Lavoro
Blitz della Guardia di Finanza: sfruttamento di braccianti stranieri a Pantelleria
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Sfruttavano i braccianti agricoli di nazionalità rumena che lavoravano nei campi di Pantelleria, Marsala, Mazara, Partanna, Salemi e Castelvetrano, facendoli lavorare 11-12 ore al giorno, in condizioni vessatorie e in nero.
Queste le condizioni, per oltre 10 anni, dei lavoratori stranieri che operavano sotto minaccia anche di armi.
La Guardia di Finanza, questa mattina, ha proceduto con 4 provvedimenti cautelari con obbligo di dimora, nei confronti di tre italiani e un rumeno indagati per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
I militari hanno anche sequestrato la cooperativa agricola, del valore di circa 400 mila euro.
Di seguito il comunicato dell’arma:
All’alba di questa mattina ed all’esito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, i finanzieri del Gruppo Trapani hanno eseguito, nella provincia di Trapani, 4 provvedimenti cautelari di obbligo di dimora nei confronti di tre soggetti di nazionalità italiana ed un rumeno, appartenenti ad un’organizzazione criminale dedita allo sfruttamento di braccianti agricoli di nazionalità rumena, indagati per il reato di cui all’art. 603 bis C.P. (“Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”). Le Fiamme Gialle inoltre hanno eseguito la misura cautelare del sequestro preventivo della società cooperativa per mezzo della quale l’organizzazione operava e dei beni aziendali mobili ed immobili ad essa intestati, nonché contestuali e numerose perquisizioni presso le abitazioni ed i luoghi utilizzati dal sodalizio come basi operative per la gestione dell’attività illecita.
Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Marsala ha altresì disposto, ai sensi del combinato disposto dell’art. 3 della Legge 199/2016 ed art. 12 sexies del Decreto Legge 306/1992 convertito in Legge 456/1992, al fine di salvaguardare la tutela dei lavoratori e la continuità aziendale, la nomina di un custode con funzione di amministratore giudiziario dei beni sequestrati ivi compresa la Cooperativa agricola – del valore di circa 400.000,00 euro – che forniva da diversi anni servizi di manodopera a diverse ed importanti aziende agricole del territorio trapanese e non solo.
Le indagini esperite – avviate nel 2016 e sviluppatesi attraverso l’assunzione di sommarie informazioni da parte delle decine di braccianti agricoli vittime dello sfruttamento, l’attività di osservazione, pedinamento ed intercettazione delle conversazioni telefoniche degli indagati, nonché quella di sopralluogo dei fondi coltivati con l’ausilio di personale dell’Ispettorato del Lavoro di Trapani – hanno permesso di accertare l’esistenza nel Trapanese, da quasi un decennio, di un’attività criminale organizzata, continuata e pervicace, mai interrotta negli anni e tuttora in essere, dedita allo sfruttamento di braccianti agricoli di nazionalità rumena.
I lavoratori venivano reclutati ed accompagnati sui campi da lavoro (nella disponibilità della predetta Cooperativa in virtù di contratti di affitto e/o comodato) di Marsala, Mazara del Vallo, Partanna, Salemi, Castelvetrano e Pantelleria per essere ivi impiegati a nero ed in condizioni vessatorie, sottoposti a continua sorveglianza e violenze, intimidazioni, offese a sfondo razziale, minacce, talvolta anche mediante uso delle armi, per un compenso di 3 euro all’ora a giornata lavorativa di 11/12 ore, dal lunedì al sabato, dalle cinque del mattino alle quattro del pomeriggio con la possibilità d fruire al massimo di mezz’ora per la pausa pranzo.
La complessa attività investigativa ha consentito di accertare le peculiari modalità con le quali si realizzava la sottoposizione dei lavoratori stranieri alle gravissime forme di sfruttamento e di approfittamento del loro stato di bisogno e necessità, molti dei quali dovevano mantenere le loro famiglie che si trovavano in condizioni economiche estremamente disagiate.
In particolare i lavoratori intermediati erano perennemente esposti a situazioni di grave pericolo, essendo impegnati in attività di spietratura dei terreni, potatura delle coltivazioni con l’uso di forbice elettrica, zappatura, raccolta delle uve e spargitura di diserbanti, insetticidi ed altri fitofarmaci altamente nocivi, mediante pompe a mano senza sosta alcuna, in qualunque condizione meteorologica, in assenza di alcun presidio che garantisse la tutela della loro sicurezza, costretti ad astenersi dal richiedere le cure nei presidi ospedalieri e, comunque, a celare la causa degli infortuni occorsi.
In molti casi, addirittura, a seguito di incidenti sul lavoro, i lavoratori, pur feriti agli arti superiori o agli occhi, sono stati costretti a non ricorrere alle cure mediche e, quasi sempre, a continuare il proprio turno di lavoro. Allorquando alcuni di essi, a causa della gravità delle ferite riportate, si presentavano presso i presidi ospedalieri per le cure del caso, venivano minacciati e costretti a mentire sulle cause dell’infortunio per salvaguardare il posto di lavoro.
