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Salute

STATI GENERALI DELL’INFERMIERISTICA: le richieste degli infermieri a Governo e Parlamento per far crescere la professione a vantaggio dei cittadini

Matteo Ferrandes

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Stati generali dell’infermieristica: nove mesi di lavoro in cui tutti gli infermieri iscritti agli ordini (460mila) hanno avuto la possibilità di dire la loro sul futuro della professione grazie a una piattaforma online che la Federazione nazionale (FNOPI) ha messo a disposizione per una consultazione pubblica aperta e trasparente che dà forza alle richieste federative.

 

Il risultato, sintetizzato in un report (VISIBILE A QUESTO LINK) da quattro gruppi di lavoro coordinati da consiglieri nazionali FNOPI e composti dai componenti degli ordini provinciali, è stato illustrato a rappresentanti di Governo e Parlamento ad Arezzo, in occasione del 17° Forum Risk Management.

 

Gli infermieri hanno dimostrato in questi anni diponibilità e volontà di assistere le persone a volte senza un’organizzazione che potesse rendere merito al loro lavoro e le richieste per riorganizzare il sistema saranno ora inviate alle commissioni parlamentari e ai ministri competenti, che avranno così il quadro preciso di come gli infermieri chiedono di far crescere e garantire la professione.

 

I cardini su cui le proposte si articolano sono chiari e indispensabili per assicurare il recupero dell’attrattività dell’infermieristica sia attraverso lo sviluppo delle possibilità di carriera, sia con un riconoscimento formativo e anche economico all’altezza delle medie europee rispetto alle quali oggi l’Italia è un fanalino di coda.

 

  • Crescita professionale attraverso la revisione della formazione universitaria perché preveda specializzazioni accademiche, anche grazie alla laurea magistrale a indirizzo clinico. Gli specialisti dovranno trovare precise collocazioni nei servizi a cui fanno riferimento con contratti adeguati, anche economicamente e la garanzia di infungibilità per non essere destinati altrove e dovranno avere la possibilità di esercitare l’intramoenia e non avere vincoli di esclusività per non penalizzare il rapporto pubblico-privato e aumentare la disponibilità anche oltre il loro orario di lavoro.
  • Previsione di percorsi clinici, aumentando responsabilità, modelli di presa in carico personalizzata, sostenendo la promozione sociale della professione e riconoscendo nelle équipe multiprofessionali il ruolo infermieristico esperto, con capacità manageriali di gestione economico-finanziaria e responsabilità per la sicurezza dell’assistito.
  • Affermazione della figura dell’infermiere di famiglia per garantire la continuità ospedale-territorio in cui deve entrare in gioco anche il reale sviluppo della sanità digitale: un infermiere con più competenze riconosciute anche dal punto di vista retributivo, indicatori di valutazione per la qualità dell’assistenza e possibilità prescrittive.
  • Aggiornamento professionale continuo, mirato agli obiettivi specifici previsti dalla formazione specialistica e alle necessità dell’organizzazione, valorizzando chi mantiene costante l’aggiornamento.
  • Riorganizzazione dei servizi secondo criteri di qualità che mettano in grado gli infermieri specialisti di gestire una filiera di operatori intermedi che possano coordinare e che a loro riferiscano e facciano capo.

In sostanza, la professione infermieristica deve crescere e differenziarsi per responsabilità, competenze e percorsi di carriera e gli infermieri devono essere i responsabili della formazione delle figure che li supportano secondo le necessità di un quadro di riferimento nazionale, con estrema chiarezza di ruoli e in base all’organizzazione che gli stessi infermieri programmano.

 

Non si può continuare – ha detto Barbara Mangiacavalli, presidente FNOPI – a parlare di ricette semplicistiche per affrontare e risolvere i problemi, perché il sistema è ormai complesso e servono analisi e strumenti di complessità. La tutela della salute non è più e non può essere un problema di singole professioni, ma di un sistema multiprofessionale che richiama a un’analisi e a strumenti di complessità”.

