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Elezioni

Amministrative 2024, tutti i neo sindaci della Sicilia

Direttore

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L’appuntamento elettorale del 2024 ha visto ben 37 comuni della Sicilia impegnati nel rinnovo delle amministrazioni.
Chi è salito alla reggenza?

Nel palermitano
 

A Bagheria Filippo Tripoli di Italia Viva vince con oltre il 70% dei voti, alla guida di una coalizione trasversale che comprende il Pd, Cateno De Luca e Azione. Nel centrodestra diviso si piazza prima Tommaso Gargano, sopra il 17%, mentre Pina Provino della nuova Dc è intorno al 7, seguita da Rosario Giammanco. “I dati premiano una coalizione riformista e popolare che in questi cinque anni si è concentrata sugli interessi superiori della comunità, rimanendo coerente al mandato ricevuto”, commenta il dem Daniele Vella.

 
A Monreale confermato Alberto Arcidiacono

Corleone a Walter Rà. Giuseppe Minutilla  a San Mauro Castelverde, Pippo Palmeri a Roccamena, a Borgetto Roberto Davì e a Cinisi Vera Abbate. A Palazzo Adriano Nicolò Granà, unico candidato, ì come Piero Calogero D’Anna a Bompietro.

Caltanissetta e Gela al ballottaggio
 Nel primo comune sono in disputa il candidato di centrodestra Walter Tesauro; a fargli compagnia dovrebbe essere la civica Annalisa Petitto
 
Per Gela la sfida sarà tra Grazia Consentino, di centrodestra ma con l’appoggio di Iv, e Terenziano Di Stefano di centrosinistra mentre Mazzarino elegge sindaco Mimmo Faraci.

Racalmuto, trionfa Calogero Bongiorno

Passiamo all’Agrigentino

. Ad Alessandria della Rocca vittoria  di Salvatore Mangione mentre Caltabellotta di Biagio Marciante. A Campobello di Licata Vito Terrana, a Naro Melchiorre Dalacchi e a Santa Elisabetta Liborio Gaziano. A
 
Nel Catanese

Ad Aci Castello vittoria di Carmelo Scandurra, a Motta Sant’Anastasia Antonio Bellia mentre a Ragalna  Nino Caruso. A Zafferana Etnea conferma  l’uscente Salvatore Russo.

Nel Trapanese saranno in quattro a vestire la fascia tricolore. 

Vito Scalisi si impone a Salemi, Michele Saitta a Salaparuta mentre a Castelvetrano Giovanni Lentini. A Mazara del Vallo centra la rielezione l’uscente Salvatore Quinci –

 

Brolo, vince sbancando per la quinta volta Pippo Laccoto,Condrò si impone Giuseppe Catanese e a Falcone Carmelo Paratore. Forza d’Agrò  Bruno Miliadò mentre a Leni la spunta Ireneo Giardinello.
Longi incorona Calogero Lazzara, a Mandanici  Armando Carpo e a Oliveri Francesco Iarrera. A Rometta Antonino Cirino, Spadafora a Lillo Pistone.

Nel Siracusano è Pachino, che deve ancora aspettare per il suo sindaco, dopo il ballottaggio si sfideranno Barbara Fronterrè e Giuseppe Gambuzza.

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

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Elezioni

Europee, Gattuso (AP) “Ringrazio quanti mi hanno dato fiducia”

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MATTIA GATTUSO (AP): “RINGRAZIO QUANTI MI HANNO DATO FIDUCIA, IL PERCORSO AVVIATO NON SI DISPERDERÀ INFRUTTUOSAMENTE”

 L’avvocata candidata per la Circoscrizione insulare per Alternativa Popolare ha avuto riscontri in numerosissimi comuni di tutta la Sicilia ed anche in alcuni della Sardegna

 

CATANIA – Conclusa la tornata elettorale che ha decretato i nuovi parlamentari europei, la candidata Mattia Gattuso fa un bilancio della sua personale esperienza e, al contempo, ringrazia gli elettori che le hanno dato fiducia dimostrando la validità del progetto di Alternativa Popolare.

