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Cultura

Sicilia, “Anni 60-70 – Noi che giocavamo per strada in un luogo con tradizioni arcaiche”

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Voi sapiri qual è lu megghiu jocu? Fà beni e parra pocu…

(Questo proverbio siciliano ci ricorda che è buona abitudine agire secondo coscienza e non parlare a sproposito. D’altronde, quando si è certi di agire bene, non c’è bisogno di perdersi in chiacchiere!)

Come si giocava una volta? A differenza dei giochi di oggi, quelli di una volta erano semplici e spontanei, si svolgevano quasi sempre nella strada e vi prendevano parte tutti i bambini del quartiere. Tipicamente femminili erano i giochi d’imitazione: le bambine giocavano “alla mamma”, facendo finta di preparare da mangiare per la bambola che avevano costruito usando dei fazzoletti o degli stracci; oppure “agli sposi”, “al battesimo”, “alla maestra”, “alla sarta”, ecc…. Per la strada giocavano a saltare la corda o al cerchio o gareggiare nella corsa; ‘o sinnu’, ‘e quattru cantuneri’, ‘e cincu petri’, ‘a ciappedda’, ‘e nuciddi’, ‘u battimuru’, ‘u truppiettu’, ‘u scinna e cravacca’, ‘a muccia lucerta’, ‘o ssicuta’, ‘a naca’. Tutti questi giochi avevano una funzione non solo ricreativa ma anche educativa, infatti mettevano in rilievo le abilità dei bambini e il loro modo di agire all’interno di un gruppo e ne pronunciavano il comportamento futuro. Faremo una breve carrellata dei giochi più diffusi nell’Isola: Vacca scinni e ntravacca, quadrato o campana o sciancateddu, guardia e ladri e la corsa.

Il Gioco: Vacca scinni e ntravacca “Lu jocu cunsisti a riuniri nu gruppu di carusi o di picciutteddi, n ginirali tra li 6 e li 15 anni, n nùmmuru variabbili tra na quattrina e na dicina, spartuti di du’ squatri e di scegghiri nu muru. Nu carusu si metti appujatu câ testa ô muru; lu secunnu dâ sò squatra si metti appujatu e piegatu darreri lu primu, di manera a furmari na speci di vacca. Se ci sunnu assai participanti, ci pònnu essiri àutri carusi dâ stissa squatra ca s’appujanu l’unu darreri a l’autru chê pedi n terra. Li carusi di l’àutra squatra (circa la mitati) pigghiannu la rincorsa sàutunu supra la vacca (li carusi ca stannu sutta) e arrestanu a cavadduni, circannu di nun càdiri. Lu scopu è di fari n manera ca lu nùmmuru cchiù àutu pussìbbili di carusi acchiana supra la vacca, nzinu a quannu lu pisu a la voca è tali ca la vacca a fini ntravacca, cioé li carusi di sutta nun hannu cchiù la forza di règgiri chiddi ca stannu di supra”. Vacca scinni e ntravacca o Scarica canali è una variante del “gioco del cinque e del dieci”. Un gioco ancora più antico. I partecipanti si dividevano in due gruppi. Uno “stava sotto” e chinandosi i ragazzi formavano una sorta di cavallino sul quale saltare e scivolare in avanti. L’altro gruppo di fanciulli, invece, solitamente più esili, atletici e leggeri prendeva la rincorsa e … “Ohp!” …. sì saltava cercando di arrivare il più lontano possibile per far spazio al prossimo, che stava già per prendere la rincorsa. Lo scopo era di fare salire sulle spalle degli avversari il numero più possibile di giocatori senza cadere o appoggiare neanche un piede a terra…, fino a quando il peso non veniva sopportato dalla squadra sottostante. Vinceva quella squadra che riusciva a far salire più giocatori nelle spalle della cosiddetta “Vacca” (Mucca).

