Connect with us

Cultura

Ragusa – Premio Ragusani nel Mondo edizione 2024, presentati i vincitori in conferenza stampa

Redazione

Published

-

Presentati in conferenza stampa i nominativi dei premiati e il programma della kermesse

Presentati i premiati della XXIX edizione del “Premio Ragusani nel Mondo” in programma in Piazza Libertà a  Ragusa, il prossimo 27 luglio 2024.
 

Il territorio ibleo in questi giorni è in fermento.
La macchina organizzativa del pluridecennale Premio Ragusani nel Mondo ha già acceso i motori. È tutto pronto per la splendida kermesse che ogni anno richiama l’interesse di tanti ragusani, siciliani e turisti oltre Isola. Il Premio Ragusani nel Mondo è un premio promosso dall’associazione Ragusani nel Mondo, che riconosce il talento, l’operosità, la capacità imprenditoriale, la fantasia, l’intraprendenza e il dinamismo dei tanti cittadini iblei che hanno ottenuto successo sia in ambito provinciale che internazionale.
  

Ospiti della nota manifestazione iblea i Cugini di Campagna, il cantante Lorenzo Licitra e il cabarettista Massimo Spata.

Saranno sei le storie – ricche di sfaccettature umane e professionali estremamente interessanti – che quest’anno connoteranno un’edizione pronta a celebrare, come di consueto, le eccellenze ragusane che si sono distinte a livello nazionale e internazionale. 

I premiati di quest’anno sono stati resi noti ieri nel corso della conferenza stampa che, svoltasi nella Chiesa della Badia a Ragusa, ha visto gli interventi del presidente dell’associazione “Ragusani nel Mondo” Salvatore Brinch, del vicepresidente Peppe Lizzio, del presidente onorario On. Franco Antoci, del direttore Sebastiano D’Angelo e del sindaco di Ragusa Peppe Cassì.

Sul palco, la sera del prossimo 27 luglio, saranno presenti:

– Guglielmo Iozzia, originario di Santa Croce Camerina (Rg), ingegnere biomedico nato a Ragusa il 17 maggio 1969. Laureato a Bologna, ha una specializzazione in software diagnostico e dispositivi medici. Dopo esperienze professionali in aziende come IBM e FAO, dal 2019 è direttore associato presso Merck, azienda farmaceutica statunitense. Risiede in Irlanda ma lavora su progetti internazionali, specialmente nel campo dell’IA applicata alla ricerca di vaccini.

Orazio Caffo, nato a Modica (Rg), rinomato chirurgo italiano. Laureatosi in Medicina e Chirurgia a soli 23 anni con il massimo dei voti a Catania, si è specializzato in oncologia clinica presso l’Università degli Studi di Parma. Ha contribuito alla creazione dell’unità operativa di Oncologia Medica nell’Ospedale Santa Chiara di Trento, dove attualmente ricopre il ruolo di direttore di struttura complessa. È coordinatore della rete oncologica della Provincia Autonoma di Trento e docente universitario a Verona. Autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche, è considerato un esperto di patologie prostatiche a livello italiano e internazionale.

– Ignazio Tasca, nato e cresciuto a Scicli (Rg), noto medico chirurgo specializzato in otorinolaringoiatria e patologia cervico-facciale. Laureato all’Università di Bologna, si è distinto per le sue competenze nella chirurgia del naso, della laringe e della tiroide. Attualmente, è direttore dell’Unità Operativa Complessa di Otorinolaringoiatria della Ausl di Imola. Ha organizzato numerosi corsi e congressi internazionali sulla chirurgia del naso ed è autore di diverse pubblicazioni scientifiche. Tasca ha ricevuto riconoscimenti nazionali ed internazionali e fa parte di diverse società mediche, tra cui la Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale. 

