Sociale
Codici: il dramma quotidiano dei padri separati, ecco perché non bisogna restare in silenzio
Una giornata triste e dolorosa, che deve essere celebrata per non dimenticare. È quella del 7 aprile, dedicata alla memoria dei padri separati che si sono tolti la vita. La scelta della data rimanda al giorno in cui nel 1996 un papà valdostano, Antonio Sonatore, si diede fuoco di fronte al Tribunale di Aosta. Da tempo protestava per la decisione dei giudici di permettergli di vedere la figlia solo una volta al mese. Una tragedia che l’associazione Codici ricorda sottolineando come la questione dei padri separati sia tuttora irrisolta e sempre più grave.
“Quel gesto estremo e drammatico non può e non deve essere dimenticato – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, perché significherebbe dimenticare tutti quei padri separati che ancora oggi soffrono e lottano per ottenere il rispetto di diritti che i giudici spesso ignorano. Sono passati tanti anni da quel 7 aprile, ma la situazione non è certo migliorata. Poche settimane fa a Torino, in occasione della Festa del Papà, un 56enne ha organizzato un sit-in davanti al Tribunale per raccontare il suo caso, quello di un padre separato che ha incontrato l’ultima volta la figlia di 5 anni a novembre perché la madre gli impedisce di vederla nonostante la decisione dei giudici. Sono storie all’ordine del giorno, sono situazioni sempre più frequenti. Così come sono sempre più numerosi i padri separati nella categoria dei cosiddetti ‘nuovi poveri’. Questo accade perché nei casi di separazione vengono puntualmente ridotti ad un bancomat per pagare le spese di mantenimento. Ci sono diverse problematiche da affrontare e risolvere. Pensiamo alla bigenitorialità, un tema tanto sbandierato ma che in realtà è poco più di uno slogan, oppure, andando sul concreto dei provvedimenti, al collocamento dei figli, che si lega alla questione della casa. Non sono dettagli, ma questioni cruciali, perché ci sono padri separati che finiscono a dormire in auto perché non hanno i soldi per permettersi un affitto e questo si ripercuote sui figli, che magari riescono a vedere in un centro commerciale non avendo un posto accogliente dove ospitarli. Sono situazioni inaccettabili e, sinceramente, è sconfortante il fatto che si parli ancora così poco dei padri separati. È una realtà che non può essere ignorata, merita attenzione, anche per evitare gesti estremi e disperati”.
L’associazione Codici è impegnata da anni con la campagna “Voglio papà” in un’attività di assistenza dei padri separati in difficoltà. È possibile richiedere informazioni al numero 065571996 o all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.
Sociale
Io sono Elisa: due giorni di memoria e responsabilità chiudono il mese contro la violenza di genere
Canicattini Bagni / Avola – Le due giornate dell’iniziativa “Io sono Elisa”, svoltesi il 28 novembre a Canicattini Bagni e il 29 novembre ad Avola, hanno rappresentato un momento di intensa partecipazione collettiva, chiudendo simbolicamente il mese dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne. 
Un percorso che ha lasciato nei territori tre segni concreti: tre targhe commemorative destinate a custodire nel tempo la memoria di Elisa Claps e a trasformarla in un messaggio permanente di non violenza.
L’evento è stato organizzato dalla Galleria EtnoAntropologica, in collaborazione con il Presidio HONOS di Canicattini Bagni, il Comune di Avola, con il sostegno diretto dei Centri antiviolenza Work in Progress (Canicattini Bagni) e Doride (Avola)e le comunità scolastiche canicattinesi che hanno dimostrato una grande partecipazione ed operatività nell’accoglienza e nel risultato conoscitivo del caso Claps.
Una sinergia fortemente radicata nel territorio, che ha unito istituzioni, scuole, forze dell’ordine e realtà sociali in un percorso comune di memoria, responsabilità e cittadinanza attiva. A Canicattini Bagni, due targhe sono state posate presso il Liceo “Leonardo Da Vinci” e l’Istituto Comprensivo “Verga”, luoghi centrali della formazione giovanile. La loro collocazione all’interno delle scuole è un gesto che supera la dimensione commemorativa: è un invito quotidiano alla riflessione, al rispetto e alla consapevolezza civile.