Il Gioco del Quadrato o Campana o Sciancateddu Lo “Sciancateddu” è uno dei più amati dei giochi siciliani della tradizione. In tanti ricordano sicuramente quando, da bambini, tracciavano a terra con il gesso il classico schema a riquadri, sul quale saltare con una gamba sola. Una gara di abilità, che sarebbe stata vinta da chi avrebbe completato prima il percorso. Il nome, naturalmente, deriva dall’aggettivo sciancatu, cioè zoppo o storpio, perché quando si saltella ci si muove con il baricentro spostato. Lo sciancateddu è l’equivalente siciliano del gioco della campana. Nonostante esista in diverse aree geografiche, in Sicilia è particolarmente amato, al punto da aver assunto tante denominazioni diverse. Lo possiamo trovare, dunque, anche come tririticchete, a ma­rèd­da, ‘u tuòr­nu, la qua­drel­la o ‘u qua­tra­tu.

Come si gioca a Sciancateddu Le regole sono praticamente sempre le stesse. Si traccia il percorso, con diverse caselle. Il giocatore che inizia lancia nella prima casella il proprio sassolino. Il sassolino deve atterrare all’interno della casella senza toccare nessuna linea o uscirne fuori. Il giocatore, quindi, saltella su un solo piede di casella in casella lungo tutto il percorso, ma senza mai entrare nel riquadro in cui è presente il suo sassolino.

Le caselle possono essere toccate solo con un piede, ma i blocchi di due caselle affiancate consentono di appoggiare contemporaneamente entrambi i piedi (uno in ciascuna casella, sempre che una delle due non sia occupata dal contrassegno). Raggiunta la casella finale il giocatore può fermarsi per poi voltarsi, effettuando mezzo giro, e rifare il percorso a ritroso, sempre rispettando la regola del singolo appoggio o del doppio appoggio dei piedi a seconda che si tratti di una casella singola o di due caselle affiancate. Giunto in corrispondenza della casella che contiene il proprio sassolino, il giocatore lo deve raccogliere senza perdere l’equilibrio e completare il percorso tornando al punto di partenza. Dopo aver completato con successo il percorso di andata e ritorno, il giocatore lancia la sua pietra nella casella numero due e così via. Vince chi per primo visita con il proprio contrassegno tutte le caselle, completando ogni volta il percorso.

Poi c’era “L’acchiappa-acchiappa” (Rincorrere e toccare l’avversario), “Ammuccia-Ammuccia” (nascondino) erano sì giochi che potevano praticare entrambi i sessi ma… all’insaputa dei genitori di lei. Cos’ come a “Medico e paziente” gioco rigorosamente praticato “di nascosto al chiuso di una stanza. Il Preferito gioco che giocavamo in Piazza Archi ad Ibla… “A guardia e ladri” Si giocava dopo essersi prima accordati tra chi doveva fare il ladro e chi la guardia: All’improvviso uno della “banda” gridava nella mischia: “Alt-gioco-ora facemu ‘o cuntrariu”. Giocare è sempre bello, ma giocare a guardie e ladri in vicoli quasi bui e in case a volte fatiscenti era il massimo per noi ragazzi di strada…il tempo passava velocemente e nessuno soffriva di noia… Quando arrivava il tempo di farsi la “zita”, cominciavano a formarsi le comitive. Alle prime feste si ballava “spazzola”: il ragazzo che durante il ballo lento riceveva una “spazzolata” sulla schiena doveva cedere il posto all’altro. Più ardito il gioco della “bottiglia” che stabiliva un penitente al quale riservare un pegno non troppo “amichevole”.

Poi venne la Tv dei Ragazzi Tutto ha inizio alle ore 17 del 3 gennaio del 1954, sulle frequenze dell’unico canale che allora entrava nelle famiglie italiane. Il motto della trasmissione era “Educare divertendo”.

