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Economia

UNIMPRESA cresce in Sicilia con 8 sedi e coordinamento regionale

Redazione

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UNIMPRESA CRESCE IN SICILIA CON OTTO SEDI E UN COORDINAMENTO REGIONALE

CRESCE L’UNIONE NAZIONALE IMPRESE (UNIMPRESA) IN SICILIA

Giuseppe Spadafora: «Abbiamo rinnovato il vertice regionale, completata

la presenza datoriale e ampliato l’asset strategico nell’Isola»

PALERMO 01 DICEMBRE 2023 – UNIMPRESA apre 14 nuove sedi in Sicilia e rinnova il suo vertice regionale con una squadra composta da nove componenti provinciali che verranno ufficializzati nell’esecutivo regionale a gennaio 2024: Giuseppe Spadafora (coordinatore regionale), Francesca Nicastro (Palermo), Maurizio Leotta (Catania), Mario Arena (Messina), Erika Gatto (Enna e Caltanissetta), Alessandro Rotolo (Agrigento e Trapani), Francesca Cammarella (Ragusa), Dario Giannone Malavita (Siracusa).

Tre sedi nel palermitano compresa la sede regionale di via Goethe a Palermo, quattro sedi nel catanese e una, rispettivamente, a Messina, Ragusa e Siracusa, oltre le sedi provinciali di Agrigento, Caltanissetta, Enna e Trapani.

Giuseppe Spadafora, vicepresidente nazionale e coordinatore regionale Sicilia Unimpresa, ha illustrato oggi a Palermo il programma di sviluppo dell’Ente datoriale il quale punta alla formazione, anche gratuita, per i dipendenti, attraverso l’utilizzo programmatico delle attività degli enti bilaterali che fanno riferimento a Unimpresa e a una maggiore forza rappresentativa delle migliaia di aziende siciliane iscritte, attraverso l’uso del sistema contrattuale di primo e secondo livello e del welfare aziendale.

UNIMPRESA è una realtà consolidata da tempo nel territorio siciliano, tanto da aver espresso la vicepresidenza della Camera di Commercio Sud Est Sicilia prima dell’attuale commissariamento. L’apertura delle nuove sedi e il riordino delle cariche di oggi esprimono la ferma volontà dei suoi vertici di adottare tutte le misure necessarie per accrescere la forza rappresentativa delle migliaia di aziende che rappresenta sia nei confronti delle Istituzioni Regionali sia delle Camere di Commercio siciliane e di tutti gli enti, come INPS e INAIL, per i quali è richiesta la presenza di una rappresentanza datoriale.

“Il tessuto imprenditoriale siciliano – dichiara Giuseppe Spadafora – è la chiave di volta per la rinascita economica e sociale di una terra abbandonata da anni a se stessa. Agricoltura, Pesca, Manifattura specializzata, Commercio, Accoglienza e Turismo, senza dimenticare il settore della Cooperazione e dell’Assistenza, sono settori strategici da dove far ripartire l’economia dell’Isola. UNIMPRESA SICILIA sarà portatrice delle istanze imprenditoriali attraverso specifici atti di indirizzo che verranno formulati alla politica nazionale e al Governo regionale. In via prioritaria, chiederemo alla Regione Siciliana il ripristino e la corretta gestione delle Camere di Commercio, con un accento particolare per quella di Catania per la quale abbiamo già chiesto, al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, di restituirle l’autonomia che aveva prima dell’accorpamento con Ragusa e Siracusa, proprio in virtù del suo essere Città Metropolitana. Su questo fronte siamo solidali con Confcommercio, CNA e altre associazioni di categoria che abbracciano tutti i settori produttivi, con le quali, unitariamente, esprimiamo l’80% della forza imprenditoriale catanese. Il Governo regionale – conclude Spadafora – fino a oggi ha fatto orecchie da mercante facendo finta di non sapere che esiste una forza datoriale maggioritaria, tuttavia siamo pronti a sederci e discutere a tutela degli interessi delle aziende che rappresentiamo».

