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Democrazia partecipata, questa sconosciuta

Tra i nodi da sciogliere secondo “Spendiamoli Insieme” la mancanza di una legge organica, le scadenze non rispettate l’inadeguatezza delle verifiche, il ritardo dei dati ufficiali e la poca conoscenza da parte di cittadini ed enti comunali “Proseguiamo la nostra campagna di monitoraggio e informazione per coinvolgere e responsabilizzare tutti i siciliani”
Dalla mancanza di una legge organica sino ad una rilevazione che non entra nel merito della qualità dei processi attivati, sono numerosi i “nodi” della democrazia partecipata in Sicilia individuati dal team di ricercatori e analisti di “Spendiamoli Insieme”, progetto di monitoraggio civico e advocacy della no profit Parliament Watch Italia (PWI). «La democrazia partecipata – sottolinea Francesco Sajia, presidente di PWI – prevede per i 391 Comuni siciliani l’obbligo di spendere realizzando le proposte presentate e scelte dai cittadini una piccola quota del bilancio comunale (il 2% dei fondi trasferiti dalla Regione meno le risorse destinate alla stabilizzazione dei precari e dette “quote complementari”). Le modalità con cui farlo sono però distribuite in articoli di quattro diverse leggi regionali e dettagliate in tre circolari attuative. Un quadro normativo frastagliato che rende l’intero meccanismo difficile sia da attuare sia da monitorare. Risulta indispensabile insomma una legge organica che non solo coordini i diversi dispositivi ma anche faccia tesoro dell’esperienza e risolva i numerosi problemi che si sono via via evidenziati». Problemi che attengono praticamente a tutta la materia. «Prendiamo il fattore tempo», dice Giuseppe D’Avella, vicepresidente di PWI. Le scadenze dettate dalla legge sono poco o niente rispettate. «Nel 2022, per esempio, 2 Comuni su 3 non hanno rispettato la scadenza del 30 giugno entro la quale avrebbero dovuto avviare i processi tutti gli Enti con almeno 10 mila euro a disposizione. E solo il 29 dicembre 2022 la Regione ha pubblicato la lista dei Comuni virtuosi relativa al 2019 che secondo la normativa sarebbe dovuto arrivare il 28 febbraio del 2020. Un ritardo che si ripete ogni anno. «Sarebbe meglio che la tabella di marcia fosse definita dalla Regione una volta per tutte e per tutti i Comuni, qualunque sia la somma che hanno a disposizione». Intanto, 15 Comuni (su 391) hanno già avviato – tra luci e ombre – il processo 2023. E ancora. Giunti all’antivigilia del decennale dall’entrata in vigore della normativa, ancora pochissimi siciliani la conoscono. «Spendiamoli Insieme proseguirà la propria azione di monitoraggio civico, informazione e promozione sulla democrazia partecipata con l’intenzione di coinvolgere e responsabilizzare tutti i siciliani». Intanto, visto che la norma impone che tutti i passaggi siano adeguatamente pubblicizzati da parte dei Comuni sarebbe opportuno «prevedere nei siti web istituzionali una sezione dedicata alla Democrazia Partecipata, pubblicata con buona evidenza in home page e che ospiti, anno dopo anno, tutti i documenti e le informazioni necessarie per agevolare la partecipazione. Ad oggi ad averlo fatto è stato poco più del 14% degli enti, 56 su 391». Non meno necessario un intervento capace di affiancare i cittadini nella presentazione delle proposte. La legge dice infatti che “ogni cittadino o gruppo di cittadini può presentare un progetto”, ma non si può presupporre che tutti i siciliani abbiano le competenze necessarie a ideare e redigere una proposta progettuale compiuta. «In alcuni Comuni si stanno sviluppando esperienze- pilota di co-progettazione. È una strada corretta, anche alla luce di tutta la legislazione più recente. Ma è una strada impegnativa. Molti Enti hanno grandi difficoltà a svolgere l’attività ordinaria e non
è detto che possano supportare adeguatamente le progettazioni. Una prima, seppur parziale, soluzione al problema è l’ideazione di una “scheda per la presentazione del progetto” chiara, che offra le giuste indicazioni e guidi il soggetto proponente verso una corretta compilazione». Sui fondi, poi, va fatto un ragionamento approfondito, avverte PWI. «Nessun Comune sa in tempo reale esattamente di quanti fondi può disporre per la propria democrazia partecipata perché il calcolo del trasferimento regionale ai Comuni arriva con grande ritardo. Soltanto a maggio 2022, per fare un esempio, è arrivato il calcolo definitivo per l’anno 2020. Il rischio è che i Comune appostino somme “errate” rispetto alla reale disponibilità. Il che è un problema da tutti i punti di vista: se la somma ufficiale è inferiore rispetto alle previsioni si dovranno escludere progetti che erano inizialmente finanziati. Se è maggiore, si va verso il non utilizzo delle somme in più. Una ricetta risolutiva potrebbe essere, anche qui, un atto di deliberazione della Regione che definisca e assegni le somme “d’imperio”. Nel 2017 erano disponibili 4 milioni e 736 mila euro, nel 2018 4 milioni e 173 mila euro, nel 2019 4 milioni e 193 mila euro e nel 202, 4 milioni e 642 mila euro. Ci si potrebbe orientare su una “quota fissa” da 4,5 milioni di euro ogni anno per i 391 Comuni». Infine, la questione monitoraggio. La “scheda di rilevazione dati” che ogni anno la Regione trasmette ai Comuni può bastare per individuare i Comuni inadempienti ma non fornisce alcuna informazione sulla qualità partecipativa dei processi e sull’effettiva partecipazione promossa nei territori. Serve una nuova scheda di rilevazione dei dati, più completa, e serve ospitare questa scheda su una piattaforma così da digitalizzare il processo di raccolta delle informazioni e avere dati disponibili in tempo reale».
Pregando di citare sempre www.spendiamolinsieme.it si può fare riferimento alle seguenti pubblicazioni online: – Democrazia partecipata, questa sconosciuta: tutto quello che si dovrebbe, e potrebbe, fare –
I 15 Comuni siciliani sprinter della partecipazione nel primo bimestre 2023 – Torregrotta, parla il sindaco: “Democrazia partecipata strategica per ripristinare la fiducia nella politica” Per informazioni e chiarimenti: Giuseppe D’Avella, Parliament Watch Italia, tel. 348 958 4581
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Trapani, torna l’inverno: violentissimo temporale fa dirottare volo aereo

