Segui i nostri social

Cultura

Conclusa la Vendée Globe. Curiosità sulla regata più folle al mondo che sfida i limiti dell’uomo

Giuliana Raffaelli

Pubblicato

-

Lo scorso 28 gennaio si concludeva la Vendée Globe, la regata velica più impegnativa, più lunga e più folle al mondo. Il suo percorso prevede la circumnavigazione del globo terrestre partendo dalla cittadina francese di Les Sables-d’Olonne, sull’Oceano Atlantico, nel dipartimento di Vendée (Loira). Il ritorno avviene nella stessa cittadina dopo un percorso di circa 21 mila miglia nautiche in solitaria, senza tappe e senza assistenza. La partenza di questa ultima edizione (la nona) è avvenuta l’8 novembre 2020 è terminata  con la vittoria del francese Yannick Bestaven che ha tagliato il traguardo alle ore 03:19:46 dopo una navigazione ufficiale di 80 giorni, 3 ore, 44 minuti e 46 secondi.

Nata nel 1989, da una idea del velista malgascio Philippe Jeantot, la Vendée Globe segue la scia della Golden Globe Race che, nel 1968, diede il via alla prima navigazione intorno al mondo di questo tipo (dai tre capi Bonne Espérance, Leeuwin e Horn). “Globe”vuol dire mondo in francese perché il mondo è il suo campo di gara.

II tragitto prevede quindi la circumnavigazione dell’intero globo terrestre, lungo la famosa clipper route che vediamo in dettaglio nell’immagine sottostante (locandina ufficiale dell’evento). Partendo da Les Sables-d’Olonne le imbarcazioni scendono nell’Oceano Atlantico procedendo poi in direzione est lasciandosi a sinistra il Cape de Bonne Espérance (Sudafrica) e puntando verso l’Australia. Continuano in senso orario intorno all’Antartide passando al largo di Cape Leeuwin (Australia) e di Cape Horn (Cile) per rientrare infine nella cittadina francese di partenza.

Dalla descrizione del tragitto emerge chiaramente la difficoltà della regata, ma se ci aggiungiamo che deve essere fatta in solitaria, senza tappe e senza assistenza (pena l’esclusione), si può allora anche concordare con il sostantivo “folle” con il quale abbiamo voluto accompagnarla nel titolo. Folle perché a ogni edizione qualche skipper è costretto al ritiro (in quella attuale sono stati 8 su 33 partecipanti), per non voler citare gli incidenti mortali e altri tragici avvenimenti. Uno su tutti. Si disputava la terza edizione e più precisamente era il 7 gennaio 1997 quando, durante la gara, scomparve il velista canadese Gerry Roufs. Quel giorno il suo trasmettitore satellitare smise di dare segnale: era a 397 miglia a sud del “Punto Nemo”, uno dei luoghi più difficili da raggiungere sulla Terra, ovvero il punto (nell’oceano Pacifico) più lontano da qualsiasi terra emersa. Il giorno precedente (ormai fuori gara) Roufs aveva raccontato a un’altra velista di essere stato costretto a fermarsi a Città del Capo dopo essere stato colto da una tempesta dantesca con “onde alte come le Alpi”. Sette mesi dopo pezzi della sua imbarcazione furono ritrovati nelle coste del Cile. Ma del suo corpo nessuna traccia.

Durante questa nefasta terza edizione numerosi sono stati gli episodi avversi: alcuni velisti sono stati costretti a ritirarsi già nelle prime ore della gara (durante l’attraversamento della temuta Baia di Biscay), una imbarcazione ha colliso con un blocco di ghiaccio, altre hanno subito danni agli scafi e al timone e addirittura rovesciamenti a causa del maltempo. Tutti questi episodi fecero riflettere profondamente gli organizzatori della gara che decisero di inasprire le regole. Da quell’anno i velisti, per poter partecipare, oltre a dover dimostrare una solida esperienza in materia di navigazione (attraverso una precedente partecipazione a competizioni transoceaniche in solitaria o a una Vendée Globe), devono essere in possesso di idoneità a corsi di sopravvivenza e di pronto soccorso.

