Economia
Democrazia partecipata, 2/3 dei comuni siciliani non hanno avviato l’iter

A POCHI MESI DALLA FINE DELL’ANNO DUE TERZI DEI COMUNI SICILIANI
DEVONO ANCORA AVVIARE L’ITER PER LA DEMOCRAZIA PARTECIPATA
NELLA SICILIA OCCIDENTALE INADEMPIENTI DA ANNI ANCHE AGRIGENTO E PALERMO,
MENTRE TRAPANI RISULTA IN RITARDO RISPETTO ALLE SCADENZE DI LEGGE
LA CURIOSITÀ -Comuni confinanti di cui uno è virtuoso e l’altro perde i soldi
IL CASO – A Partinico associazioni unite per chiedere l’attuazione della legge
Sarà un tour de force l’attuazione della legge siciliana sulla democrazia partecipata
in questo ultimo quadrimestre dell’anno 2022. Lo dicono i numeri. Ad avere già avviato i
processi sono infatti 143 Comuni su 391. Devono ancora partire, quindi, quasi due terzi dei
Municipi. Mentre ad avere concluso l’iter, con l’assegnazione dei fondi al progetto o ai progetti
vincitori, sono in tutto 52 città, ovvero il 13,2% del totale.
Non è una novità. Anche l’andamento degli anni scorsi racconta il concentrarsi delle attività
dopo l’estate. Anche per questo – per vedere se si muoverà qualcosa in più rispetto al passato, se
qualcuno dei Comuni finora assenti sarà in grado di impegnarsi – il gruppo di lavoro di
“Spendiamoli Insieme”, progetto dedicato alla democrazia partecipata siciliana, fa il punto sulla
situazione ad appena un centinaio di giorni dal nuovo anno.
Tra i dati rilevati nello scenario regionale la performance migliore che si registra nel
Messinese, dove il 50% degli enti ha già attivato il processo, e quelle peggiori, che invece
riguardano il Catanese e il Siracusano, aree nelle quali a dover ancora partire è il 76% dei
Municipi.
Nella Sicilia occidentale si va dal Libero Consorzio di Agrigento dove il 56% dei
Comuni devono ancora avviarsi all’Area Metropolitana di Palermo dove manca all’appello il
65% degli enti fino al Libero Consorzio di Trapani dove si deve ancora attivare il 71% dei
Comuni.
Tra le curiosità di segno negativo l’inadempienza delle “capitali”. Secondo quanto rilevato
dai ricercatori, l’ultimo anno in cui il Comune di Agrigento (57592 abitanti) ha speso i fondi della
democrazia partecipata è stato il 2017. Già nel 2018 l’ente ha restituito le risorse alla Regione, pur
essendo stato rintracciato un avviso che dava il via al processo. Dal 2019 a oggi “Spendiamoli
Insieme” non ha più trovato notizie.
Succede altrettanto a Palermo (647422 abitanti) che risulta non aver mai svolto i processi;
e le somme rimandate ogni anno alla Regione sono decisamente significative, attorno ai 300 mila
euro. La città non è mai riuscita ad adottare il regolamento della democrazia partecipata e da qui
sembrano aver origine tutti i problemi.
Diversa la situazione di Trapani (65841 abitanti), che negli anni scorsi ha svolto i processi,
seppure in ritardo. L’anno scorso ha pubblicato l’avviso ad ottobre (22 ottobre) e l’esito a dicembre
(27 dicembre). Secondo l’ultimo dato ufficiale rilasciato dalla Regione, quello relativo al 2020, la
città dispone di circa 31 mila euro. Il che significa che rientra tra quei Comuni che dispongono di
più di 10 mila euro annui e hanno l’obbligo di pubblicare gli avvisi prima del 30 giugno.
E poi ci sono i casi in cui l’erba del vicino risulta davvero più verde. Nell’Agrigentino Palma
di Montechiaro (21551 abitanti) spende circa 21 mila euro annui di democrazia partecipata e
spesso non va a votazione perché il budget copre tutti i progetti presentati (non pochi, nel 2021
sono stati 6). Della città confinante Licata (35496 abitanti) invece non si sa niente tranne il fatto
che nel 2017 ha adottato il regolamento e che ogni anno rinuncia ai propri fondi (circa 3 mila euro
nel 2020, ultimo dato ufficiale disponibile).
