Meteo
Allerta Meteo, attenzione ai forti temporali di Ferragosto (e non solo): una settimana di maltempo. Ecco cosa accade in Sicilia

Allerta Meteo, mappe e dettagli sul maltempo dei prossimi giorni: attenzione ai forti temporali, si potranno ripetere episodi estremi come quello di ieri sera a Bardonecchia
di Peppe Caridi da Meteoweb.eu
14 Ago 2023 | 11:00
Mentre gli italiani si sentono disorientati perchè continuano a leggere di una “grande ondata di caldo africano con temperature oltre i +40°C in tutt’Italia” che non c’è e non ci sarà, la situazione meteo del nostro Paese in questi giorni di metà Agosto è condizionata dall’instabilità che provoca ogni giorno forti piogge e temporali nelle ore pomeridiane e serali soprattutto nelle zone interne e nelle aree di montagna. Uno di questi fenomeni meteo estremi, ieri sera tardi, ha provocato una tragedia a Bardonecchia, sulle Alpi Cozie, in Piemonte. Questi fenomeni di maltempo e instabilità si ripeteranno anche oggi, domani – nel giorno di Ferragosto – e dopodomani, mercoledì 16, quando saranno ancora più violenti. Insisteranno anche giovedì 17 per poi affievolirsi soltanto nel weekend.
Questa situazione è provocata proprio dall’assenza di un Anticiclone sull’Italia, esattamente il contrario di come viene raccontato. Anzi. Abbiamo una goccia fredda posizionata nel mar Jonio tra la Puglia, l’Albania e la Grecia, che alimenta fenomeni di instabilità diffusa anche al Sud.
Anche oggi, infatti, l’instabilità pomeridiana determinerà la formazione di molte nubi con piogge intense nelle zone interne di Calabria e Sicilia: colpite le aree interne di Sila, Serre, Aspromonte, Peloritani, Nebrodi, Etna e Iblei. Nel pomeriggio e in serata si ripeteranno forti temporali analoghi a quelli di ieri sulle Alpi occidentali, tra Italia e Svizzera. I temporali più forti colpiranno ancora una volta il Piemonte e la Valle d’Aosta, ma avremo qualche fenomeno anche in Lombardia e Trentino Alto Adige, seppur più isolato.
Domani, nel giorno di Ferragosto, martedì 15 Agosto, l’instabilità sarà particolarmente accesa sin dalle prime ore del mattino nelle zone di montagna delle Alpi, non solo in Italia ma anche in Svizzera e Austria. Al Sud attenzione ancora ai temporali nelle zone interne di Sila, Aspromonte ed Etna, ma anche sul Cilento, in Campania. Nel pomeriggio i temporali si estenderanno alle zone interne del Lazio, ma i più forti colpiranno ancora una volta le Alpi, stavolta più diffusi su tutto l’arco alpino ma più intensi in Trentino Alto Adige, dove avremo intensi nubifragi fino a tarda sera.
Dopodomani, mercoledì 16 agosto, sarà la giornata peggiore in termini di maltempo di tutta la settimana. I temporali colpiranno gran parte d’Europa, provocando fenomeni estremi in Spagna, Francia, Germania, ma anche l’Italia sarà pienamente coinvolta da quest’ondata di maltempo che si prospetta particolarmente seria. I temporali si svilupperanno nelle zone interne e nelle ore pomeridiane, ma potranno sconfinare anche su alcune aree di pianura e litorali delle zone interessate, e cioè Piemonte, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, oltre che tutto il resto del Nord. I fenomeni più violenti si verificheranno ancora una volta in Trentino Alto Adige.
Giovedì 17 agosto ancora forti temporali al Nord, Venerdì 18 ulteriori fenomeni ma più lievi e isolati, lasciando spazio a schiarite più ampie nel weekend. E’ in questa fase, a partire da sabato 19, che le temperature inizieranno ad aumentare in tutt’Italia dopo il lungo periodo di fresco della prima parte di agosto, ma non sarà una vera e propria ondata di calore. L’Anticiclone africano risalirà la penisola Iberica proiettandosi verso l’Europa centrale, lasciando un vuoto nel Mediterraneo che verrà riempito dalla goccia fredda in lento ma costante movimento verso ovest.
