Politica
Scaltriti (Pantelleria2050) – Consiglio Comunale di ieri: “Giunta D’Ancona vota linee programmatiche dell’Amministrazione Campo e ancora non dice cosa vuole fare per l’isola”

Ieri mattina, 1° agosto, è andata in onda una inusuale seduta del Consiglio Comunale mattutina dovuta al fatto che nel mese di agosto gli uffici sono chiusi nel pomeriggio e non era cosa buona e giusta costringere il funzionario a ritornare nel pomeriggio.
Si dirà che in questo modo molti cittadini non hanno potuto presenziare alla seduta perché impegnati al lavoro, ma poco importa. Tanto è possibile rivedere la registrazione della seduta del Consiglio Comunale, per chi riesce a trovare il link.
L’argomento all’ordine del giorno era l’approvazione del Documento Unico di Programmazione (DUP) per il triennio 2023-2025, il documento in cui l’Amministrazione descrive le azioni programmatiche che intende intraprendere.
L’altra cosa inusuale è che in genere il DUP, almeno così è successo negli ultimi anni, viene approvato insieme al Bilancio di Previsione. Ma stavolta il nuovo Consiglio ha deciso di approvare i due atti separatamente convocando due sedute consiliari a distanza di due giorni. In fondo, parafrasando una vecchia pubblicità, “due gettoni di presenza is megl che uan”.
Chiamato in causa dalle giuste richieste del gruppo di minoranza, l’Assessore Bonì con delega al Bilancio, che ha l’obbligo etico e civico di esporre nel miglior e più esaustivo modo un documento così importate come il DUP, che indirizza il futuro della nostra isola nei prossimi 3 anni, si è esibito in una rocambolesca e triste performance pari allo studente rinviato agli esami che non ha studiato nel periodo estivo.
L’Assessore è partito subito dichiarando che la consulenza del funzionario era cosa buona e giusta: non toccare nulla dell’Amministrazione Campo. La cosa ci lusinga, ma stona anche parecchio con la campagna elettorale di SiAmo Pantelleria con il ritornello ripetuto a nausea del RIPARTIAMO. Quindi si riparte dalle idee del M5S?
Ma la mirabolante visione dell’amministratore Bonì continua, anzi si ferma, alle buche e alle erbacce sulle strade, unico argomento programmatico presentato oltre alla cantilena tragicomica del “Non ci hanno lasciato fondi e stiamo raschiando il barile!”. Ma 1.600.000,00€ circa lasciati dall’Amministrazione Campo non gli bastano? Ancora con la bugia del “non ci hanno lasciato soldi”?
Ci può cascare il cittadino con il prosciutto sugli occhi forse, ma a chiunque sia dotato di un minimo di intelletto, basterà leggere il Bilancio Consultivo approvato dalla Giunta D’Ancona. I numeri parlano chiaro. Sempre se si sappiano leggere, oltre che votare. Delle due l’una: o sono in completa malafede o non capiscono proprio.
Dopo questa piccola incomprensione, prende la parola la Consigliera Angela Siragusa che in modo puntuale e opportuno chiede all’Assessore Bonì di illustrare i contenuti del DUP che il Consiglio si appresta ad approvare.
E qui casca l’asino!
Infatti, l’espertissimo e competente Assessore Bonì non sa cosa rispondere, facendo la figura dello studente impreparato che ripete a pappagallo la lezioncina imparata a memoria: le buche tappate, i cartelli stradali e gli specchietti, la pulizia delle strade. Ma di quali siano le linee programmatiche della nuova Amministrazione non dice nulla.
Tanto che la Consigliera Siragusa e il Consigliere Casano ricordano che si sta discutendo del DUP e non del Bilancio, che il DUP presentato in Consiglio è quello predisposto e approvato dalla Giunta Campo e che, quindi, le linee programmatiche e la visione strategica in esso contenute sono quelle della vecchia Amministrazione, ma è facile appropriarsi del programma altrui quando non se ne ha uno definito e infatti stiamo ancora aspettando di capire cosa vuole fare la Giunta D’Ancona. Sono passati i tempi della campagna elettorale, quando i nuovi amministratori dicevano che, grazie alla loro competenza ed esperienza, avrebbero agito in totale discontinuità da chi li ha preceduti.