Programmi educativi, dunque; ma anche di intrattenimento per lo più di provenienza statunitense. Tra i telefilm più amati c’erano Rin Tin Tin, Lassie, Zorro, Penna di Falco, Furia. In quei tempi il televisore non era presente in tutte le case e allora i meni fortunati venivano ospitati dai compagni di gioco che ne possedevano uno, non esisteva nemmeno il registratore e allora non bisognava perdere nemmeno una puntata. Finito il telefilm, soprattutto d’estate, tutti all’aria aperta a giocare ai banditi e agli indiani. Furia, Lessie, Rin Tin Tin e Zorro. Anche la Rai allora aveva creato propri personaggi come Giovanna la nonna del Corsaro Nero, Topo Gigio; personaggi certamente un po’ ingenui, ma che sapevano offrire ai ragazzi valori positivi. Curiosità: la televisione ben presto si impadronì anche degli adulti, il mezzo televisivo nella nostra terra, era presente non tanto nelle singole case ma nei locali pubblici come i bar . A quel tempo iniziò una nuova e promettente trasmissione televisiva “Lascia o raddoppia?” e fu subito un grande successo; il giovedì sera in molti cinema interrompevano addirittura la regolare programmazione cinematografica per trasmettere “Lascia o raddoppia?” che divenne, nei 4 anni di programmazione, un fenomeno di costume della società italiana. Nasce il personaggio Mike Bongiorno, ma anche la figura del notaio televisivo e il mito della valletta muta, impersonata prima da Maria Giovannini per alcune puntate e dalla mitica Edy Campagnoli.

 

Luci ed ombre di un gioco amato che con il tempo diventò una passione… la Corsa La statale pareva una serpe bianca tra i campi verdi vista dalla terrazza di casa mia ad Ibla. Mio padre la guardava ogni sera dopo cena, curvo sul parapetto, con una sigaretta (Nazionale…) in bocca. Diceva che gli piaceva perché era diversa dalla città che conosceva, che si vedeva invece affacciandosi dall’altro lato della terrazza. In città mio padre aveva una barberia dove aveva lavorato sin da piccolo perché anche suo padre faceva lo stesso mestiere nella stessa barberia (mio nonno…), e in vent’anni che aveva quella terrazza, non gli era mai venuta troppa voglia di guardare le luci di Ragusa Ibla, nonostante fossero affascinanti. Io da piccolo – che di nome faccio Salvatore, ma in famiglia mi chiamavano Titì – dopo la scuola, avevo l’abitudine di lustrare e pulire, prima di indorsarli quelle scarpette di corsa per tornare quando faceva scuro. Mi erano state regalate da mia madre qualche estate prima (con il primo stipendio da infermiera…), perché in provincia c’era poco da fare e così almeno potevo svagarmi visto che amavo correre. Il piccolo Titì (alias io…) aveva dato anche un nome a quelle scarpette: Clik e Clok, mi pareva che con quelle scarpette avrei conquistato mete sconosciute a gran parte dei miei compagni… “una genuina illusione tutta mia…” Dopo qualche kilometro di corsa lì attorno, conoscevo ogni sentiero a memoria delle sciumare (luoghi adiacenti al fiume), e a quindici anni compiuti aveva scoperto che andare di corsa era forse l’unica cosa che mi piaceva fare davvero. A mia madre lo aveva già detto, e lei ne era rimasta contenta in fondo, nonostante le perplessità, ma mi aveva sconsigliato di dirlo a mio padre. Io però non provavo alcuna vergogna per quella mia passione – non vedevo perché avrei dovuto – così quella sera del mio compleanno, che non era affatto diversa dalle altre, ma solo perché mi sentivo più sicuro, mentre mia madre era a letto e mio padre fumava in terrazza la solita “Nazionale”, mi misi accanto a lui e gli disse: «Papà, io vorrei iscrivermi in una società di atletica per diventare un atleta corridore». Mio padre non distolse neppure lo sguardo dalla statale. «Se c’è uno sport che proprio non capisco, è la corsa. Cosa corri a fare? Chi vai rincorrendo? Neanche l’ombra di un soldo, ecco a cosa vai incontro» disse. Per mio padre esistevano solo due tipi di discipline sportive: Il calcio e il pugilato. Che ne so! Hai presente Luciano Tummino, il figlio di Don Tano, quello che abita dalle parti di San Giorgio? Fa il fotografo per matrimoni e cerimonie. Dice che nel tempo libero con alcuni altri giovani si preparano

