di Palermo, in via delle Palme, a Mondello. L’evento, grazie alle luci gioiose della passerella, tra musica, abiti e bellezza, punta a dare visibilità a enti del sociale che si prendono cura di chi affronta sfide importanti nella propria vita. In passerella mamme, bimbi e atlete del Circolo, per le aziende Madì Creazioni, Giù per terra, Tecnica Sport, La Bottega dei Sogni che hanno reso possibile l’iniziativa insieme a Martina, Duca di Salaparuta, Blanco Salon. La serata, condotta dalla giornalista Licia Raimondi, ha ricevuto il patrocinio dell’Assessorato alla Famiglia della Regione Siciliana,.
Testimonial di quest’anno è la giovane Matilde Padoan dell’associazione Asd Sport 21 Sicilia, nuotatrice e campionessa di golf. Nata al nord si è trasferita in Sicilia per praticare sport ed è affetta da Sindrome di Down. Presente, in rappresentanza dell’assessore Nuccia Albano, Eleonora Gazziano, per conto del sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, il consigliere Gianluca Inzerillo, che ha dato un riconoscimento per l’iniziativa al Circolo Lauria, al vice presidente dell’Associazione Asd Sport 21 Sicilia, Francesco Muratore e all’organizzatrice Marzia Di Gaetano che si avvalsa della collaborazione della socia Anna Petronio.
La testimonial e l’Associazione Asd Sport 21 Sicilia
L’associazione Asd Sport 21 Sicilia, è costituita da tecnici sportivi e famiglie con ragazzi con disabilità intellettiva relazionale, in particolare con Sindrome di Down. È iscritta al Coni e ha come obiettivo di avviare i ragazzi nello sport e nel sociale per una loro inclusione nella società. Con la Fisdir, Federazione italiana paralimpica degli atleti con disabilità intellettiva relazionale, svolge attività promozionali e agonistiche nel nuoto e nel judo. Oltre a tanti titoli regionali, vanta anche il titolo di Campioni d’Italia di Judo Fisdir nel 2021.
Il commento degli organizzatori
“Orgogliosi di un evento che oltre a fare divertire tutti i nostri piccoli, figli di soci, è servito anche a favorire la crescita della cultura del dell’inclusione. Questo servizio sociale serve per il futuro del nostro circolo” ha commentato il presidente del Circolo Lauria, Andrea Vitale. “Sono felice di restituire un po’ di quello che la vita mi ha donato – spiega Marzia Di Gaetano, organizzatrice dell’evento. Fare del bene e contribuire alla gioia degli altri fa stare bene”.
Cultura
Pantelleria e il suo asino nel progetto di recupero di una vera icona

In occasione della Giornata Nazionale delle ProLoco 2025, a Pantelleria si parlerà del progetto di recupero faunistico dell’asino pantesco.
Domenica13 luglio, dalle ore 17.00, presso il distaccamento della Guardia Forestale di Sibà, la ProLoco di Pantelleria promuove un evento che condurrà gli ospiti alla conoscenza o approfondimento della cultura isolana.
Sarà un’opportunità di avvicinamento fisico a quello che è uno dei simboli cardini dell’isola.
L’evento è organizzato con il patrocinio della regione Siciliana, dell’associazione Asino Pantesco di San Matteo, Erice.
Per prenotazioni ed info 3295613829 Michela. Appuntamento alle 17 di domenica 13 presso via Madonna del Rosario Sibà. Numero partecipanti Max 20
Personaggi
Inizia con “Pantelleria” il viaggio sensoriale espresso nell’EP “LA ISLA” di Ale Daietti. La chiusura del cerchio

Ale Daietti e il ciclo della luce, sublimante
Con il brano “Bajo el mar”, Ale Daietti porta a compimento un cerchio, o, come lo definisce lui, un viaggio sensoriale tra musica, paesaggi e magia.
L’EP “LA ISLA” questo rappresenta e, brano dopo brano, è stato portato a compimento con emozione e trasporto.
Alessandro, si è così chiuso un cerchio? Il suo intento è stato portato a compimento? “Esattamente e il video appena uscito riassume il percorso musicale dei 5 brani. Esso segna il momento culmine dell’IP in genere: è un momento in cui andiamo a poter apprezzare sia le 5 canzoni a livello sonoro e a livello visivo con le 5 locations abbinate, ognuna a ogni canzone e ogni kimono della collezione Chignolita.”
Quindi ora è alla fine, è come se avesse compiuto un po’ un anno scolastico? “Esatto. Ed è un momento di nostalgia. Sono stato tutto questo mese a lavorarci sui video, diverse idee a livello di reel su Instagram, abbiamo creato questa specie di relazione tra le magliette col kimono e tanto materiale girato, tutti i giorni, che quando arrivi alla fine, ti manca, mi manca qualcosa.”