Ed invece eccoli qua ad approvare il NOSTRO Documento Programmatico!
Peccato che tra le elezioni e l’odierna seduta sono passati due mesi e c’era tutto il tempo per poter apportare le dovute modifiche ai documenti contabili, visto che a parole non si condivideva nulla del passato. Ma a questo punto ci viene il dubbio che chi si è dimostrato impreparato sul contenuto del Documento proposto al Consiglio, sia davvero in grado di apportarvi delle modifiche. E così abbiamo assistito al triste teatrino dei nuovi amministratori che approvano le linee programmatiche della vecchia Giunta. Proprio quella Giunta Campo che, a loro dire, aveva fatto disastri!
Tra l’altro è il caso di ricordare all’Assessore al Bilancio, il ‘competentissimo’ Bonì, che l’Amministrazione D’Ancona con l’imposta di sbarco non ha fatto nulla di diverso dalla Giunta Campo: ha finanziato solo (un paio di) spettacoli!
Avevano promesso che avrebbero utilizzato tali risorse per la cura del territorio, cominciando con la pulizia, ed invece le uniche risorse che hanno utilizzato per il diserbo sono state reperite dai capitoli delle manutenzioni stradali, del verde pubblico e dei rifiuti. Mentre con l’imposta di sbarco hanno finanziato quelle poche iniziative culturali a cui hanno riconosciuto il patrocinio oneroso. Proprio quello che secondo loro non andava fatto.
L’Amministrazione D’Ancona: l’arte di fare tutte le cose già fatte dagli altri (tranne Gadir)!
Per il resto cosa dire?
· Le buche che dicono di aver tappato sono i ripristini previsti dal progetto Jessica e già programmati.
· I cartelli e gli specchi che dicono di aver installato provengono dalle riserve di magazzino accumulate in questi anni.
· Le azioni di transizione ecologica che vorrebbero programmare sono state già programmate con le approvazioni dell’Agenda per la transizione energetica e del PAESC e con buona parte di risorse già disponibili.
o 3 milioni dall’Azione 4.1.1 del POC energia e sviluppo dei territori per l’efficientamento energetico degli edifici,
o 25 milioni dal Fondo Complementare al PNRR per la ristrutturazione con efficientamento energetico delle case popolari.
o 21,5 milioni di risorse previste dall’Amministrazione Campo nel programma isole verdi: 5,3 milioni per la realizzazione di impianti, 4,8 milioni per i sistemi di accumulo a servizio degli stessi, 2 milioni per l’acquisto di bus e mezzi elettrici, 469 mila euro per l’acquisto da parte dei cittadini di bici, scooter e monopattini elettrici, 1,3 milioni per completare l’efficientamento della pubblica illuminazione, 7,7 milioni di euro per l’efficientamento del sistema idrico.
Insomma, in due mesi di amministrazione cosa hanno fatto di nuovo e di diverso? A parte Gadir?
Stefano Scaltriti
Pantelleria2050
Pantelleria, 2 agosto 2023
Politica
Pantelleria 2050: D’Ancona ha chiesto ai panteschi se volevano rinunciare al Castello?

Il recente passo indietro dell’Amministrazione Comunale sulla gestione del Castello Medievale di Pantelleria è la conferma di un fallimento annunciato e prevedibile.
Con la delibera, approvata in prossimità del Ferragosto, la giunta ha deciso di rescindere unilateralmente la concessione gratuita faticosamente ottenuta negli anni passati, rinunciando così a una delle più importanti opportunità culturali e turistiche per l’isola.
Le ragioni per cui si è deciso di abbandonare, di fatto, il Castello al suo destino non sembrano giustificate, neppure dopo la lettura della delibera approvata lo scorso 8 agosto.
Infatti, sembrerebbe che il Demanio statale avesse confermato che il Castello necessitava di un intervento di restauro e che, quindi, i relativi costi non dovevano essere posti a carico del Comune.