per gare rionali… e vedendomi correre ha detto se volevo potevo iscrivermi nella società di “Ibla Atletica”. Mi piacerebbe. Ci vuole la Tua firma per la responsabilità genitoriale e una quota di iscrizione… «Senti una cosa, lo sai come mi chiamavano da ragazzo? La perla, perché sembravo Pelé quando giocavo a pallone. Solo che a quattordici anni mi hanno mandato a fare l’aiutante barbiere nella bottega del mio caro padre.» Se Tu vuoi correre per quella società lo puoi fare solo nel tempo libero del Pastificio S. Lucia. Guardai giù, parevano che Clik e Clok mi stessero aspettando per portarmi via di lì. Allora rientrai in casa, scesi le scale e uscii in cortile, mi infilai le scarpette e incominciai a correre lungo il vialetto, in direzione della statale pensando “più forte che puoi”. Un piede avanti all’altro, la schiena dritta prima che iniziasse la salita, poi corsi ancor di più, sembravo un cinghiale impazzito, su quella strada bianca. Se qualcuno mi avesse guardato, mi avrebbe visto comparire e scomparire a grande velocità sotto i fasci di luce giallastra dei lampioni. Quasi arrivato in cima alla salita mi voltai verso casa mia, ma mio padre, un uomo alto e magro, se ne stava curvo sul parapetto a guardare la città. Alla fine, feci inversione e tornai indietro, sfrecciando su quella che adesso mi si parava davanti come una discesa ripida. Potevo vedere accanto a me i fili d’erba piegarsi, come se si inchinassero al mio passaggio. Poco dopo mi ritrovai di fronte a casa mia, ma non mi fermai e, senza neppure guardare più di tanto…, mi lasciai trasportare dalla velocità che aveva accumulato tirando dritto. Di fronte ai miei occhi, ecco spalancarsi le luci del quartiere degli Archi, lontane e brillanti pepite d’oro. Continuai a correre pensando: “Se non mi richiama giuro che non mi fermo”. A ogni affondo speravo di sentire pronunciato il mio nome nel silenzio della campagna adiacente al quartiere. Nel frattempo che il mio sguardo si perdeva tra quelle mille luci, io correvo più forte che potevo –inseguendo l’istinto che sentivo…e forse già non pensavo più le stesse cose di qualche secondo prima, perché quell’aria che gli scompigliava la zazzera mi piaceva e non ricordavo nulla che mi facesse sentire meglio. Così quando non sentii la voce ma il fischio con cui mio padre mi chiamava… Il “Titì” preferì accelerare il passo e ritornare a casa. Rassegnato di non poter essere membro attivo dell’Atletica Ibla…come futura mia professione promisi a me stesso di continuare a correre e gareggiare in modo amatoriale… quando feci il servizio militare… ironia della sorte! Fui assegnato ad un corpo che la corsa era la peculiarità maggiore: “il Bersagliere”.

Salvatore Battaglia

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Spettacolo

Premio Lucio Dalla vola in Sicilia con il gruppo Cosmopoliti di Palermo

Redazione

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PREMIO LUCIO DALLA VOLA IN SICILIA
I COSMOPOLITI PORTANO L’AMBITO PREMIO A PALERMO
La Critica va in Sardegna con Gavina Fiori
Edizione straordinaria dedicata a GIOVANNI PEZZOLI

Roma: Si è conclusa sabato 2 Dicembre l’11^ edizione di Premio Lucio Dalla dedicata a Giovanni Pezzoli con la grande vittoria del gruppo dei Cosmopoliti di Palermo che, per la prima volta, riescono a farlo volare in Sicilia. Presentano il brano dal titolo “Ho dentro un pensiero” che nelle fasi di semifinale già trasmetteva una grande aurea di rock mediterraneo molto coinvolgente. I 6 componenti del gruppo sono Maurizio Sparacello alla voce e frontman del gruppo, Tiziano Zummo prima chitarra, Francesco Mandalari seconda chitarra, Marcello Fai al basso, Mirko Messina alle tastiere e Daniele Nicola alla batteria. La notizia ha avuto grande enfasi nel palermitano e non solo considerato che i Cosmopoliti hanno un enorme seguito in mezza Italia.
Il Premio della Critica arriva invece in Sardegna con Gavina Fiori, accompagnata dal M° Tonino Maccari entrambi di Sassari, col brano “Sarai” di Franco Calvia, nome già noto sia per Sanremo sia per Premio Lucio Dalla. La stella nascente del panorama musicale sardo è arrivata in punta di piedi al Premio scalando di volta in volta ogni step in palinsesto e conquistando questo prestigioso riconoscimento che sta avendo già una grandissima eco sull’isola.
Quindi Premio Lucio Dalla su due isole felici.
A seguire il Premio Cantautore, che per la prima volta si tinge di rosa, conquistato dalla bravissima cantautrice torinese Federica Gili col brano “Come la neve al cuore” dando alla Finalissima un tocco di intensa poesia in musica. Poi il Premio Radio e Tv a Cioko per la radiofonia. Alla sua 4^ partecipazione il cantautore monzese è finalmente è riuscito a salire in podio col brano “Dove finisce il mare” contenitore di un forte messaggio sociale circa la violenza sulle donne. Al secondo posto si piazza la più giovane in concorso la cantautrice Mariafrancesca Pompella di Trentola (CE) col brano “Sotto voce” dai tratti canori veramente possenti per l’età che ha. Il terso posto viene conquistato dal duo Asap di Rovigo, all’anagrafe rispettivamente Sara Padovani e Paolo Lazzarini, con l’esecuzione mozzafiato in acustico del brano dal titolo “La vela”.

