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Ambiente

Cambiamento climatico e pandemia: scoperta la relazione

Giuliana Raffaelli

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Ormai è certo: il 2020 (insieme al 2016) è stato l’anno più caldo dell’ultimo secolo a livello mondiale.

La notizia, rimbalzata nei media nell’ultimo mese, proviene dal Copernicus Climate Change Service (C3S), uno dei servizi tematici forniti dal programma Copernicus dell’Unione europea e attuato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio (ECMWF). Nell’anno passato si è registrato un innalzamento delle temperature di 1,25 gradi centigradi rispetto al periodo pre-industriale.

Un recente studio pubblicato dalla rivista scientifica Science of the Total Environmet spiega ora il meccanismo attraverso il quale il cambiamento climatico avrebbe avuto un ruolo diretto nella diffusione del virus SARS-Cov-2, che ha causato la pandemia Covid-19.

La ricerca, condotta dal Dipartimento di Zoologia dell’Università di Cambridge  (in collaborazione con l’Istituto per la ricerca sull’impatto climatico di Potsdam, Germania, e il Dipartimento di Geografia e Ambiente dell’Università delle Hawaii di Manoa, Honolulu) e sostenuta dal Consiglio europeo, ha avuto come area di studio la zona meridionale della provincia cinese dello Yunnan (e le regioni adiacenti di Myanmar e Laos) e come oggetto i pipistrelli che vivono nelle loro foreste. Questa è infatti la regione in cui i dati genetici suggeriscono che sia nato il virus SARS-Cov-2.

I risultati hanno messo in evidenza come i cambiamenti climatici dell’ultimo secolo (tra cui l’aumento di temperatura, luce solare e anidride carbonica atmosferica) hanno mutato gli habitat naturali di quest’area della Cina, trasformando le boscaglie tropicali in savane e boschi di latifoglie, creando un ambiente adatto alla vita e alla proliferazione di nuove specie di pipistrelli. Ricordiamo infatti che molti scienziati propendono per l’origine zoonotica dei coronavirus che, una volta nati e vissuti in una specie ospite, farebbero il passaggio di specie attraverso il meccanismo noto come spillover (o salto interspecifico). Nel caso del SARS-Cov-2 il passaggio sarebbe avvenuto dal pipistrello (o dal pangolino) all’uomo.

L’alto numero di coronavirus nella zona dello Yunnan sembra essere strettamente legato al numero di specie di pipistrelli in essa presenti. Lo studio ha infatti scoperto che nel corso dell’ultimo secolo 40 nuove specie di pipistrelli si sono sommate a quelle già conosciute nella citata provincia cinese, dando ospitalità a più di 100 nuovi tipi di coronavirus.

Robert Beyer, primo autore dell’articolo e ricercatore a Cambridge, ha affermato che “capire come la distribuzione globale delle specie di pipistrelli è cambiata a causa del cambiamento climatico può essere un passo importante per ricostruire il focolaio all’origine del Covid-19”.

Ma come hanno fatto i ricercatori a ottenere questi risultati? Essi hanno creato una mappa della vegetazione del mondo del secolo scorso utilizzando dati relativi a temperatura, precipitazioni e copertura nuvolosa, oltre a informazioni sulle esigenze di vegetazione dei pipistrelli del mondo. In tal modo hanno elaborato la distribuzione globale di ogni specie nei primi anni del 1900. Confrontando la distribuzione attuale con quella ottenuta per il passato sono, infine, riusciti a vedere come il numero di specie sia cambiato in tutto il mondo nel corso del secolo scorso, proprio a causa del cambiamento climatico.

La popolazione mondiale di pipistrelli trasporta circa 3.000 diversi tipi di coronavirus, spesso senza sintomi. Ma nonostante la maggior parte di tali virus non possa essere trasmessa agli esseri umani, un aumento così elevato nel numero di specie di pipistrelli in una particolare regione (a causa del cambiamento climatico) può aumentare la probabilità che un coronavirus dannoso attacchi l’uomo. Secondo gli stessi autori dello studio, la regione cinese identificata è ricca non solo di pipistrelli ma anche di pangolini, che fungerebbero da ospiti intermedi nella diffusione del SARS-Cov-19.