La Soprintendenza, da parte sua, sembra chiedere degli interventi di messa in sicurezza che servano a preservare il monumento e ne consentano la fruizione in sicurezza, in attesa di trovare delle linee di finanziamento per intervenire con il restauro e il consolidamento delle parti pericolanti. Addirittura, si spinge oltre: avviando l’azione sostitutiva, ossia intervenire con proprie risorse per poi rivalersi sul soggetto competente, che a detta del Comune sarebbe il Demanio statale.
Ma c’è di più.
A dicembre 2023 sono stati impegnati dal Comune 80 mila euro per la realizzazione di interventi di messa in sicurezza dello stesso, giustificando tale stanziamento con la volontà di “salvaguardare il Castello medievale dal degrado” e “preservarne lo stato e rendere lo stesso fruibile ai visitatori”.
Ma allora cosa è successo adesso per spingere la Giunta a deliberare la rescissione della convenzione per eccessiva onerosità?
E proprio alla vigilia dell’inizio dei lavori del Waterfront che restituiranno piena visibilità alla struttura, liberandola dall’obbrobrio del “palazzo verde”?
E perché si parla di eccessiva onerosità dopo che nell’ultimo decennio il Comune ha speso circa 40.000 € l’anno per interventi di manutenzione sul Castello, con il favore e l’appoggio di tutta la comunità che riconosce nel monumento il cuore monumentale dell’isola?
La scusa della concessione limitata degli anni regge ancor meno, perché fu concordato il rinnovo illimitato con il Demanio proprio dalla nostra Amministrazione. Dobbiamo pensare che l’azione maldestra di questa Amministrazione abbia reso vani anche quegli accordi?
Davvero si pensa che la soluzione per ridare dignità al Castello, unico simbolo storico rimasto nel centro di Pantelleria, è quella di restituirlo al Demanio statale e, così, chiuderlo a tempo indeterminato o, peggio, farlo affidare ad un gestore privato?
E l’Amministrazione D’Ancona ha chiesto ai panteschi se erano favorevoli a rinunciare al loro Castello, interpellandoli direttamente o tramite il Consiglio Comunale?
Sarebbe bene anche informarli che rinunciando alla concessione, c’è la chiara possibilità che fra qualche anno, trovato il privato disponibile, il Demanio magari lo concederà per farci l’ennesimo hotel o altro (ricordiamoci il bando per il Faro di Punta Spadillo e di tanti altri beni in Italia che hanno fatto la stessa fine).
Le domande, come si vede, sono tante. Aspettiamo le risposte, se arriveranno. Ciò che ci sembra palese è la volontà dell’amministrazione D’Ancona di scappare dalle proprie responsabilità e di lasciare Pantelleria al suo destino in balia delle decisioni che saranno prese altrove.
Un po’ come è avvenuto con la gestione del ricorso al TAR sul punto nascita, chiuso nel 2020 dall’allora assessore Razza (oggi Fratelli d’Italia). Quel ricorso avrebbe potuto chiarire il diritto dell’isola a mantenere il servizio e le responsabilità del governo regionale, ma anche allora la giunta D’Ancona decise, incomprensibilmente, di non proseguire l’iter, rinunciando a una battaglia di giustizia per la comunità.
Due episodi, due simboli, un solo filo conduttore: incapacità di agire, mancanza di visione e rinuncia alle responsabilità.
Pantelleria merita di meglio.
Pantelleria2050
Cultura
Comune di Pantelleria procede a rescissione contratto concessione Castello

Botta e risposta tra Comune e Soprintendenza.
Ciao, Castello, ciao
Lo scorso 8 giugno 2025, in seduta di Giunta Comunale si è approvato la richiesta di rescissione anticipata del contratto di concessione del Castello di Pantelleria, stipulato tra Comune, appunto, e l’Agenzia del Demanio.