La giuria, presieduta da Daniele Mariotto e composta da Maria Elisa Barone, Luca Corradini e Roberto Castellucci (per la commissione interna delle due semifinali) a cui si sono aggiunti per la Finalissima Dominika Zamara, Amedeo Carrocci, Emanuela Petroni, Homar Iafisco e Jo D’Angelo, hanno quindi avuto veramente l’arduo compito di selezionare prima i finalisti per poi assegnare le nomination da podio.

La cronaca: All’Accademia de I Musici in Roma, sotto la regia e conduzione del Patron Maurizio Meli, si apre il sipario sull’11^ edizione di Premio Lucio Dalla giovedì 30 Novembre tra prove e prima serata di semifinali con l’esibizione dei primi 19 artisti. A seguire il venerdì 1° Dicembre con la 2^ semifinale. Il tutto ripreso dalle telecamere della Ramset che poi andrà in onda su Bom Channel al canale 68 del DGT nelle 3 puntate dei giorni 13, 14 e 15 Dicembre alle 23,50. Si riunisce la commissione per esprimere le proprie valutazioni e per stabilire la griglia dei finalisti che si esibiranno poi nella Finalissima del giorno successivo 2 Dicembre presso gli studi di Gold Tv in Roma.
Silenzio in sala e parte un bellissimo video di Giovanni Pezzoli, storico batterista di Lucio Dalla e degli Stadio di cui è stato co-fondatore) al quale il Patron Maurizio Meli ha voluto dedicare questa 11^ edizione per la prematura scomparsa del suo caro amico lo scorso 28 Dicembre sotto il patrocinio del figlio Daniele Pezzoli. Standing ovation per Giovanni Pezzoli con uno scrosciante applauso di tutto il teatro tv e Maurizio Meli va a presentare subito la giuria e il primo artista finalista in gara. Apre le danze Vincenzo Pio Zagaria di Cerignola (FG) con “Origami” e a seguire col ritorno di Francesco di Paola di Marsala (TP) con “Syncopatic Dream”, Barbara Losito di Bari con “Dicono”, Riccardo Moraca (altro ritorno al Premio) con “Care madre”, Cioko di Monza alla sua 4^ volta appunto con “Dove finisce il mare”, Luana Scarcelli di Roma con “Dimenticarsi di te”, Sabrina Brodosi di Roma, anche lei di ritorno, con “Le due mezze lune” di Berardino De Bari dalla Svizzera e alla sua 3^ partecipazione che si esibisce di seguito col brano “Mettiamola così”, Federica Gili di Torino con “Come la neve al cuore”, Stefano Del Rosso di Firenze di ritorno al Premio dopo alcuni anni di assenza dalle scene con “Tu mi turbi”, Mariafrancesca Pompella di Trentola (CE) con “Sotto voce”, Manuel Ragonesi di La Spezia con “Ricadere”, gli Agosto sulla luna di Lacco Ameno (NA) con “Credi”, il duo Asap di Rovigo con “La vela”, Emanuele Timpano di Torino in acustico con chitarra e voce con “Cometa”, Gavina Fiori di Sassari, con al piano Tonino Maccari, con “Sarai”, Nicola Albertini di Bologna con “La pistola” e appunto i Cosmopoliti di Palermo con “Ho dentro un pensiero”.
Dunque 18 finalisti che, nel corso della serata, si alternano in scena con gli ospiti Dominika Zamara (anche giurata) lirica internazionale accompagnata dal M° Amedeo Carrocci alla chitarra, Daniele Savelli che ha presentato il suo ultimo singolo “Sono come te” brano dal messaggio di grande spessore sociale, Manuel Rossi Cabizza, quest’anno in veste appunto di ospite per onori di carriera, che ha presentato il suo ultimo inedito “Chiedi a Pinocchio” e il giovanissimo organettista sardo Luca Cocco diventato ormai la mascotte del Premio.