Tutto ciò in totale violazione delle normative in materia di contratti collettivi di lavoro, sicurezza ed igiene dei luoghi di lavoro, con evidenti vantaggi economici per gli indagati che riuscivano a fare concorrenza sleale verso gli altri lavoratori in specie italiani.
L’operazione in rassegna conferma che un crescente numero di lavoratori provenienti da Paesi europei, come Romania e Bulgaria, viene sfruttato da disonesti datori di lavoro i quali approfittano del loro diritto di circolare e lavorare liberamente nei Paesi dell’Unione europea per occuparli irregolarmente, senza tuttavia incorrere nelle sanzioni penali previste per l’impiego di stranieri extracomunitari. Il servizio in parola fa parte del complesso di attività ed iniziative che la Guardia di Finanza dispiega a tutela del mercato del lavoro per contrastare, in particolare, le più gravi forme di prevaricazione e sfruttamento in danno dei lavoratori dipendenti, specialmente di quelli che si trovano in condizioni di particolare debolezza o bisogno, anche a salvaguardia dell’interesse degli imprenditori onesti.
Lavoro
Acciaierie d’Italia. Spera (Ugl Metalmeccanici):”Necessarie garanzie per tutelare futuro degli impianti”
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“Nell’incontro odierno svoltosi a Palazzo Chigi, in cui si è riunita la cabina di regia coordinata dal sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano, Adolfo Urso Ministro delle attività produttive e del Made in Italy, Elvira Calderone Ministro del Lavoro, Raffaele Fitto Ministro Affari Europei, Pichetto Fratin Ministro Dell’ambiente e della Transizione Energetica, è stato illustrato il piano di rilancio che riguarda i tre alti forni con un totale di sei milioni di tonnellate entro il 2026. Rileva il giudizio positivo che è giunto dalla Commissione europea che dà il via alla piena ripartenza dopo le modifiche ambientali che saranno fatte in futuro. Il bando di vendita degli impianti avverrà in ottemperanza alle regole della Golden Power, la pubblicazione del bando avverrà entro fino luglio e sarà aperto orientativamente fino a metà settembre, con la previsione di alcuni punti fermi per la cessione: il numero degli occupati, decarbonizzazione, piano industriale di lunga durata pari almeno 4 anni, e compensazione verso le comunità locali. Ad oggi sono sei le manifestazioni di interesse delle multinazionali che hanno visitato gli impianti e sono interessate all’acquisto del siderurgico. Tra le sei multinazionali, quattro sono internazionali e due italiane. L’annuncio dell’utilizzo della cassa integrazione per un totale di 4700 dipendenti con regime di rotazione e i principi che guideranno la procedura di assegnazione della nuova proprietà saranno regole rigide e garanti per il mantenimento dell’attuale forza lavoro. Riteniamo positiva la soluzione individuata dal Governo durante l’incontro odierno, ma dobbiamo registrare che oggi le difficoltà sono tante e quello che abbiamo ribadito riguarda tempi certi per il futuro delle acciaierie di Taranto”.
Ad affermarlo al termine dell’incontro è la Ugl Metalmeccanici, presente al tavolo con il Segretario Nazionale Antonio Spera e il Vice Segretario Nazionale con delega alla Siderurgia, Daniele Francescangeli.
“Mentre la questione dei forni elettrici sarà legata al piano industriale definitivo da parte degli acquirenti, come Ugl chiediamo garanzie per sgomberare un contesto quanto mai instabile e pericoloso per la salvaguardia della fabbrica, degli impianti, dell’incolumità dei lavoratori e per l’ambiente”.
Lavoro
Pantelleria, al via corso per Polizia Municipale. Domande entro 15 settembre
![](https://www.ilgiornaledipantelleria.it/wp-content/uploads/2023/01/polizia-municipale-pantelleria-vigili-urbani.png)
Il Comune di Pantelleria ha pubblicato bando così meglio definito in Albo Pretorio
CORSO BASE DI 1° LIVELLO CON SELEZIONE FINALE DI MERITO PER LA FORMULAZIONE DI UNA GRADUATORIA DI VALIDITÀ BIENNALE PER AGENTI DI POLIZIA LOCALE CAT. C1. I requisiti
Gli aspiranti di ambo i sessi possono partecipare al corso e alla selezione finale se in possesso dei
seguenti requisiti per la presentazione delle domande:
❖ diploma di istruzione secondaria di secondo grado conseguito presso un’istituzione
scolastica sia statale che paritaria che consente l’accesso all’università;
❖ patente di abilitazione alla guida di autoveicoli: cat. “B” o superiori;
❖ cittadinanza italiana o europea, secondo quanto previsto dall’art. 2 del D.P.C.M. 07.02.1994 n.174. Sono equiparati ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica;
❖ maggiore età;
❖ requisiti richiesti dalla Legge 65/86 art. 5 comma 2:
■ godimento dei diritti civili e politici;
■ non aver subito condanna a pena detentiva per delitto non colposo;
■ non essere stato sottoposto a misura di prevenzione;
■ non essere stato espulso dalle Forze armate o dai Corpi militarmente organizzati;
■ aver assolto gli obblighi di leva militare
Domanda ammissione al corso
La domanda di ammissione al corso, redatta sul modulo allegato alla presente, deve essere
firmata dagli aspiranti in originale e di proprio pugno senza ulteriori formalità. Inoltre si richiede di allegare:
❖ documento di riconoscimento in corso di validità;
❖ codice fiscale;
❖ curriculum vitae;
❖ copia di ricevuta del bonifico di versamento.