La delibera che riportiamo ricostruisce il rapporto contrattuale dicendo
PREMESSO CHE:
con contratto Rep. n. 2240 del 16/12/2019, l’Agenzia del Demanio – Direzione Regionale Sicilia ha concesso in uso gratuito al Comune di Pantelleria, per finalità istituzionali e culturali, l’immobile denominato Castello Barbacane, sito nel centro urbano dell’isola, censito al Catasto Fabbricati al foglio 3, particella 990, sub. 1, 2, 3 e 4, appartenente al Demanio Pubblico dello Stato – Ramo Artistico-Storico;
Le competenze del Comune secondo contratto
il contratto, con scadenza al 31/12/2025, prevedeva a carico del Comune gli oneri relativi alla manutenzione ordinaria e straordinaria, custodia e vigilanza, ma non obblighi di restauro o risanamento conservativo, di competenza dell’Ente proprietario ai sensi dell’art. 30 del D.Lgs. 42/2004;
CONSIDERATO CHE:
con ordinanza n. 145 del 23 agosto 2023 è stata interdetta l’area interessata al distacco di materiale roccioso dalla parete del castello di Pantelleria prospiciente la Piazza Vincenzo armata;
con nota prot. n. 19671 del 03.10.2023 il Comune ha segnalato alla Soprintendenza di Trapani ed all’Assessorato regionale Beni Culturali l’impossibilità di intervenire con urgenti interventi di messa in sicurezza del compendio demaniale in oggetto, per mancanza di risorse finanziarie, evidenziando altresì che a causa del mancato intervento, il processo di degrado dell’edificio monumentale è in costante aumento con il concreto pericolo di crollo della torre campanaria e di altri paramenti murari;
con nota 6962 del 02.04.2024 il Comune ha segnalato l’impossibilità di intervenire con urgenti interventi di messa in sicurezza del compendio demaniale in oggetto, per mancanza di risorse finanziarie, evidenziando altresì che a causa del mancato intervento, il processo di degrado dell’edificio monumentale è in costante aumento con il concreto pericolo di crollo della torre campanaria e di altri paramenti murari;
La risposta della Soprintendenza
con nota 7075 del 23 maggio 2024 assunta con prot. n. 10864 del 24/05/2024, la Soprintendenza ha fatto presente che ai sensi degli articoli n. 677 del codice penale e n. 2053 del codice civile non poteva assolutamente ritenersi responsabile, né civilmente né penalmente per eventuali danni causati dal cattivo stato di conservazione di immobili monumentali non ricevuti in consegna, specificando che le opere necessarie alla conservazione del monumento, dovevano essere eseguite dall’Ente proprietario o da quello concessionario/possessore e che l’Ufficio ha già autorizzato con provvedimento n. 13371 del 16/11/2023 i lavori di messa in sicurezza. Si riservava, altresì, la possibilità di inserire l’edificio in oggetto nei programmi di restauro futuri, parimenti richiamando l’attenzione dell’Amministrazione Comunale sulla eventuale necessità di intervenire al sensi dell’articolo 69 della L. R. Sicilia 15/03/1963, n. 16 per predisporre i mezzi e le opere necessarie per la prevenzione della incolumità pubblica;
con la nota Prot. n. 2024/DRSIC/ST-PA3, acclarata al protocollo comunale in data 15-4-2024 al n. 7707, con la quale l’Agenzia del Demanio richiama gli obblighi assunti con la concessione del bene tra i quali rientra la manutenzione straordinaria;
con nota del 03/06/2024 prot. n. 1140 il Comune ha comunicato che “gli interventi di cui necessitava l’immobile tutelato non rientravano tra gli interventi di manutenzione straordinaria ma rientrano sicuramente a pieno titolo tra quelli di restauro e di risanamento conservativo, e per tale ragione a totale carico dell’Ente proprietario del bene, il quale hai sensi dell’art. 30, comma 1 del d.lgs. n. 42 del 2004 ha l’obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di loro appartenenza. In subordine, qualora l’ Agenzia del Demanio fosse rimasta nell’errata interpretazione che le opere di risanamento conservativo, di cui necessità il bene tutelato, rientrassero nel novero degli interventi di manutenzione straordinaria a carico del Comune di Pantelleria, si chiedeva la risoluzione anticipata della convenzione rep. n. 2240 del 16-12-2019 per sopravvenuta onerosità ex art. 1467 c.c.”;
con nota 9068 del 10/07/2025, riscontrando la nota 10682 del 08/08/2024, la Soprintendenza ha richiesto un intervento di somma urgenza finalizzato alla messa in sicurezza, notificando l’avvio del procedimento dell’intervento sostitutivo, per assicurare la conservazione del bene.
