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Sanità

Ecco le tre richieste degli infermieri al Parlamento per la salute dei cittadini e lo sviluppo della professione

Redazione

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Le proposte degli infermieri alla politica: professione e salute

dei cittadini in cima all’agenda politica elettorale

 

Ecco le richieste della Fnopi al nuovo Parlamento

 

 

L’emergenza pandemica ha fatto emergere criticità del Servizio sanitario nazionale, e adesso alcune modifiche normative appaiono inderogabili, a tutela della popolazione.

 

Gli oltre 460mila infermieri iscritti all’Albo in Italia, rappresentati dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), chiedono ora alla politica scelte precise, di assicurare un cambio di passo indispensabile (soprattutto a fronte del momento storico, che vede a rischio la sostenibilità del sistema sanitario) e la possibilità di garantire a pazienti e cittadini adeguate risposte ai mutati bisogni di assistenza e salute.

 

“Gli infermieri sono pochi rispetto al fabbisogno e la professione è sempre meno attrattiva” è l’allarme della Fnopi che ha identificato tre priorità inderogabili, inviate alle forze in corsa per le elezioni: incremento della base contrattuale e riconoscimento economico dell’esclusività delle professioni infermieristiche; riconoscimento delle competenze specialistiche; evoluzione del percorso formativo universitario.

 

I posti messi a bando negli Atenei, sottolinea la FNOPI, spesso non sono saturati. Il numero di infermieri richiesti sul territorio non risponde ai numeri di cui l’Italia dispone anche rispetto ai rapporti previsti dalle analisi internazionali (Oms, Ocse ecc.). E di questa situazione, le cause sono da ricercare anche nel mancato riconoscimento valoriale ed economico della professione e nell’assenza di prospettive di carriera.

 

Le nuove necessità normative per un cambio di rotta sono raggruppabili in tre blocchi.

 

Il primo deve prevedere la valorizzazione della voce contrattuale definita come indennità di specificità infermieristica (voce stipendiale istituita dalla legge di Bilancio 2021 e già individuata contrattualmente), da incrementare di almeno il 30%: oggi gli infermieri italiani sono al 25° posto come media annuale tra i paesi Ocse (seguita solo da altri otto Paesi). Essenziale è anche il riconoscimento economico dell’esclusività per gli infermieri che lavorano in ambito clinico e con ruolo di dirigenza manageriale nei servizi organizzativi nelle strutture pubbliche e private convenzionate, superando i vincoli dell’attuale legge sul Pubblico impiego, che risale ormai a 21 anni fa, o, in alternativa, consentendo l’esercizio della libera professione extramoenia, in deroga a quanto previsto dalle norme attuali. 

 

Il secondo blocco deve prevedere l’inserimento all’interno dei Lea (livelli essenziali di assistenza) della branca specialistica assistenziale per dare uniformità di prestazioni a livello regionale e nazionale, con l’istituzione delle competenze specialistiche che già oggi esistono di fatto, ma che non sono ufficialmente riconosciute agli infermieri (es. Wound Care, management accessi vascolari, stomaterapia, interventi di educazione sanitaria e aderenza terapeutica ecc.).  È anche opportuno autorizzare la possibilità di prescrivere alcune categorie di farmaci e ausili/presidi, come strumento per applicare le competenze specialistiche, che rientrano nella sfera di competenza infermieristica come già accade in diversi Paesi Ue: un vuoto normativo che rende anche difficile la libera circolazione omogenea dei professionisti in Europa secondo la direttiva 2013/55/UE. E per le competenze specialistiche, è urgente il riconoscimento formativo, organizzativo, contrattuale e di carriera della figura dell’infermiere di famiglia e comunità, professionista responsabile dei processi infermieristici in ambito familiare e comunitario.

 

Il terzo blocco riguarda la valorizzazione della formazione infermieristica negli Atenei, con l’istituzione di lauree magistrali a indirizzo clinico e scuole di specializzazione. Inoltre, si dovranno legare i posti del corso di laurea e delle lauree specialistiche al fabbisogno del sistema salute. Per questo, è necessario prevedere il finanziamento della docenza universitaria e aumentare il numero dei professori-infermieri (il rapporto docente/studenti è 1:1.350 per gli infermieri, contro altre facoltà sanitarie dove è 1:6).

 

La politica – conclude la Fnopi – deve porsi obiettivi precisi: senza infermieri non c’è salute, l’Italia deve dimostrare di essere una nazione che investe sull’infermieristica, i cittadini non possono più aspettare”.

