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Comunità

I cognomi dell’isola di Pantelleria – XXVI parte Panzavecchia, Patanè e Pavia

Redazione

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PANZAVECCHIA Cognome di origini siciliane, oggigiorno estinto in Pantelleria dove è restato come soprannome o ‘ngiuria. Il primo con questo cognome in Pantelleria è Gandolfo Panzavecchia, nominato in un battesimo del 12 novembre 1742. A fine Settecento tale Giuseppa Panzavecchia contrae matrimonio con Antonio Ferreri, nato circa il 1750. Dalla coppia nasce Giombattista Ferreri, che il 29 luglio 1822 sposa Francesca Belvisi.

PATANE’ Cognome tipico siciliano, del catanese in particolare. Di origine probabilmente spagnola come farebbe propendere un’antica descrizione dell’arma di famiglia: En azur, un ocelote de oro, surmontado de una espada de plata, puesta en faja (D’azzurro, un gattopardo d’oro, sormontato da una spada d’argento, posta in fascia).

Variante dell’arma: Di rosso al leone d’oro

Il primo a comparire in Pantelleria è Sebastiano Patanè, nato ad Aci in provincia di Catania e figlio di Giacomo Patanè e di sua moglie Maria. Questo Sebastiano si sposa in Pantelleria in data 19 febbraio 1702 con Giuseppa Sinerco, figlia di Giovanni Sinerco e Caterina Maxucco. Dai due nasce Giacomo Patanè che convola a nozze il 24 giugno 1731 con Pascha o Pasqua Morana / Murana. Quest’ultima coppia ha un figlio di nome Vincenzo, sposato il 3 luglio 1753 con Giuseppa Valenza, da cui ha: Anna Patanè, Giacomo Patanè e Giovanni Battista Patanè. Un discendente della famiglia, Vincenzo Patanè, viene decorato per atti di valori in azioni di guerra con due medaglie d’argento. Sentiamone le motivazioni.

A Patanè Vincenzo, da Pantelleria (Trapani), tenente, medaglia d’argento al valore militare, a vivente: “A Zanzur, nell’assalto baionetta dato dall’ala sinistra, inalberando una bandiera sul fucile, si slanciò audacemente fra i primi, fra l’entusiasmo della truppa, giungendo a piantarla sulla trincea. Si comportò lodevolmente anche ad Ain Zara. Ain Zara, 4 dicembre 1911 – Zanzur, 8 giugno 1912”.

A Patanè Vincenzo, da Pantelleria (Trapani), maggiore comandante interinale zona Homs (Libia), medaglia d’argento al valore militare, alla memoria: “Quale comandante interinale di zona prendeva parte volontariamente ad una ricognizione verso Misurata, per riconoscere lo stato di difesa della città. Durante la crociera, fatto segno a scariche di

fucileria, teneva contegno ammirevole per calma e noncuranza del pericolo, finché rimaneva colpito a morte da un proiettile. Già segnalatosi per ardimento e perizia nel combattimento nei dintorni di Homs (10 aprile 1918). Acque di Misurata (Africa Settentrionale), 16 maggio 1918”.

PAVIA Una delle più antiche famiglie in Pantelleria, in quanto la ritroviamo fin dal 1500. Originaria del Genovese, dove svolgevano attività marinare. Un ramo si trasferì poi nella Catalogna in Spagna. Allo stato delle ricerche non sappiamo se quelli di Pantelleria provengano dal Genovese, come è più probabile, o dal ramo catalano. Arma della Casata: Troncato d’azzurro e di rosso, a tre conchiglie d’argento, due nel primo, ed una nel secondo.

Il primo in assoluto di cui abbiamo notizie è Leonardo Pavia detto anche de Papia, vivente nella prima metà del Cinquecento. La dicitura de Papia farebbe propendere per un’antichissima origine primigenia della famiglia nella città di Pavia, in quanto Papia era il toponimo longobardo per Pavia. Leonardo Pavia si sposa in prime nozze con Diana, da cui ha Marco, Ludovico e Giuseppe Pavia o De Papia, poi in seconde nozze con Giovanna, da cui ha Giacomo che a sua volta sposa in prime nozze Dominichina e ha Antonio Pavia e Aloysio Pavia (che muore piccolo), in seconde nozze sposa tale Antonia, da cui ha Aloysio Pavia, Bernardina Pavia, Francesca Pavia, Gian Giacomo Pavia, Caterina Pavia, Giovanni Pavia, Salvatore Pavia e Simone Pavia.