Il modo scientifico, con tali ricerche, mira anche a stimolare i politici affinché riconoscano il decisivo ruolo del cambiamento climatico nella nascita di nuovi focolai di malattie virali e a far loro affrontare il tema inserendolo  nei programmi di ripresa economica post-pandemia. Gli autori del presente studio sottolineano, infine, che la pandemia in corso ha causato enormi danni sociali ed economici e che i governi devono cogliere l’opportunità di ridurre i rischi per la salute derivanti dalle malattie infettive adottando azioni decisive per mitigare i cambiamenti climatici.

Giuliana Raffaelli

Laureata in Scienze Geologiche, ha acquisito il dottorato in Scienze della Terra all’Università di Urbino “Carlo Bo” con una tesi sui materiali lapidei utilizzati in architettura e sui loro problemi di conservazione. Si è poi specializzata nell’analisi dei materiali policristallini mediante tecniche di diffrazione di raggi X. Nel febbraio 2021 ha conseguito il Master in Giornalismo Scientifico all'Università Sapienza di Roma con lode e premio per la migliore tesi. La vocazione per la comunicazione della Scienza l’ha portata a partecipare a moltissime attività di divulgazione. Fino a quando è approdata sull’isola di Pantelleria. Per amore. Ed è stata una passione travolgente… per il blu del suo mare, per l’energia delle sue rocce, per l’ardore delle sue genti.

Ambiente

Inquinamento acustico in mare – Capitanerie Sicilia Occidentale, scatta ordinanza ordinanza

Redazione

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Con l’Ordinanza n. 258 del 2025, firmata ieri in coordinamento con tutte le altre Capitanerie della Direzione Marittima della Sicilia Occidentale, la Capitaneria di Porto di Trapani ha inteso regolamentare un fenomeno, quello dell’ascolto di musica o emissioni sonore in genere ad altissimo volume dalle unità da diporto ormeggiate entro i 500 mt dalla costa, che ha visto dall’inizio dell’estate un aumento esponenziale del fenomeno e che provoca continue proteste e conseguenti segnalazioni da parte di cittadini e turisti che ambiscono a vacanze più tranquille e rilassate. Già dalle scorse estati, ma, si ribadisce, in maniera ancor più evidente quest’anno, si è riscontrata una crescita a dismisura soprattutto del fenomeno delle feste a bordo di unità da diporto private o a noleggio nei tratti di mare adiacenti alla costa con utilizzo improprio di impianti di diffusione sonora esterna percepibili su vaste aree di mare e costiere del circondario marittimo trapanese. Questi comportamenti, oltre a recare disturbo alla quiete pubblica, risultano, nello specifico, gravemente pregiudizievoli per la sicurezza della navigazione atteso che arrecano disturbo al corretto ascolto del canale 16 – dichiarato a livello internazionale canale di emergenza, cui ciascun navigante non può esimersi al fine di non incorrere in possibili omissioni in caso di richieste di soccorso durante la navigazione – ovvero compromettono l’ascolto di segnali sonori di unità navali tesi ad evitare sinistri marittimi. Si è per questo rilevata la necessità di provvedere alla tutela della salvaguardia della vita umana in mare nell’ambito di 500 metri dalla costa ove insistono attività di balneazione e da diporto in relazione alle situazioni di emergenza cui ciascun bagnante e/o navigante non può esimersi dal vigile ascolto al fine di non incorrere in possibili omissioni in caso di richieste di soccorso in prossimità, in uno con la necessità di provvedere alla tutela della sicurezza della navigazione connessa agli ambienti di vita interni ed esterni dell’unità navale. Spiace rilevare che ancora una volta si è costretti ad intervenire con norme cogenti che prevedono sanzioni amministrative (multe fino a più di 1000 Euro) e nei casi più gravi denunce penali, quando il minimo buon senso, la normale diligenza e una basilare educazione potrebbero far sì che tutti quelli che vanno per mare, per lavoro o per diletto, possano convivere con reciproco rispetto e soprattutto in sicurezza.