Le dirigenti Rita Spada e Clorinda Coppa hanno sostenuto con convinzione questo percorso, inserendo la memoria di Elisa nel cuore dei progetti educativi.
Fondamentale è stata la partecipazione delle forze dell’ordine – Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri – e di tutte le istituzioni sociali operative nel territorio, che con la loro presenza hanno testimoniato una collaborazione solida e determinata. Una rete che rappresenta la forza della comunità quando sceglie di agire insieme, con responsabilità e fermezza, nel contrasto al femminicidio e nella costruzione di un’autentica cittadinanza attiva. 
Il 29 novembre, ad Avola, la terza targa è stata posata presso il Centro antiviolenza Doride, luogo in cui la memoria trova una collocazione profondamente simbolica.
Qui, la targa dedicata a Elisa diventa luce e testimonianza proprio lì dove la violenza viene affrontata quotidianamente con professionalità e cura.
Un gesto voluto dal Comune di Avola e dalla sua Sindaca Rossana Cannata, che hanno scelto di intrecciare la memoria di Elisa con il lavoro prezioso svolto dal Centro Doride.
Il Centro antiviolenza Work in Progress di Canicattini Bagni ha ugualmente contribuito alla realizzazione dell’iniziativa, rafforzando il messaggio delle due giornate e ampliando la rete territoriale di protezione e sostegno.
La Presidente della Galleria EtnoAntropologica, Laura Liistro, ha ricordato come le targhe non siano semplici simboli, ma punti di riflessione permanente, capaci di mantenere viva la memoria di Elisa nel tempo e di trasformarla in un faro per la costruzione di una cultura della non violenza. La presenza della famiglia Claps, di Mariagrazia Zaccagnino, del giornalista Angelo Barraco e della forza luminosa di mamma Filomena ha dato alle due giornate una profondità emotiva intensa, trasformando il ricordo in un abbraccio collettivo.
Tre targhe. Tre luoghi.
Due giorni di memoria e responsabilità chiudono il mese contro la violenza di genere responsabilità condivisa:
fare in modo che il nome di Elisa continui a illuminare il cammino contro la violenza sulle donne perché la memoria non si posa: cammina.
E finché cammineremo insieme, la luce di Elisa continuerà a guidarci.
Sociale
Pantelleria – Violenza donne, tra Cinema e Circolo San Gaetano “3 panchine del rispetto”
Il 25 novembre 2025, nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è stato completato il progetto “Le panchine del rispetto”.
Una collaborazione nata dall’impegno condiviso dell’ASD Scauri, del consigliere Valenza e dell’assessore Culoma, che hanno scelto di unire energie per lasciare alla comunità un segno chiaro di sensibilizzazione.
Davanti al cine-teatro San Gaetano e al Circolo sono state rinnovate tre panchine. Due sono diventate rosse, colore che richiama il contrasto alla violenza sulle donne; la terza è stata dipinta di bianco, a rappresentare la pace e il rifiuto di ogni forma di violenza.
Su ognuna è stata collocata una frase dedicata ai valori del rispetto, della dignità e della parità tra le persone.
Un gesto semplice, condiviso e visibile, che invita a fermarsi e riflettere.
Foto a cura di Clara Garsia
Sociale
Pantelleria sede di incontro tra Caritas diocesana Fonsdzione San Vito e animatori parrocchiali
Nei giorni scorsi si è tenuta una reunion tra Caritas diocesana con la sua direttrice, suor Chiara Seno, il presidente della Fondazione San Vito Onlus,, Vito Puccio, e gli animatori della Caritas parrocchiale di Pantelleria.

Negli accoglienti ambienti della parrocchia della Chiesa Madre Ss Salvatore, l’incontro verteva sulla conoscenza degli stessi animatori e delle esigenze della comunità da parte di Suor Chiara.
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