Quella che i velisti devono, infatti, affrontare è una prova durissima con se stessi, una importante sfida fisica oltre che tecnica. Ricordiamo infatti che si tratta di una gara in solitario, cioè nessuno oltre lo/la skipper e l’onnipresente “passeggera clandestina” (così i comandanti chiamano la paura) può salire sulla barca, eccezione fatta durante le operazioni di salvataggio di un’altra imbarcazione. Si è da soli in mezzo agli oceani, in balia di mare e vento, spesso fuori dalla portata di qualunque segnale telefonico, dove l’unica salvezza è rappresentata proprio dalle altre imbarcazioni in gara. È, inoltre, senza sosta: è ammesso solo il rientro a Les Sables-d’Olonne entro massimo 10 giorni dalla partenza per riparazioni. Ed è senza assistenza: ogni skipper deve fare affidamento solo alle proprie forze e capacità, usando le attrezzature messe a bordo prima della partenze per poter riparare eventuali danni allo scafo e alla sua persona. Proprio così, se subiscono infortuni devono essere capaci di intervenire da soli, avendo come unica assistenza quella in remoto del medico di gara Jean-Yves Chauve. Come ricorda lo stesso medico in una intervista del 2016 alla Gazzetta dello Sport “Le barche ora navigano a 80 km all’ora. Quando s’infilano in un’onda, nell’impatto la loro velocità scende d’un colpo di 30 anche di 50 km all’ora. Siamo passati dalla possibilità di piccole ferite, contusioni e traumi che ci si può procurare tra le pareti di casa alle lesioni di un grave incidente stradale”. Ricordiamo solo un episodio. Era l’edizione del 1993 quando il velista Bertrand de Broc venne colpito violentemente al volto dalla scotta della randa procurandosi una profonda ferita alla lingua dando inizio a una pericolosa emorragia. Con l’assistenza via radio del medico si ricucì da solo e continuò la gara.

Ma la sfida è anche psicologica. L’assenza di scali e la solitudine ne aumentano il coefficiente di difficoltà e la saldezza mentale ne è una variabile imprescindibile che segna la differenza tra un’avventura indimenticabile e un viaggio senza ritorno. Come ricorda Isabelle Autissier (leggendaria velista francese già salvata nel 1999 da Giovanni Soldini durante la terza tappa della Around Alone, da Auckland, in Nuova Zelanda, a Punta del Este, in Uruguay) in una intervista al Corriere della Sera nel 2008 “Laggiù non c’è sole, il mare è grigio, fa freddo, il vento soffia a 60 km all’ora e le onde possono raggiungere otto metri d’altezza. Laggiù ti senti lontanissimo dal resto del genere umano. Il Vendée è come guardare in faccia un fantasma per cento giorni. L’equilibrio è fondamentale”. Qualcuno tra i più appassionati ricorderà i singhiozzi disperati della giovane velista inglese Ellen Mac Arthur, provata psicologicamente dalla gara, trasmessi in diretta dalla BBC nel 2001. Grazie alle parole di conforto dei genitori proseguì la gara arrivando non solo in fondo, ma conquistando un eccezionale secondo posto.

La regata è anche una sfida climatica, una gara quotidiana con le condizioni meteorologiche in cui l’esperienza e l’intuito giocano un ruolo fondamentale. Durante il tragitto gli skipper devono saper affrontare anticicloni, aree di alta pressione apparentemente stabili (come le calme equatoriali dette “Doldrums” e le alte pressioni di Azzorre e Sant’Elena) e depressioni con fortissimi venti. Tutto un gioco di strategia per contrastare e/o sfruttare al meglio le alte e le basse pressioni, con traiettorie che nell’Atlantico sono perpendicolari alle perturbazioni, mentre nel Pacifico e nell’Indiano avvengono nelle stesse direzioni di spostamento dei sistemi meteorologici. Una prova impegnativa è senz’altro quella che gli skipper devono affrontare nella zona di convergenza inter-tropicale, dove le masse di aria calda e umida trasportate dagli Alisei si incontrano e generano forte instabilità, tra momenti di calma e burrasche. E poi, più le imbarcazioni vanno a sud, meno è la distanza che devono percorrere, più sono i rischi da affrontare. I mari sono sempre più gelidi, aumentano gli iceberg e le tempeste. Non a caso i 40° di latitudine sud sono conosciuti come i “40 ruggenti”, mentre i 50° come i “50 urlanti”. Se ci aggiungete che si è da soli, con cibo prevalentemente liofilizzato, con temperature gelide, senza possibilità di dormire in tranquillità, vedrete miscelati insieme gli ingredienti perfetti per una narrazione da alta tensione.

