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Sociale

Vittoria (Rg) – Violenza di genere, FIDAPA promuove conferenza “Non ci sto” con la criminologa Galuppi

Redazione

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Fidapa di Vittoria (Rg) promuove conferenza per dire “Non ci sto”

La criminologa Antonella Galuppi parla della violenza di genere
Il tema della violenza di genere è, purtroppo, di grande attualità e non di rado protagonista
della cronaca giudiziaria. Combattere la violenza contro le donne è anche un impegno
culturale. La F.I.D.A.P.A. (Federazione italiana donne arte professioni affari – sezione di
Vittoria), ha già avviato un percorso di conoscenza e sensibilizzazione della poliedrica
problematica focalizzandosi sui segnali prodromici della violenza e gli strumenti per dare
supporto alle vittime. Nell’ambito della tematica che si avvia verso il prossimo 25 novembre
(Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne), ha promosso ed
organizzato una conferenza dal titolo “Non ci sto. Dialoghi sulla violenza di genere” che si è
tenuta sabato 16 novembre a Vittoria (in provincia di Ragusa), presso la sala conferenza
Emaia.

A disquisire sulla delicata problematica è stata chiamata Antonella Galuppi (laureata in
Giurisprudenza, con idoneità all’esercizio dell’attività forense; specializzata in
“Criminologia”).

L’evento – introdotto con la lettura di un monologo di Stefano Bartezzaghi, a cura di
Antonella Galuppi, riguardante i luoghi comuni sulle donne – è stato accompagnato dai saluti
introduttivi delle autorità presenti in sala.

A moderare la serata – tratteggiata dalla lettura di alcuni brani curati dal poeta Pippo Di Noto
– è stata la prof.ssa Teresa Bennice (presidente Fidapa).
Incisivo l’intervento di Francesca Corbino (assessore alle Pari opportunità del Comune di
Vittoria) che ha evidenziato come il cocente fenomeno interessi tutte le donne e quanto il
contesto familiare – in cui la donna dovrebbe sentirsi più protetta – possa, invece, trasformarsi
in un luogo di violenza. A seguire, ha preso la parola il neoeletto presidente di Vittoria
Mercati (Vincenzo Statelli), che ha ribadito l’importanza di intervenire sui giovani.
La relatrice della serata, Antonella Galuppi, ha posto l’accento sulla delicata tematica sulla
violenza perpetrata sulle donne avuto riguardo al fatto che fino alla riforma del Diritto di
Famiglia, avvenuto negli anni ’70, la prevaricazione dell’uomo sulla donna veniva
considerata del tutto lecita.

Dopo cos’è avvenuto? “Soltanto nel 1981 è stato espunto dal nostro ordinamento giuridico il
delitto d’onore, che consentiva ad un uomo di uccidere la moglie, la figlia, la sorella, in difesa
dell’onore e, conseguentemente, avere una pena irrisoria per il reato commesso”, ha spiegato
Galuppi. “Si pensi al caso della giovanissima Franca Viola che negli anni ‘60 ha detto no al
matrimonio riparatore. Un matrimonio che avrebbe consentito all’uomo che l’aveva rapita ed
abusata, di poter sfuggire a qualsiasi pena”.