Quindi tutto questo, il fatto anche di promuovere con questa attenzione che ha avuto molto singolare, molto anche ben fatta e gradevole, che cosa le resta adesso? Ha una sensazione comunque di arricchimento, di completezza di te come artista? “Sì, sì, a parte la nostalgia che, diciamo, è un momento in cui sento che do un passo avanti, è un momento in cui imparo tante cose a livello musicale, anche a livello di carriera artistica, è il mio primo EP ed è un progetto che parla dell’isola e a livello di insegnamenti sento che si è creato qualcosa di bello a 360 gradi, non è una canzone singola che esce, dura qualche settimana e via, basta.
“Questo è stato in sé un concetto che si è fatto vedere in una maniera bella, secondo me, e quello mi rende molto contento e soddisfatto.”
Si, maniera bella e originale anche, perché il discorso anche di coinvolgere il brand di sua sorella, Camilla, di scegliere ogni volta una location particolare perché ha quel significato la canzone, quindi c’è stato un grande coinvolgimento suo? “Sì, principalmente con il kimono di Camilla, col suo brand Chignolita, ma anche con dammusini, delle copertine che ha fatto Giovanni Brignone, artigiano di Pantelleria.
“Questi dammusini non sono stati proprio pensati per le copertine, ma quando ero in studio e stavo facendo un po’ di breinstorming su come poter far vedere a livello di copertina ogni canzone, mi è venuta in mente questa bella idea e ringrazio l’artista anche per aver fatto queste belle sculture in pietra che riportano proprio a livello visivo a tornarci all’isola.”
Adesso a cosa sta pensando? “In questi ultimi giorni dico che siamo con la stagione in inizio diciamo, sto facendo un pò meno musica ma sto aspettando Francisco il produttore, che arriverà ad agosto: ci metteremmo subito a lavorarci su un nuovo album e vedremo se escono cose belle.”
L’ultima battuta: lei ha fatto cinque tappe di se stesso, in qualche modo, perché lei è trasportato dentro quella canzone, no? Sentendole anche a distanza di un po’ di tempo, vedendo come viene recepito dal pubblico, continua a riconoscersi quelle melodie, in quei testi? “Sì, sì, sono canzoni che, come abbiamo parlato in questi ultimi giorni, ognuna segna un’evoluzione da una all’altra. Lo stesso succede a livello visivo tra i passaggi, i paesaggi e i colori dei kimono.
“Volevo arrivare anche al punto della luce. Questo è un video che fa vedere al mondo l’evoluzione, proprio il ciclo della luce, specialmente qua a Pantelleria, iniziando proprio all’arco dell’elefante all’alba e finendo in alto mare, già quando il sole tramonta, se ne va sotto l’orizzonte, piano piano.
“LA ISLA” – IL RITO FINALE DI UN VIAGGIO
SENSORIALE TRA MUSICA, PAESAGGI E MAGIA
Con l’ultimo brano dell’EP La Isla, “Bajo el Mar”, non si conclude il viaggio…
Oggi, 10 luglio 2025, si svela l’ultima sorpresa:
il video ufficiale, la visione che dà vita all’immaginario di ogni canzone.
Un’opera audiovisiva di 15 minuti che attraversa paesaggi, suoni, colori e simboli di
Pantelleria.
È il momento culminante del progetto,
l’abbraccio finale tra musica, immagine e territorio.
Un rito di chiusura e insieme una porta aperta verso tutto ciò che potrà ancora nascere.
CINQUE TRACCE, CINQUE ANIME, CINQUE LUOGHI SACRI
● Pantelleria – Arco dell’Elefante
È la traccia che dà il nome all’EP e apre le porte del viaggio.
Siamo all’Arco dell’Elefante, scultura naturale scolpita dal tempo e dal mare.
Il suono è Funky House allegro e frizzante, pensato per evocare la vitalità
dell’isola e il suo potere accogliente.
È un inno alla presenza, alla natura viva e pulsante.
● Nadar – Le Favare
Nata tra i vapori sotterranei delle Favare, questa traccia trasporta in un mondo
liquido e sensuale.
Suona Funky House, ma più decisa, pistera, con un groove che invita al corpo e
alla libertà.
È un’immersione nei segreti dell’isola.
● Insieme – Monte Gibele
Scritta tra i venti e i tramonti del Monte Gibele, Insieme racconta l’energia
dell’incontro.
Parte luminosa e si evolve in un groove tribale, spirituale.
È danza, è comunione, è calore umano.
● Aurora – Faro di Punta Spadillo
La luce delicata che nasce all’alba sul faro di Spadillo ha ispirato questo brano.
Dal Funky House si evolve verso un’elettronica sospesa, attraversando la soglia tra
notte e giorno.
È rinascita pura.