Anche le nuove regole imposte alle imbarcazioni dopo i vari incidenti sono molto rigide. Seppur alcune caratteristiche siano lasciate alla discrezione dei partecipanti, un pacchetto di regole impone ferrei parametri riguardanti lunghezza, pescaggio, stabilità, appendici, e norme di sicurezza. A titolo di esempio, tutte le imbarcazioni sono IMOCA 60 (cioè lunghe 18,28 metri) con pescaggio di 4,50 metri. La chiglia è standardizzata, e si può scegliere tra due alberi (classico o alare). Il numero di appendici e zavorre è limitato ma sono tutte dotate di foil, letteralmente ali attaccate allo scafo che garantiscono una maggiore portanza a velocità di planata, sufficienti a sollevare lo scafo completamente fuori dall’acqua, facendolo somigliare più ad astronavi che a imbarcazioni s.s. Grazie a queste appendici le barche possono raggiungere velocità fino a qualche anno fa impensabili (anche 30 nodi sottovento). Sono tutte dotate, inoltre, di strumentazioni altamente tecnologiche come autopiloti, radar, e chartplotter per navigare il più velocemente possibile, ma in piena sicurezza. Ben consapevoli, tuttavia, che il rischio zero non esiste.

La gara, studiata per affrontare i mari antartici durante l’estate australe, inizia in genere a Novembre e si conclude tra fine Gennaio e inizio Febbraio. Quest’anno i velisti hanno tentato di sfidare il record di 74 giorni, 3 ore e 35 minuti della precedente edizione, senza però riuscirci.

Ecco la classifica finale:

  • 1° classificato: Yannick Bestaven che ha fatto rientro nella cittadina francese alle 03:19:46 del 28 gennaio 2021 dopo una navigazione di 80 giorni, 13 ore, 59 minuti e 44 secondi. Ma, essendogli state abbonate 10 ore e 15 minuti per aver partecipato al salvataggio di Kevin Escoffier, i tempi ufficiali sono diventati 80 giorni, 3 ore, 44 minuti e 46 secondi;
  • 2° classificato: Charlie Dalin arrivato alle 19:35:47 del 27 gennaio dopo 80 giorni, 6 ore, 15 mimnuti e 47 secondi;
  • 3° classificato: Louis Burton arrivato alle 23:45:12 del 27 gennaio dopo 80 giorni, 10 ore, 25 minuti e 12 secondi.

Vogliamo infine ricordare l’italiano Giancarlo Pedote che si aggiudica l’ottavo posto in classifica arrivando il 28 gennaio alle 12:02:20 dopo 80 giorni, 22 ore, 42 minuti e 20 secondi di navigazione. A lui il primato di miglior italiano di sempre in questa competizione.

(Crediti immagine: www.vendeeglobe.org, foto di un tramonto a largo del Brasile di Giancarlo Pedote)

Giuliana Raffaelli

Laureata in Scienze Geologiche, ha acquisito il dottorato in Scienze della Terra all’Università di Urbino “Carlo Bo” con una tesi sui materiali lapidei utilizzati in architettura e sui loro problemi di conservazione. Si è poi specializzata nell’analisi dei materiali policristallini mediante tecniche di diffrazione di raggi X. Nel febbraio 2021 ha conseguito il Master in Giornalismo Scientifico all'Università Sapienza di Roma con lode e premio per la migliore tesi. La vocazione per la comunicazione della Scienza l’ha portata a partecipare a moltissime attività di divulgazione. Fino a quando è approdata sull’isola di Pantelleria. Per amore. Ed è stata una passione travolgente… per il blu del suo mare, per l’energia delle sue rocce, per l’ardore delle sue genti.

Pubblicità
Clicca per commentare

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cultura

Joe Bastianich e Salvatore Cutrera produrranno il vino in Sicilia

Barbara Conti

Pubblicato

il

Joe Bastianich e Salvatore Cutrera produrranno vino insieme

Cutrera e Bastianich produrranno insieme vino in Sicilia. Ora è ufficiale!

Salvatore Cutrera e Joe Bastianich produrranno insieme il vino in Sicilia e ora è ufficiale, sono stati loro stessi a darne notizia durante la serata dello scorso  21 luglio, alla Tenuta della famiglia Cutrera a Chiaramonte Gulfi, nel Ragusano 
Una stretta di mano ha sancito la collaborazione tra i due che sono amici da quasi 30 anni.

La famiglia Cutrera, famosa in tutto il mondo per la produzione di olio extravergine di oliva e che attualmente esporta in 55 Paesi al mondo, si avvicina al mondo del vino e lo farà insieme a Joe Bastianich, nell’area di Chiaramonte Gulfi. 