– Corinna Carbone, originaria di Ragusa, una donna dall’importante carriera manageriale che ha saputo costruire con successo nel settore delle risorse umane, partendo dai primi passi nella comunicazione e nel giornalismo, per poi approdare all’ENI a Milano. Dopo un periodo in Olanda, si è trasferita negli Stati Uniti, dove ha consolidato la sua esperienza, ottenendo ruoli di alto livello nella gestione del personale. Attualmente, è responsabile delle risorse umane in un’azienda statunitense attiva nel settore della sostenibilità ambientale. La sua passione per il successo delle persone e il suo impegno nel supportare i giovani emergono nella sua attività professionale e nei suoi interventi come speaker ad eventi del settore. Corinna ha recentemente ricevuto un prestigioso premio come uno dei migliori cento HR leader negli Stati Uniti.

Sul palco salirà anche uno dei sociologi italiani più famosi a livello mediatico. Si tratta di Antonio Noto, nato a Napoli ma con radici chiaramontane, rinomato sociologo e sondaggista. Laureato all’Università di Napoli, si è distinto nel settore delle ricerche di mercato e dei sondaggi di opinione. È conosciuto per le sue collaborazioni con importanti programmi televisivi, come “Porta a Porta” su Rai Uno e con giornali nazionali, fra cui “La Repubblica”. Fondatore e direttore della società “Noto Sondaggi”, è autore di diverse pubblicazioni e ha ricevuto riconoscimenti accademici per il suo contributo nel campo della sociologia e delle analisi politiche.

Infine, il Premio speciale dedicato alle aziende del territorio quest’anno sarà attribuito ad Argo Software che, fondata nel 1990 a Ragusa, è leader nella progettazione di soluzioni informatiche per il settore scolastico. Con oltre 4500 scuole italiane che utilizzano i suoi sistemi gestionali, l’azienda si distingue per la qualità, l’ergonomia e la semplicità d’uso dei suoi prodotti. Recentemente ha lanciato “Campus Argo”, una piattaforma di e-learning per la formazione dei docenti e un sistema di conservazione a norma di documenti digitali.

Tuttavia, le sorprese non finiscono qui. Durante la conferenza stampa e in accordo con le rispettive famiglie, sono stati annunciati due particolari riconoscimenti, che saranno consegnati alla memoria dell’artista ragusano Franco Cilia e del noto fotografo Peppino Leone – entrambi recentemente scomparsi – lasciando un enorme vuoto nella comunità iblea. Durante la serata si alterneranno sul palco vari ospiti, tra cui i “Cugini di Campagna” che dopo le premiazioni terranno un vero e proprio concerto aperto a tutti. Ci sarà anche il giovane cantante Lorenzo Licitra, noto per la sua partecipazione a “Tale e Quale Show” e per il ruolo di Gesù nel famoso musical “Jesus Christ Superstar” (nella nuova e recente edizione rappresentata al teatro Sistina di Roma). Proprio dal palco del “Premio Ragusani nel Mondo” è partita la sua straordinaria ascesa artistica che l’ha portato a vincere anche il programma di talent “X Factor”.

L’evento sarà impreziosito dall’Orchestra del maestro Peppe Arezzo e da altri momenti di spettacolo, compreso l’intervento del cabarettista Massimo Spata.

Come sottolineato dal direttore dell’associazione “Ragusani nel Mondo” Sebastiano D’Angelo e dal vicepresidente Peppe Lizzio, l’evento continua a crescere in popolarità e rilevanza. Quest’anno, il Direttivo dell’Unione Nazionale Associazione Immigrazione e Emigrazione (U.N.A.I.E.) si riunirà a Ragusa nei giorni antecedenti la manifestazione, una ulteriore attestazione del prestigio acquisito dal Premio a livello nazionale.

Secondo Salvatore Brinch, presidente dell’associazione “Ragusani nel Mondo” la manifestazione mette in luce, ancora una volta, la ragusanità e il senso di appartenenza a questa Terra. Egli ha dichiarato – “Quest’anno celebriamo la ventinovesima edizione del Premio Ragusani nel Mondo con un senso di orgoglio e gratitudine. I nostri premiati rappresentano l’eccellenza della nostra Terra e il loro successo è la prova che la nostra comunità può raggiungere vette straordinarie. Il premio è un tributo a coloro che, con il loro impegno e talento, continuano a portare alto il nome di Ragusa nel mondo”.

