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Ieri si è spento Carmelo La Bionda: il padre della disco-music italiana era di Catania

Direttore

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E’ morto ieri mattina, a 73 anni, a Milano, Carmelo La Bionda, nella sua residenza milanese.
Il cantautore insieme al fratello Michelangelo formava il duo musicale ‘La Bionda’, conosciuto anche col nome artistico D. D. Sound e considerato tra gli inventori della disco music italiana. 

Era nato il 2 febbraio 1949 a Ramacca, in provincia di Catania, ma dopo pochi anni la famiglia si trasferiva Milano, dove ha vissuto il resto della sua vita.
I funerali si terranno martedì 8 novembre alle 14.30 alla chiesa di Santa Barbara a San Donato milanese.

I fratelli La Bionda hanno fatto ballare intere generazioni,  il loro più grande successo mondiale resta “One For You, One For Me”.

Era cresciuto in un quartiere popolare di Milano, San DOnato dove aveva anche conseguito il diploma di perito elettrotecnico, ma la sua passione era la musica e con Michelangelo,  aveva cominciato a scrivere canzoni nel 1970, spronato dalla casa discografica Ricordi. 

I fratelli La Bionda hanno debuttato come autori  con ‘Primo sole, primo fiore’ interpretata al Festival della canzone di Venezia dai Ricchi e Poveri, freschi della vittoria a Sanremo. I due poi collaborano poi con Mia Martini -per la quale Michelangelo scrive con Dario Baldan Bembo e Bruno Lauzi  ‘Piccolo Uomo’.
Nel giro di pochi anni riescono a imporsi nel mondo della musica internazionale a 360°, diventando: compositori, artisti, produttori discografici ed editori.

In copertina una immagine dal profilo facebook

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

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Disperso da giorni tra Grecia e Italia: salvato dalla Guardia Costiera. Il nocchiero spagnolo aveva rotta per la Sicilia

Redazione

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Disperso da giorni tra Grecia e Italia: salvato dalla Guardia Costiera

Complessa operazione di salvataggio condotta dalla Guardia Costiera dal pomeriggio di ieri fino alle luci dell’alba. Non si avevano più notizie da giorni di un uomo di nazionalità spagnola che aveva iniziato, l’11 aprile, una navigazione in solitario dall’isola di Creta verso la Sicilia, a bordo di un’imbarcazione a vela di 12 metri. Dopo aver ricevuto l’informazione dal centro di soccorso del Pireo (Grecia) e acquisita una segnalazione satellitare che indicava la possibile presenza dell’unità a 110 miglia da Capo Spartivento (circa 200 km dalle coste calabresi) si è messa in moto la macchina di soccorso della Guardia Costiera coordinata dalla Direzione marittima di Reggio Calabria, con un aereo decollato da Catania, una motovedetta partita da Roccella Jonica e due mercantili dirottati in zona alla ricerca del natante. 

Con pessime condizioni meteo, 40 nodi di vento e mare 5 in peggioramento, veniva finalmente avvistata dall’aeromobile della Guardia Costiera la “Black Bit”, con il suo navigatore solitario che riusciva a lanciare segnali luminosi per farsi individuare, per poi essere raggiunta – nel cuore della notte – dalla CP311 di Roccella Jonica che prendeva a bordo il malcapitato mettendolo finalmente in salvo. Dopo le prime cure prestate a bordo della motovedetta, l’avventuroso velista veniva affidato ai sanitari del 118 all’arrivo al porto di Roccella stamani.

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Cultura

La scrittrice Marinella Tumino, unica siciliana a Parigi al seminario di studi sulla Shoah

Redazione

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Pensare e insegnare, ma anche fare memoria. Sono questi i tre cardini principali per ricordare la Shoah. Ciò è anche l’obiettivo principe su cui ruoterà la dodicesima edizione del seminario, Università italiana di 1^ livello del Mémorial de la Shoah, che si svolgerà a Parigi da domenica 21 aprile a venerdì 26. Tantissime le richieste di adesione pervenute da nazionalità diverse di cui sono originari gli aventi diritto che sono stati ammessi a frequentare il corso in base a titoli accademici, riconoscimenti letterari e relative pubblicazioni. In numero di trenta risultano quelli scelti dalle varie regioni d’Italia, dei quali solo una risulta chiamata per la regione Sicilia.

