Salute
Codici: gli influencer devono fare attenzione ai post sulle sigarette elettroniche, di mezzo c’è la salute dei consumatori

Non si ferma l’azione intrapresa dall’associazione Codici per tutelare i consumatori nel settore delle sigarette elettroniche, particolarmente delicato per via delle conseguenze sul piano della salute. Dopo aver ottenuto una vittoria contro Philip Morris Italia Srl e Smart Evolution Trading Spa per la pubblicità di alcuni prodotti, ora è stata avviata un’iniziativa legale nei confronti di Imperial Brands Italia Srl e Fontem Ventures Bv.
“Abbiamo depositato presso il Tribunale di Roma – afferma l’avvocato Marcello Padovani, legale di Codici – un ricorso per ottenere lo stop della campagna pubblicitaria promossa dalle due società ai fini della promozione di sigarette elettroniche e dei relativi contenitori liquidi di ricarica. Nello specifico il riferimento è alla sigaretta elettronica MyBlu ed ai dispositivi di ricarica Liquidpods. A nostro avviso, è in atto una condotta illegittima. La normativa vigente, infatti, vieta la veicolazione di qualsiasi comunicazione commerciale che abbia lo scopo, o comunque l’effetto, di promuovere questi prodotti. Abbiamo già ottenuto due vittorie in aula in tal senso. La strada, dunque, è tracciata ed inequivocabile. Continueremo a batterci contro questo tipo di pubblicità per tutelare la salute dei consumatori”.
“Ai messaggi pubblicitari, alle offerte ed alle promozione – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, in questo caso si aggiunge il ruolo degli influencer. Ci riferiamo, nello specifico, a Giulia Salemi e Pasquale Napoletano. Nella sua pagina Instagram, Salemi compare in tre post di alcuni anni fa in cui fuma una sigaretta elettronica indossando una borsa ed un orologio di marca, il tutto con tag riconducibili alle due società ed al prodotto MyBlu. Vale la pena di sottolineare la portata di messaggi simili, considerando che Salemi ha circa 1,9 milioni di follower. Sono circa 364mila, invece, i follower del profilo in cui Napoletano, in un post, vanta la comodità e la potenza della sua sigaretta elettronica, anche qui con tanto di tag riferiti alle due società ed al prodotto MyBlu. Vogliamo lanciare un appello ai due influencer, che vale ovviamente per tutti quelli che, come loro, pubblicano post del genere sui social: tanti consumatori si fidano dei loro consigli, seguono le loro indicazioni, cercano di emularli. E molti di questi utenti sono giovanissimi. Bisogna, dunque, fare attenzione ai messaggi che si mandano, soprattutto quando di mezzo ci sono prodotti che hanno ripercussioni sulla salute dei consumatori, come le sigarette elettroniche”.
Salute
Pantelleria, un’isola senza nascite. Dal 2018 non più un pantesco, etnia destinata all’estinzione

Pantelleria senza punto nascita attivo dal 2018.
Sotto la voce “nati” del registro dell’Anagrafe solo marsalesi e trapanesi. La proposta Mustacciuoli
E’ solo un lontano ricordo recarsi all’ospedale di Pantelleria e poter partorire.
La vicenda inizia nel 2012, quando il Punto Nascita viene chiuso e già da qui i panteschi non sono stati in silenzio.
Dal 2012 al 2018 ci sono state delle aperture transitorie del punto nascita, registrando alcune nascite avvenute sull’isola ma solo in determinati periodi. Ci troviamo di fronte a una situazione poco chiara che colpisce Pantelleria da tanti anni, troppi. E non finisce qui.
Tutto si complica nel 2019, in seguito al D.A. della Regione Siciliana che, in forza di quanto disposto dal D.M. Balduzzi 2/04/2015 n. 70, stabilisce la chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti all’anno. Poco dopo arriva la pandemia, complicando ancora di più la vita delle neo mamme pantesche: un’emergenza nell’emergenza.
Per aiutare le gestanti, la regione Sicilia versa loro un contributo, ma a parto compiuto. Anche questo aspetto ci lascia molti dubbi e perplessità.
Le neo mamme devono avere le disponibilità economiche per completare la loro gravidanza, dovendo trasferirsi fuori dall’isola tra Marsala, Mazara del Vallo, Trapani e anche Palermo; dovendo soggiornare almeno da 20 giorni prima della scadenza della gravidanza.
La donna in gravidanza può prendere un aereo e raggiungere la terraferma in circa 30 minuti, oppure può prendere la nave, un mezzo di trasporto solo apparentemente più economico. Basti pensare alla durata del viaggio, sei lunghe ore, e diventa ancora più oneroso se la futura mamma ha bisogno di portare con sé la macchina.
La voce dei panteschi