Joseph Bastianich, detto Joe, è il più temuto dei giudici di MasterChef, pioniere dell’importazione di vini pregiati negli Usa, imprenditore poliedrico del cibo e del vino. “restaurant man” – come egli stesso ama definirsi – di una trentina di insegne della ristorazione nel mondo, anima di Eataly Stati Uniti assieme al suo socio  Oscar Farinetti, (il grande assente della serata) oltre che personaggio tv, trader a Wall Street, musicista, e – da ultimo – naufrago, tra i più eccentrici, dell’Isola dei Famosi, punta a fare il vino in Sicilia

Ora la sua ultima fatica sarà produrre il vino nell’entroterra siciliano del Ragusano, a Chiaramonte Gulfi – in coppia con il più pragmatico Salvatore Cutrera, uno degli imprenditori olivicoli più conosciuti nel mondo. I Cutrera esportano in 55  Paesi e nella ricca provincia dell’oro verde producono olio da oltre un secolo. A loro si deve il boom della cultivar Tonda iblea.

La società: Cutrera@Bastianich nasce dall’unione delle due famiglie. Una chiocciola che vuole rendere l’idea del rapporto tra le due famiglie che si legano. La “strana coppia” come viene definita, ha già prodotto silenziosamente 5  etichette di Akrille

– “Abbiamo scelto Akrille, come il nome dell’insediamento greco che qui c’era nel 600 a.C. Poi arrivarono i romani, dopo ancora gli arabi. Questa terra è da sempre resiliente, ogni dominazione le è scivolata addosso e l’ha lasciata ancora più bella”.

Così ci racconta Joe, durante il Sicily Gourmet Experience 360°, la serata moderata dalla giornalista Gianna Bozzali

“Joe Bastinich è stato il mio primissimo cliente nel 1999 – ha raccontato Salvatore Cutrera – quando ancora le etichette erano stampate artigianalmente. Quando mi ha chiamato per la prima volta e mi ha detto chi era, ho riattaccato … non lo conoscevo e non sapevo nemmeno chi fosse
Da quel momento è nata una grande amicizia che ci ha portato a creare insieme questa società, noi due e le nostre famiglie”.

La nuova etichetta, Cutrera@Bastianich, verrà lanciata nel prossimo futuro, ora c’è solo l’ufficializzazione del progetto e l’obiettivo che, da ciò che trapela, è quello di lavorare i vitigni più tipici della storia vitivinicola siciliana.
I vini saranno prodotti solo da uve autoctone e andranno a ricercare i cloni più antichi e per il momento verranno prodotte cinque etichette: un Cerasuolo di Vittoria Docg, un Cerasuolo di Vittoria Docg Classico, un Frappato Doc Vittoria, un Nero d’Avola Doc Sicilia ed un Grillo Doc Sicilia.

La filosofia di questa azienda è basata sulla territorialità e le tradizioni. I vini saranno prodotti solo da uve autoctone e andranno a ricercare i cloni più antichi.

Leggi la notizia

Personaggi

Pantelleria – Summer 2024 con tanti eventi: “Voci dal Mediterraneo” e big come Raf e Alex Britti. Intervista a Pineda

Direttore

Pubblicato

il

Una estate ricca di eventi per i turisti ma non di meno per i panteschi, quella del 2024 che ci ha illustrato in una intervista la vicesindaco Adele Pineda, assessore con delega alla cultura e spettacolo

Il calendario degli eventi dell’estate pantesca si è aperto già da giugno, in occasione della festa di SS. Pietro e Paolo e fino ad ottobre sarà pieno pieno.
Ancora in questi ultimi giorni si sono aggiunte iniziative e progetti, a manifestare che a Pantelleria c’è sempre un sacco di cose da fare o cui assistere.
E stasera si dà il via ad una tre giorni di Festival Internazionale canoro “Voci dal Mediterraneo”

Ma ci siamo fatti spiegare questa stagione, dalla diretta regista, l’assessore Adele Pineda.

Assessore, abbiamo quest’anno una locandina piena molto ricca di eventi di livello, per i panteschi e per i turisti, e poi ci sono le punte di diamante. Può illustrarci a cosa assisteremo  quest’estate? “Come diceva, è un calendario molto ricco che cerca di andare incontro a tutte le aspettative. Abbiamo così: serate musicali, sagre, premiazioni. Ma abbiamo anche i big: Alex Britti e Raf.
Nella scelta dei grandi personaggi avevamo una rosa di nomi, ma poi la scelta si è fatta in base a chi avesse piacere a venire sull’isola e per dei cachet ragionevoli.”