 

“Infermieri e infermieri pediatrici – ha concluso – hanno, in questo senso, metodi e strumenti di stratificazione del bisogno assistenziale, della complessità assistenziale, dei livelli di intensità assistenziale, degli strumenti e dei metodi di valutazione dei bisogni dei pazienti dal rischio cadute, del rischio infezioni, della capacità di orientarsi. Istituzioni e politica devono comprenderlo e noi siamo disponibili come sempre a dare in questo senso il necessario supporto”.

 

STATI GENERALI DELLA PROFESSIONE: LE RICHIESTE DEGLI INFERMIERI IN SINTESI

 

 

Identità professionale

1.    Rendere attrattiva la professione prevedendo specializzazioni infermieristiche a livello accademico, nuovi meccanismi concorsuali per area di specializzazione, un’adeguata presenza di specialisti per servizio di assistenza e, nei contratti, retribuzioni economiche differenziali in base al livello di specializzazione

2.    Università, istituzioni e politica devono sostenere non “atti tecnici” degli infermieri, ma la professione in quanto tale, con i suoi percorsi clinici, aumentando responsabilità, modelli di presa in carico personalizzata, sostenendone la promozione sociale, perché sia unica, infungibile e con una sua specificità

3.    Maggiore compatibilità studio-lavoro con più ore dedicate, attività cliniche per chi fa ricerca e per chi si dedica all’insegnamento. Riconoscimento delle eccellenze con nuove figure, ruoli e modelli secondo una formazione omogenea a livello nazionale. Riconoscere l’infermiere come protagonista di sistemi complessi, territoriali e di prossimità, esperto di problem solving per i bisogni dei cittadini, a domicilio, nelle scuole, con la valorizzazione delle competenze, dei valori etici e deontologici della professione

Organizzazione

1.    Infermiere leader all’interno delle équipe multiprofessionali: è esperto di cure assistenziali, ha abilità manageriali di gestione economico-finanziaria a livello di singola struttura e di organizzazioni complesse (dipartimenti o distretti) e orienta la propria azione e quella dell’équipe alla sicurezza delle cure e ai bisogni del cittadino 

2.    Rafforzare la continuità ospedale-territorio grazie all’infermiere di famiglia con maggiori competenze riconosciute anche dal punto di vista retributivo, indicatori di valutazione per la qualità dell’assistenza e, nella presa in carico dell’assistito, con possibilità prescrittive per medicazioni, mobilitazioni, alimentazione e gestione del fine vita

3.    Sviluppare sanità digitale e cartella informatizzata per pianificare bisogni, interventi ed esigenze gestionali e manageriali necessari alla condivisione di informazioni nello staff. Rafforzare la formazione continua, valorizzare la carriera dirigenziale dal punto di vista economico in base alle competenze professionali, favorire l’intramoenia e rivedere il vincolo di esclusiva, limitante anche per l’integrazione pubblico-privato. Quantificare i bisogni di personale in base alla sicurezza nel rapporto infermieri/assistiti e garantire retribuzioni in linea con l’Europa anche per evitare ingiustizie retributive, lavoro nero e abusivismo 

Formazione

1.    Prevedere nei percorsi formativi generalisti e specialistici, obiettivi qualificanti del corso di laurea abilitante all’esercizio della professione, uniformi in tutte le sedi didattiche. Incarichi di insegnamento dell’infermieristica assegnati a infermieri, prevedendone l’infungibilità e aumentando il numero di docenti

2.    Ampliamento della laurea magistrale con percorsi formativi di indirizzo clinico. Maggiori competenze nella ricerca anche aumentando il numero di dottorati e borse di studio. Standard quanti-qualitativi omogenei per le attività di tutoraggio dei corsi di laurea

3.    L’aggiornamento professionale deve essere in linea con i dossier individuali (specializzazioni e funzioni) e di politica sanitaria (organizzazione e target dell’assistenza), monitorando il raggiungimento degli obiettivi formativi, per i quali va prevista una maggiore offerta e valorizzando i professionisti che hanno mantenuto costante l’aggiornamento

Rapporto con gli operatori sociosanitari (Oss)

