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Cultura

I cognomi di Pantelleria: Amore, Buggeia, Cappadona, Compagno

Redazione

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AMORE

Anche D’Amore. Famiglia estinta in Pantelleria ai primi del Novecento, era originaria della Sicilia. Arma: D’oro al cuore di rosso trafitto da una saetta d’argento posta in banda. Motto: Amore. In data 23 maggio 1690 (martedì) tale Isabella Amore o D’Amore sposa Francesco Casano. Raffaele Amore, nato circa il 1789 e morto il 13 dicembre 1871 all’età di 82 anni, si unisce in matrimonio con Francesca Sardana. Dalla coppia nascono: Carlo, Angela Rosa e Luisa. Quest’ultima, nelle carte detta anche Aloysia, si sposa il 25 novembre 1871 con Salvatore Gabriele, che sono poi i nonni materni dello scrittore e notaio Angelo D’Aietti.

BUGGEIA

Altre versioni: Bugeia. Bugeja. Originario della Sicilia Occidentale, molto diffuso nella variante Bugeja nell’isola di Malta. L’origine primigenia è però arabo-sicula, come sembrerebbe confermare tale Masi Bugejja annotato nel 1290 e che si vuole discendere dagli Emiri di Sicilia e di Malta. Un Caliste Bugeja è poi elencato tra i militi del castello di Malta. Arma: D’azzurro alla mucca d’argento su un prato di verde, sormontata da una stella d’oro a sei punte. Il fante Giovanni Battista Buggeia di Giuseppe nato il 9 gennaio 1897, in forza al 141° Reggimento Fanteria, muore in combattimento sul Carso il 23 maggio 1917.
Luigi Buggeia di Giuseppe e di Angela Brignone, nato il 17 agosto 1908, sposa l’8 gennaio 1928 (domenica) Angela Belvisi, figlia di Nicolò e Rosa Lo Rillo. Questo Luigi, arruolato allo scoppio della seconda guerra mondiale nelle fila della MILMART isolana, muore nella difesa di Pantelleria in data 5 settembre 1940.

CAPPADONA

Anche Cappadonna. Originario della Sicilia, ma prima ancora forse dall’Italia Centrale. Scudo: Troncato: sopra, d’oro al gallo di nero, bargigliato e crestato di rosso; sotto, di rosso al leone passante d’argento. Compare in Pantelleria nell’Ottocento. Da Concetta Cappadona, coniugata a Francesco Bonomo, nascono Giovanni Bonomo (n. 1865), Angela Bonomo (n. 1868 – m. 1870), Giuseppe Bonomo (n. 1871) e Angela Bonomo (n. 1876). Rosario Cappadona è il presidente (dall’anno 1986) della Cooperativa Agricola dei Produttori Capperi dell’isola.

COMPAGNO

Variante: Compagni. Estinto in Pantelleria nell’Ottocento. Famiglia nobiliare di origini siciliane, con rami a Palermo e Messina (baronia di Fundaco). Arma: Troncato d’oro e di nero al leone rampante dell’uno nell’altro. Nel Settecento una Dorotea Compagno, negli atti detta anche Teodora, si sposa con il notaio Francesco Franco, da cui ha Giuseppe Franco (n. 1783 – m. 1858), che diverrà anch’egli notaio. Giuseppe Franco contrae poi matrimonio in data 2 maggio 1802 (domenica) con Caterina Silvia.
Dalla coppia nascono: Giombattista Franco (n. 1817 – m. 1903), sposato con Maria Valenza, da cui i figli Francesco Franco e Caterina Franco; Vincenzo Franco (n. ca 1820 – m. 1874), coniugato il 25 luglio 1852 (domenica) con Maria Antonia Bernardo. Dalla coppia nasce nel 1855 Caterina Franco, che sabato 17 gennaio 1874 sposa Antonio Salsedo, nato il 17 dicembre 1854 da Salvatore e Anna Brignone.
La coppia Antonio Salsedo e Caterina Franco genera: Anna Salsedo, nata il 21 novembre 1874, che il 19 giugno 1897 (sabato) sposa Salvatore Culoma; Antonia Salsedo, nata 1876, muore di anni 27, nubile, il 9 febbraio 1903; Maria Salsedo nata il 22 aprile 1879, muore a Tunisi, nubile, il 30 settembre 1902; Salvatore Salsedo, nato il 7 febbraio 1883, che il 29 novembre 1906 contrae matrimonio con Rosa Almanza di anni 17, figlia del fu Agostino Almanza e di Maria Farina.
La coppia Salsedo-Almanza sono i nonni materni dell’estensore di queste modeste note genealogiche. Giovanni Salsedo, nato il 25 maggio 1886, muore a Tunisi di anni 19, celibe, il 20 settembre 1905 nel tentativo di trarre in salvo dei compagni caduti in una cisterna di vinificazione. Nel tragico episodio perdono la vita tre panteschi. Francesca Salsedo, nata il 12 giugno 1888.

