Cultura
Il messaggio di auguri per la Santa Pasqua da Monsignor Giurdanella
In questa Pasqua il Signore vuole parlarci, nei momenti lieti come in quelli bui della vita. Lasciamoci scuotere dal dolce rimprovero rivolto ai discepoli di Emmaus: «Stolti e tardi di cuore …». Gesù, infatti, si fa accanto e ci aiuta a capire il senso di tante sofferenze. Nel loro cammino i discepoli di Emmaus hanno lasciato che il pellegrino sconosciuto, che si era loro affiancato, spiegasse le Scritture e, nelle Scritture, quella logica che spesso ci scandalizza: la croce. Anche noi non sempre capiamo perché il Signore permetta tanta sofferenza, spesso innocente. Ai due di Emmaus gli occhi si aprirono dopo che Gesù, spiegato loro il senso delle Scritture, accettò di restare con loro e spezzò per loro il pane. Quel gesto fece emergere in loro quanto aveva fatto la sera prima della sua morte: farsi pane per noi! Ed ecco che cambia lo sguardo e arde il cuore. Ancora oggi anche noi possiamo ritrovare nel segno del pane spezzato, nell’Eucaristia (anzitutto domenicale!) Gesù che continua a donarsi a noi e che ci invita, come lui, a donarci ai nostri fratelli. Ed ecco che i due discepoli fanno ritorno a Gerusalemme e si ritrovano con gli altri a fare comunione. Anche noi costruiamo e ricostruiamo rapporti di comunione: lasciarsi trasformare vista e cuore ci fa incontrare come fratelli, accogliendoci con i diversi carismi e ministeri e celebrare così una Pasqua vera in comunione con il Risorto. A servizio di questa comunione penso i carissimi Daniele La Porta e Francesco Ingrande, che riceveranno gli ordini sacri proprio per servire la comunione e stimolare la missione. Auguro a Daniele e Francesco, come ama dire spesso papa Francesco, di essere ministri con “odore di pecore”, gioiosi e coraggiosi testimoni del Risorto abitando le strade della vita. Un augurio che si estende ai presbiteri e ai diaconi: i primi chiamati a presiedere aiutando il discernimento comune; i diaconi ad adunare la comunità, con attenzione a tutti e ai poveri in particolare. Sempre, per questo, nella comunione, convergendo nella sinfonia della Chiesa locale. Il cerchio degli auguri poi si allarga a tutti e vuole raggiungere tutti i luoghi della vita: le famiglie, i giovani, i bambini e gli anziani, le parrocchie, le comunità religiose, le scuole, gli ospedali, le case di riposo, i luoghi di lavoro, gli agricoltori, i servizi per il bene comune, le donne e gli uomini delle istituzioni, le forze armate e di polizia, le associazioni e le cooperative. Vorrei stringere la mano di ognuno, scambiare un abbraccio di pace veramente con tutti: con chi crede e con chi dice di non credere; con chi si è fermato e con chi è in cammino; con le sorelle e i fratelli musulmani e di altre fedi. Voglio abbracciare, in modo tutto particolare, chi fa più fatica, chi viene da lontano, chi attraversa prove (piccole o grandi che siano), chi ama e chi spera e ogni giorno rende più bello il mondo. Buona Pasqua, di vero cuore!
Cultura
Solarino, 1827–2027: la memoria di un Comune che nasce e cresce
Ci sono date che non appartengono soltanto agli archivi, ma continuano a parlare al presente.
Il 20 dicembre 1827 è una di queste per Solarino, giorno in cui il centro abitato ottenne l’autonomia amministrativa dal Distretto di Siracusa, nella Valle di Siracusa, entrando ufficialmente nella storia istituzionale del Regno delle Due Sicilie come ente autonomo, seppur inizialmente definito comunello.
Una parola, comunello, che oggi può sembrare marginale, ma che all’epoca indicava una realtà in formazione, un organismo amministrativo giovane, chiamato a strutturarsi e a dare ordine alla vita civile di una comunità già esistente e vitale.
Non si tratta, però, di un termine comparso improvvisamente nel 1827.
Già nel 1821, infatti, l’appellativo comunello compare in un atto di morte ufficiale, nel quale viene dichiarato il decesso di Salvatore Carpinteri, nato a Solarino nel 1759.
La dichiarazione fu certificata dal parroco don Antonino De Benedictis, a conferma di come Solarino fosse già riconosciuto come entità territoriale distinta all’interno della documentazione civile ed ecclesiastica, ancor prima del riconoscimento formale dell’autonomia comunale.
La nascita del Comune non fu un atto improvviso, ma il risultato di un percorso più lungo. Le radici affondano infatti nel 1760, anno della fondazione del centro abitato ad opera della famiglia Requesens, momento che segna l’inizio della storia urbana di Solarino.
L’autonomia del 1827 rappresentò una seconda, decisiva fase: quella della piena responsabilità amministrativa e civile.
A raccontare quel primo periodo sono anche i registri ufficiali.
Michele Rametta, eletto di polizia e ufficiale dello stato civile, attestò che nel corso dell’intero anno 1827 non si verificarono eventi rilevanti, un dettaglio che oggi può sembrare secondario ma che restituisce l’immagine di una comunità ordinata, capace di avviare il proprio cammino istituzionale in un clima di stabilità.
