Salute
Sanità – On. Safina (PD): “Governo miope, fondi solo per la provincia di Palermo e Trapani attende la radioterapia da oltre un decennio”

L’On. Safina (PD) sulla sanità siciliana: “Governo miope, fondi solo per la provincia di Palermo e Trapani attende la radioterapia da oltre un decennio”
Trapani, 18 ottobre 2023 – Il deputato regionale del PD, On. Dario Safina, interviene con un commento amaro sulle scelte del Governo regionale in merito ai copiosi finanziamenti annunciati dal Presidente Renato Schifani: “Ben vengano queste centinaia di milioni di euro annunciati dal Governatore, le strutture sanitarie siciliane pubbliche abbisognano di un restyling complessivo ma ritengo sia un errore di fondo, ripetuto tra l’altro, pensare soltanto ai più grossi centri della Sicilia. Da quello che si evince dalle dichiarazioni del Governatore, questi fondi riguarderanno quasi esclusivamente ospedali e centri sanitari del palermitano e, ancora una volta, ci si dimentica delle necessità delle restanti province. Trapani, ad esempio, attende da oltre un decennio la costruzione del nuovo reparto di radioterapia presso l’ospedale Sant’Antonio Abate (il più grande della provincia)”.
Una lettera aperta dal sapore amaro quella che il deputato trapanese inoltra all’assessore regionale alla Sanità Giovanna Volo. Un’amarezza che dura ormai da 14 anni e che attanaglia le viscere dei malati oncologici della città di Trapani e le loro famiglie: da oltre un decennio ormai attendono l’apertura del reparto di Radioterapia oncologica presso l’ospedale Sant’Antonio Abate di Erice-Trapani, annunciato nel lontano 2009 e di cui non c’è ancora alcuna traccia.
“Per realizzare il nuovo reparto servono 11 milioni di euro e i soldi ci sono – spiega l’onorevole Safina -. Si tratta dei fondi programmati nel Piano di emergenza Covid, il Decreto legislativo Schillaci. C’è anche il progetto che prevede la realizzazione di due nuove palazzine alle spalle del nosocomio cittadino a servizio dell’Ospedale e del reparto di Radioterapia. L’unica cosa che manca è la firma dell’assessore Volo sul decreto di finanziamento per affidare il progetto esecutivo e avviare la fase di aggiudicazione dei lavori”.
“Il Governo regionale – continua il deputato regionale trapanese – è alle prese con i contentini da dare alle varie forze politiche di maggioranza in merito alle nomine dei Commissari straordinari e dei Direttori Generali nelle ASP siciliane e fa spallucce, palesemente, alle reali necessità dei siciliani. Una firma basterebbe per sbloccare gli 11 milioni per la radioterapia a Trapani e gli ulteriori 17 milioni per il completamento del nuovo padiglione per le malattie infettive a Marsala e il Governo regionale che fa? Si gira dall’altro lato”.
“Ho parlato più volte col commissario straordinario dell’Asp 9 Vincenzo Spera dell’argomento – continua l’onorevole Safina -. Ad oggi non si riesce a capire perché l’assessore Volo non abbia ancora firmato per lo stanziamento dei fondi. Nel frattempo, i malati oncologici di Trapani e dei paesi limitrofi sono costretti a recarsi a Palermo, a Bagheria o a Mazara del Vallo per sottoporsi a radioterapia. Oltre al danno, insomma anche la beffa di doversi spostare per potersi curare. Va inoltre considerato che il reparto più vicino, quello di Mazara del Vallo, non è sufficiente a garantire il servizio per un bacino d’utenza così ampio”.
“Si tratta di un’opera vitale per migliaia di malati trapanesi – conclude il deputato trapanese -, più volte annunciata negli anni e mai realizzata. E ora che finalmente ci sono pure i soldi per realizzarla il governo Schifani preferisce tenerseli nel cassetto? A che pro? A chi giova tutto questo? Non certo ai cittadini trapanesi che vedono così negarsi il sacrosanto diritto alle cure e alla salute. Presidente Schifani così proprio non va! Chiami il suo assessore e le faccia firmare quel pezzo di carta. Non si può giocare sulla pelle dei siciliani!”.
Salute
Sanità, Giuliano (UGL): “OSS, figura confinata in un angolo. Non esistono lavoratori di serie B, la politica deve intervenire”