La serata viene inframezzata da Maurizio Meli e Emanuela Petroni invitando in scena Rita Basso, mamma di Amina, per divulgare la causa del progetto sociale “Io sto con Amina”.
Entra in scena Arianna Fracasso di Lastra a Signa (FI) ospite d’onore per l’occasione in qualità di vincitrice della scorsa decima edizione col brano “Un anno fa” firmata da Aleandro Baldi.
Al termine dell’intera passerella, sale in cattedra Pierdavide Carone riproponendo la storica Nanì che portò a Sanremo con Lucio Dalla. Carone invita poi in scena l’amico e collega Vincenzo Capua ed insieme interpretano “Ci credi ancora” gran bel pezzo dei due grandi artisti. Purtroppo, per motivi di salute, era assente Sara Grimaldi che però seguiva il tutto telefonicamente e molto dispiaciuta di non essere in teatro tv. Siamo alle battute finali quindi di una kermesse musicale di assoluto prestigio e la regia manda un video di circa 8 minuti sulla vita e la carriera di Giovanni Pezzoli. Al termine dello stesso c’è la diretta telefonica tra Daniele Pezzoli e Maurizio Meli in cui il figlio di Giovanni racconta sinteticamente alcuni framenti toccanti della vita del padre e del loro rapporto. Rientra dunque la giuria col verdetto in mano e Patron Meli da il via alle nomination. Smaltite le premiazioni dell’11^ edizione, Patron Meli insieme a Pierdavide Carone e tutti gli artisti in gara interpretano, come da tradizione, “L’anno che verrà” salutando il 2023 e dando appuntamento alla 6^ Vetrina di Premio Lucio Dalla a Sanremo per il prossimo 9 Febbraio. La serata di Finalissima sarà trasmessa in due puntate tra il 26 Dicembre e il 6 Gennaio sul circuito tv nazionale Fox Production su 30 emittenti regionali italiane in DGT e sul canale satellitare di Capo D’Istria Tv in tutto il mondo oltre che sul canale Youtube di Premio Lucio Dalla.
La fotografia è stata curata dal grande Delfino Enrico Fontana che ha ripreso tutte le fasi della “Classica 3 Giorni” di Premio Lucio Dalla 2023.

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Cultura

Al via il ChocoModica, dove il cioccolato diventa magia

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Inaugurato stamani il ChocoModica in programma dal 7 al 10 dicembre a Modica. Presente all’inaugurazione il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani.

 

 

MODICA 07.12.2023 – Inaugurata stamani il “ChocoModica – la città di cioccolato” 2023, la quattro giorni dedicata alla rinomata barretta IGP simbolo della città. Prima dell’ufficiale taglio del nastro, sono stati piantumati, presso la zona di San Giuseppe U’ Timpuni, con l’ausilio della Forestale e dell’Istituto Agrario Grimaldi, alcuni dei 97 alberi scelti per compensare anticipatamente il danno ambientale provocato dall’evento. Un’iniziativa denominata CO2 Zero.  

 

A seguire l’inaugurazione della manifestazione affidata al presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, insieme al sindaco della città Maria Monisteri, il deputato all’ARS e Presidente I Commissione Affari Istituzionali Ignazio Abbate, il presidente ed il direttore del Consorzio di Tutela del Cioccolato di Modica IGP, rispettivamente Salvatore Peluso e Nino Scivoletto. Presenti i sindaci ed i rappresentanti dei comuni iblei.

