Salute
Elezioni FNOPI, il nuovo Comitato Centrale conferma Mangiacavalli presidente

I rappresentanti dei 102 OPI al voto nazionale. D’Aloia (Milomb) alla guida della Commissione Albo Infermieri, Vanzi (Roma) della Commissione Pediatrici
Barbara Mangiacavalli è stata confermata presidente della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche per il quadriennio 2025-2028.
A indicarla all’unanimità è stato il nuovo Comitato Centrale eletto a seguito dalle elezioni che si sono tenute a Roma dal 24 al 26 gennaio e che hanno portato alle urne i delegati degli Ordini provinciali e interprovinciali (OPI) di tutta Italia.
Altissima la partecipazione al voto, al quale hanno preso parte 100 OPI su 102, pari a una percentuale del 98%. Cifre superiori all’ultima tornata elettorale, quando gli Ordini partecipanti furono 90 (88%).
Il Comitato Centrale che, come definito dalla legge 3/2018, è il principale organo di governo della Federazione, ha poi individuato come nuovi vicepresidente e tesoriere, rispettivamente, Maurizio Zega e Carmelo Gagliano, già consiglieri nel precedente mandato. Confermata segretaria nazionale, Beatrice Mazzoleni.
La tornata elettorale appena conclusa ha consentito il rinnovo anche delle Commissioni d’Albo: Infermiere e Infermiere pediatrico. Pasqualino D’Aloia è il nuovo presidente della Commissione d’Albo Infermieri, con vicepresidente Daniel Pedrotti e segretaria Marina Vanzetta. La Commissione d’Albo Infermieri pediatrici sarà guidata da Valentina Vanzi, con vicepresidente Barbara Caposciutti e segretaria Angela Capuano.
Tutti gli eletti fanno parte della lista Consolidare il futuro.
“Siamo consapevoli del ruolo sempre più decisivo dell’Ordine professionale nel panorama politico, istituzionale e sociale del Paese e siamo convinti di poter mettere a disposizione di infermieri e cittadini le idee e le energie giuste per, appunto, consolidare quanto realizzato finora, con un’idea chiara di futuro da comunicare e agire nell’interesse della collettività”, ha commentato la presidente Mangiacavalli.
Il nuovo mandato si apre infatti nel segno di una continuità dettata dalle numerose progettualità messe in cantiere durante il mandato 2020-2024, contrassegnate dalla gestione della pandemia da Covid e dalla successiva riorganizzazione del sistema sociosanitario del Paese. Spazio anche a numerosi elementi di cambiamento che, come si legge nel programma elettorale presentato dalla lista, punta a costruire una nuova professione infermieristica, inserita nell’ambito di politiche sanitarie, economiche, sociali in evoluzione.
Un obiettivo che i nuovi organi della Federazione si impegnano a centrare continuando a garantire i massimi livelli di rappresentanza politica e istituzionale, conferendo visibilità alla professione a livello nazionale e internazionale. Ma anche aprendo ai giovani a partire dalla creazione di un think tank nazionale che favorisca un ambiente professionale dinamico, stimolante e aperto. Con un occhio attento alla formazione, alla ricerca, all’innovazione e alla sinergia tra professioni sanitarie.
LA PRESIDENTE
Barbara Mangiacavalli dal 15 febbraio 2019 è Direttore Socio-Sanitario della ASST Milano Nord. L’incarico segue quello ricoperto in precedenza, con lo stesso ruolo, presso l’Asst Bergamo Ovest. Fino al 2015 è stata Direttore di struttura complessa Sitra alla Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia. Un percorso professionale che negli anni si è consolidato grazie anche a un curriculum di studi che coniuga la conoscenza delle scienze infermieristiche con la formazione manageriale in campo sanitario.
COMITATO CENTRALE
Il Comitato Centrale oltre che dalla presidente Mangiacavalli (Como), dal vicepresidente Zega (Roma), dalla segretaria Mazzoleni (Bergamo) e dal tesoriere Gagliano (Genova), è composto da Antonino Amato (Palermo), Saverio Andreula (Bari), Gianluca Chelo (Sassari), Luciano Clarizia (Pordenone), Nicola Draoli (Grosseto), Pietro Giurdanella (Bologna), Simona Milani (Biella), Stefano Moscato (Vibo Valentia), Luigi Pais Dei Mori (Belluno), Teresa Rea (Napoli) e Nicola Volpi (Perugia).