“E’ passato del tempo da quando, era il 2021, la senatrice Paola Boldrini cercò attraverso un DDL di far ottenere agli OSS quei diritti e quella dignità ancora oggi negati. Non essendo schiavi di alcun pregiudizio politico salutammo con soddisfazione quello che immaginavamo potesse essere l’inizio di un cammino che portasse alla luce, garantendo definizione e valorizzazione del ruolo che prevedesse anche una formazione continua e di alta qualità, una figura essenziale ed insostituibile della piramide della sanità italiana. Tante buone intenzioni, si parlava anche della possibilità di dichiarare usurante la professione, a cui però non è stato dato alcun riscontro. Così che ad oggi la figura dell’operatore sociosanitario rimane confinata in un angolo, quasi dimenticata, senza ottenere i riconoscimenti, giuridici e materiali, che sarebbero dovuti. Anzi con la creazione della figura dell’assistente infermiere, su cui confermiamo la nostra assoluta contrarietà, si è data una violenta spallata a quella crescita professionale che da tempo viene giustamente reclamata dalla categoria. Così, oggi, gli emolumenti degli OSS continuano a non garantire loro una vita dignitosa a fronte di carichi di lavoro spesso insostenibili cui si sommano da tempo aggressioni fisiche e verbali che sono tra le cause scatenanti dei sempre maggiori casi di burn-out. Discutere di un futuro migliore della sanità italiana rimane una missione impossibile se si continueranno ad avere lavoratori di serie B, messi al margine del sistema. Per questo chiediamo alla politica di intervenire per riprendere il filo di quanto la senatrice Boldrini aveva pensato. Per garantire agli oss di uscire dal limbo reclamando quella dignità che meritano” dichiara in una nota Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute.
Salute
Pantelleria e Egadi nella telemedicina dell’ASP di Trapani con Tunisia, progetto da 900mila euro

L’UE finanzia un progetto di telemedicina dell’Asp Trapani con la #Tunisia. E’ stato infatti approvato dal Dipartimento regionale della Programmazione il progetto di cooperazione, con capofila l’ASP Trapani, nell’ambito del Programma “Interreg VI-A Next Italia Tunisia 2021-2027” per iniziative di Telemedicina, denominato “TÉLÉ-MÉD-ISOLÉS – Services innovants de télémédecine a impact euroméditerranéen pour les sujets en conditions d’isolement”.
Il progetto, in partenariato con enti e istituzioni italiane e tunisine, prevede azioni di cooperazione transfrontaliera per promuovere la parità di accesso all’assistenza sanitaria e la resilienza dei sistemi sanitari. Mira a fornire servizi innovativi di telemedicina “di prossimità”, a impatto #euromediterraneo, a favore di un target di beneficiari, comprensivo di soggetti in condizione di “isolamento” sia per lontananza, sia per status sociale, migliorando significativamente la gestione delle malattie croniche e promuovendo la prevenzione in Sicilia e Tunisia, sfruttando le tecnologie di telemedicina per superare le barriere geografiche e socioeconomiche all’accesso alle cure, e riducendo gli spostamenti per raggiungere i luoghi di cura.
Il contributo comunitario per la realizzazione del progetto è pari a 907 mila euro, per un biennio di attività.
Sei i partner: tre italiani, ASP Trapani (capofila), Università degli Studi di Messina – Dipartimento di Giurisprudenza e Consorzio Sisifo, e tre tunisini, DACIMA Consulting, Association pour l’Education sanitarie en Médicine d’urgence e ABSHORE Tunisie. La convenzione tra gli enti partner sarà siglata il prossimo 5 maggio.
I partner tunisini individueranno di contro le località del territorio caratterizzate da difficoltà di accesso in cui implementare il progetto, aventi come target di riferimento i pazienti affetti da malattie croniche, con particolare riferimento al #diabete mellito. Il diabete comporta anche costi molto elevati: il 6,7% dell’intera spesa sanitaria nazionale, pubblica e privata è assorbita dalla popolazione diabetica
Salute
Prevenzione neonatale, presentato in ARS disegno di legge per diagnosi su immunodeficienze primitive

E’ stato presentato disegno di legge a firma di Giuseppe Pace, capogruppo di Democrazia Cristiana presso l’ARS, su “Disposizioni in materia di accertamenti diagnostici neonatali obbligatori per la prevenzione e la cura delle immunodeficienze primitive”.
Lo scopo di tale atto è quello di inserire nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) lo screening neonatale obbligatorio per la diagnosi precoce delle immunodeficienze primitive.
Tali malattie sarebbero tanto rare quanto gravissime con possibili conseguenze fatali. La diagnosi precoce potrebbe evitare tutto ciò.
In buona sostanza diagnosticare un sistema immunitario carente può rappresentare un salvavita per il neonato.
Il disegno di legge farebbe realizzare un Centro di coordinamento per gli screening neonatali dedicato alle immunodeficienze primitive, presso i presìdi ospedalieri dotati di Unità Operativa di Oncoematologia pediatrica.
In questo modo anche lo stile di vita del neonato migliorerebbe, evitandone la migrazione sanitaria, per viaggi della speranza.
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