Si tratta di una ragusana: Marinella Tumino, docente di materie letterarie presso un istituto tecnico di Ragusa, ricercatrice indipendente nel campo della Shoah. Non poche le pubblicazioni al suo attivo, tra cui “Quel treno per la Polonia”, 2011, resoconto del viaggio fatto ad Auschwitz insieme ai suoi studenti; “L’urlo del Danubio”, 2018, giunto alla terza edizione e vincitore di diversi premi.

Il seminario di studi, cui parteciperà Marinella Tumino, si terrà presso il Mémorial de la Shoah che si trova nei pressi del bellissimo quartiere storico del Marais. Il programma prevede conferenze magistrali, workshop e visite guidate (anche al Mémorial de la Shoah di Drancy).

“Sono emozionata – commenta Marinella Tumino – e pienamente soddisfatta per essere stata ammessa al seminario di studi e mi inorgoglisce essere l’unica proveniente dalla Sicilia. Saremo nei pressi del Marais che è un quartiere di Parigi situato sulla riva destra della Senna. È un luogo ricco di storia, arte, cultura, tendenze e spirito bohémien. Qui si trovano siti culturali di grande rilevanza. Tra i suoi palazzi nobiliari, si snoda anche un quartiere ebraico di tutto rilievo”.

 

Giuseppe Nativo

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Guardia Costiera – Sbarchi, chiarimenti su espressione “livello politico” in documento email

Redazione

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In relazione ad alcune notizie circolate sui media riguardanti un documento mail originato nel giugno 2022 dall’IMRCC – Centro operativo nazionale Guardia Costiera, si ritiene utile fornire le seguenti precisazioni.

 

“La gestione del fenomeno migratorio in mare, a causa della sua complessità, ha da sempre richiesto un coordinamento continuo tra ogni Autorità che opera in tale scenario, non solo legato alle attività in mare.

Tale coordinamento avviene attraverso il “tavolo tecnico di coordinamento” istituito nell’ambito dell’Accordo Tecnico-Operativo per gli interventi connessi con il fenomeno dell’immigrazione clandestina, previsto sin dal 2003 con il Decreto Interministeriale del 14 luglio “Disposizioni in materia di contrasto dell’immigrazione clandestina”.

Il Tavolo, presieduto da rappresentanti della Direzione Centrale dell’immigrazione del Ministero dell’Interno, vede partecipare rappresentanti di Forze Armate e Forze di Polizia e si riunisce periodicamente per analizzare e coordinare le attività connesse al fenomeno in parola, valutare eventuali cambiamenti di tipologia dei flussi e analizzare eventi specifici per individuare potenziali miglioramenti.

Il documento in questione del 2022 è stato quindi originato a seguito di uno di questi periodici tavoli operativi, per informare i Comandi territoriali dipendenti dei punti trattati e delle determinazioni cui si era giunti.

Nel dettaglio, le tematiche trattate riguardavano esclusivamente aspetti di polizia afferenti alla “zona contigua” e al potere di polizia nella fascia tra le 12 e le 24 miglia dalla costa e dunque non incideva (come mai è accaduto e mai potrebbe accadere) sulla funzione del soccorso e della salvaguardia della vita umana in mare, che è di diretta competenza della Guardia Costiera ed è disciplinata da norme di legge internazionali e nazionali, chiare ed oggettive.

L’estensione degli esiti del tavolo alle sale operative della Guardia Costiera aveva, dunque, lo scopo di far conoscere le modalità di gestione delle attività di polizia che avrebbero potuto coinvolgere, solo in modo concorsuale, anche i mezzi del Corpo qualora richiesto dalle autorità competenti (Guardia di Finanza sino alle 24 miglia dalla costa e Marina Militare in alto mare).

La terminologia utilizzata nella mail dal collega, strumento informale proprio perché non disponeva alcuna novità in materia SAR, ha portato ad indicare in modo improprio il termine “livello politico” per far meglio comprendere ai colleghi che non si trattava di un’indicazione tattica di modifica delle modalità operative della Guardia Costiera nelle attività di soccorso, bensì di policy adottate in caso di attività di polizia in mare.

Si trattava, in sintesi, di una comunicazione che non conteneva nessuna novità in materia del soccorso in mare.”

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