COMMISSIONE D’ALBO INFERMIERI
Insieme al presidente D’Aloia (Milomb), vice Pedrotti (Trento) e segretaria Vanzetta (Verona) è composta da: Marcello Antonazzo (Lecce), Nicola Colamaria (Rimini), Sandro Di Tuccio (Macerata), Giuliana Masera (Piacenza), Patrizia Morfeo (L’Aquila), Lorenzo Taddeucci (Livorno).
COMMISSIONE D’ALBO INFERMIERI PEDIATRICI
Con la presidente Vanzi (Roma), la vicepresidente Barbara Caposciutti (Firenze) e la segretaria Angela Capuano (Napoli) sono stati eletti: Maria Cesarina Campagna (Alessandria), Immacolata Dall’Oglio (Roma), Natalia Elia (Cosenza), Mattia Luciano (Torino), Tindara Morabito (Messina) e Silvia Rossi (Genova).
COLLEGIO DEI REVISORI
Serafina Robertucci (Potenza), Raffaele Secci (Oristano) e supplente Salvatore Colomba (Trapani).
Economia
Leali per Pantelleria, presentata interrogazione per mancato contributo alle gestanti

Leali per Pantelleria ritorna ad accedere i riflettori sul mancato contributo alle partorienti dell’isola per l’annualità 2024. La norma regionale difatti prevede un contributo sino a 5 mila euro per le gestanti residenti sull’isola che a causa della chiusura del
Punto nascite isolano sono costrette a partorire su terraferma.
“Siamo a metà Marzo- è ancora non si ha alcuna traccia dei contributi che spettano di diritto alle famiglie isolane, che nel corso nel 2024 hanno dato alla luce una nuova vita – dichiara il consigliere Casano per il movimento Leali per Pantelleria.
Le nostre mamme- continua- sono costrette a partorire lontano dai propri affetti familiari, dalla propria casa, affrontando anche un notevole impegno economico. Non vorremmo- conclude Casano- oltre il danno anche la beffa. Siamo a Marzo ma ancora non è stato erogato alcun contributo. Ritardi inaccettabili.“
Salute
Sanità siciliana al collasso, Safina (PD): “Vergognoso scaricabarile, si dimettano tutti!”

“La sanità siciliana è allo sbando e il caso dell’ASP di Trapani è solo la punta di un iceberg che solo all’idea fa rabbrividire. La gestione fallimentare di questo governo regionale e dei suoi uffici ha portato a una situazione drammatica, con cittadini privati del loro diritto fondamentale alla salute. E ora, invece di assumersi le proprie responsabilità, si abbaia alla luna senza mai mettere sotto accusa l’intero sistema. È inaccettabile!”
Lo afferma con forza il deputato regionale del Partito democratico Dario Safina. Che incalza: “Le ispezioni hanno già evidenziato criticità gravissime: disfunzioni nella gestione, mancanza di verifiche e controlli, ritardi che hanno avuto conseguenze dirette sulla vita delle persone. C’erano relazioni, comunicazioni e richieste d’intervento ben precise, ma nessuno ha mosso un dito. E adesso, come se nulla fosse, si fa finta di non sapere, di non capire, di cadere dalle nuvole. La verità è che chi doveva vigilare ha fallito e la colpa ricade sull’intero sistema di governo regionale”.
“La sanità pubblica non può essere gestita in questo modo, sulla pelle della gente – ribadisce Safina -. La situazione è talmente grave che oggi i siciliani si trovano davanti a un bivio: emigrare per curarsi o rassegnarsi al peggio. Questo non è accettabile. Se questa è l’idea di sanità che ha il governo Schifani, allora farebbero bene a dimettersi tutti. I cittadini siciliani, noi tutti, meritiamo di più”.