- Fonte – Comune di Solarino
Il primo atto civile del nuovo Comune risale al 28 dicembre 1827 e riguarda Giuseppe Terranova, giovane di 24 anni, figlio di Matteo, insieme alla moglie Maria Mangiafico: un nome che segna simbolicamente l’inizio della Solarino autonoma.
Quasi due secoli dopo, quella storia continua a essere raccontata.
L’Amministrazione comunale di Solarino, guidata dal sindaco onorevole Tiziano Spada, ha scelto di ricordare l’evento dell’autonomia comunale, valorizzando i colori istituzionali giallo e blu.
Colori che rimandano a una fase storica successiva rispetto alle origini, ma che testimoniano l’evoluzione dell’identità cittadina nel tempo, tra memoria e presente.
Ricordare il 1827 oggi non significa celebrare una data in modo formale, ma riconoscere il valore di un percorso collettivo.
Solarino non è il frutto di un singolo momento, bensì il risultato di tappe successive, di scelte amministrative, di uomini e famiglie, di documenti e di silenzi.
È in questa continuità che si costruisce l’identità di una comunità.
La storia, quando è condivisa e compresa, non guarda solo indietro: diventa uno strumento per leggere il presente e progettare il futuro.
E Solarino, forte delle sue radici e consapevole del proprio cammino, continua a scrivere la sua pagina, giorno dopo giorno.
Laura Liistro
Cultura
Vespa Club Pantelleria, cambio programma per l’evento Babbo Natale tra le contrade
Variazione nel programma
Comunicato per evento Babbo Natale in Vespa di domani 21 Dicembre
Il Vespa Club Pantelleria ASD , INFORMA tutta la cittadinanza che in seguito alle avverse condizioni meteo , il programma subirà qualche variazione che di seguito si riporta :
Nelle contrade il Babbo Natale riceverà i bambini presso i circoli Trieste Stella e Agricolo Scauri mentre a Pantelleria centro presso la saletta del bar Tikirriki.
Gli orari indicati nel programma iniziale rimarranno invariati.
Il Babbo Natale però vista la pioggia prevista arriverà in autovettura e non in Vespa. Approfitto a nome mio e di tutti i soci del club per auguravi un buon Natale a tutti ed un prosperoso nuovo Anno.
Vi aspettiamo numerosi.
Il Presidente Giovanni Pavia
Cultura
Pantelleria, gli auguri di fine anno del Parco Nazionale: bilancio delle attività e sguardo al futuro
Presso la trattoria Marrone di Scauri si è tenuto l’incontro di fine anno promosso dal Parco Nazionale Isola di Pantelleria, occasione per rivolgere gli auguri per il 2026 alla cittadinanza e alle autorità intervenute, ma anche per fare il punto sui numerosi progetti portati avanti nel corso dell’anno. Nel saluto iniziale il Commissario Straordinario Italo Cucci ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno contribuito al lavoro del Parco, evidenziando l’importanza della collaborazione tra istituzioni, cittadini e operatori locali.

Ha poi rimarcato la sua soddisfazione nel ricoprire
questo ruolo che dà forza all’Ente e che permette di portare avanti il lavoro anche con il
supporto delle istituzioni nazionali.
Durante la serata è stato tracciato un bilancio delle attività del Parco, sottolineando
l’impegno costante nella tutela del territorio, nella valorizzazione delle tradizioni locali e
nello sviluppo di percorsi inclusivi e sostenibili. Particolare attenzione è stata dedicata al
festival Pantelleria Asinabile, progetto simbolo di inclusione e accessibilità, del quale è
stato proiettato il documentario firmato da Nicola Ferrari, accolto con grande interesse e
forte emozione dal pubblico presente.
Nel corso della serata si è svolta anche la consegna dei diplomi ai partecipanti del corso
introduttivo teorico pratico per la costruzione dei muretti a secco “L’Arte dei muri a secco”,
iniziativa che ha mirato a preservare e tramandare una delle tecniche costruttive più
rappresentative del paesaggio pantesco, riconosciuta come patrimonio culturale e
identitario dell’isola.
Parole di gratitudine sono state espresse anche dal direttore facente funzioni Carmine
Vitale, appena riconfermato in questo ruolo, che ha ringraziato la comunità pantesca per la
fiducia accordata e per il sostegno dimostrato nei confronti dei progetti del Parco,
ribadendo la volontà di continuare a lavorare insieme per la crescita e la valorizzazione
dell’Isola di Pantelleria.
Prima del brindisi e del momento conviviale il Sindaco Fabrizio D’Ancona ha portato un
saluto e condiviso alcune riflessioni, sottolineando l’importanza del legame tra istituzioni e
territorio e il rapporto di collaborazione fattivo tra Comune ed Ente Parco.
Una serata di gioia, con momenti di emozione, in un clima di partecipazione e
condivisione, con il rinnovato impegno del Parco Nazionale a proseguire nel percorso di
tutela, inclusione e sviluppo sostenibile anche nel nuovo anno.
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