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Ultimissime dal Vaticano: Vocazione, volontariato e YouTube la nuova realtà delle suore cattoliche nel 2022…

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Il Papa invita le suore a ribellarsi: «Lottate se vi trattano come serve»

 

Papa Francesco invita le suore a ribellarsi e «lottare» quando vengono trattate come «serve» da preti, vescovi e cardinali. Il Papa torna a denunciare la «servitù» cui troppo spesso sono ridotte le religiose, e lo fa nel video con l’intenzione di preghiera di febbraio: «Questo mese pregheremo in modo speciale per le donne religiose e le donne consacrate. Che cosa sarebbe la Chiesa senza le religiose e le laiche consacrate? Non si può capire la Chiesa senza di loro».

In particolare, dice Francesco, «le invito a lottare quando, in alcuni casi, vengono trattate ingiustamente, anche all’interno della Chiesa; quando il loro servizio, che è tanto grande, viene ridotto a servitù, e a volte da uomini di Chiesa».

I numeri

Negli ultimi cinquant’anni, vi è stato un lento ma progressivo calo delle vocazioni. Sono diminuiti i preti, ma in maniera più accentuata le religiose (suore e monache). Nel 1970 erano poco più di un milione (1.004304), oggi sono 630.099 (-37,3%). Nel 2020 l’Europa ha registrato 7400 religiose in meno rispetto all’anno precedente, segno meno anche per America e Oceania. Le nuove reclute arrivano soprattutto da Africa e Asia (fonte Agenzia Fides). Nonostante ciò, il numero complessivo delle religiose continua a restare molto superiore a quello dei sacerdoti (414.336 preti nel 2020). Un esercito velato che lavora attivamente all’interno della Chiesa e che da essa non viene retribuita. Le suore non usufruiscono dell’8 per mille, non percepiscono uno stipendio (a differenza dei preti) ma si ingegnano.

Quelle che hanno studiato, lavorano (insegnanti, educatrici, infermiere) e versano la retribuzione direttamente nelle casse del loro ordine religioso. Le altre invece sono a servizio delle diocesi o della Santa Sede. La pandemia ha colpito duramente le congregazioni: senza turismo religioso e con le scuole paritarie chiuse in lockdown sono venuti meno anche i proventi esterni.

Tanta fatica, pochi riconoscimenti in una gerarchia ecclesiale completamente maschile. Le nomine di religiose ai piani alti del Vaticano si contano infatti sulle dita di una mano, tutte figlie dell’attuale pontificato. Per il resto parliamo di satelliti intorno al clero.

Salvatore Battaglia Presidente Accademia delle Prefi

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Economia

Prezzo della Benzina ai minimi storici: i motivi del calo

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Nel 2023, il prezzo della benzina è sceso a 1,20 € al litro, un minimo storico non visto dall’inizio della pandemia nel 2020. Fattori principali che hanno influenzato questa riduzione sono il crollo della domanda di petrolio e la riduzione dei margini di distribuzione.

Calo Prezzo Benzina: come è cambiato negli ultimi anni

I prezzi della benzina hanno visto una significativa fluttuazione negli ultimi anni. Prendendo ad esempio i dati degli ultimi tre anni, il costo medio della benzina nel 2021 era di 1,30 € al litro. Questo prezzo è aumentato nel 2022, raggiungendo 1,50 € al litro, a causa dell’instabilità del mercato del petrolio e delle tensioni geopolitiche. Tuttavia, nel 2023, si è osservata una riduzione sostanziale, con il prezzo medio che è sceso a 1,20 € al litro. Questa tendenza al ribasso riflette una combinazione di fattori, inclusa la diminuzione della domanda globale di petrolio e l’effetto delle politiche energetiche più sostenibili.

Crollo della Domanda di Petrolio

 
La domanda di petrolio ha subito un calo significativo, influenzato da diversi fattori macroeconomici e da un cambio nelle abitudini dei consumatori. L’agenzia Internazionale dell’Energia ha riportato che la domanda globale di petrolio ha visto una riduzione del 3% nel corso dell’ultimo anno. Questo calo è in parte dovuto alla crescente adozione di veicoli elettrici e alla maggiore sensibilità verso le alternative sostenibili. Inoltre, il rallentamento economico in grandi economie come la Cina e l’Europa ha contribuito a una minore richiesta di carburanti fossili.

 

Riduzione dei Margini di Distribuzione

 I margini di distribuzione, che comprendono i costi di trasporto, stoccaggio e vendita al dettaglio della benzina, hanno registrato una diminuzione. Questo fenomeno si spiega principalmente con l’efficienza operativa migliorata e con la riduzione dei costi logistici. Ad esempio, molte compagnie petrolifere hanno ottimizzato le loro operazioni di catena di approvvigionamento per adattarsi a un ambiente di mercato più competitivo, riducendo così i loro margini di distribuzione.

Costo della Benzina: previsioni e prospettive future

 Nonostante il calo attuale dei importo della benzina, il mercato rimane volatile e soggetto a rapidi cambiamenti. La continua evoluzione delle politiche energetiche, unita alle incertezze economiche globali, potrebbe portare a nuove fluttuazioni dei prezzi. Monitorare questi sviluppi sarà cruciale per comprendere le future tendenze dei prezzi del petrolio e della benzina. Inoltre, la transizione verso fonti energetiche più sostenibili potrebbe influenzare la domanda di petrolio a lungo termine, modellando così il panorama energetico globale.

 
 
Fonte: https://www.prontobolletta.it/

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Aggiornamento – Guardia Costiera: collisione a largo delle coste siciliane

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Le unità che nella mattinata odierna sono entrate in collisione a largo di Capo Passero stanno dirigendo in queste ore verso il porto di Augusta, dove arriveranno in serata. Dal monitoraggio dell’area in cui è avvenuto l’incidente non si sono registrati inquinamenti marini. Non risultano inoltre criticità per i membri degli equipaggi.

Una delle due unità mercantili coinvolte nel sinistro ha riportato una estesa falla allo scafo che però non ne ha compromesso al momento la navigazione per il rientro in porto. 

Le due unità – sotto il coordinamento della Sala Operativa della Direzione marittima di Catania – sono monitorate nella navigazione da mezzi aerei e navali della Guardia Costiera.

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Ambiente

Studenti da tutta Italia ospiti di Necton per studiare cetacei, tartarughe e microplastiche nei mari Siciliani

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Quest’anno le attività di ricerca della Necton Marine Research Society, società con sedi a Catania e Messina, che opera da oltre 25 anni nell’ambito di studi e ricerche legate alla biologia dei cetacei in diverse aree della Sicilia e della Calabria, e con particolare riferimento allo Stretto di Messina ed al Golfo di Catania, saranno dedicate principalmente alle tematiche connesse alla devastazione ambientale legata alla possibile costruzione del Ponte.

Quest’anno la Necton ospiterà circa 230 studenti provenienti da tutti gli Atenei nazionali e che collaboreranno alla raccolta dei dati sullo stato dell’ambiente e dei cetacei lungo le due sponde dello Stretto di Messina, i cui risultati saranno inviati alla Commissione Europea al fine di bloccare quest’opera che oltre ad essere inutile dal punto di vista economico, è estremamente dannosa per un ecosistema assolutamente unico dal punto di vista ambientale e storico-culturale

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