1.    Rendere chiare e riconoscibili le peculiarità della professione infermieristica rispetto alle altre attività come quella degli Oss, grazie anche a una maggiore informazione a cittadini e media, anche per evitare un’organizzazione “demotivante” correlata spesso al “demansionamento” e alla perdita di cure infermieristiche (missed nursing care)

2.    Valorizzazione professionale dell’infermiere in termini organizzativi e nei rapporti tra professionisti, prevedendo anche un maggiore differenziale retributivo tra infermieri e Oss, oggi elemento di importante frustrazione

3.    La professione infermieristica deve crescere e differenziarsi per responsabilità, competenze e percorsi di carriera e gli infermieri devono essere i responsabili della formazione degli Oss, loro figura di supporto grazie a uno skill mix organizzato dagli stessi infermieri, secondo le necessità di un quadro di riferimento nazionale e con estrema chiarezza di ruoli

Salute

Campagna Fibrosi Cistica – Comune di Trapani si tinge di verde con il Rotary Club

Redazione

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Campagna di sensibilizzazione Fibrosi Cistica

Il Comune di Trapani ha aderito alla campagna nazionale “1 su trenta e non lo sai” su iniziativa del Rotary Club Trapani, presieduto dall’Avv. Salvo D’Angelo. Fino a domenica 26 Ottobre Palazzo Cavarretta, è illuminato di verde.

L’evento si inserisce nella campagna nazionale voluta da Fondazione Fibrosi Cistica ricerca che in Sicilia viene sostenuta dal Distretto 2110 Sicilia e Malta.

“Accendiamo la Sicilia” per accendere una luce su questa patologia e portare alla popolazione generale un messaggio semplice: 1 su trenta di noi…..e non lo sa è portatore sano, asintomatico e inconsapevole di una mutazione genetica sul gene CFTR che può trasmettere ai figli. Una coppia di portatori sani ha una possibilità su quattro di avere un figlio affetto da Fibrosi Cistica, la più frequente delle malattie genetiche gravi. Fare il test genetico prima del concepimento permette alla coppia di conoscere il proprio rischio genetico e affrontare una gravidanza consapevole.

Visita il sito testfibrosicistica.it

Salvo D’Angelo, presidente Rotary Club Trapani: “Abbiamo acceso, con il Comune di Trapani, l’attenzione della comunità su un tema caro al Rotary, la prevenzione. La diffusione di notizie scientifiche, da sempre, ha caratterizzato l’attività del Rotary, ed in particolare di questo club. I professionisti che operano con spirito di servizio, al di sopra di ogni interesse personale, sono i primi interlocutori di ogni forma di assistenza”.

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Salute

Intervento del Soccorso Alpino e Speleologico a San Vito Lo Capo

Matteo Ferrandes

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Intervento congiunto: Servizio Regionale Sicilia del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico e Aeronautica Militare presso la falesia di Salinella

Nel pomeriggio di oggi, il Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano (SASS) è stato allertato dalla Centrale Operativa Palermo-Trapani del 118 per un intervento di soccorso presso la falesia di Salinella, a favore di un climber di nazionalità francese, il quale, durante una scalata, è caduto impattando con l’arto inferiore sulla roccia, procurandosi un’importante trauma.
L’allarme è stato lanciato dai presenti sul posto tramite il Numero Unico di Emergenza 112 che ha trasferito la richiesta di soccorso alla Centrale Operativa del 118, la quale ha immediatamente attivato il Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano quale referente esclusivo per il Soccorso in ambiente impervio, montano ed in grotta.