Nel Palermitano le città confinanti con la capitale, come Belmonte Mezzagno (11088
abitanti, 9 mila euro annui), spesso si danno da fare, cercando di sfruttare appieno l’occasione. Un
altro esempio è quello della “coppia” composta da San Cipirello (5172 abitanti) dove, nel 2022,
sono 3 i progetti già scelti e a disposizione ci sono 7 mila, il doppio rispetto al 2021, e, a distanza
di poco più di 15 km, Piana degli Albanesi, con numero di abitanti simile, che non ha mai
utilizzato i circa 4.000 euro annui disponibili sul capitolo democrazia partecipata.
Infine nel Trapanese si fronteggiano Castelvetrano (30540 abitanti) per cui non si è riusciti
a rintracciare una sola notizia e Partanna (10141 abitanti) che invece usa ogni anno i suoi fondi.
Per entrambi le somme sono molto piccole, attorno ai 1700 euro. Ma Partanna ci tiene e mette in
moto percorsi formativi per giovani, campetti sportivi, laboratori musicali.
È invece di segno decisamente positivo una notizia di questi giorni che riguarda un
Comune dell’Area Metropolitana di Palermo. A Partinico (30917 abitanti) numerose associazioni
si sono unite per chiedere nero su bianco l’attuazione della legge sulla democrazia partecipata. A
Partinico, infatti, i soldi risultano mai spesi, i processi mai avviati, il regolamento mai adottato. Un
gruppo di enti del terzo settore ha quindi deciso di non stare alla finestra e, con una lettera
depositata il 15 settembre, ha posto nero su bianco il duplice obiettivo di realizzare subito i passi
necessari per l’attuazione delle normative, a partire da un incontro «aperto alla partecipazione
delle associazioni e di chiunque sia interessato a discutere il tema».
A firmare la lettera sono 10 enti, che contano sulla collaborazione non solo di “Spendiamoli
Insieme” ma anche del CeSVoP, il Centro Servizi per il Volontariato del territorio. Si tratta di
Partinico Solidale – Circolo Arci PaSol, Ass. “Io come voi, Delegazione DS 41 del CeSVoP, Inikon,
Ass. “Opera Blu”, Cittadinanza Attiva, AVO Partinico, Centro aiuto alla vita Partinico, Movimento
per la vita Partinico, AVIS Partinico. Il documento è indirizzato a Concetta Caruso, Maria Baratta e
Isabella Giusto, le commissarie prefettizie che, fino al nuovo appuntamento con le elezioni
amministrative, fissato per il 13 novembre, reggono il Comune di Partinico, sciolto per mafia un
paio di anni fa.
Con questa iniziativa le associazioni di Partinico cercano di attivare un cambiamento di
rotta in una zona che vede molte “ombre” anche nella storia dei Comuni vicini. Per esempio ci
sono città, come Borgetto (7126 abitanti) o Terrasini (12390 abitanti) nelle quali la democrazia
partecipata risulta non realizzata dal 2020 a oggi, altre città, come Trappeto (3023 abitanti) o
Balestrate (6292 abitanti), che non hanno ancora adottato il regolamento, altre ancora, come
Carini (38333 abitanti) o Camporeale (3086 abitanti), che si attivano spesso in ritardo rispetto alle
scadenze di legge.
Pregando di citare www.spendiamolinsieme.it per maggiori dettagli si può fare riferimento alle
seguenti pubblicazioni online:
A pochi mesi dalla fine dell’anno a che punto è la democrazia partecipata?