Diciamo che la stagione è già partita da qualche tempo, abbiamo già il polso, come si usa dire adesso, un feedback di consensi? “Per quanto abbiamo avuto modo di vedere, dalla pubblicazione del calendario, mi pare ci siano stati giudizi positivi. 
Ma la programmazione è molto ricca e con gli eventi arriveremo fino ad ottobre con la famosa festa del Patrono, San Fortunato. 
Stiamo aggiungendo qualche altro evento, fuori calendario, perchè le richieste sono state presentate dopo la pubblicazione. Intanto stiamo organizzando per questi grandi eventi, che porteranno, specie a Pantelleria centro, molti panteschi e forestieri e speriamo anche turisti, attratti magari dai nomi altisonanti.”

Così a Pantelleria avremo Britti e Raf? “Esatto, sono due nomi molto interessanti. Entrambi, peraltro, sono in tournee e hanno aggiunto la tappa di Pantelleria nel loro palinsesto.
Questa per l’isola è una forma di promozione importante, l’auspicio è che i fans dei cantanti seguano i loro beniamini sull’isola per assistere al concerto e possano rendersi conto di quanto Pantelleria offra.”

Ma lei ha avuto modo di parlare con questi artisti? L’idea di venire ad esibirsi in un avamposto dell’Italia, singolare per molti profili, come è stata accolta? “Io non ho avuto modo ancora di sentirli personalmente, ma posso dire che, sin da quando è stata ventilata questa possibilità, è arrivata una conferma immediata da parte loro. E, considerando il numero di concerti che ciascuno terrà durante questa estate, non sarà sicuramente per motivi di aggiunta di serate e quindi economici. 
Credo, anzi, che Pantelleria possa risultare estremamente attrattiva.
Io mi auguro che sia Raf che Alex Britti possano apprezzare le tante bellezze che l’isola offre e magari tornare da turisti.”

Che tipo di lavoro richiede l’arrivo di questi big sull’isola e gli eventi in genere di quest’anno? “Stiamo ottemperando a tutto con molto impegno sia per la serata del concerto in sè, sia per i servizi per offrire loro la possibilità di esibirsi al meglio. 
Dietro un concerto o un altro evento c’è una organizzazione mastodontica fatta di luci, di audio, di piano sicurezza. Tutto questo vede coinvolti l’assessore, gli uffici, il personale, ma anche spesso le nostre associazioni, che noi supportiamo economicamente, ma che si prodigano senza risparmio di energie per il successo di un evento.”

Quindi, allo stato attuale, tutto procede come da lei auspicato? “Io sono molto soddisfatta di come stiamo procedendo e del riscontro che sta avendo la programmazione estiva. 
Spero che i miei concittadini e gli ospiti dell’isola gradiscano questa estate pantesca, già abbondantemente iniziata con la Festa di SS. Pietro e Paolo, ripresa dopo tantissimi anni…”

Beh, quella festa è stata davvero un grande successo… “Si e ci tenevamo molto ed è una cosa cui abbiamo lavorato molto, grazia anche all’associazione “La Mulattiera” che si è occupata dell’organizzazione. Ma sono tante le realtà cui rivolgere ringraziamenti a Pantelleria, come l’aeronautica del nostro distaccamento, sempre disponibile per la realizzazione di eventi.

Assessore, ma una ultima battuta me la deve concedere per il Festival “Voci dal Mediterraneo” che inizia stasera. L’Art Director Massimo Galfano ha scelto Pantelleria come “teatro” per la sua tre giorni canora. Come ha accolto, lei, questa notizia? “Si parte stasera. Saranno tre serate importanti, nelle quali si  esibiranno diversi artisti che hanno superato le selezioni ma avremo anche diversi ospiti famosi, come per esempio per dirne uno, il figlio di Toto Cotugno. 
Questo festival è stato una scommessa che ho voluto fare, nel momento in cui ho cominciato ad avere contatti con Galfano, che mi ha prospettato delle idee, tra cui il festival.

Lo abbiamo definito internazionale sia per  la partecipazione di talenti stranieri sia per l’interesse suscitato in alcune radio estere come quella svizzera, quella polacca. Infine perchè i vincitori parteciperanno ad una manifestazione che si svolgerà in Polonia.
Questo è un modo di portare Pantelleria e promuoverla in altri luoghi e contesti.”