Orazio Ferrara

Foto: Arma dei Compagno

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Cultura

Non solo movida: “Centro Vivo” anima di giorno Piazza Marina & Dintorni. Domenica 7 e 14 dicembre, musica, mostre, talk e degustazioni

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Jam Session del duo Polizzi & Di Luisi e mostra di Demetrio Di Grado da Veniero Project per l’iniziativa del Centro commerciale naturale di Piazza Marina & Dintorni

“Piazza Marina e Dintorni”, zona di Palermo già meta della movida notturna si animerà anche di giorno grazie all’iniziativa “Centro Vivo” che si celebrerà domenica 7 e 14 dicembre, dalle ore 10.00 alle 13,00, con musica dal vivo, talk con i protagonisti del centro storico, artigiani e commercianti per conoscere le loro storie, degustazioni e laboratori per bambini. In particolare, domenica 7 dicembre, in piazza Croce dei Vespri, ci sarà la jam session del duo Polizzi & Di Luisi e la possibilità di visitare gratuitamente la Galleria d’Arte Moderna e la mostra “Nessuno ci ha protetti” di Demetrio Di Grado da Veniero Project in piazza Cassa di Risparmio, 22 Palermo.

L’evento, organizzato dal Centro commerciale naturale Piazza Marina & Dintorni, con il contributo del Comune di Palermo, assessorato attività Produttive, coinvolgerà tutta la zona da vicolo Valguarnera, piazza Croce dei Vespri, passando per piazza Aragona, via Paternostro, piazza Cattolica e via Calascibetta fino a piazza Cassa di Risparmio (piazza Borsa), per perdersi nei vicoli del centro storico tra locali e negozietti ed assaporare l’atmosfera natalizia. Sarà possibile richiedere al gazebo del CCN una card per usufruire degli sconti nelle attività associate.

Il commento di Giuseppe Veniero presidente del CCN Piazza Marina & Dintorni

“Il centro storico di Palermo merita di essere vissuto, scelto e riconosciuto come il cuore pulsante della nostra città. Oggi rilanciamo con forza la visione del Centro commerciale naturale Piazza Marina & Dintorni: un modello di sviluppo che mette al centro le persone, le imprese, la cultura e la bellezza dei nostri luoghi in una rete virtuosa. Il nostro impegno è chiaro – ha commentato il presidente del CCN Piazza Marina & Dintorni, Giuseppe Veniero – : trasformare il centro storico in un vero life style center, dove cittadini, turisti e imprese possano trovare accoglienza, sicurezza, qualità e un’esperienza unica. Continueremo a promuovere eventi di eccellenza, progetti condivisi e una rete forte tra imprese, istituzioni e residenti”.

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Cultura

Barbara Conti porta le “Teste di turco” di Scicli alla Rai

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Domani 6 dicembre replica. Barbara Conti, l’appassionata di Pantelleria, oggi su Rai3 a “L’isola del Gusto”

Barbara Conti, la donna dal sorriso tra i più splendenti, dalla grande capacità comunicativa e, non per ultimo, dal raffinato talento tra i fornelli, è approdata in televisione portando la ricetta delle “teste di moro”.

Ospite di “L’isola del Gusto”, andata in onda questa mattina, alle ore 7,00, e in replica domani, 6 dicembre, alle ore 14,00, la nostra food blogger  ha dato nuovamente prova delle sue abilità non solo tra cucchiai, pentole, farine e uova, ma ha anche saputo catturare l’attenzione del pubblico mattiniero della vincente rubrica.
Con una gestualità armonica e una dialettica diretta e semplice riesce a rendere fattibile qualsiasi piatto. Non a caso, specie nell’ultimo anno, ha partecipato a moltissime manifestazioni gastronomiche della Sicilia sud-orientale.
Anni fa era venuta a conoscere Pantelleria, rimanendo incantata dall’isola, dai suoi sapori e dagli abitanti. Di tanto in tanto, realizza piatti tipici panteschi, per non lasciar disperdere dal tempo quel fascino singolare che le pietanze trasmettono.

Intanto, la sappiamo impegnata alla Festa della Scaccia Rausana, dal 5 all’8 dicembre, in Via Roma di Ragusa. Quattro giorni dedicati a uno dei simboli più autentici della cucina ragusana. La Scaccia Rausana De.C.O., riconosciuta come eccellenza protetta e patrimonio culturale, sarà protagonista grazie alla partecipazione dei migliori panifici del territorio, pronti a proporre interpretazioni classiche e creative di questa specialità. L’evento, ospitato in via Roma, prevede laboratori, concerti e momenti di intrattenimento, tra cui esibizioni di tamburi, performance musicali e talk dedicati alla tradizione gastronomica locale.