In prima linea troviamo il comitato “Pantelleria Vuole Nascere“, un gruppo sociale che chiede il riconoscimento del diritto di nascere a Pantelleria, molto attivo per la conquista di un diritto che ci viene negato. Tra le varie iniziative, ricordiamo il sit-in svolto davanti l’ospedale, iniziato il 2 settembre 2020 per denunciare la sospensione delle attività della sala parto. Proprio in questo periodo lanciano lo slogan #perilmiopartoiononparto, poi diventato manifesto del gruppo.

Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Spata, l’attuale assessore Massimo Bonì e alcuni panteschi di Aprilia
Non solo cittadini comuni, ma anche i personaggi politici dell’isola hanno espresso la loro voce. Pensiamo a Giuseppe Spata, ex Presidente del Consiglio Comunale di Pantelleria, presente a una manifestazione svoltasi sei anni fa a Roma. Ricordiamo anche l’ex sindaco di Pantelleria, Vincenzo Campo, che nel 2020 si recò davanti l’ospedale e iniziò uno sciopero della fame come segno di protesta.

L’allora sindaco Campo, vice Caldo e Vallini, in sciopero della fame davanti il presidio ospedaliero di Pantelleria
Un diritto negato
Si pensi a una donna pantesca in gravidanza con un figlio piccolo di cinque anni. È costretta ad andarsene per mettere al mondo un’altra vita. Decide di prendere l’aereo. Valigie in macchina e direzione aeroporto. Ultimi abbracci con i familiari e poi il bambino domanda: “mamma, perché vai via?” E lei prova a dire qualcosa, ma come puoi spiegarlo? Ultimi abbracci (adesso ultimi per davvero) e via. La mamma fa i controlli e sale sull’aereo. Probabilmente è sola, perché i familiari e gli amici non possono assentarsi per un mese dal lavoro, o forse no, magari qualcuno è riuscito a partire con lei anche solo per qualche giorno. Posto 10 A, si siede. Gli assistenti di volo iniziano a dire le solite cose, ma oggi non li ascolta. L’aereo parte,ma l’occhio cade giù e vede Pantelleria. Inevitabilmente, non può fare a meno di immaginare un punto nascita attivo. Così si perde tra i suoi pensieri: pensa alle più fortunate, alle donne che possono partorire nel luogo in cui vivono, affiancate dalle persone più care. Pensa un po’, possono anche continuare a vivere normalmente, come sempre, senza trasferirsi in un’altra città.Così continua il viaggio in aereo, un viaggio breve, ma ricco di emozioni e riflessioni. Atterra a Trapani, ma non vede l’ora di tornare a Pantelleria, con il bimbo o bimba tra le braccia. Inizia a immaginare gli occhi felici della sua famiglia che, come da tradizione, si chiederanno: “a cu somigghia?”
In queste condizioni è plausibile pensare che molte donne evitino di rimanere incinta e pensare a metter su famiglia, per le troppe complicazioni che una maternità comporta.
Pantelleria ha il compito di impegnarsi affinché le donne possano vivere il lieto evento della nascita nella terra che amano e in cui vivono.
Proposta di legge di Mustacciuoli
Nella nostra isola è sempre acceso l’interesse per questo tema, come dimostra, in ultimo in termini di tempo, una proposta di legge promossa da Aurelio Mustacciuoli, residente pantesco attivo nelle varie problematiche dell’isola, e Filippo Panseca, artista da poco scomparso e molto legato a Pantelleria.
L’iniziativa nasce per permettere ai figli di genitori residenti sull’isola di essere registrati come nati a Pantelleria, nonostante il parto avvenga altrove. Sembra una proposta ragionevole, considerando che la nostra isola riprenderebbe a registrare nascite, un’isola la cui popolazione è caratterizzata sempre più da anziani.
Salute
Mazara, all’Ospedale Ajello il primo ambulatorio pubblico di medicina dello sport della provincia di Trapani