 

“Ringrazio quanti mi hanno ascoltata, sostenuta nel portare avanti il progetto e hanno espresso la propria fiducia. A loro esprimo la mia gratitudine e prometto che il percorso avviato e fatto insieme, non si disperderà infruttuosamente nel tempo e anzi, sarò solo l’inizio. La squadra di Alternativa Popolare insulare – afferma Mattia Gattuso – è stata unita e compatta nel sostenersi a vicenda, sin da quando la lista è stata ammessa. Ogni candidato, con le proprie capacità e potenzialità, ha contributo a diffondere il progetto del partito e a creare le fondamenta per costruire un futuro basato sull’Alternativa che sia Popolare”.

 

Il riferimento al “tempo” e alla “squadra” non è casuale vista l’ammissione alla competizione elettorale solo a seguito di ricorso. Il progetto di Alternativa Popolare è partito molto dopo rispetto alle altre liste, pertanto, non c’è stato materialmente il tempo affinché il messaggio politico potesse arrivare alla moltitudine di elettori che avrebbe potuto avere interesse a sposarlo. Pur rappresentando un seme piantato nel campo della politica che verrà curato per farlo crescere rigoglioso, è indubbio che l’esser partiti in fase di campagna elettorale già avviata, non ha consentito l’adeguata programmazione.

 

I soli 6 candidati presenti nella lista della circoscrizione insulare Sicilia e Sardegna – Stefano Bandecchi, Massimo Romagnoli, Alfonso Alaimo, Gattuso Mattia, Manuela Ciambrone e Valentina Valenti -, hanno ottenuto il risultato percentuale migliore del partito rispetto alle altre Circoscrizioni.

 

Il risultato conseguito dalla candidata etnea Mattia Gattuso, territorio in cui il partito non ha ancora alcun radicamento,  è stato più che dignitoso avendo avuto riscontri in numerosissimi comuni di tutta la Sicilia ed anche in alcuni della Sardegna. Ciò che resta è il rapporto instaurato con gli elettori che hanno apprezzato il tentativo di tutti i candidati della lista, di dare una sferzata di novità all’orizzonte politico nazionale coinvolgendo al proprio interno, figure di diversa estrazione sociale e culturale, con competenze professionali diverse, che vivono in prima persona i problemi di una società diventata insensibile e distratta. Persone che, con in loro impegno, vogliono contribuire al cambiamento consapevoli che, se le persone che sono in difficoltà sanno che potranno stare bene e riusciranno a migliorare la propria condizione di vita, allora staremo meglio tutti.

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[On. Giuseppe Bica] “Fratelli d’Italia: risultati elettorali significativi e prospettive future promettenti”

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Trapani, 11 giugno 2024 – “Fratelli d’Italia, guidato dalla nostra leader Giorgia Meloni, si conferma come forza politica di riferimento indiscussa a livello nazionale. Nella circoscrizione Sicilia – Sardegna (Isole), il nostro partito è stato il più votato.

Un encomio speciale va rivolto ai nostri candidati e a tutti i militanti e amministratori locali che hanno profuso instancabili sforzi, contribuendo a questo brillante risultato elettorale.

Esprimo i miei migliori auguri di buon lavoro agli eurodeputati neoeletti Giuseppe Milazzo e Ruggero Razza, che avranno l’onere e l’onore di rappresentare con impegno e determinazione gli interessi della Sicilia presso le istituzioni europee a Bruxelles.

A coronare i brillanti risultati di Fratelli d’Italia in Sicilia, si aggiunge un’ulteriore soddisfazione: la vittoria di Giovanni Lentini come sindaco di Castelvetrano. La sua candidatura, che ho personalmente appoggiato sin dall’inizio all’interno della coalizione, mi riempie di orgoglio. Lavoreremo insieme per restituire a Castelvetrano il prestigio e la dignità che merita, dopo un periodo difficile” – queste le parole di Giuseppe Bica, deputato regionale di Fratelli d’Italia all’ARS, dopo gli esiti delle elezioni europee e amministrative in Sicilia. 