“E’ solo il risultato della scellerata lottizzazione politica che questo governo di centrodestra ha deciso di mettere in campo anche nella sanità – continua il deputato trapanese -. E non basta chiedere scusa alle oltre cento persone che, dopo mesi di attesa, hanno scoperto forse irrimediabilmente di avere un tumore e ora non sanno cosa fare. Le scuse, di fronte a questa tragedia, servono a poco. Servono fatti, servono responsabilità chiare e serve un cambio radicale nella gestione della sanità in Sicilia. Il tempo delle parole è finito. Il sistema è al collasso ed è colpa del governo regionale siciliano. Si prenda atto e si agisca di conseguenza!” conclude Safina.
Cronaca
Scandalo ritardo referti a Trapani, Schifani “7 punti per affrontare l’emergenza”. Ecco quali

Schifani: «Fatti del genere non devono più verificarsi in Sicilia»
«Sulla vicenda dei referti in ritardo all’Asp di Trapani sento di scusarmi nei confronti di quelle persone che in questi momenti stanno ricevendo i risultati positivi, purtroppo, sulle loro patologie. Non ho responsabilità diretta sulla questione, ma in politica chi sta al vertice deve assumersi responsabilità che non sono sue, facendo propri anche gli errori altrui. Errori commessi, per i quali saremo estremamente rigorosi. La percentuale di referti positivi è del 5%, quindi sono circa 160-170 i casi. Si stanno raggiungendo in queste ore le famiglie per informarle, in maniera tale che si accelerino i processi di terapia».
Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, a Catania a margine dell’incontro sugli 80 anni del quotidiano La Sicilia. Sul piano dell’Asp trapanese in 7 punti per affrontare l’emergenza, Schifani ha commentato evidenziando che «forse se i sette punti si fossero messi in atto prima non staremmo qui a disquisire di questo tristissimo episodio che sta toccando le coscienze non soltanto dei siciliani, ma di tutti gli italiani. Fatti del genere non possono più verificarsi in Sicilia: non possiamo consentirlo, né lo consentiremo».
I 7 punti
- I sette punti iniziano con la tardiva nomina del direttore sanitario aziendale avventa soltanto nel mese di settembre 2024, e non risultano atti relativi al coinvolgimento del responsabile del rischio clinico e qualità, in questa grave vicenda, da parte della nuova direzione strategica;
- MA la principale causa, secondo le dichiarazioni dell’Asp di Trapani, è carenza di anatomopatologi nel reparto. Lo scorso 4 marzo 2025 dalla Siapec (Società Italiana di anatomia patologica e di citologia diagnostica) sarebbe emerso ogni dirigente medico anatomopatologo dovrebbe eseguire almeno 2.500 diagnosi l’anno. Ma attualmente con i personale presente il numero di diagnosi compreso sarebbe tra circa 500 e 1700, sia nel 2023 che nel 2024;
- a un’analisi dei dati fomiti dall’Asp di Trapani in merito al numero degli esiti istopatologici si evincerebbe un sottodimensionamento dei carichi di lavoro per ciascun dirigente medico anatomo patologo;
- durante la visita ispettiva del 3 marzo 2025, non è stata fornita, nonostante richiesta, alcuna evidenza documentale di linee guida o procedure adottate dal servizio di anatomia patologica in ottemperanza alle linee guida emanate dal Ministero della Salute del 2015;
- nel passaggio alla nuova gestione non si è dato seguito alla disposizione del direttore sanitario, pro tempore, per risolvere la criticità legata ai ritardi di refertazione e consegna degli esami istologici;
- l’assessorato ha avviato una indagine conoscitiva per sapere i tempi medi di esecuzione per le prestazioni di anatomia patologica eseguiti presso gli enti del sistema sanitario regionale: emerge un tempo di refertazione tra i 10 ed i 20 giorni lavorativi;
- l’organizzazione interna non è fluida e tempestiva delle pratiche istologiche: le problematiche nel coordinamento delle attività tra il personale e la carenza di un sistema di controllo in tempo reale delle diagnostiche, hanno diluito i tempi di attesa.
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