Nasce all’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo il primo ambulatorio pubblico ospedaliero di medicina dello sport della provincia di Trapani
L’ambulatorio, che sarà inaugurato il prossimo mese, è ubicato all’interno dell’Unità operativa UTIC con Cardiologia del presidio sanitario e offrirà servizi mirati per coloro che svolgono attività sportiva in maniera agonistica, ma anche non agonistica. L’ambulatorio si avvarrà dell’apporto di Stefano Saladino, cardiologo in servizio al reparto e specialista in medicina dello sport.
“Con l’ambulatorio ospedaliero di medicina dello sport- spiega il direttore generale dell’Asp Trapani Ferdinando Croce – potenziamo e rendiamo più innovativa l’offerta sanitaria territoriale, attraverso un approccio integrato tra due branche della medicina, che punta non solo a curare ma a prevenire alcune patologie, con un particolare riguardo alla salute cardiovascolare dei giovani atleti e di tutti coloro che praticano attività fisica in modo regolare”.
Controlli regolari e approfonditi infatti consentono di individuare precocemente fattori di rischio e condizioni asintomatiche negli atleti.
“Ringrazio il direttore generale – dice Michele Gabriele, primario del reparto di Cardiologia- per la sensibilità, la disponibilità e la determinazione con cui ha voluto che ripartisse un servizio così importante. Vogliamo offrire una medicina dello sport moderna, in linea con le ultime linee guida nazionali ed internazionali, che vada ben oltre la semplice certificazione per la pratica sportiva agonistica, promuovendo la prevenzione e diffondendo una cultura della salute”.
Le visite per l’ambulatorio di #medicinadellosport possono essere prenotate attraverso il CUP, Centro unico prenotazioni. Importante sottolineare che per i minorenni, la visita per l’idoneità sportiva sarà gratuita, in quanto rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Inoltre il direttore generale dell’ASP ha emanato un bando a tempo indeterminato, per un posto di dirigente medico, specialista in Medicina dello sport, per coprire il profilo rimasto vacante dopo il pensionamento dello specialista in servizio alla Cittadella della Salute di Erice. Le domande entro il 6 marzo p.v. tramite il sito internet aziendale.
Cronaca
Sanità Sicilia, UGL: “Selvaggia aggressione a Palermo ad un equipaggio del 118. Istituzioni si costituiscano parti civili contro i violenti”

“Ancora un’aggressione perpetrata con una violenza inaudita ai danni del personale sanitario. È quanto avvenuto a Palermo dove due membri dell’equipaggio di un’autoambulanza che stavano cercando di rianimare un cittadino sono stati colpiti con calci e pugni da due parenti dell’assistito. Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha fermato la furia selvaggia degli aggressori. E’ evidente come tutti gli strumenti, legislativi e di prevenzione, fin qui utilizzati non riescano a porre freno a una escalation di violenza contro gli operatori che sembra inarrestabile.
“L’errata percezione dei cittadini è che i professionisti della sanità impegnati quotidianamente siano nemici o comunque in qualche modo complici di un sistema di assistenza, regionale e nazionale, ormai al collasso.
“Chiediamo che per l’episodio specifico di Palermo vengano applicate le recenti norme che prevedono sanzioni più dure per chi commette violenza verso gli operatori sanitari. E nello specifico che le istituzioni si costituiscano parte civile nei procedimenti giudiziari a tutela dei lavoratori del 118 aggrediti. Rimanere inermi o limitarsi a stigmatizzare l’accaduto non serve. Bisogna far sentire agli operatori lo sforzo comune per garantire loro la massima sicurezza” dichiarano in una nota congiunta Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute e Coordinatore Nazionale dell’emergenza-urgenza UGL Salute.
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