Aloysio Pavia, figlio di Giacomo Pavia e Antonia, nasce l’11 novembre 1584 e sposa il 7 novembre 1608 Paola de Bonomo. Dalla coppia nascono Antonia e Anna Pavia. Aloysio muore il 20 marzo 1627 all’età di 43 anni circa. Nella I guerra mondiale i Pavia di Pantelleria hanno versato un generoso tributo di sangue con numerosi caduti:

Pavia Giacomo di Salvatore – Caporale maggiore 238° reggimento fanteria “Grosseto”, nato il 23 luglio 1889 a Pantelleria, distretto militare di Trapani, disperso il 23 agosto 1917 sull’altipiano di Bainsizza in combattimento;

Pavia Giombattista di Nicolò – Soldato 73° reggimento fanteria (Brigata Lombardia), nato il 1° agosto 1882 a Pantelleria, distretto militare di Trapani, morto il 31 ottobre 1918 sul monte Grappa per ferite riportate in combattimento; Pavia Giovanni di Giovanni Battista – Soldato 65° reggimento fanteria (Brigata Valtellina), nato il 5 luglio 1884 a Pantelleria, distretto militare di Trapani, disperso il 2 settembre 1917 sul Carso in combattimento;

Pavia Raffaele di Francesco – Soldato 90° reggimento fanteria (Brigata Salerno), nato il 30 maggio 1890 in Tunisia ed inscritto di leva nel comune di Pantelleria, distretto militare di Trapani, disperso il 25 maggio 1917 sul Carso in combattimento; Pavia Simone di Giovanni Battista – Caporale 239° battaglione M.T., nato il 30 ottobre 1879 a Pantelleria, distretto militare di Trapani, morto il 7 ottobre 1917 nell'ospedale da campo n. 065 per malattia;

Pavia Antonino – Soldato 147° reggimento fanteria (Brigata Caltanissetta), nato il 5 aprile 1892 In Tunisia ed inscritto di leva nel comune di Pantelleria, distretto militare dl Trapani, morto il 18 dicembre 1915 a Trapani per malattia.

(26 – continua)

Foto: Arma dei Pavia

 

Orazio Ferrara

Personaggi

Cristina camperista in solitaria approda in Sicilia. L’incontro a Scicli con il sorriso ritrovato

Barbara Conti

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Cristina camperista in solitaria approda in Siclia. L'incontro a Scicli con il so sorriso ritrovato

Cristina Zucco, 64 anni, è una infermiera professionale che ama vivere e viaggiare in Camper, da sola.

Nata a Trieste, si definisce Giuliana, ama vivere all’aria aperta fin da bambina ed è una camperista da oltre 20 anni, anzi ventitré, come ama puntualizzare lei stessa.

Bionda, occhi verdi, un sorriso contagioso, che tuttavia nasconde un passato che le ha procurato molta sofferenza.

Ora, sta facendo il tour della Sicilia per la quarta volta, alla scoperta di luoghi e persone nuove da conoscere. Grazie alla scelta di viaggiare in Camper sta vivendo la sua seconda vita e ha ritrovato il sorriso.

Figlia di genitori Italiani, trasferitisi in Argentina, da bambina ha conosciuto la miseria a causa della guerra delle Malvinas, la guerra, che si concluse con la resa dell’Argentina.
Trasferitasi in Italia, dopo il matrimonio, ha iniziato a fare campeggio dormendo in tenda insieme alla sua amata madre di 75 anni, sul lago di Bolsena. Poi l’acquisto del primo Camper.

Cristina camperista in solitaria approda in Siclia. L'incontro a Scicli con il so sorriso ritrovato
Cristina ha sempre vissuto in campagna ed adora il mare e gli animali. Il suo sogno nel cassetto è quello di vivere stabilmente in camper e girare l’Italia. Non ha paura di viaggiare da sola ma è prudente, consiglia sempre di parcheggiare in luoghi abitati, vicino alle poste, banche, questura, scuola o supermercati coperti dall’occhio delle telecamere e poi viaggia scortata dei suoi tre amati cani. Un pastore tedesco di nome Aron, un maremmano che ha chiamato Bora, come il vento che soffia a Trieste che è anche senza un occhio ed infine una piccola meticcia, vivace ed allegra proprio come lei, Tatina

Infermiera professionale, tutti i giorni dall’Umbria dove possiede un terreno con una casa mobile, percorre 200 km in treno, per recarsi al suo posto di lavoro a Roma dove al momento fa la receptionista. Troppo cara la vita nella Capitale, per una donna sola, che vive con un solo stipendio e tre cani che adora e non abbandonerebbe mai

Ha comprato il suo secondo camper che lei definisce la sua Villa, nel 2012 da un suo collega di lavoro con i soldi che le lasciato sua madre. Da allora ha viaggiato per quasi tutta l’Italia, le manca solo visitare la Puglia e la Sardegna.
Così Cristina alla soglia dei sessant’anni ha iniziato la sua seconda vita da camperista e da Tik Toker.

Infatti, da circa un anno, si è iscritta su Tik Tok raggiungendo circa 24.000 mila followers e creando una vera e propria community.