Meteo
Meteo, è allerta gialla pioggia e caldo e calore in Sicilia e Pantelleria

Domani la Sicilia intera si vedrà oggetto di attenzione doppia per quanto riguarda il meteo.
Il Dipartimento della Regione Siciliana della Protezione Civile ha infatti diramato un duplice bollelttino di allerta.
Rischio idrogeologico
l’uno riguarda le precipitazioni come di seguito si può notare
Rischio incendi
L’altro allarme concerne invece le condizioni di caldo
Cronaca
Pantelleria, tromba d’aria a largo: la memoria va a quel terribile 10 settembre 2021 – V I D E O

Una tromba d’aria è stata avvistata a largo di Pantelleria, ma non troppo lontano dalla costa.
La distanza che intercettiamo dal video, non preoccupa molto, ma la sola parola di tornado rievoca ricordi molto dolorosi e agghiaccianti per la nostra comunità, riportandoci indietro di due anni.
Esattamente il 10 settembre 2021 la costa nord-occidentale dell’isola veniva investita e stravolta da una tromba d’aria che ha cagionato vittime tra feriti e morti.
Per fortuna i defunti erano solo due Francesco Valenza e Giovanni Errera, quest’ultimo vigile del fuoco molto stimato.
Automobili fatti volare sopra le case della costa, case scoperchiate e squarciate, vegetazione imponente sradicata.
Ambiente
Mari e oceani caldi: forti ondate di calore marino in un’estate da record. Le temperature del Mediterraneo

Negli ultimi mesi gli oceani e i mari sono stati insolitamente caldi, colpiti da intense ondate di calore marino: il punto della situazione
di Beatrice Raso da Meteoweb.eu
Anomalia della temperatura superficiale del mare da maggio a luglio 2023
Durante la prima metà del 2023, l’evento El Niño in via di sviluppo, combinato con il cambiamento climatico, ha portato a un aumento delle temperature globali, battendo numerosi record. Oltre alle temperature superficiali globali, negli ultimi mesi anche gli oceani sono stati insolitamente caldi, con temperature superficiali del mare che hanno mantenuto livelli record a partire da metà marzo.
Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), il picco delle anomalie termiche è stato raggiunto a luglio, quando le temperature medie globali della superficie del mare erano di 0,51°C sopra la media del periodo 1991-2020. “Le temperature medie globali della superficie del mare raggiungono tipicamente il picco a marzo. Eppure, nel 2023, i dati Copernicus hanno mostrato che il 31 luglio hanno raggiunto il massimo record di +20,96°C. Questa è la più grande anomalia della temperatura per luglio mai registrata”, ha scritto l’OMM in un post sulla piattaforma X. In particolare, l’anomalia più evidente nel luglio 2023 è stata registrata nel Nord Atlantico con temperature superiori alla media di 1,05°C.
Le ondate di caldo marino hanno avuto origine in varie regioni del pianeta, dalla Groenlandia e il Mar del Labrador, al bacino dei Caraibi e al Mar Mediterraneo. Come evidenziato dai risultati del Climate Change Service di Copernicus, il verificarsi di ondate di caldo marino nel mese di giugno potrebbe essere attribuito a una combinazione di insolita circolazione atmosferica a breve termine e possibile variabilità a lungo termine nell’Atlantico, insieme al riscaldamento dell’oceano dovuto al cambiamento climatico. Su scala globale, la temperatura media della superficie del mare è aumentata e mantiene una traiettoria ascendente rispetto all’era preindustriale. D’altro canto, circa il 90% del calore aggiuntivo legato al riscaldamento globale è stato assorbito dagli oceani.