Quando l’erba del vicino è davvero più verde
A Partinico associazioni unite per l’attuazione della democrazia partecipata
Attorno a Partinico: i Comuni confinanti tra virtù e vizi
Per informazioni e chiarimenti: Giuseppe D’Avella, tel. 348 958 4581
Economia
Siccità, ristori per l’apicoltura in pagamento. Barbagallo: «Aumentato budget iniziale»

Via libera al pagamento dei ristori agli apicoltori siciliani per recuperare parte dei danni subiti dal calo della produzione nel 2024, a causa della grave situazione di siccità. Gli uffici dell’assessorato regionale dell’Agricoltura, in seguito all’istruttoria delle domande, hanno ammesso al finanziamento 372 istanze di apicoltori che hanno fornito prova dei requisiti richiesti, tra i quali l’iscrizione all’anagrafe apistica nazionale. In questi giorni verrà erogato il contributo, ripartendo il budget complessivo di 1,5 milioni di euro in base al numero di arnie. Il bando, pubblicato a dicembre 2024, aveva una dotazione iniziale di 784 mila euro, successivamente integrata con ulteriori 716 mila euro in sede di assestamento di bilancio.
«Il governo Schifani – sottolinea l’assessore all’Agricoltura Salvatore Barbagallo – è al fianco degli apicoltori siciliani che hanno subito danni a causa della siccità. Abbiamo incrementato i fondi inizialmente a disposizione, consapevoli di quanto, in questa fase, fosse importante dare un aiuto concreto a imprenditori e lavoratori, una boccata d’ossigeno per l’intero comparto».
Economia
Pantelleria, affittasi locale commerciale in Via Arciprete D’Aietti. I dettagli

Affittasi locale commerciale e direzionale di mq 70 sito in via Arciprete D’Aietti n. 28 ex Agesp
L’immobile è composto da 3 ampi vani, antibagno e bagno.
Per informazioni più dettagliate, se interessati, rivolgersi presso lo studio Valenza Florinda in via Arciprete D’Aietti 30 tel. 0923838886 – 3404567695
Attualità
Pantelleria, gli esercizi di genere alimentare aperti di domenica

Da quanto apprendiamo da internet ad oggi 7 luglio 2025, i supermercati e minimarket aperti di domenica a Pantelleria sono:
- Alimentari Il Posto Giusto di Francesca D’Aietti – Via S. Nicola, 59 · tel 0923 563463 – Orario 09.00–13.00 – Acquisti in negozio · Ritiro in negozio · Consegna a domicilio
- Il Pinguino Market – Pantelleria – Via Archimede, 22 · tel 0923 913659 – h. 08:30–13:30
- Generi Alimentari Ferreri Maria Grazia – Salita Cabebbi, 2 – h. 09:30–13, 17:30–19:30
- Frutteria e supermarket – Contrada San Gaetano · tel 345 846 2181 – h. 07–13:30
- CONAD CITY – Via Felice Cavallotti, 35/37 · tel 389 421 4230 – h. 09–13,00.·
- Despar – Via Venezia, 43 – tel 0923 157 0075 – h. 09-13 / 17.00-20.00
- New Market, Via Tracino – 8.30/13.30
Contrade scoperte
Purtroppo alcune contrade restano scoperte.
Secondo un sagace turista che ci ha scritto, si dovrebbe organizzare una turnazione.
Poiché le contrade principali, Scauri e Khamma/Tracino godono di almeno due alimentari, poichè in Paese ve ne sono diversi, si potrebbe realizzare un programma per cui che un esercizio resti aperto dalle 8 alle 00.00, una domenica ciascuno, garantendo a turisti e residenti, non di meno, il facile reperimento della spesa.
Questo sotto una visione non tanto di guadagno, ma di dare un servizio sociale.
Un solo caso sull’isola, di attività aperta h24 365 giorni l’anno: quello di Anna Pavia, alias La Gatta. L’imprenditrice, deceduta inaspettatamente proprio all’interno del suo negozio, viveva per esso ed esso grazie a lei. Se finiva un prodotto, il giorno dopo come per miracolo già era negli scaffali.
Una alacrità, una dedizione di straordinaria portata: lei faceva gli ordini, caricava e scaricava, vendeva, intratteneva come poteva gli avventori, sempre con grazia e gentilezza.
L’attività, sotto l’attuale nome New Market, è stata ereditata dalla nipote Claudia.
In copertina la signora Francesca Ponzio de Il Pinguino Market
Informazioni in possibile aggiornamento
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