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Cultura

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Redazione

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Nella giornata di ieri, su convocazione del Sindaco Tranchida, si รจ tenuta al conferenza dei Sindaci della Provincia di Trapani alla presenza del Commissario dell’Asp. All’ordine del giorno la situazione inerente la diffusione del Covid nel trapanese, che desta preoccupazione. Circa 9000 gli attuali contagiati e 65 i ricoverati – nessuno perรฒ in terapia intensiva – e qualche nuovo decesso comportano la necessitร  di mantenere distanziamento e mascherine visto l’attuale picco di contagi, seppur mitigato dai vaccini. Trattati anche altri argomenti, quali ad esempio il documento proposto dal sindaco Tranchida per richiedere all’Universitร  di Palermo di potenziare i corsi in campo sanitario presso il Polo di Trapani, anche a supporto della locale rete ospedaliera, votato all’unanimitร  dei presenti. Fondamentali, a detta dei sindaci, saranno gli investimenti sull’alta formazione sanitaria negli anni futuri.
Altro documento votato all’unanimitร  รจ stato quello inerente l’intesa raggiunta con la sindaca di Erice Toscano in merito alla cessione della strada pubblica che ad oggi separa i locali del seminario vescovile dall’ospedale Sant’Antonio, che consentirebbe l’ampliamento di quest’ultimo anche in termini di servizi e spazi e, previa intesa con la Diocesi, l’utilizzo di un rilevante edificio che fa parte del complesso del seminario. In questa direzione, la conferenza dei sindaci ha dato mandato alla governance dell’Asp di accelerare verso l’intesa con la Diocesi di Trapani che, in maniera informale in seguito ad alcuni incontri con i sindaci di Trapani ed Erice, si รจ mostrata disponibile.
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Cultura

Claudia Ferlita, custode della memoria: il palazzo di piazza Castello che racconta Santo Stefano Quisquina

Laura Liistro

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A Santo Stefano Quisquina, in piazza Castello, sorge un palazzo ottocentesco che sembra aver fermato il tempo. Non รจ solo un edificio: รจ custode di una memoria profonda, della storia di una famiglia e dellโ€™identitร  di unโ€™intera comunitร .
Oggi continua a vivere grazie a Claudia Ferlita, che ne ha raccolto il testimone con uno sguardo attento e sensibile, trasformando la conservazione in un atto nobile e civile.
Non esiste ancora una documentazione completa sulla sua costruzione, ma sulla chiave di volta del portale dโ€™ingresso รจ scolpita la data 1872, probabilmente lโ€™anno in cui Salvatore Puleo, imprenditore intraprendente e uomo โ€œdel fareโ€, lo edificรฒ.
Non nobile, ma protagonista dello sviluppo locale, Puleo contribuรฌ alla realizzazione della strada Corleonese-Agrigentina e della villa comunale, opere che ancora oggi segnano il volto della cittadina.
Il palazzo racconta la sua epoca attraverso dettagli unici: il lungo balcone in ferro battuto decorato con vasi di ceramica di Burgio, una rara targa assicurativa antincendio della compagnia Generali e interni straordinariamente conservati. La cucina in muratura con le maioliche bianche e blu e gli arredi originali restituiscono la sensazione di entrare in un tempo sospeso.
Ma il valore del palazzo va oltre lโ€™architettura.
Custodisce lettere, fotografie e oggetti appartenuti a generazioni della famiglia Puleo, fino ad Angela Puleo in Palma e al professor Ugo Palma, che hanno saputo preservarne la storia e lโ€™identitร .
Entrare in queste stanze รจ come percorrere un ponte tra passato e presente: i mobili e gli oggetti sono rimasti esattamente dove erano stati lasciati, raccontando le vite e le abitudini di chi le ha vissute.
Lโ€™incontro di Claudia con il palazzo รจ stato un vero colpo di fulmine.
Varcando la soglia per la prima volta, percepรฌ che la casa non era morta, nonostante anni di vuoto.
ยซAvevo la sensazione che la padrona di casa potesse apparire da un momento allโ€™altroยป, racconta.
La vendita fu gestita da Costanza Palma, nipote di Ugo Palma, che aveva ereditato la dimora dalla madre Angela. Lontana da Santo Stefano e priva di legami con il territorio, decise di non trattenere la proprietร .
Tra tutti gli ambienti, la biblioteca emerge come cuore pulsante del palazzo.
Lโ€™odore dei libri antichi si mescola a quello dei mobili, restituendo lโ€™immagine di una famiglia colta e curiosa, aperta al mondo.
Riordinare i volumi ha permesso a Claudia di comprendere meglio la storia di chi ha abitato la casa e di sentire il peso e lโ€™onore di custodire un patrimonio culturale cosรฌ ricco.
Il gesto di Claudia Ferlita va oltre la proprietร  privata: รจ un atto esemplare di responsabilitร  culturale e civica, un modello per chiunque possa recuperare e valorizzare altri luoghi storici.
Conservarlo significa rispettare chi ci ha preceduto e permettere a chi verrร  dopo di conoscere la propria storia.
Se il palazzo potesse parlare, racconterebbe una storia dโ€™amore: lโ€™amore coniugale per cui fu costruito da Salvatore Puleo per la giovane sposa napoletana, ma anche amore per lโ€™arte, la cultura e la conoscenza.
Oggi lo stupore che suscita il palazzo, la sua autenticitร  intatta e la memoria custodita, sono destinati a essere condivisi, per permettere a tutta la comunitร  di attraversare il tempo senza perdere il senso profondo della propria storia.
Grazie alla sensibilitร  e alla generositร  di Claudia, piazza Castello non รจ piรน solo uno spazio fisico: รจ memoria viva, esempio di cura, identitร  e amore per la cultura e la storia di Santo Stefano Quisquina.