Anomalia della temperatura giornaliera della superficie del mare (°C) media nella regione dell’Atlantico nord-orientale nel corso del 2023 (linea nera) e negli anni precedenti dal 1979 al 2022 (linee rosse e blu), mostrando un picco senza precedenti nei mesi estivi del 2023. Fonte dati: ERA5. Credit: Copernicus Climate Change Service/ECMWF.
Secondo i dati raccolti dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti e come riportato da Bloomberg, nel luglio 2023 gli oceani erano più caldi di quanto non fossero mai stati da quando è iniziata la raccolta dei dati, con circa il 44% degli oceani globali che sperimentavano temperature estreme.
Record nel Mediterraneo e non solo
Nel luglio 2023, le osservazioni della Fondazione CMCC hanno rivelato temperature significativamente elevate nel Mar Mediterraneo, con valori superiori di 5-6°C alle temperature medie del mese di luglio. Le misurazioni hanno mostrato che il 24 luglio è stato il picco della temperatura per l’ondata di calore marino nel Mediterraneo, con diverse regioni del bacino che hanno superato la soglia di anomalia della temperatura di 5°C o più.
Le ondate di calore marino si verificano quando le temperature del mare superano una soglia estremamente variabile stagionalmente per più di 5 giorni consecutivi. L’anno scorso, un’ondata di calore marino da record nel Mar Mediterraneo ha colpito il Mar Ligure per 3 settimane, colpendo successivamente il Golfo di Taranto con maggiore intensità, raggiungendo quasi 5°C sopra la media. “L’estate del 2022 è stata da record, nel senso che ha mostrato le condizioni diffuse più durature, ovvero l’ondata di calore marino ha costantemente coperto gran parte del Mar Mediterraneo per tutta l’estate, più che in qualsiasi altro anno”, afferma lo scienziato Ronan McAdam della Fondazione CMCC. “Quest’anno vediamo che l’ondata di calore marino è cresciuta in misura simile solo alla fine di luglio. Tuttavia, per una settimana, oltre l’80% del bacino è stato coperto da un’ondata di calore marino, una situazione senza precedenti. Quindi, l’ondata di calore marino dell’anno scorso è stata più persistente nel corso dell’estate, ma quest’anno ha avuto la copertura istantanea più alta nel bacino”.
Area (%) della superficie del Mar Mediterraneo che ha subito un’ondata di calore marino nel 2023 (linea nera) e per le precedenti ondate di calore marino da record nel 2022 e nel 2003 (linee tratteggiate), mostrando una copertura superficiale senza precedenti in un piccolo intervallo di tempo nel mese di luglio. Credit: CMCC e Copernicus
Secondo l’OMM, gli estremi nel livello di calore dell’oceano sono stati innescati dall’inizio di un evento di El Niño, che dovrebbe portare a temperature più elevate, aumento delle ondate di calore marino e sbiancamento dei coralli. Si prevede inoltre che il maggiore impatto sulla temperatura causato da El Niño sarà visibile nel 2024.
Secondo l’Agenzia spaziale europea (ESA), alla fine di giugno le acque intorno al Regno Unito e all’Irlanda hanno assistito ad alcuni tra i più severi aumenti di calore marino a livello globale, con le misurazioni satellitari che indicavano temperature dell’acqua fortemente superiori alla media per la stagione. I dati satellitari hanno rivelato che la temperatura superficiale del Mare del Nord era di oltre 5°C superiore alla media stagionale di giugno, mentre il Mar Baltico ha registrato anomalie ancora più estreme, con temperature che hanno superato gli 8°C sopra la media stagionale.
Questo eccezionale fenomeno di ondata di calore al largo della costa orientale del Regno Unito e al largo della costa nordoccidentale dell’Irlanda rappresenta una seria minaccia per le specie marine. “Mentre le ondate di calore marino si riscontrano in mari più caldi come il Mediterraneo, temperature così anomale in questa parte del Nord Atlantico sono senza precedenti”, ha dichiarato al Guardian Daniela Schmidt, Professoressa di scienze della terra all’Università di Bristol. “Sono state collegate alla minore quantità di polvere proveniente dal Sahara ma anche alla variabilità climatica del Nord Atlantico, che avrà bisogno di ulteriore comprensione per essere chiarita”.