La domanda va inoltrata entro e non oltre il termine del 15 Settembre 2024 tramite:
❖ RaccomandataA.R.all’indirizzo: Via Rovigo 65- 35042 Este (PD)
indicando nella busta: “Corso Cod M0224”;
❖ PECall’indirizzo iou@pec.it
indicando nell’oggetto: “Corso Cod M0224, con cognome e nome del partecipante”.
Il costo è pari a € 1.464,00 (millequattrocentosessantaquattro/00) IVA inclusa ed è incluso di
❖ rimborsospesediorganizzazione iscrizione;
❖ tutoraggio;
❖ materialedi studio;
❖ diritti di segreteria per la partecipazione alla selezione finale.
Il pagamento va effettuato entro e non oltre il termine del 15 Settembre 2024 con la seguente
modalità:
❖ versamento su c/c bancario IBAN: IT 15 O 02008 62660 000105194405 (O inteso come
lettera), banca di riferimento Unicredit AG. Monselice, intestato ad International Online
University, causale: Cod M0224- Cognome e nome partecipante del corso.
Si precisa che in caso di rinuncia da parte dell’interessato alla partecipazione del corso, la quota
versata non viene restituita. È possibile effettuare il versamento della quota anche in tre rate:
❖ laprimarataentro il 15 Settembre 2024 di € 488,00;
❖ lasecondarataentro il 15 Ottobre 2024 di € 488,00;
❖ laterzarata entro il 15 Novembre 2024 di € 488,00.
Ente Certificato ISO 9001-2015
mod.5 rev.1- bando VA
documento integrale – bando vat m0224
C’è tempo fino al 15 settembre 2024 per iscriversi
Cronaca
Caporalato – Controlli in agricoltura, ammende per oltre 80mila euro per lavoro in nero e sfruttamento
![](https://www.ilgiornaledipantelleria.it/wp-content/uploads/2024/07/nil-cap.jpg)
SERVIZIO STRAORDINARIO IN AGRICOLTURA SUL CAPORALATO E
LAVORO SOMMERSO IN TRAPANI E PROVINCIA
Questa volta i controlli dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Trapani, in sinergia con
l'Arma territoriale, hanno interessato diverse aziende agricole del capoluogo siciliano e provincia
per il contrasto del triste fenomeno del caporalato e l’abuso del lavoro sommerso, scaturenti dallo
stato di bisogno da parte di alcune fasce di cittadini più deboli, nell’ambito del più ampio piano
nazionale della lotta al sommerso disposto a livello centrale.
A finire sotto l’attività ispettiva dei Carabinieri specializzati nella tutela del lavoro, sono state 6
imprese nel settore agricolo, di cui 4 risultate irregolari; tra le violazioni in materia di lavoro più
ricorrenti sono state rilevate:
mancata formazione e informazione dei lavoratori;
mancata sorveglianza sanitaria;
mancata consegna dei dispositivi di protezione individuale.
In sede di ispezione è stata accertata anche la presenza di 2 lavoratori in nero su un totale di 24
controllati, di cui anche 1 minore extracomunitario.
È stato adottato un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale per gravi violazioni
in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e per aver occupato “in nero” oltre il 10% dei
lavoratori, irrogando contestualmente una sanzione aggiuntiva pari a € 3.700,00, impedendo – così
– alla ditta di continuare a lavorare in circostanze di illegalità nelle posizioni lavorative dei propri
dipendenti. Sono state, inoltre, elevate ammende per un totale di € 82.317,76, e sanzioni
amministrative per un totale di € 7.800,00.
Si è provveduto al deferimento alla Procura della Repubblica degli imprenditori titolari delle
aziende risultate irregolari.
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assunta maria festa
15:30 - Maggio 14, 2019 at 15:30
I nomi di chi fruttava a Pantelleria si possono sapere??
Marina Cozzo
15:34 - Maggio 14, 2019 at 15:34
No, la Guardia di Finanza, nel suo comunicato non lo ha reso noto