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Elezioni, in Europa premiati gli estremi

Redazione

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IN EUROPA PREMIATI GLI ESTREMI
Con oltre il 6% e una carrettata di preferenze, c’è un’Italia che apprezza chi picchia
a sangue, occupa le case popolari e non paga, e si becca condanne per
comportamenti violenti, oltre ad essere sotto processo per analoghi reati. Non è una
critica la mia, ma una constatazione. C’è un cospicuo numero d’italiani che vuole
questo, e credo se ne debba tenere conto.
L’aspetto positivo? Meno del 10% degli italiani vuole, o ha bisogno del Reddito di
Cittadinanza. Quindi il nostro Popolo sovrano (?) non è povero, e preferisce
lavorare. Del resto non è un male essersi liberati di un movimento inconcludente,
che ha gettato al vento un mare di soldi con iniziative farlocche, a partire dai
banchi a rotelle, e che anche quando dominava il Parlamento accettava di mettere
su casa col PD e affini – mai sconfitto alle politiche come quella volta –
affidandogli pari numero di ministeri, 9, fra cui quelli sostanziosi di Difesa, Salute,
Beni Culturali, Interni (diciamolo a qualcun altro che la Lamorgese fosse
“indipendente”), Economia, Infrastrutture, Politiche Agricole. In effetti sembrava
un governo del PD più che di Giuseppì-Di Maio, asse peraltro presto esploso. E
non si dica che l’M5S avesse la Giustizia: purtroppo è l’unico ministero ove il
vertice non comanda le sue principali pedine.
Contenta la Schleyn, che avrebbe guadagnato più punti di tutti dalle ultime
politiche. Peccato che li abbia tolti all’alleato “Giuseppì dal copioso CV”, e che il
governo si sia rafforzato nelle sue tre componenti, anche se un pezzo di Lega è
insorto sdegnato per la scelta di Salvini della sua 1^ punta, dimenticando i vizi
privati passati di qualcuno. Questo governo, lo rammento, non si qualifica come
centro-destra, né come tale è qualificato dagli avversari. L’essersi imposto sembra
peraltro stia tirando la cordata in Europa a forze di analogo sentire, in Francia e
Germania. Non è poco. Macron, è vero, ci ha messo del suo con le sue smanie da
“piccolo Grande Corso”, ma Giorgia ha contribuito a rasserenare i francesi su
Marine LePen, non più considerata come una Kapò di Birkenau.
Pare invece naufragare del tutto la “terza via”, con Calenda, Renzi e la Bonino che
più che litigare e far la pace non hanno saputo fare, e che con la sigla “Più Europa”
non si son accorti di aver messo una gran paura a chi avversa questa Europa, per
quel che è diventata. E per ciò che non è riuscita a diventare. Non c’è proprio
spazio per la moderazione, vera o presunta.
La crescita degli estremi ha un lato negativo: tutti si prendono molto sul serio,
radicalizzando lo scontro e applicando bilancino da farmacista ad ogni parola
dell’avversario. Perdono così tanto tempo sulle sfumature lessicali, sulla ricerca
dell’interpretazione di una battuta, e a sinistra sull’interrogativo categorico
Kantiano “Sei antifascista?”, che gli resta poco per proporre qualcosa di concreto o
analizzare i fatti. Se ne avvantaggia la destra che, governando, deve giocoforza fare
e, se soddisfa, incamera consensi, mentre l’opposizione si accanisce a sbarrare
occhi e assumere aria contrita e meravigliata, preoccupata e distratta dal dover
sistematicamente interrare i propri idoli, penultimo Soumahoro.

Carmelo Burgio

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