Al fine di ridurre i tempi di intervento il Soccorso Alpino ha richiesto il supporto dell’Aeronautica Militare con la quale esiste un consolidato Accordo di collaborazione a livello nazionale.
Sul posto è intervenuto un elicottero HH-139B dell’82° Centro SAR del 15° Stormo dell’Aeronautica Militare con due tecnici di elisoccorso del CNSAS, insieme a un aerosoccorritore dell’Aeronautica Militare, i quali, raggiunto il luogo dell’incidente, sono stati calati con il verricello nei pressi dell’infortunato. Dopo le prime valutazioni, il ferito è stato stabilizzato, immobilizzato e recuperato mediante verricello.
L’infortunato pertanto è stato immediatamente condotto presso l’Ospedale S. Antonio Abate di Trapani ed affidato ad un’ambulanza del 118.
#cnsassicilia

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Cronaca

Truffe sanitarie via SMS e numeri 893 a sovrapprezzo

Giada Zona

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Consumerismo invita alla massima prudenza e chiede verifiche su sicurezza e gestione dei dati sanitari

Continuano a moltiplicarsi le segnalazioni di cittadini che ricevono falsi SMS o messaggi WhatsApp apparentemente inviati dal Centro Unico di Prenotazione (CUP) da parte di aziende sanitarie.
Nel testo si invita l’utente a contattare “urgentemente” un numero di telefono per verificare la propria prenotazione o risolvere presunte “anomalie” legate a prestazioni sanitarie. Ma si tratta di un raggiro.

Numeri a pagamento e finti CUP

I messaggi riportano numeri che iniziano con il prefisso 893, talvolta camuffati come recapiti “ufficiali” di uffici amministrativi (es. “Uffici CUUP” o “Servizio CUP Regionale”).
In realtà, i numeri 893 sono numeri a tariffa speciale con sovrapprezzo, utilizzati per addebitare costi elevati al chiamante.
“Chi richiama rischia di vedersi addebitati importi anche molto alti sul credito telefonico o in bolletta. È la classica truffa del richiamo: un messaggio credibile, un nome istituzionale e un numero a pagamento mascherato da servizio pubblico”, spiega Giovanni Riccobono, direttore generale di Consumerismo No Profit e Responsabile dello Sportello +Tutela di Trapani.
Il fenomeno è stato segnalato anche da diversi cittadini trapanesi, che hanno ricevuto messaggi contenenti falsi riferimenti a prenotazioni sanitarie realmente effettuate, inducendo così la vittima a credere alla veridicità della comunicazione.

I consigli di Consumerismo

Consumerismo invita i cittadini a prestare massima attenzione e a non rispondere mai a messaggi che chiedono di chiamare numeri con prefissi 893, 895 o 899, o che contengono link sospetti.

In caso di ricezione di questi SMS:

1. Non cliccare e non richiamare.
2. Bloccare il numero e segnalare l’SMS alla Polizia Postale (www.commissariatodips.it).
3. Contattare direttamente il CUP della propria ASP utilizzando solo i numeri ufficiali reperibili sul sito istituzionale.

Chi gestisce dati deve garantire sicurezza, non vulnerabilità – conclude Riccobono – la priorità, in un mondo in cui i dati rappresentano il nuovo petrolio, deve essere quella di garantire sistemi di sicurezza all’avanguardia da parte di chi li tratta. Ogni soggetto che gestisce informazioni personali e sanitarie deve essere consapevole della propria responsabilità: una falla nella protezione dei dati non è solo un problema tecnico, ma un rischio concreto per i cittadini, che possono diventare vittime di frodi e truffe digitali»

Qual è, quindi, il problema?

Nonostante le tecnologie facciano ormai parte delle nostre vite, talvolta ci troviamo impreparati di fronte alle truffe. A livello collettivo, manca ancora una presa di coscienza di un’alfabetizzazione digitale che, in questo caso, riuscirebbe a proteggerci da questi messaggi e ad aumentare la nostra capacità critica.
Da un lato è quindi necessario un maggiore controllo che eviti queste spiacevoli situazioni e dall’altro, invece, è necessario che i cittadini abbiano la capacità di difendersi.
Bisognerebbe prestare più attenzione a queste tematiche tra i banchi di scuola, per esempio, in modo che le future generazioni non solo utilizzino questi strumenti ma siano anche consapevoli di come sia corretto utilizzarli.
Ed è anche necessario sensibilizzare un’altra fascia di popolazione, quella più adulta, che probabilmente è quella più soggetta a questo tipo di truffe.

Giada Zona

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