Trapani pare essere tornata alla stagione invernale, con le temperature abbassate repentinamente a causa di un violentissimo temporale.
Il diluvio ha portato nella città ben 38mm di pioggia, ma sopratutto è tornato il freddo come se fossimo in pieno inverno.
Le temperature massime sono scese fino a +15°C in pieno giorno, come in una giornata tipica di fine gennaio.
Tra le conseguenze del maltempo, diversi voli sono stati dirottati. In modo particolare pesanti disagi per i passeggeri del FR8003 di Ryanair partito da Bologna e deviato a Palermo per il forte temporale in atto su Birgi.
In copertina foto di repertorio
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Anniversario Carabinieri, Schifani: «Ringraziamo militari per impegno»

Presidenza della Regione
«Nel giorno in cui si celebra il 209esimo anniversario della Fondazione dei Carabinieri desidero rivolgere un messaggio di saluto al comandante dell’Arma, generale Teo Luzi, e a tutti i militari, in particolare ai siciliani». Lo dice il presidente della Regione Renato Schifani, che in serata sarà presente alla cerimonia prevista in piazza del Parlamento a Palermo.
«A tutti i Carabinieri – aggiunge Schifani – va un caloroso ringraziamento per l’impegno e la dedizione nell’esercizio delle loro funzioni e nella lotta a tutte le forme di criminalità, specialmente nel contrasto alle mafie. Un pensiero corre inevitabilmente alle centinaia di militari caduti in servizio, che hanno sacrificato la loro vita per lo Stato, operando con generosità per la sicurezza e la tutela dei cittadini».
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Ortigia (SR), ex Caserma Caldieri diventa Hotel Scausi con l’imprenditore Rocco Finocchiaro

Ancora un’altra iniziativa alimentata dall’amore per la propria terra da parte della Zancle 757 che gestirà l’ex Caserma Caldieri di Ortigia e la trasformerà nell’Hotel Scausi, una struttura ricettiva di alta categoria
L’imprenditore messinese Rocco Finocchiaro annuncia che sarà una struttura con caratteristiche uniche al mondo come quelle che vedrà, nei due piani dell’ex Chiesa, la realizzazione di due laboratori di restauro: uno dedicato ai papiri antichi e un altro alla scuola di gioielli ed artigianato artistico con preziosi materiali antichi.
L’Agenzia del Demanio ha ufficializzato di aver affidato in concessione alla società messinese Zancle757 guidata da Rocco Finocchiaro l’ex Caserma Caldieri di Ortigia a Siracusa per i prossimi 50 anni.
Questa struttura storica, di 4.970 mq che da tempo vive in stato di abbandono, è ubicata in uno dei Lungomari più belli e ricchi di storia della nostra Sicilia, il progetto presentato dalla Zancle757 prevede non solo il recupero dell’immobile, rispettando i vincoli di tutela, ma anche la realizzazione di una struttura ricettiva di alta categoria, con annessi tutta una serie di servizi complementari.
L’imprenditore Rocco Finocchiaro spiega: “Questo mio progetto, che sognavo da tempo, si realizza in un momento storico per la nostra terra di Sicilia, tutto ciò dimostra la sempre più crescente attenzione per la Sicilia da parte di investitori internazionali. Nei anni scorsi avevo manifestato l’interesse verso lo stabile dell’ex Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele di Messina, quel magnifico e storico palazzo del Basile, che, per vari motivi purtroppo non si è potuta concretizzare e che pare (forse) è stata destinata a istituzioni pubbliche. Così ho dirottato i miei sogni in un’altra notte dal diverso cielo stellato, ed ho guardato fuori dalla Città dello Stretto e, vista la disponibilità dell’ex Caserma Caldiera, che ancora prima era l’ex convento dei Carmelitani Scalzi, ho deciso di sviluppare un progetto per rinominarlo ‘Hotel Scausi’, prevedendo tutta una serie di attività collaterali uniche al mondo. Non solo, infatti, la realizzazione di 32/34 camere, ma i due piani dell’ex Chiesa diventeranno due laboratori permanenti di restauro del papiro e uno di gioielli e materiali antichi”.
“Ci aspettano quattro anni di lavori di restauro conservativo e per il ripristino della struttura, per un totale di risorse economiche investite che ammontano a 15 milioni di euro. Non vedo l’ora di vedere passeggiare i clienti provenienti da tutto il mondo, sbirciare dentro i laboratori per apprezzare e respirare la nostra storia di Sicilia, proprio nella terra che ha dato i natali al grande Archimede”, conclude l’imprenditore messinese Rocco Finocchiaro.
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