● Bajo el Mar – Alto mare, al tramonto
L’ultimo capitolo. Siamo in alto mare, quando il sole scende e tutto si tinge d’oro.
La traccia è Deep House, malinconica e profonda.
È la bellezza che resta. Una carezza d’acqua.
KIMONO CHIÑOLITA: UNA DIMENSIONE RITUALE
Ogni traccia è accompagnata da un kimono rituale realizzato da Chiñolita, brand fondato
da Camila D’Aietti.
Ogni abito è un totem visivo che fonde moda, spirito e paesaggio.
● Pantelleria → Confine dorato
Tono roccia lavica, riflessi dorati. Forza e luce.
● Nadar → Vento di fuoco
Colori vulcanici e fluidi. Fiamma e abbandono.
● Insieme → Cuore selvaggio
Tocchi verdi intensi. Natura, libertà, tribù.
● Aurora → Riflesso viola
Viola e blu del fondale marino all’alba. Mistero e speranza.
● Bajo el Mar → Battito blu
Blu mediterraneo con oro. Eleganza liquida, calma profonda.
IL TEAM DI “LA ISLA”
Un progetto così non nasce mai da solo.
LA ISLA è il risultato dell’unione tra talenti affini, venuti da diverse parti del mondo ma guidati
dallo stesso spirito:
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Francisco Budge, alias Flairboy, produttore venuto dal lontano Cile, ha dato
corpo e anima al suono dell’isola con cura, intensità e visione.
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David Mariscal, direttore artistico del video, argentino di nascita e catalano
d’adozione, ha contribuito con il suo sguardo acuto e creativo alla costruzione
dell’identità visiva del progetto.
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Hanju Chae, regista ed editore del videoclip, sudcoreano di nascita e residente a
Barcellona, spirito sensibile capace di cogliere la profondità del progetto in ogni suo
dettaglio, trasformandolo in poesia visiva.
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Camila D’Aietti, creatrice del brand Chiñolita, ha firmato i kimono rituali,
portando nel progetto stile, tradizione e anima familiare.
Ringraziamenti a
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Giovanni Brignone, artigiano pantesco, che ha realizzato a mano i
modellini dei dammusi utilizzati nelle cover, restituendo spazio all’arte locale.
ISPIRAZIONE: NATURA, FUNKY, MEDITERRANEO
Il respiro della natura, il movimento del mare, la lava sotto i piedi.
La gioia, i colori, l’anima funky e la danza mediterranea.
La Isla è nata per onorare l’essere vivi, per ricordare la bellezza delle cose semplici e sacre.
ESTATE 2025: IL VIAGGIO CONTINUA
L’estate 2025 porterà nuove sorprese.
Flairboy tornerà a Pantelleria per produrre nuova musica insieme.
Ale Daietti continuerà a proporre esperienze artistiche e visive, esplorando nuovi orizzonti
sonori.
COME È NATO TUTTO
All’inizio si parlava di un album.
Un’idea vaga, lontana, che non rifletteva l’essenza vera dell’isola.
Con il team, a distanza, si pensò a un videoclip per una traccia futura e dei DJ set in diverse
location.
Ma c’era un dubbio: perché frammentare?
Così, a Pantelleria, nacque l’idea: concentrare tutto in 15 minuti, in 5 canzoni, in un solo
racconto.
L’EP è nato in pochi giorni. I kimono sono stati realizzati subito dopo.
E la costruzione del video è partita in parallelo, scegliendo i luoghi sacri dell’isola.
Tutto è avvenuto per ispirazione, istinto e necessità artistica.
LA STRATEGIA VISUALE SUI SOCIAL
Parallelamente, si è sviluppata una narrazione visiva coinvolgente sui social.
In particolare su Instagram, con una serie in sette capitoli:
una bottiglia trovata a Barcellona contenente coordinate misteriose;
Ale arriva sull’isola, si immerge, trova una cassa, scopre Ale Daietti.
Ogni episodio porta una canzone nuova, un kimono nuovo, un enigma.
Una storia tra due versioni dell’artista, tra mito e musica.
Abbiamo anche creato contenuti con Chiñolita, shooting, momenti in studio, interazioni
ironiche, oneste, narrative.
Costruire tutto questo in autonomia è stata una sfida enorme.
Ma è anche ciò che dà a La Isla la sua verità più profonda.
Guarda il video ufficiale e ascolta l’EP “La Isla”
Il viaggio sonoro e visivo di Ale Daietti attraverso Pantelleria è ora completo.
Scopri il video ufficiale de “La Isla” su YouTube e immergiti nelle cinque tracce dell’EP su
Spotify.
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Video ufficiale → https://www.youtube.com/watch?v=tFtA8KtYW40
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Ascolta l’EP →
https://open.spotify.com/intl-es/album/2a7mcx13rTnMm0jyokVUgX?si=3dRUxyd5TI-p9qZXq
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