 

Al via, dunque, da oggi il ricco programma di appuntamenti che toccheranno momenti di degustazione, eventi culturali, spettacoli musicali e convegni per celebrare il Cioccolato di Modica che quest’anno festeggia il suo quinto anno di certificazione IGP. Tutte le iniziative si svolgeranno nel centro storico accogliendo golosi e turisti sino a domenica 10 dicembre.

 

«Siamo qui oggi non solo per rendere omaggio a questa eccellenza ma anche per stare con gli amministratori di questa bellissima realtà – ha dichiarato il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani-. Il Governo regionale è impegnato a promuovere e valorizzare all’estero le proprie eccellenze alimentari e tra queste il Cioccolato di Modica, anche se esso ha poco da farsi pubblicizzare perché è già conosciutissimo in tutto il mondo. Ma non possiamo fermarci. E aggiungo anche che siamo impegnati pure sul turismo per far sì che si possa ulteriormente rafforzare l’incoming verso la nostra terra».

 

Al ChocoModica sarà possibile gustare il Cioccolato di Modica IGP anche in vesti insolite attraverso le creazioni culinarie degli undici chef dell’APCI che cucineranno presso la Fondazione Grimaldi, realizzando diversi piatti salati. Immancabile l’area dedicata al dolce curata dal pastry chef Concetto Cicero con importanti nomi, come i pasticceri Tommaso Foglia, Davide Roccasalva e Andrea Giannone. Accanto ai big, 250 giovani allievi dell’Istituto alberghiero P. Grimaldi di Modica. Importante presenza per tutte e quattro le giornate, in quattro convegni di altissimo profilo scientifico, sarà quella del prof. Giorgio Calabrese, uno dei maggiori esperti mondiali in materia nutrizione.

 

Non solo degustazioni. Il Cioccolato di Modica IGP sarà al centro di tanti momenti culturali come il ChocoMoBook in cui undici famosi personaggi presenteranno i loro libri, tra cui Aurelio Cochi Ponzoni, Antonella Lupo, Tommaso Foglia, Natasha Korsakova e Luigi Troiani. Da non perdere il ChocoComics e il CineCiok, quest’ultimo per gli amanti del cinema, che regalerà proiezioni a tema cioccolato e cibo. E poi il ChocoArt che incanterà i curiosi con opere di pittura e scultura di cioccolato. Non mancherà l’intrattenimento musicale con Eugenio Bennato & Taranta Power e i QBeta oltre al momento comicità con il famoso Sasà Salvaggio.

L’intero programma è visionabile sul sito internet: https://www.chocomodicaofficial.it/ 

Per raggiungere il centro storico di Modica è stato messo a disposizione un bus navetta con partenza da diversi punti della Città.  

 

 

La prestigiosa manifestazione nasce e cresce ad ogni edizione grazie al supporto della Regione Siciliana, dell’ARS, degli Enti locali nonché dei privati, come Cupra – Comer Sud e Coop Alleanza 3.0 gruppo Radenza in qualità di main sponsor e Prima Classe, Hera, Avimecc e Vitality in qualità di sponsor e Video Regione come media partner.

 

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Cultura

Tra presepi e melodie: EricèNatale, il Natale di Erice

Matteo Ferrandes

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Erice, 7 dicembre 2023 – Dall’8 dicembre al 7 gennaio, il suggestivo borgo di Erice si trasforma in un’atmosfera natalizia, accogliendo una serie di eventi culturali e musicali nell’ambito di “EricèNatale – Il borgo dei presepi”.  La manifestazione, organizzata dal Comune di Erice in collaborazione con associazioni e istituzioni, offre un programma variegato che spazia dalle tradizioni alle espressioni più moderne, trasformando il centro storico in un palcoscenico festoso con i consueti mercatini di Natale in Piazza della Loggia e Piazzetta San Giuliano.

La Casetta di Babbo Natale, posizionata nella suggestiva Piazzetta San Martino, aprirà le sue porte per accogliere bambini e famiglie. Le pittoresche vie del centro storico saranno animate da presepi tradizionali, allestiti con cura da abili artigiani, cittadini e associazioni, ognuno narrando una storia e creando un percorso suggestivo.  