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Ambiente

Pantelleria, 5 posti di lavoro a tempo indeterminato

Direttore

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Concorso pubblico per titoli, integrato da una prova di idoneità, finalizzato all’assunzione, con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato e pieno, di n. 5 (cinque) unità con profilo professionale di “Operatore dei Servizi Ecologici e Manutentivi”, inquadrate nell’area degli operatori (ex cat. A – posizione economica ex a1), con riserva di n. 1 posto in favore dei volontari delle forze armate e di n. 1 posto riservato ai volontari del servizio civile universale o del servizio civile nazionale.

Informazioni dettagliate all’interno del documento in allegato
Lo rende noto in Comune di Pantelleria con pubblicazione in Albo Pretorio 

Le domande di partecipazione potranno essere presentate al seguente link https://www.inpa.gov.it/bandi-e-avvisi/dettaglio-bando-avviso/?concorso_id=7d1ac2b6b2c144c9aa4f2f659c831f9

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Ambiente

Pantelleria, 4 navi di ricerca nel nostro mare: interdetta zona. I dettagli

Direttore

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Mare mosso meteo Pantelleria

L’Ufficio Circondariale Marittimo di Pantelleria rende noto che dalla data di emissione della presente ordinanza, cioè ieri 17 luglio 2025 fino al 30/11/2025 le seguenti unità:

  •  “NG SURVEYOR” di bandiera Italiana, IMO n°9690872, nominativo internazionale “I.B.E.G.”, t.s.l. 1856, lung. mt. 64,80;
  • “IEVOLI AMBER” di bandiera italiana, IMO n°9764984 nominativo internazionale “I.B.S.J.”, t.s.l. 3715 lung. mt. 83,07;
  • “IEVOLI COBALT” di bandiera italiana, IMO n°976872 nominativo internazionale “I.B.O.K.”, t.s.l. 4495, lung. mt. 83,83;
  • “NG WORKER” di bandiera italiana, IMO n°9533244 nominativo internazionale “I.C.I.D.”, t.s.l. 3923, lung. mt. 88,00;

effettueranno un’attività di indagine geofisica con l’ausilio di strumentazione quale Multibeam
Echosounder, Subbottom Profiler, Sound Velocity Profiler e Campionamenti a mezzo benna Van
Veen nell’ambito del progetto “SEAMOUNTS” nello Stretto di Sicilia.
Le citate unità opereranno all’interno di una macro area all’interno della quale ricadono anche
le acque di giurisdizionali del Circondario Marittimo di Pantelleria. Nello stralcio cartografico sotto
riportato, è rappresentata la macro area in questione i cui punti di coordinate geografiche (WGS84)
sopra emarginati sono indicati con i numeri 78,79,80,81,82,83,84,85 come meglio riportato nella
tabella sottostante.


Per tutta la durata della suddetta campagna di ricerca, le navi dovranno essere considerate
“NAVE CON MANOVRABILITA’ LIMITATA” ai sensi della regola 3) lett. II) del Regolamento
Internazionale per Prevenire gli abbordi in mare

Nel suddetto periodo sopra meglio indicato, all’interno delle acque di giurisdizione di questa
Autorità Marittima, tutte le unità in navigazione devono mantenersi ad una distanza non inferiore
ai 500 metri dalle unità “NG SURVEYOR”, “IEVOLI AMBER”, “IEVOLI COBALT”, “NG
WORKER”.
I comandanti/conducenti delle unità in transito in prossimità delle unità interessate dalle indagini
geomorfologiche, dovranno, secondo perizia marinaresca, transitare alla minima velocità consentita
per il governo in sicurezza dell’unità, evitando di creare movimenti ondosi nonché valutando
l’eventuale adozione di misure aggiuntive suggerite dalla buona perizia marinaresca al fine di
prevenire situazioni di potenziale pericolo.

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