con nota del 31/07/2025 il Comune ha riscontrato la nota della Soprintendenza di Trapani prot. 9068 del 10/07/2025, per rappresentare che “il Comune di Pantelleria non ha alcuna competenza a eseguire interventi per la messa in sicurezza del castello Barbacane. Tali lavori, con assoluta certezza, confermata dalla stessa Direzione Regionale della Sicilia dell’Agenzia del Demanio (cfr nota del 30/04/2025, che si allega), concretizzano un intervento edilizio di restauro e risanamento conservativo, se non anche di ristrutturazione tout court.”, manifestando “la disponibilità del Comune di Pantelleria a un incontro tra le Amministrazioni anche in sede assessoriale, per accelerare le decisioni da assumere per un più celere avvio dei lavori, rappresentando la necessità “che il Dipartimento Regionale, cui la presente è inviata per conoscenza, convochi una specifica conferenza di servizi o quanto meno una riunione delle tre Amministrazioni interessate a vario titolo.”;
il verbale di sopralluogo congiunto del 30 e 31 luglio 2025 redatto da funzionari dell’Agenzia del Demanio e dell’Ufficio Tecnico Comunale ha accertato il grave stato di degrado statico e strutturale del Castello, con elevato rischio di crollo della torre campanaria e porzioni dei prospetti, nonché assenza di adeguate misure di sicurezza per la copertura;
le relazioni tecniche del Responsabile del Settore II – Area Lavori Pubblici redatte nel tempo avevano già evidenziato l’impossibilità per il Comune di accollarsi le spese di restauro, trattandosi di interventi di risanamento conservativo e non di semplice manutenzione straordinaria, rientranti nella competenza esclusiva dell’Ente proprietario, come previsto dall’art. 30, comma 1, del D.Lgs. 42/2004;
il Vicario Responsabile dell’Area LL.PP., per ultimo, con relazione prot. n. 19093 del 06/08/2025, ha attestato la sopravvenuta impossibilità di utilizzo dell’immobile per finalità istituzionali e culturali, a causa dell’aggravamento delle condizioni statico-strutturali dell’edificio, che impongono interventi di restauro e risanamento conservativo, non compatibili con le risorse finanziarie e le competenze del Comune;
lo stato di pericolo e inaccessibilità ha reso impossibile la fruizione istituzionale e culturale del bene, determinando il venir meno dell’oggetto della concessione;
PARERE DEL RESPONSABILE DEL SERVIZIO
Si esprime parere Favorevole in ordine alla Regolarità Tecnica
E, ora?
Politica
Al via “Progetto Sicilia Sviluppo” il nuovo movimento politico di Padre Giuseppe Di ROsa

PARTE DA CALTANISSETTA UNA NUOVA INIZIATIVA POLITICA. APPROVATO IL
MANIFESTO DEL MOVIMENTO “PROGETTO SICILIA SVILUPPO”, AL QUALE HANNO
ADERITO DIVERSI SOGGETTI, TRA ASSOCIAZIONI, ORGANIZZAZIONI DATORIALI E
MONDO DELLA COOPERAZIONE. A SETTEMBRE SI TERRÁ UNA PRIMA RIUNIONE TRA I
QUATTORDICI COMPONENTI DESIGNATI DEL GRUPPO DI LAVORO. IDEATORE
DELL’INIZIATIVA, PADRE GIUSEPPE DI ROSA, STORICO RAPPRESENTANTE DEI
COSIDDETTI “FORCONI”
Una nuova iniziativa politica ha preso corpo in Sicilia, terra da sempre considerata come
laboratorio politico nazionale. “Progetto Sicilia Sviluppo” è il contenitore che nella fase
embrionale, nasce spontaneamente senza sovrastrutture politiche, ma con una volontà
precisa di cambiamento per il popolo siciliano.