LE NUOVE SEDI PROVINCIALI DI UNIMPRESA IN SICILIA

1) Regionale Sicilia Via Goethe n. 1 Palermo,
tel. 091 6118444 mail sicilia@unimpresa.it Delegato Regionale dott. Giuseppe Spadafora;

2) Palermo Metropolitana Via Goethe n. 1 Palermo,
tel. 091 6118444 mail unimpresapalermo@gmail.com delegato territoriale Avv. Francesca Nicastro;

3) Catania Metropolitana, p.zza G. Verga n. 25 Catania,
Tel. 095 2288470 mail unimpresacatania@gmail.com delegato territoriale avv. Maurizio Leotta;

4) Messina Metropolitana, Via Lodi n. 6 Messina,
tel. 090 9022878 mail unimpresa.messina@hotmail.com delegato territoriale dott. Mario Arena;

5) Enna/Caltanissetta Via Trieste n. 13 Enna,
tel. 0935 531455, mail unimpresa.enna@gmail.com delegato territoriale dott.ssa Erika Gatto;

6) Agrigento/Trapani Via Vittorio E. Orlando 1 Agrigento,
tel. 0922l072014 mail unimpresa.agrigento@gmail.com delegato territoriale dott. Alessandro Rotolo;

7) Ragusa Via Natalelli n. 15 Ragusa,
tel. 0932 294075 mail unimpresaragusa@gmail.com delegato territoriale avv. Francesca Cammarella;

8) Siracusa Via Bellini n. 70 Rosolini (SR),
tel. 0932 1846835 mail unimpresasiracusa@gmail.com delegato territoriale avv. Dario Giannone Malavita

Ambiente

Pantelleria, Unipant organizza conferenza su Comunità Energetica Rinnovabile

Redazione

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Cos’è una CER, a chi può interessare, cosa ci guadagna chi partecipa e come si crea: queste alcune delle domande a cui daranno risposta l’Ing. Angelo Parisi e l’Avv. Marcello Sparacio
 
L’Università Popolare di Pantelleria (UNIPANT) è lieta di annunciare un importante evento formativo e informativo intitolato “La Transizione Energetica Inizia dalla Comunità”, che si terrà sabato 8 Novembre alle ore 17:30 presso la sede operativa di Via San Nicola, 42abcd. L’ingresso è libero e aperto a tutta la cittadinanza.

L’iniziativa, promossa dal Dipartimento Energia e Ambiente dell’Unipant, si inserisce nell’ambizioso progetto “Pantelleria, Isola Modello”, che mira a informare, sensibilizzare e formare gli isolani sulle opportunità offerte dalle energie rinnovabili e che ha preso il via non appena l’Unipant si è costituita, nel 2023, con i primi seminari pubblici. Il Dipartimento ha lavorato attivamente su questo progetto dalla scorsa primavera e, dopo il fermo estivo, avvia ora la cruciale fase di consultazione con soci e isolani interessati.

L’obiettivo primario dell’incontro è infatti quello di avviare il percorso per la costituzione di una prima Comunità Energetica Rinnovabile (CER) a carattere sociale a Pantelleria. Una CER è un soggetto giuridico i cui membri (cittadini, piccole imprese, enti locali) si uniscono volontariamente per produrre, consumare e gestire localmente energia pulita, portando vantaggi ambientali, economici e sociali alla comunità.

L’incontro approfondirà i temi cruciali per la realizzazione della CER pantesca, tra cui:

Il ruolo strategico delle CER nella Transizione Energetica e l’analisi del contesto insulare di Pantelleria.
La Progettazione e la realizzazione degli impianti di Produzione.
Il Quadro Giuridico e Normativo di riferimento.
La Fattibilità Economico-Finanziaria del progetto.
Saranno relatori dell’evento l’Ing. Angelo Parisi e l’Avv. Marcello Sparacio, esperti sia dal punto di vista tecnico e teorico che legislativo, che spiegheranno al pubblico come si può arrivare alla costituzione di una CER sociale sull’isola e quali benefici porterà a chi ne farà parte.

Il progetto “Pantelleria, Isola Modello” e la promozione delle CER fanno parte degli obiettivi principali che UNIPANT persegue nell’ambito dei progetti europei Erasmus+ e Solidarity Corps, e rinnovano l’impegno dell’Università nel promuovere la sostenibilità e l’innovazione a livello locale con una visione europea.

L’invito a partecipare è rivolto a commercianti, imprenditori, cittadini, associazioni, professionisti e quanti interessati a capire di cosa si tratta, come possono beneficiare di una CER sociale e come contribuire attivamente a questa iniziativa comunitaria.

Per qualsiasi info: 331 490 5245 – info@unipant.it

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Ambiente

Ora solare 2025, stanotte si cambia. La storia nella Prima Guerra Mondiale

Redazione

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Le lancette andranno spostate indietro di un’ora, dalle ore 3 di notte andranno posizionate alle ore 2. Si avrà un’ora in più di luce al mattino e si dormirà un’ora in più. Nei sette mesi di ora legale che stanno per chiudersi, secondo Terna, c’è stato un risparmio economico di oltre 90 milioni di euro.