Quali sono gli effetti?
Le ondate di calore marino possono avere impatti significativi. Ad esempio, il “blob” del 2015-2016 che ha attraversato l’Oceano Pacifico settentrionale coprendo circa 4 milioni di chilometri quadrati ha causato vaste ripercussioni. Come notato da Carbon Brief, questo evento ha portato a sconvolgimenti negli ecosistemi marini a causa dell’aumento delle temperature, con conseguente riduzione della produzione primaria, movimento di pesci e organismi alla ricerca di habitat più freschi e proliferazione di fioriture algali dannose.
Le conseguenze ecologiche sono state disastrose e hanno portato alla moria di massa di pesci, cozze e granchi. Inoltre, l’evento ha causato alterazioni nel comportamento delle balene, spingendole più vicino alla riva per procurarsi il cibo e portando a un aumento degli impigliamenti nelle reti da pesca dei granchi. In particolare, un singolo evento di sbiancamento dei coralli nel 2016 ha provocato la morte del 30% dei coralli nella Grande Barriera Corallina. Le ondate di calore marino comportano anche costi economici sostanziali, con perdite che superano gli 800 milioni di dollari, colpendo settori come il turismo e la pesca.
Il potere della previsione
Per affrontare e anticipare tali eventi, gli scienziati utilizzano le previsioni stagionali, fornite da vari centri di previsione in tutto il mondo, per prevedere i fenomeni atmosferici e oceanici globali, compresi i casi di temperature oceaniche insolitamente alte e i loro effetti di vasta portata. Secondo Carbon Brief, le ondate di calore marine possono avere conseguenze fatali, ma le loro previsioni sono in ritardo rispetto alle previsioni per gli estremi terrestri. Lo sviluppo di sistemi accurati di previsione delle ondate di calore marino potrebbe migliorare la resilienza dell’ecosistema marino, offrendo opportunità come la salvaguardia della pesca dalla pesca eccessiva durante la ridotta produttività causata dalle alte temperature dell’oceano.
Le evidenze scientifiche suggeriscono che le imminenti ondate di calore marino possono essere previste tra uno e 12 mesi prima che colpiscano, come sostenuti da Carbon Brief. Il Laboratorio di scienze fisiche (PSL) della NOAA conduce ricerche per migliorare la comprensione degli estremi meteorologici e climatici, con particolare attenzione alle ondate di calore marine, con l’obiettivo di caratterizzare, prevedere e mitigare i loro impatti. Secondo l’ultimo rapporto del PSL, circa il 48% degli oceani globali è attualmente interessato da ondate di calore, con eventi diffusi in varie regioni. Inoltre, le previsioni della NOAA suggeriscono che la copertura delle ondate di calore marino continuerà a rimanere vicino al 50% degli oceani globali fino a febbraio 2024. Queste condizioni saranno evidenti in molte regioni, tra cui il Pacifico tropicale orientale, il Pacifico settentrionale, l’Artico, il Pacifico sudoccidentale, l’Atlantico settentrionale, il Golfo del Messico, il Mar dei Caraibi e l’Oceano Indiano, ciascuno con diversi gradi di fiducia nelle previsioni.
“Nei nostri 32 anni di esperienza, non abbiamo mai visto ondate di calore marino così diffuse. Normalmente potremmo aspettarci che solo il 10% circa degli oceani del mondo sia “abbastanza caldo” da essere considerato un’ondata di calore marino, quindi è notevole raggiungere il 40% o il 50%, anche con un riscaldamento a lungo termine. In un anno tipico, temperature oceaniche estreme come queste potrebbero significare uragani più forti con un’intensificazione più rapida”, afferma Dillon Amaya, ricercatore del PSL.
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In copertina immagine di archivio: Pantelleria
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