Nei giorni scorsi, presso l’hotel San Michele di Caltanissetta, si è svolta la prima riunione
del coordinamento “Progetto Sicilia Sviluppo”, che ha gettato le basi per la creazione di
un’aggregazione politica e di proposta costruttiva a tutela della Sicilia. Al progetto hanno
aderito diverse organizzazioni datoriali, associazioni di agricoltori e pescatori, partite iva e
rappresentanti del mondo della cooperazione e della società civile. Ideatore dell’iniziativa,
che ha moderato l’incontro, è Padre Giuseppe Di Rosa, storico rappresentante e tra i
principali animatori del movimento dei “Forconi”.
“Non siamo né di destra, né di sinistra – ha spiegato nel corso del suo intervento Padre
Di Rosa – ma proiettati al futuro della Sicilia, alla salvaguardia del suo patrimonio etico-
culturale, contro tutte le forme di mafie, a difesa dell’agricoltura, della pesca e a tutela di
quel valore imprenditoriale sano, che la nostra regione rappresenta. Oggi esiste una Sicilia
che lotta per cambiare – ha aggiunto Padre Di Rosa – in grado di creare un volano
economico ed occupazionale, dando così dignità al popolo fiero di sé stesso, della sua
storia, delle sue tradizioni e consapevole delle sue tante contraddizioni”.
Alla fine della riunione il coordinamento ha approvato un documento-manifesto, nel quale
si ribadisce che “il progetto ha come obiettivo una proposta politica, che ponga al centro la
Sicilia non più in uno status di subalternità nei confronti delle altre regioni. Causa anche la
non applicazione dell’autonomia derivante dall’attuazione dello statuto autonomo,
approvato con legge costituzionale n.2 del 26 febbraio 1948, che assegna alla Sicilia
competenze esclusive e nella mortificazione istituzionale nel non vedere applicato l’art. 36
dello Statuto siciliano, che consentirebbe alla nostra regione di ricevere ogni anno dai 7 ai
10 miliardi di nuove entrate”.
Inoltre, è stato eletto un gruppo regionale di lavoro formato da 14 componenti, per
preparare le basi alla successiva riunione di “Progetto Sicilia Sviluppo”, che si svolgerà a
settembre e che darà l’avvio dell’organizzazione sul territorio del movimento. E proprio in
occasione di quell’incontro, sarà creato un organismo di proposta ed elaborazione politica,
un vero governo siciliano parallelo, che proporrà interventi legislativi nelle materie di
competenza esclusiva della Regione siciliana.
“In quel contesto si decideranno le modalità di prosieguo dell’attività del coordinamento –
si legge ancora nel manifesto – con la scelta se trasformarsi in un movimento politico
regionale e, in questo caso, con la elaborazione di una piattaforma di proposte da porre
all’attenzione del popolo siciliano. In tale ottica procederemo alla costituzione di un organo
politico composto da agricoltori, pescatori, imprenditori ed esponenti della società civile,
uomini e donne che vogliono concretamente cambiare la nostra Sicilia. Verrà creato un
coordinamento regionale composto da un rappresentante per categoria e a cui potranno far
parte responsabili designati dalle associazioni che sottoscriveranno il manifesto. La nostra
regione deve uscire da un limbo di immobilismo atavico e rilanciare la propria autonomia
oltre ad affermare la propria centralità economica nel bacino del Mediterraneo”.
Questi i quattordici componenti che faranno parte del GRUPPO REGIONALE DI
LAVORO: Giuseppe Di Rosa, Marco Giammanco, Adriana Cavasino, Franco
Calderone, Mario Rizzo, Giacomo Fascella, Guglielmo Conigliaro, Anna Maria Meli,
Alberto Maugeri, Rosario Galati, Beppe De Santis, Angelo La Plena, Vincenzo
Maiorana, Felice Coppolino.
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