I centri di accoglienza

Altra problematica strettamente correlata è l’importanza dei Centri di accoglienza e delle
numerose associazioni che si occupano di aiutare le donne e di proteggerle dalle situazioni di
violenza. A tale riguardo Galuppi ha, però, sottolineato un aspetto che a suo avviso
risulterebbe anomalo, ovvero: “Quando una donna chiede protezione non sempre la tutela che
si aspetta è realmente quella di cui avrebbe bisogno. In caso di situazioni drammatiche la
vittima e gli eventuali figli vengono immediatamente allontanati dalla casa familiare e
condotti in una struttura protetta, un luogo lontano dagli affetti familiari e dal contesto di vita
in cui sono sempre vissuti”. Per l’uomo non è previsto alcun provvedimento, rimanendo
quindi sul posto? “Sarebbe – a mio avviso – opportuno che venisse allontanato l'uomo dal
contesto in cui vive, condurlo in un esilio forzato lontano dal suo ambiente, perché è lui che
deve scontare gli effetti del suo comportamento e non la donna, che, già provata dalla
violenza, deve rinunciare alla sua vita per difendersi”.
Il poeta Pippo Di Noto ha letto il monologo di Giorgio Gaber, “Secondo Me la Donna”,
facendo rilevare l’importanza della figura femminile e le sue doti innate. La poliedrica 
problematica ha richiamato l’intervento di Rosa Perupato (presidente e fondatrice
dell’associazione “Il Filo di seta”, sportello d’ascolto alle campagne di sensibilizzazione sui
temi del femminicidio e pari opportunità), la quale, insieme all’insegnante Delia Donzelli, ha
parlato delle attività svolte dal loro Centro e soprattutto dello sportello ascolto.

A chiusura dell’interessante serata è intervenuta Roberta Sallemi (consigliera del Comune di
Vittoria) che ha illustrato, in qualità di coordinatrice del progetto, l’attivazione dello
“Scontrino Zeromolestie Sinalp” che va a coinvolgere le attività commerciali del territorio
ipparino affinché negli scontrini fiscali rilasciati ai clienti sia sempre indicato il “1522”,
numero nazionale di pubblica utilità (gratuito e attivo 24 ore su 24), al quale le vittime di
violenza e stalking possono rivolgersi per chiedere aiuto e sostegno.
Segno tangibile che può salvare una vita!

Giuseppe Nativo

Sociale

Cibo cotto e non somministrato, enti del trapanese in sinergia per distribuzione a persone indigenti

Redazione

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Il recupero degli alimenti prodotti nel punto cottura del presidio ospedaliero di Salemi, e non somministrati, e l’erogazione come pasti gratuiti a cittadini che si trovano in situazione di fragilità socio-economica.
E’ questo il frutto di un accordo di collaborazione tra l’ASP di Trapani, il Comune di Salemi e la Fondazione San Vito Onlus, per la realizzazione di questo progetto di recupero degli alimenti prodotti e la loro distribuzione a fini di solidarietà sociale, siglato oggi dal direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria, Danilo Palazzolo, dal sindaco della cittadina belicina, Vito Scalisi, e dal presidente della fondazione, Vito Puccio.
Il progetto pilota, autorizzato con delibera del Commissario straordinario dell’ASP Sabrina Pulvirenti, di durata annuale, prevede il recupero dei pasti in esubero, prodotti presso il punto cottura dell’ospedale di Salemi, da destinare a soggetti bisognosi di assistenza economica, individuati dai Servizi sociali del comune.
Nel punto cottura, gestito da una ditta esterna, vengono preparati tutti i pasti destinati ai pazienti, oltre del presidio di Salemi, anche per gli ospedali di Alcamo, Marsala, Castelvetrano e Mazara del Vallo.
Con la supervisione della U.O.C. Igiene degli alimenti e della nutrizione, diretta da Sebastiano Corso, gli alimenti non consumati verranno ritirati da volontari della Fondazione, formati dall’ASP, Fondazione che provvederà alla distribuzione degli alimenti in favore dei cittadini beneficiari, sia presso la sede che direttamente a domicilio.
“Si tratta – commenta il Commissario straordinario – di una lodevole iniziativa di recupero e redistribuzione degli alimenti, che evita gli sprechi di cibo da un lato, e dall’altro sostiene famiglie che si trovano in situazioni di indigenza”.
La somministrazione partirà già dal mese di ottobre, e inizialmente sono stati già individuati una decina di nuclei familiari.