Sanità

Lampedusa – Migranti, donne incinta verrebbero in Italia per partorire

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E’ l’ultima notizia che rinveniamo nelle ultime ore, sull’emergenza migranti che sta affliggendo il Sud Italia, in modo particolare Lampedusa.

Attuale stato di Lampedusa

Attualmente nel capoluogo delle Pelage si contano oltre due mila persone sbarcate in meno di 24 ore, l’hotspot è al collasso con quasi 2.500 migranti e  i sanitari sempre più in difficoltà.
Quest’ultima prospettiva della sanità isolana, evidenziata da Il Corriere della Sera, riguarda le clandestine incinte, che partirebbero per l’Italia prossime al parto.

 

Bambini e donne incinta viaggiano gratis

Contattato dal quotidiano milanese,  il direttore del poliambulatorio di Lampedusa Francesco D’Arca così avrebbe dichiarato: “[…] Avviare le donne incinte verso il nostro servizio specialistico di ginecologia partito sabato con il servizio di pediatria. Donne incinte in quantità. Tante, tantissime, troppe. Quasi tutte al terzo o quarto mese. Molte arrivano in procinto di partorire e allora via con l’elisoccorso a Palermo”.

 
 
Il medico di Lampedusa darebbe ad intendere che in Italia stanno sbarcando sempre più donne incinte, invogliate anche da post sui social:  “Viaggi gratis per bambini e donne in gravidanza”, così da accelerare i soccorsi e gli ingressi nella nostra nazione.

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Lampedusa, attivato primo intervento pediatrico e ginecologico: due nuove figure nel comparto sanitario locale

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Attivato primo intervento pediatrico e ginecologico: due nuove figure si aggiungo al comparto sanitario locale. Ad annunciarlo il primo cittadino, Filippo Mannino, con un post.

Sin dal primo momento del nostro insediamento ci siamo battuti per avere due servizi che riteniamo di fondamentale importanza per il nostro territorio, ossia il primo intervento pediatrico (che inizia oggi) e quello di ginecologia (che inizia lunedì 27 marzo).
Queste due nuove figure si aggiungono al potenziamento delle ore del radiologo e del tecnico radiologo.
Inoltre, sono iniziati i lavori di ristrutturazione del PTE e nei prossimi mesi inizieranno anche i lavori per la nuova radiologia all’interno della quale ci sarà – tra l’altro – apposita camera e barella dì biocontenimento, oltre ad un locale/astanteria per tenere eventuali pazienti sotto osservazione.
Il nostro obiettivo sarà quello di raggiungere i livelli essenziali di assistenza, e sicuramente siamo sulla buona strada.
Sono risultati che stiamo raggiungendo grazie alla disponibilità delle istituzioni con le quali ci interfacciamo quotidianamente e che vogliamo ringraziare, iniziando dal Presidente della Regione, Schifani, l’Assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, e il commissario straordinario della Asp di Palermo, Daniela Faraoni.
Ed un grazie va anche al nostro Assessore Aldo Di Piazza.

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Sanità

Sanità Sicilia, CIMEST: Da Volo segnale apertura, sospesa manifestazione del 31/3 a Palermo 

Matteo Ferrandes

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  “La stato di agitazione della specialistica accreditata esterna siciliana è sospeso così come la manifestazione prevista per venerdì 31 marzo a Palermo davanti a Palazzo d’Orleans”. Lo affermano i coordinatori del CIMEST (Coordinamento Intersindacale di Medicina Specialistica ambulatoriale di territorio), Salvatore Gibiino e Salvatore Calvaruso, sulla base delle decisioni assunte dall’assemblea dell’Intersindacale della Specialistica Accreditata Esterna, riunitasi nella serata di ieri, a seguito della convocazione ricevuta dall’assessore alla Salute Giovanna Volo per martedì 28.
“L’assessore Volo – proseguono i coordinatori del CIMEST- ha convocato tutti i rappresentanti delle sedici organizzazioni sindacali della specialistica accreditata per un incontro congiunto e riteniamo si tratti di un segnale di apertura per poter riprendere un dialogo costruttivo con il governo regionale, allo scopo di tutelare il diritto alla cura dei siciliani e assicurare la sopravvivenza delle oltre 1800 strutture accreditate che erogano l’80% delle prestazioni del SSR”. 

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