Mentre è caduta nell’oblio da sette anni, come un orologio fermo, la proposta della Commissione europea di abolire l’avvicendamento, era stata presentata nel 2018. Un po’ di storia Se l’invenzione dell’ora legale risale al Settecento e porta la firma di Benjamin Franklin, in Italia l’ora legale è stata istituita nel 1916 nel corso della Prima Guerra Mondiale proprio per un risparmio in termini energetici fino al 1920, tornando in occasione del Secondo conflitto mondiale tra il 1940 e il 1948. Dopo un primo passaggio nel 1965, è nel 1966 che viene introdotta ufficialmente nel nostro Paese per i mesi compresi tra maggio e settembre. Nel 1980 un accordo tra 14 Paesi, Italia compresa, anticipa il cambio che, da allora viene anticipato in concomitanza con la Pasqua.
Il doppio cambio dell’ora durante l’anno, da legale a solare, potrebbe però avere delle ricadute sull’alternanza sonno-veglia e da tempo è causa di dibattito non solo in Italia ma anche nell’Unione europea. Al centro la difficoltà di coniugare risparmio economico e le abitudini sociali e personali di ognuno di noi.

Salvatore Battaglia
Presidente Accademia delle Prefi

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Cronaca

La “guerra” dell’Ora Legale in Europa: Commissione UE vuole abolizione. Domani lancette indietro

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Tra risparmio energetico nullo e impatti sulla salute, la Commissione Europea dichiara l’ora legale una “assurdità”, ma la necessaria maggioranza degli Stati membri continua a mancare
di Filomena Fotia da Meteoweb.eu

Il conto alla rovescia per l’abolizione del cambio stagionale dell’ora sembra essersi interrotto a metà strada, bloccato da un muro di veti incrociati nel Consiglio dell’Unione Europea. Nonostante la volontà popolare e la spinta della Commissione, l’alternanza tra ora solare e legale, nata negli anni ’70 per ragioni di risparmio energetico, continua a scandire le nostre vite 2 volte l’anno. La Commissione Europea, forte di un parere schiacciante espresso da 4,6 milioni di cittadini – un record per una consultazione pubblica UE – che si sono dichiarati a favore della fine di questa pratica, ha da tempo avanzato la proposta di abolizione. Il Parlamento Europeo ha fatto la sua parte, votando a favore nel 2019 e stabilendo il 2021 come anno limite per il cambiamento.

“Un ritmo che non conviene più”
Eppure, a diversi anni di distanza, nulla è cambiato. Il commissario UE per i Trasporti e il Turismo Sostenibili, Apostolos Tzitzikostas, ha ribadito a Strasburgo la posizione della Commissione: lo spostamento delle lancette “non ha più alcun fine“. “L’iniziativa nacque in risposta alla crisi energetica, ma oggi non produce più alcun risparmio energetico per nessun settore, ma anzi porta complicazioni inutili“, ha dichiarato il commissario, annunciando un’ulteriore “analisi più approfondita con uno studio dettagliato” per superare l’attuale stallo.

Le motivazioni della Commissione non sono solo economiche: l’attenzione si sposta sempre più sugli impatti sulla salute e sull’umore, in particolare per bambini e anziani, che “patiscono le conseguenze maggiori” di questo “mini-jet lag” semestrale. Recenti studi, infatti, suggeriscono un impatto negativo sui ritmi circadiani, che in alcuni Paesi del Sud Europa vengono mitigati dalla scelta di rimanere con l’ora legale permanente.

Il blocco degli Stati Membri
Nonostante il chiaro segnale dei cittadini, con Tzitzikostas che sottolinea come “i cittadini europei vogliono la fine di questa assurdità“, il processo decisionale si è incagliato. “Gli Stati membri al Consiglio non hanno ancora raggiunto una posizione univoca” ha concluso il commissario.

Il nodo cruciale risiede nel Consiglio, dove per definire una posizione è necessaria una maggioranza qualificata di Stati membri, consenso che al momento non esiste. L’assenza di tale maggioranza stoppa l’iter legislativo, nonostante la Spagna abbia recentemente riaperto la discussione a livello europeo, con il premier Pedro Sanchez, secondo cui il cambio d’ora “francamente non ha senso“.

In sostanza, per adottare la legislazione che porrebbe fine ai cambi stagionali è necessario l’accordo sia del Parlamento Europeo che del Consiglio. Fino a quando gli Stati membri non troveranno un terreno comune, la “battaglia” per un orario stabile è destinata a rimanere sospesa. L’orologio biologico e quello dell’economia europea continueranno a disallinearsi 2 volte l’anno, in attesa di una decisione che l’Europa, per ora, non riesce a prendere.

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