Le note di zampognari e bande itineranti siciliane risuoneranno tra le antiche mura e gli affascinanti vicoli, aggiungendo un tocco di autenticità e tradizione al contesto di EricèNatale, portando il calore e la tradizione delle festività natalizie.

A tutto ciò si unisce il “Festival Internazionale di Musica Antica”, giunto alla XXVII, edizione che offre un viaggio attraverso la storia della musica antica in varie location di Erice, con artisti internazionali e ensemble di prestigio, spaziando dal Barocco alle suggestioni del Medioevo e del Rinascimento. Ed ancora la rassegna “Cortili Narranti”, un ciclo di eventi che abbracciano cultura, musica e teatro e  la ricca programmazione degli “Spettacoli di EricèNatale al teatro Gebel Hamed”. Queste tre rassegne sono organizzate da associazioni del territorio e supportate dal Comune di Erice.

La notte di Capodanno, a partire dalle 23.30, sarà allietata da “I Quaranta che Ballano 90” in Piazza della Loggia, per salutare il nuovo anno con gioia e musica.

“EricèNatale è un momento in cui il nostro territorio si trasforma. La diversità e la qualità artistica delle iniziative proposte amplificano l’esperienza festiva, coinvolgendo il pubblico in una varietà di espressioni culturali e musicali ed il nostro affascinante centro storico è la cornice perfetta.

Il Natale non è solo una celebrazione, ma un tempo di riflessione sui valori fondamentali della solidarietà, della pace, dell’amicizia e dello svago, e noi siamo felici di presentare una serie di eventi, pensati per abbracciare e onorare tutti questi significati, coinvolgendo tutte le fasce d’età della nostra comunità.

Desideriamo esprimere profonda gratitudine agli uffici comunali per il loro instancabile impegno, alle associazioni, agli enti, alle fondazioni ed ai semplici cittadini che, con passione, hanno contribuito e continuano a contribuire all’organizzazione di ogni dettaglio. Il Natale a Erice è un momento di unione, condivisione, comunità” – queste le parole della sindaca del Comune di Erice Daniela Toscano e l’assessore al Turismo e agli Eventi Rossella Cosentino.

EricèNatale – Il borgo dei presepi gode del sostegno de “I Borghi più belli d’Italia” e della Funierice ed è organizzato dal Comune di Erice, in collaborazione con l’Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana, la Fondazione Erice Arte, la Fondazione e Centro di cultura scientifica Ettore Majorana, l’Associazione “MeMA” (Mediterranean Music Association) con l’Associazione Siciliana Amici della Musica e Amici della Musica di Cefalù “S. Cicero”, l’Associazione “Vivere Erice”, l’Istituto d’Istruzione superiore “Ignazio e Vincenzo Florio”, la Montagna del Signore, l’associazione Omnia Certe, l’Istituto di Cultura Italo-Tedesco di Trapani con il Goethe-Institut di Palermo.

Per ulteriori dettagli e il programma completo degli eventi, si prega di visitare il sito web www.comune.erice.tp.it e i profili social di EricèNatale e del Comune di Erice.

L’inaugurazione e gli appuntamenti del primo weekend di EricèNatale

L’8 dicembre, dalle 16.00 alle 19.00, gli zampognari siciliani allieteranno il borgo con le loro melodie, mentre l’inaugurazione dei Mercatini di EricèNatale in Piazza della Loggia, Piazzetta San Giuliano e Piazzetta San Martino, a partire dalle 17.00, con l’accensione delle luminarie e dell’albero di Natale, darà il via alle celebrazioni natalizie con prodotti artigianali e gastronomici.

Nel primo weekend di EricèNatale, si terranno iniziative e concerti di alto livello. L’8 dicembre, presso il Teatro Gebel Hamed, il M° Pietro Adragna incanterà il pubblico con la sua fisarmonica. Il 9 dicembre sarà la volta di Alessandro Panicola con atmosfere bossa nova.

Il 10 dicembre, presso l’Istituto Wigner San Francesco – Fondazione Ettore Majorana, nel contesto del XXVII Festival Internazionale di Musica Antica, il MiniM Ensemble Medievale eseguirà “Musica, Poesia e Ippocrasso – Suoni dal Medioevo”, offrendo un viaggio nelle musiche del XIV secolo.

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