L’on. Franco Antoci, presidente onorario dei “Ragusani nel Mondo” ha dichiarato – “il Premio è diventato un appuntamento imprescindibile che celebra la ragusanità in tutte le sue forme. Da quasi trent’anni, questo evento riesce a coniugare storia, cultura e modernità, raccontando storie di successo che sono fonte di ispirazione per tutti noi. Siamo lieti di onorare queste personalità che hanno contribuito in maniera significativa al progresso della nostra società”.

La serata, che sarà preceduta da un’anteprima a Chiaramonte Gulfi, sarà condotta dai giornalisti Salvo Falcone e Caterina Gurrieri, mentre la grafica di questa edizione è curata da Emanuele Cavarra. Come sempre, maggiori informazioni si potranno trovare sul sito web: www.ragusaninelmondo.it e sui canali social, dove si terrà anche la diretta streaming. L’accesso alla serata, che si svolgerà come sempre in piazza Libertà, è libero fino ad esaurimenti posti.

Sebastiano D’Angelo, direttore dell’associazione e curatore del premio, ricorda che – “la manifestazione si conferma un appuntamento fondamentale per la comunità iblea, capace di combinare cultura ed intrattenimento e, allo stesso tempo, la promozione del territorio. Con una storia quasi trentennale, l’evento continua a valorizzare le eccellenze ragusane, proiettandole su un palcoscenico internazionale.

La XXIX edizione promette di essere un evento memorabile, capace di attrarre l’attenzione di migliaia di spettatori, sia in piazza che attraverso i media e i social network”.

Valori riconosciuti anche dal sindaco Peppe Cassì, il quale ha ricordato che – “ogni premiato rappresenta una storia di dedizione, innovazione e successo raccontati nel corso di un evento che sarà ricco di momenti di grande emozione e spettacolo”.

Gli organizzatori hanno brevemente parlato anche del lavoro, già da tempo iniziato, per questa edizione 2024, con la possibile idea di allargare la presenza del Premio in altre realtà della provincia, proprio per continuare a tessere una tela che appartiene a tutta la comunità iblea.

Un’imperdibile occasione per sentirsi orgogliosi della propria identità e per trarre ispirazione dalle storie di successo dei premiati.

 

Giuseppe Nativo

Cultura

Le “sgrappolatrici” di Pantelleria sul Tg Sicilia in un servizio di Laura Spanò – V I D E O

Direttore

Published

on

C’erano Rosa, Anna, Anita, Lina e le tre Marie a raccontare Pantelleria nell’operazione dello sgrappolamento

Le preziose e stupende “sgrappolatrici” tornano sotto i riflettori.
Laura Spanò, attenta e sensibile giornalista del Tg Sicilia, ha intercettato una nostra pubblicazione relativa al lavoro delle donne pantesche anche nel campo della vendemmia e della vinificazione. Meglio ancora nella produzione del passito.

Il certosino lavoro, che contribuisce alla produzione di una delle eccellenze eno-gastronomiche dell’isola, non è passato inosservato e così le signore delle contrade di Khamma e Tracino tornano a raccontare il loro compito. Si tratta di una miscela fatta di pazienza, sapienza e amicizia.
C’erano Rosa, Anna, Anita, Lina e tre Marie a tessere l’antica usanza dello sgrappolamento degli acini di zibibbo appassiti.

La Spanò, nel suo mirabile lavoro dedicato a Pantelleria, racconta le fasi di una agricoltura eroica che non ha tempo nè prezzo.

Il servizio

Continue Reading

Cultura

Pantelleria, I racconti del vecchio marinaio pantesco

Orazio Ferrara

Published

on

In viaggio con patrun Vito

Il sole scendeva lento sul porto vecchio di Pantelleria, tingendo di rosso scuro le pietre di lava delle parate difensive del castello a guardia sempiterna dello specchio di mare antistante. Era un pomeriggio inoltrato di uno dei primi anni Sessanta e io, curioso come sempre di cose di mare, mi fermai ad osservare un vecchio marinaio seduto, tranquillo e silenzioso, su una bitta della banchina.