In copertina immagine da facebook

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Cultura

Divieto dei cellulari a scuola, le reazioni degli studenti di Pantelleria

Giada Zona

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Sul non uso dei telefoni in classe: interviste a Filippo Maccotta e Emanuele Pinna

Tra le diverse novità che interessano il mondo scolastico, dal 15 settembre 2025 per la Regione Siciliana, tra i banchi delle scuole di ogni ordine e grado è vietato l’utilizzo cellulare.
Figli e famiglie sono divisi: c’è chi la ritiene una strategia formativa e chi, invece, non è d’accordo.
Abbiamo così voluto conoscere la reazione degli studenti di Pantelleria, su questa novità che tanto clamore ha riscontrato.
Sono stati scelti a campione due giovani di diversi contesti scolastici. Si tratta di studenti modello, molto impegnati e maturi per l’età e l’epoca storica che stanno vivendo.

Filippo Maccotta

Il primo, Filippo Maccotta, 15enne al II anno di liceo scientifico, ci ha innanzitutto spiegato che attualmente nel suo istituto i cellulari verranno conservati negli zaini, per tutto l’arco della giornata scolastica e non potranno essere usati nemmeno durante la ricreazione. Nel caso non dovesse funzionare, i docenti o chi per loro provvederanno a requisire gli smartphone.

“Anche prima durante le lezioni il telefono non si poteva utilizzare e sono d’accordo, ma il divieto di utilizzarli durante la ricreazione mi sembra esagerato. L’anno scorso, nonostante si potesse usare durante la ricreazione, stavamo in gruppo e non solamente al telefono. Reputo che sia un po’ inutile proibirlo durante la ricreazione e credo peggiori la situazione perché ci si sente più incatenati. “

Emanuele Pinna

La seconda testimonianza ci arriva da Emanuele Pinna, in classe terza media

Emanuele, cosa ne pensi di questa nuova normativa? “Sono d’accordo con questa nuova normativa perché permette a tutti noi studenti, soprattutto a quelli meno responsabili, di non usare il telefono a scuola. Siamo tutti più coscienti, sapremo quando è corretto utilizzarli e quando no. Sono favorevole al divieto.”

Giada Zona 

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Economia

Oltre 1,5 milioni ai centri antiviolenza. Albano: «Promuoviamo la cultura del rispetto»

Marilu Giacalone

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Oltre un milione e mezzo di euro per la gestione dei centri antiviolenza iscritti all’albo regionale o che hanno ottenuto l’autorizzazione al funzionamento. L’assessorato della Famiglia e delle politiche sociali ha emanato un decreto, rivolto ai Comuni, per erogare i contributi destinati a coprire i costi sostenuti, o ancora da sostenere, delle strutture nel periodo tra novembre 2024 e ottobre di quest’anno. Le risorse provengono dalla quota assegnata alla Sicilia dal governo nazionale del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità. Per accelerare il trasferimento delle somme, l’assessorato ha deciso di avvalersi delle amministrazioni comunali.

«Investire sulle strutture e sui servizi di supporto è un passo essenziale per promuovere una cultura del rispetto e della tutela dei diritti di tutte le donne – dice l’assessore Nuccia Albano – contribuendo a costruire una comunità più sicura, inclusiva e solidale. Considerato che i costi dei centri antiviolenza possono differenziarsi a seconda dell’area geografica e della loro attività, abbiamo ritenuto opportuno acquisire il fabbisogno delle spese relative a un preciso periodo, fermo restando il limite massimo di contributo di 50 mila euro per ciascuna struttura. Il governo Schifani continuerà a lavorare con impegno affinché ogni donna possa trovare un riferimento stabile e una rete di protezione efficace, perché nessuno debba più subire in silenzio violenza o discriminazione».

Ciascuna amministrazione comunale dovrà presentare un prospetto delle spese redatto dal centro antiviolenza presente sul proprio territorio, così da consentire al dipartimento della Famiglia e delle politiche sociali di procedere al riparto delle somme. I Comuni dovranno trasmettere la documentazione tramite Pec, entro il prossimo 15 ottobre, all’indirizzo: dipartimento.famiglia@certmail.regione.sicilia.it. 
Il decreto è disponibile sul sito istituzionale della Regione Siciliana a questo indirizzo

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