Insomma si sta lavorando anche perchè si sappia che Pantelleria non è solo un’attrattiva naturalistica e gastronomica, ma qui stiamo facendo arte, con musica, spettacolo, mostre, poesie.

La nostra isola è dunque una vetrina vincente sotto molti aspetti tutti di gran valore.

Leggi la notizia

Cultura

Pantelleria: uscito il calendario degli eventi culturali estivi dell’UNIPANT

Redazione

Pubblicato

il

Dai seminari esperenziali alle visite guidate, dalle presentazioni dei libri a uno speciale concerto per le donne, fino all’OPEN DAY del Maestro Cossyro dedicato ai talenti artistici panteschi e al viaggio a Londra, un’estate che arriva fino a ottobre all’insegna della cultura

È finalmente pronto il calendario estivo degli eventi culturali dell’UNIPANT, Università Popolare di Pantelleria, con il Patrocinio non oneroso del Comune di Pantelleria.

Si tratta di un calendario ricco di eventi tra agosto e settembre, che si concluderà con il viaggio a Londra di ottobre. Da novembre, poi, inizierà il nuovo Anno Accademico 2024-25.

Ecco in dettaglio gli appuntamenti culturali estivi:

·  3 agosto, dalle ore 17.00 in poi: Seminario Esperenziale di Astronomia “E le stelle stanno a guardare” presso A Cevusa Bianca, Via San Vito, 15, Contrada San Vito e Kuddia Mida.

· Dal 19 al 25 agosto, dalle ore 18.00: Seminario Esperenziale “Energie in trasformazione” a cura di Anghelos Centro Studi sulla Comunicazione, Creatori della Vita, Università Popolare di Pantelleria, presso varie sedi in Pantelleria

· 21 agosto, ore 21.00: Concerto acustico “DONNA NON VUOL DIRE DANNO” a cura di Giorgia Renosto e Dario Spezia presso il Giardino Pantesco della Cantina D’Ancona, Strada Panoramica

· 25 agosto, ore 21.00: Proiezione del documentario di Franca Maria Impallari “AMARE NELL’ONDA DEL RISVEGLIO: PERCHÈ SIAMO QUI?” Ingresso libero su prenotazione presso A Cevusa Bianca, Via San Vito, 15, Contrada San Vito

· 26 agosto, dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00: OPEN DAY D’ARTE CON IL MAESTRO COSSYRO. Il Maestro è a disposizione per esaminare e consigliare gli artisti che vorranno mostrargli le loro opere e il loro lavoro, presso l’Aula Conferenze della Scuola Elementare, ingresso Via Dante. Prenotazione obbligatoria.

· 30 agosto, ore 18.00: Presentazione del libro di Laura Boggero “LE REGINE DI FERRO” Francesca Marrucci intervista l’Autrice, Presso Home Restaurant Scacciapensieri da Cicci, Via dei Maneggi

· 8 settembre dalle ore 9.30: Alla scoperta della Pantelleria Militare, Visita guidata con la guida di Carmine Acierno al Cimitero Militare e alle postazioni militari di Piana della Ghirlanda. Prenotazione obbligatoria

· 9 settembre, ore 17.00: Chiusura Laboratorio di Giornalismo con presentazione lavori e intervista pubblica a Italo Cucci presso l’Aula Consiliare

· 28 settembre, ore 18.00: Presentazione del libro di Valentina Belvisi “RINASCO PER TE” Francesca Marrucci intervista l’Autrice, in collaborazione con gli Assessori alla Cultura e Pari Opportunità e i Servizi Sociali del Comune di Pantelleria, presso il Castello

·  16-21 ottobre: Viaggio a Londra, con partenze da Pantelleria, Palermo e Roma.

Sul sito www.unipant.it è stata creata un’apposita sezione dove si possono trovare i dettegli sui singoli eventi e gli eventuali metodi di prenotazione. Consigliamo di prenotarsi per tempo perché gli appuntamenti sono a numero chiuso, ma aperti a tutti, anche a chi non è socio.

Per il viaggio a Londra, che si terrà dal 16 al 21 ottobre 2024, sarà disponibile dalla prossima settimana la sezione dedicata, sempre sul sito, e la brochure scaricabile con i dettagli. Il viaggio è riservato ai soci, ma ci si potrà associare contestualmente all’iscrizione allo stesso.

Leggi la notizia

Seguici su Facebook!

Cronaca

Cultura

Politica

Meteo

In tendenza