Solare e propositiva, è una brava intrattenitrice, durante le sue dirette quotidiane tiene compagnia a molte persone, dispensando consigli sulla vita in camper. All’inizio delle sue prime dirette su tik tok, Cristina era poco loquace e timida, si truccava ed indossava una parrucca dai lunghi capelli biondi. Di giorno in giorno il suo pubblico è aumentato e lei non viaggia più da sola.

Ogni giorno, trascorre diverse ore in “live”, facendo compagnia a molte persone sole che la seguono costantemente, dai ragazzini di 17 anni, fino alle persone anziane, mostrando il suo quotidiano, una vita semplice normale. I suoi follower che lei chiama oramai per nome la seguono durante la trasferta quotidiana per recarsi sul suo posto di lavoro, mentre cucina o lavora sul camper. Nel suo camper, un ducato lungo circa 7 metri e mezzo, è racchiuso tutto il suo mondo. La sua casa, il suo ufficio e il suo laboratorio. Cristina infatti è anche un’artigiana molto creativa che ama realizzare gioielli e portachiavi in resina.
Cristina camperista in solitaria approda in Sicilia. L'incontro a Scicli con il so sorriso ritrovato
Cristina camperista in solitaria approda in Sicilia. L’incontro a Scicli con il sorriso ritrovato
Al momento Cristina si trova in Sicilia e sta visitando i luoghi di Montalbano incontrando anche i suoi followers di persona è qui che l’ho incontrata e mi ha raccontato del suo incredibile viaggio in solitaria. Un viaggio emozionale ed esperienziale alla scoperta delle bellezze della Sicilia che le hanno riportato il sorriso. Essendo una buona forchetta oltre alla bellezza dei luoghi ha degustato i prodotti tipici locali: dal “cucciddatu scaniatu” tipico prodotto da forno di Scicli, al cannolo fritto al momento, alle cassatelle di ricotta ragusane, fino alle “impanatigghie” modicane, i classici dolci quaresimali con la carne e il cioccolato di Modica.

Dallo scorso anno, al rientro dalle sue vacanze in Sicilia, ha deciso di vivere sul suo camper, molto più economico che vivere nella casa mobile che ha acquistato dopo che il suo casale in Umbria si è incendiato. Cristina che è stata sposata per due volte, al momento è single ed ama la sua libertà, il prossimo 26 maggio andrà ad un raduno di camperisti single.

Barbara Conti

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Sociale

Pantelleria, dona il 5×1000 per il Fondo di Solidarietà Sociale

Direttore

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Il Comune di Pantelleria, insieme alla Caritas, promuove la donazione del 5×1000 dalla dichiarazione dei redditi per il Fondo di Solidarietà Sociale.

Quest’ultimo è diretto ad aiutare le persone in difficoltà.

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Personaggi

Addio al fondatore del Treno Museo di Villarosa. Lutto per la scomparsa di Primo David

Redazione

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La scomparsa di Primo David, fondatore del Treno Museo di Villarosa, ha lasciato un vuoto nel cuore di coloro che lo conoscevano. Ieri pomeriggio in una chiesa piena in ordine di posti si è celebrato l’ultimo saluto ad un padre buono, un amico e un uomo buono,così come descritto da tanti che ne conoscevano l’acqua dedizione a tutto ciò che ha messo in piedi. Primo David è stato un pioniere nel settore della cultura e della storia ferroviaria. La sua vita straordinaria e il suo contributo alla storia ferroviaria sono stati commemorati con profonda gratitudine e rispetto. La funzione religiosa è stata preceduta da un ultimo saluto sul luogo in cui ha trascorso la sua vista di capostazione, la sua stazione. Tanta gente, tra presenze militari, protezione civile,i ragazzi dei boy scout che spesso facevano tappa a Villarosa, e quant’altro, si è commossa alle parole spese dal parroco e, dal fischio del treno che passando ne ha reso onore al suo modo di essere.

Le sue stesse parole, “Il mondo è di chi ha idee”, riflettono la sua determinazione e la sua visione innovativa nel dare vita al Treno Museo, diventando lui stesso un’icona del progetto. Non solo un fondatore, ma l’essenza stessa del museo ferroviario. Dopo anni di servizio nelle Ferrovie, David aveva abbracciato la sua pensione con lo stesso entusiasmo, continuando a promuovere la cultura ferroviaria. Il suo impegno gli ha meritato il riconoscimento della senatrice Liliana Segre, un onore che purtroppo è rimasto incompiuto a causa della sua prematura scomparsa. Oltre al suo lavoro come ferroviere, David è stato celebrato come un grande uomo, generoso e altruista, sempre pronto a aiutare gli altri senza mai chiedere nulla in cambio.
La sua eredità non solo vive nel Treno Museo che ha creato, ma anche nei cuori di coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di essere influenzati dalla sua passione e dedizione. –

 Antonio David

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