Sociale
Catania, il Banco Alimentare della Sicilia in campo per chi soffre la fame

“La festa di Sant’Agata ci deve portare sempre a diventare migliori, uomini e donne di fede e pieni di devozione verso la nostra Santa ma non dobbiamo dimenticare che c’è un’altra virtù da accompagnare alla fede e che esprime bene cos’è la fede, la Carità. La Carità la si può esprimere in tanti modi, con l’elemosina, ad esempio, o con la partecipazione alla Colletta Alimentare, ma c’è anche una maniera moderna ed è quella di combattere lo spreco alimentare. Risparmiare. Mettere da parte. Far sì che non si sprechi tanto cibo che potrebbe essere utilizzato da noi e condiviso, se condiviso in tempo, con altri. Ricordiamo che anche questa è Carità, non sprecare i nostri alimenti per nutrire i nostri fratelli più poveri e per non sciupare i doni che Dio ha dato al nostro pianeta”.
Le parole, pronunciate in Cattedrale, da S.E. Mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania, hanno aperto la S. Messa di Ringraziamento per quanto raccolto durante la XXVI Giornata Nazionale della Colletta Alimentare promossa dal Banco Alimentare della Sicilia ODV.
Non era facile intravedere la visione di una Carità moderna eppure Mons. Renna è riuscito a trovare il senso più alto alla lotta contro lo spreco alimentare per il quale è stata istituita, da 10 anni, la Giornata Nazionale di Prevenzione che ricorre proprio il 5 febbraio. Lo stesso giorno in cui Catania celebra “Sant’Agata, esempio, lei per prima, di carità e fortezza” precisa, mentre officia la Santa Messa di ringraziamento, S.E. Mons. Raspanti, Arcivescovo di Acireale e presidente della Conferenza Episcopale Siciliana: «Dobbiamo essere grati a tutta quella brava gente – prosegue – che si è prestata per la Colletta, non solo per la quantità raccolta – già di per sé considerevole – ma per l’esempio che si dà, la generosità che si stimola, la fraternità che si genera. Il valore, oltre quello materiale, è davvero spirituale e fraterno. Per questo sono grato al Banco Alimentare che ogni anno mobilita così tante persone e riesce a fare così tanto bene e del quale beneficiano, tutto l’anno, le parrocchie e le comunità».
La Colletta Alimentare mobilita migliaia di volontari, in Italia e in Sicilia, ma l’aiuto e l’impegno della Rete Banco Alimentare, continua ogni giorno dell’anno per aiutare chi si trova, anche per una situazione contingente, in difficoltà e non riesce a procurare il cibo per sé e per i propri figli. Ci vuole forza anche a chiedere aiuto.
Ecco perché ringraziare per quanto raccolto è importante e la “Colletta Alimentare è il gesto di carità più partecipato d’Italia – spiega Pietro Maugeri, presidente del Banco Alimentare della Sicilia ODV – ma anche quello che ci ha permesso di raccogliere più di 400 tonnellate di cibo in Sicilia e continuare ad aiutare, ogni giorno, più di 260mila siciliani grazie all’impegno di 700 strutture caritative che sono convenzionate con noi. Ma sono felice che proprio il 5 febbraio, oltre a onorare la nostra Patrona, Sant’Agata, alla quale affidiamo le più intime preghiere, si celebra la Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, un tema centrale nelle nostre azioni perché ci permette di dialogare con la grande distribuzione e la ristorazione per incrementare la quantità di cibo da donare alle strutture caritative e di porre maggiore attenzione al nostro pianeta salvaguardando l’ambiente”.
Un impegno importante, quello della lotta allo spreco, che nel 2022 ha permesso al Banco Alimentare della Sicilia ODV di recuperare 2.276.693,27 kg di cibo che è stato salvato e immediatamente distribuito a chi ne ha bisogno. Contribuendo così anche alla riduzione delle emissioni di CO2. Un valore non da poco se si pensa che dall’ultima indagine elaborata da Openpolis – Con i Bambini su dati Istat la Sicilia è in testa tra le regioni italiane per numero di bambini e ragazzi che non consumano almeno un pasto proteico al giorno. La percentuale si attesta all’8,4 per cento. Al secondo posto, con ben tre punti di scarto, c’è la Campania. La media nazionale è del 2,8 per cento.
A livello nazionale, sempre nel 2022, Banco Alimentare stima di avere distribuito 110.000 tonnellate di cibo, di cui t 42.500 salvate dallo spreco che equivalgono a 92.225 tonnellate di CO2 evitate. L’opera del Banco Alimentare contribuisce ad uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU: il GOAL 12.3, che auspica il dimezzamento entro il 2030 dello spreco alimentare sul nostro pianeta.
Sociale
Cibo cotto e non somministrato, enti del trapanese in sinergia per distribuzione a persone indigenti