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Cultura

Pantelleria, premiato Ampolla d’Oro 2026 il gin “Muegin” di Enio Koshi

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Enio Koshi, un giovane grande uomo presenta Pantelleria  attraverso i suoi distillati

Chi a Pantelleria non conosce Enio Koshi. Nonostante la sua giovane età, il naturalizzato pantesco ha saputo farsi apprezzare sull’isola per il suo talento in tante cose, per il suo impegno negli studi di ingegneria edile e per il suo amore per la Figlia del Vento.
Sempre ben voluto e circondato da tanti amici, il trentunenne ha sviluppato negli anni una particolare passione verso le erbe autoctone di Pantelleria e verso i funghi, che lo hanno indotto a proseguire una passione famigliare: realizzare distillati.

Con il suo gin “Muegin” ha conquistato l‘Ampolla d’Oro, un riconoscimento internazionale conferito  Spirito Autoctono, la rivista del settore capitanata da Lara De Luna e Francesco Bruno Fadda.

Lo abbiamo, mentre si trova a Pisa per il suo percorso accademico e abbiamo subito curiosato.Ingegnere, lei a Muegin (trattasi di contrada molto rigogliosa, poco abitata ma dove le coltivazioni sembrano uscire da un libro: perfette!) cosa fa? “Io lì raccolgo le botaniche, tutte quelle che ci sono nel gin. Faccio una prima lavorazione a Pantelleria poi le porto a Bologna alla Distilleria Gotha.”
  
La scelta di Bologna è stata un pò obbligata o perchè li ha un appoggio?No, No, non è stata una scelta obbligata, bensì legata alle conoscenze, Veda il progetto Mueggen è un po’ bizzarro. Non so se abbia letto un po’ le botaniche che ci sono dentro il gin,  ebbene questa idea nasce dal  voler unire una passione, che è quella per questo distillato e raccontare Pantelleria, diciamo, da un punto di vista diverso. Parlare dell’isola attraverso la montagna. Di solito quando la gente  conosce Pantelleria, giustamente la conosce per il mare, ma io sono super appassionato di funghi, infatti dentro il gin ci sono i porcini di Pantelleria. 
“E, all’inizio, quando io ho iniziato a pensare a questo gin, a questo progetto, dovevo collaborare con qualcuno che potesse capire la cosa e potesse darmi innanzitutto una mano. 
“Io, sì, vengo da una famiglia di distillatori, ma è sempre distillato grappa.”

Ah, ecco! Quindi lei alle spalle  un bagaglio anche culturale per il distillato? “Sì, assolutamente! Il distillato è assolutamente un bagaglio che mi porto dietro.
“Così, ho conosciuto questo ragazzo, Valerio Destratis, che mi ha dato una mano nella realizzazione di questo progetto.
 
E che tipi di erbe ci mettiamo dentro il suo gin?Intanto, il ginepro, che non può mancare mai. Si pensi che c’è un disciplinare molto rigido  che ti stabilisce che almeno il 50% della totalità delle botaniche deve essere ginepro. 


Ma allora il gin prende il nome dal ginepro?Esatto, esatto! Ma oltre a questo vi sono i capperi, ovviamente, uva passa di zibibbo, ovviamente, funghi porcini, come dicevo, limoni e finocchietto marino, che è il critmo, quello che cresce sugli scogli, che ha questo profumo incredibile di agrumi, secondo me; poi è salato, quindi tende a dare queste note molto fresche al salmastro.”

Mi diceva che questa attività la sta svolgendo da circa tre anni, ma quest’anno che è successo? Lei ha fatto l’imbottigliamento del 2025 e le è stato riconosciuto in questo premio, (5:16) che è l’Ampolla d’Oro? “Infatti, l’Ampolla d’Oro. Si tratta di una guida nazionale, perché poi collabora con altre guide. Fanno queste degustazioni alla cieca e valutano il prodotto, tendendo  più che altro a premiare prodotti che abbiano una carta di identità ben definita per realizzare i quali si  utilizzano soprattutto materie prime endemiche o autoctone, insomma del posto.”
Se io poi scrivo Pantelleria in etichetta, deve esserci Pantelleria lì dentro. Secondo me è parecchio forte questa cosa, perché appunto, quando racconti il gin e racconti Pantelleria, soprattutto attraverso il fungo, la gente resta meravigliata, perché pensa che nella nostra isola vi sia  il mare e nient’altro. Poi, appena entrano in quell’ottica lì, della montagna di 900 metri, dei funghi, del fatto di essere un’isola di contadini e non pescatori per i retaggi storici e la conformazione quella gente resta un po’ spiazzata. Quindi si racconta il territorio anche attraverso questa cosa lì.”


L’amaro bianco

Ingegnere ha progetti per il futuro?Faremo sicuramente tante altre cose, però adesso penso che il primo prodotto che uscirà adesso sarà un amaro,  un amaro bianco con le botaniche dell’isola, ma sarà più incentrato anche lì sulla montagna.”

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