Laura Liistro

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Cultura

Solarino, 1827โ€“2027: la memoria di un Comune che nasce e cresce

Laura Liistro

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Ci sono date che non appartengono soltanto agli archivi, ma continuano a parlare al presente.
Il 20 dicembre 1827 รจ una di queste per Solarino, giorno in cui il centro abitato ottenne lโ€™autonomia amministrativa dal Distretto di Siracusa, nella Valle di Siracusa, entrando ufficialmente nella storia istituzionale del Regno delle Due Sicilie come ente autonomo, seppur inizialmente definito comunello.
Una parola, comunello, che oggi puรฒ sembrare marginale, ma che allโ€™epoca indicava una realtร  in formazione, un organismo amministrativo giovane, chiamato a strutturarsi e a dare ordine alla vita civile di una comunitร  giร  esistente e vitale.
Non si tratta, perรฒ, di un termine comparso improvvisamente nel 1827.

Giร  nel 1821, infatti, lโ€™appellativo comunello compare in un atto di morte ufficiale, nel quale viene dichiarato il decesso di Salvatore Carpinteri, nato a Solarino nel 1759.
La dichiarazione fu certificata dal parroco don Antonino De Benedictis, a conferma di come Solarino fosse giร  riconosciuto come entitร  territoriale distinta allโ€™interno della documentazione civile ed ecclesiastica, ancor prima del riconoscimento formale dellโ€™autonomia comunale.

La nascita del Comune non fu un atto improvviso, ma il risultato di un percorso piรน lungo. Le radici affondano infatti nel 1760, anno della fondazione del centro abitato ad opera della famiglia Requesens, momento che segna lโ€™inizio della storia urbana di Solarino.
Lโ€™autonomia del 1827 rappresentรฒ una seconda, decisiva fase: quella della piena responsabilitร  amministrativa e civile.
A raccontare quel primo periodo sono anche i registri ufficiali.
Michele Rametta, eletto di polizia e ufficiale dello stato civile, attestรฒ che nel corso dellโ€™intero anno 1827 non si verificarono eventi rilevanti, un dettaglio che oggi puรฒ sembrare secondario ma che restituisce lโ€™immagine di una comunitร  ordinata, capace di avviare il proprio cammino istituzionale in un clima di stabilitร .

Il primo atto civile del nuovo Comune risale al 28 dicembre 1827 e riguarda Giuseppe Terranova, giovane di 24 anni, figlio di Matteo, insieme alla moglie Maria Mangiafico: un nome che segna simbolicamente lโ€™inizio della Solarino autonoma.
Quasi due secoli dopo, quella storia continua a essere raccontata.
Lโ€™Amministrazione comunale di Solarino, guidata dal sindaco onorevole Tiziano Spada, ha scelto di ricordare lโ€™evento dellโ€™autonomia comunale, valorizzando i colori istituzionali giallo e blu.
Colori che rimandano a una fase storica successiva rispetto alle origini, ma che testimoniano lโ€™evoluzione dellโ€™identitร  cittadina nel tempo, tra memoria e presente.

Ricordare il 1827 oggi non significa celebrare una data in modo formale, ma riconoscere il valore di un percorso collettivo.
Solarino non รจ il frutto di un singolo momento, bensรฌ il risultato di tappe successive, di scelte amministrative, di uomini e famiglie, di documenti e di silenzi.

รˆ in questa continuitร  che si costruisce lโ€™identitร  di una comunitร .
La storia, quando รจ condivisa e compresa, non guarda solo indietro: diventa uno strumento per leggere il presente e progettare il futuro.
E Solarino, forte delle sue radici e consapevole del proprio cammino, continua a scrivere la sua pagina, giorno dopo giorno.

Laura Liistro

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Cultura

Vespa Club Pantelleria, cambio programma per l’evento Babbo Natale tra le contrade

Redazione

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Variazione nel programma

Comunicato per evento Babbo Natale in Vespa di domani 21 Dicembre
Il Vespa Club Pantelleria ASD , INFORMA tutta la cittadinanza che in seguito alle avverse condizioni meteo , il programma subirร  qualche variazione che di seguito si riporta :
Nelle contrade il Babbo Natale riceverร  i bambini presso i circoli Trieste Stella e Agricolo Scauriย  mentre a Pantelleria centro presso la saletta del bar Tikirriki.
Gli orari indicati nel programma iniziale rimarranno invariati.
Il Babbo Natale perรฒ vista la pioggia prevista arriverร  in autovettura e non in Vespa. Approfitto a nome mio e di tutti i soci del club per auguravi un buon Natale a tutti ed un prosperoso nuovo Anno.
Vi aspettiamo numerosi.
Il Presidente Giovanni Pavia

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