Il recupero degli alimenti prodotti nel punto cottura del presidio ospedaliero di Salemi, e non somministrati, e l’erogazione come pasti gratuiti a cittadini che si trovano in situazione di fragilità socio-economica.
E’ questo il frutto di un accordo di collaborazione tra l’ASP di Trapani, il Comune di Salemi e la Fondazione San Vito Onlus, per la realizzazione di questo progetto di recupero degli alimenti prodotti e la loro distribuzione a fini di solidarietà sociale, siglato oggi dal direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria, Danilo Palazzolo, dal sindaco della cittadina belicina, Vito Scalisi, e dal presidente della fondazione, Vito Puccio.
Il progetto pilota, autorizzato con delibera del Commissario straordinario dell’ASP Sabrina Pulvirenti, di durata annuale, prevede il recupero dei pasti in esubero, prodotti presso il punto cottura dell’ospedale di Salemi, da destinare a soggetti bisognosi di assistenza economica, individuati dai Servizi sociali del comune.
Nel punto cottura, gestito da una ditta esterna, vengono preparati tutti i pasti destinati ai pazienti, oltre del presidio di Salemi, anche per gli ospedali di Alcamo, Marsala, Castelvetrano e Mazara del Vallo.
Con la supervisione della U.O.C. Igiene degli alimenti e della nutrizione, diretta da Sebastiano Corso, gli alimenti non consumati verranno ritirati da volontari della Fondazione, formati dall’ASP, Fondazione che provvederà alla distribuzione degli alimenti in favore dei cittadini beneficiari, sia presso la sede che direttamente a domicilio.
“Si tratta – commenta il Commissario straordinario – di una lodevole iniziativa di recupero e redistribuzione degli alimenti, che evita gli sprechi di cibo da un lato, e dall’altro sostiene famiglie che si trovano in situazioni di indigenza”.
La somministrazione partirà già dal mese di ottobre, e inizialmente sono stati già individuati una decina di nuclei familiari.
In copertina immagine da facebook
Cultura
Divieto dei cellulari a scuola, le reazioni degli studenti di Pantelleria

Sul non uso dei telefoni in classe: interviste a Filippo Maccotta e Emanuele Pinna
Tra le diverse novità che interessano il mondo scolastico, dal 15 settembre 2025 per la Regione Siciliana, tra i banchi delle scuole di ogni ordine e grado è vietato l’utilizzo cellulare.
Figli e famiglie sono divisi: c’è chi la ritiene una strategia formativa e chi, invece, non è d’accordo.
Abbiamo così voluto conoscere la reazione degli studenti di Pantelleria, su questa novità che tanto clamore ha riscontrato.
Sono stati scelti a campione due giovani di diversi contesti scolastici. Si tratta di studenti modello, molto impegnati e maturi per l’età e l’epoca storica che stanno vivendo.
Filippo Maccotta
Il primo, Filippo Maccotta, 15enne al II anno di liceo scientifico, ci ha innanzitutto spiegato che attualmente nel suo istituto i cellulari verranno conservati negli zaini, per tutto l’arco della giornata scolastica e non potranno essere usati nemmeno durante la ricreazione. Nel caso non dovesse funzionare, i docenti o chi per loro provvederanno a requisire gli smartphone.
“Anche prima durante le lezioni il telefono non si poteva utilizzare e sono d’accordo, ma il divieto di utilizzarli durante la ricreazione mi sembra esagerato. L’anno scorso, nonostante si potesse usare durante la ricreazione, stavamo in gruppo e non solamente al telefono. Reputo che sia un po’ inutile proibirlo durante la ricreazione e credo peggiori la situazione perché ci si sente più incatenati. “
Emanuele Pinna
La seconda testimonianza ci arriva da Emanuele Pinna, in classe terza media
Emanuele, cosa ne pensi di questa nuova normativa? “Sono d’accordo con questa nuova normativa perché permette a tutti noi studenti, soprattutto a quelli meno responsabili, di non usare il telefono a scuola. Siamo tutti più coscienti, sapremo quando è corretto utilizzarli e quando no. Sono favorevole al divieto.”
Giada Zona
Economia
Oltre 1,5 milioni ai centri antiviolenza. Albano: «Promuoviamo la cultura del rispetto»

Oltre un milione e mezzo di euro per la gestione dei centri antiviolenza iscritti all’albo regionale o che hanno ottenuto l’autorizzazione al funzionamento. L’assessorato della Famiglia e delle politiche sociali ha emanato un decreto, rivolto ai Comuni, per erogare i contributi destinati a coprire i costi sostenuti, o ancora da sostenere, delle strutture nel periodo tra novembre 2024 e ottobre di quest’anno. Le risorse provengono dalla quota assegnata alla Sicilia dal governo nazionale del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità. Per accelerare il trasferimento delle somme, l’assessorato ha deciso di avvalersi delle amministrazioni comunali.
«Investire sulle strutture e sui servizi di supporto è un passo essenziale per promuovere una cultura del rispetto e della tutela dei diritti di tutte le donne – dice l’assessore Nuccia Albano – contribuendo a costruire una comunità più sicura, inclusiva e solidale. Considerato che i costi dei centri antiviolenza possono differenziarsi a seconda dell’area geografica e della loro attività, abbiamo ritenuto opportuno acquisire il fabbisogno delle spese relative a un preciso periodo, fermo restando il limite massimo di contributo di 50 mila euro per ciascuna struttura. Il governo Schifani continuerà a lavorare con impegno affinché ogni donna possa trovare un riferimento stabile e una rete di protezione efficace, perché nessuno debba più subire in silenzio violenza o discriminazione».
Ciascuna amministrazione comunale dovrà presentare un prospetto delle spese redatto dal centro antiviolenza presente sul proprio territorio, così da consentire al dipartimento della Famiglia e delle politiche sociali di procedere al riparto delle somme. I Comuni dovranno trasmettere la documentazione tramite Pec, entro il prossimo 15 ottobre, all’indirizzo: dipartimento.famiglia@certmail.regione.sicilia.it.
Il decreto è disponibile sul sito istituzionale della Regione Siciliana a questo indirizzo
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