Poteva avere sui settant’anni e la salsedine e il maestrale di tutti quegli anni gli avevano modellato il viso come una fitta e intricata ragnatela, che non metteva affatto repulsione, anzi lo rendeva del tutto simpatico, facendomi subito riandare con la mente ai vecchi marinai di Salgari, i cui romanzi di mare in quel tempo erano una delle mie letture preferite. Il vecchio marinaio era intento a battere con forti colpi, ripetutamente. la sua pipa sulla suola di una scarpa, ma a me sembrò che non volesse scrollarsi soltanto della cenere, piuttosto dei pensieri molesti, carico gravoso e ineludibile che ti regala la vecchiaia. Alla mia domanda se avesse mai fatto parte di un equipaggio di un veliero pantesco dei tempi andati, alzò lo sguardo tra il meravigliato e l’indispettito e con la pipa a mezz’aria.

Ma cosa poteva mai interessare a quel ragazzotto, che sembrava tornare allora allora da una giornata di mare passata tra gli scogli di punta San Leonardo, di un tempo ormai irrimediabilmente perduto? Poi parlò con voce roca come ghiaia che si muove sotto le onde del mare e disse: “Sugn’ statu prima picciotto ‘ì varca appoi marenaro”.

Dunque prima mozzo e poi marinaio, quindi una vita sul mare fin da giovanissimo Dette queste parole si tacque e caricò lentamente la pipa con del tabacco nero come la pece e l’accese. Sembrava che il colloquio fosse finito lì, quando riprese a parlare con quella sua voce roca, che sapeva di mare antico.

“Fici lu primu viaggiu da Pantiddraria a Napule ca varca ‘i patrun Vitu”. A questo punto, per il lettore che non intende bene il siciliano, continuo il racconto in italiano, salvo, per inciso, qualche espressione dialettale. “Allora ero picciotto ‘ì varca. Era il 1903, o forse il 1904, chi si nni ricorda cchiù e in quegli anni patron Vito era il capitano di veliero più sperto di Pantelleria e dopo ‘u Signuri nostru era il mare ad avere tutta la sua devozione.

In navigazione, pur con tutta la sua indiscussa bravura in cose di mare, non era mai arrogante perché soleva ripetere “Cu mari e cu venti ‘un tti fa valenti” (Con il mare e con i venti non essere arrogante o peggio spavaldo).

“Il veliero di patrun Vito non era grande, ma era solido e forte come una pietra nivura della nostra isola. Si chiamava “Madonna di Trapani” ed era stato varato nei cantieri di Amalfi nell’anno 1890, se non ricordo male. Ha navigato, attrezzato poi con un motore, fino alla vigilia dell’ultima guerra.

Ai miei tempi andava solo a vela. Aveva due alberi e bompresso e dispiegava una velatura, che lo faceva filare dritto sul mare come una freccia. Allora le barche avevano ancora un’anima di tela, bianca come le ali di un angelo. Il giorno della partenza, che per me era l’inizio del primo viaggio per mare come picciotto, la stiva era piena zeppa fino all’orlo. I sacchi più pesanti erano lì, i capperi di Bommarino. Quelli che si mettono sotto sale, carnosi, quelli che danno sapore a tutto quel che mangi. E poi, le cassette, con la stoffa sopra per non farle scaldare, dell’uva passa più bella, quella della contrada di Grazia di Sopra. Seccata al sole nostro africano, dolce come il miele, la nostra Zibibbo, trasformata in oro, doveva arrivare a Napoli al più presto possibile, dove la gente danarosa la voleva per i loro dolci.

Patron Vito fu categorico: da Pantelleria a Napoli senza scali in porti intermedi. Se Dio vuole, in tre giorni. E così fu. Uscimmo dal porto con il vento buono, lasciandoci presto alle spalle ‘a petra ‘i fora. La brezza gonfiava la vela maestra come il petto di un galletto in amore. Sette, a volte otto nodi, in pieno giorno. Un trotto regolare. Potevi quasi sentirla, la barca che mangiava il mare, spinta solo da quelle tele spiegate e dalla bravura di Vito e del nostromo Turi.

Il capitano Vito non dormiva. Stava lì, con il timone in mano, a parlare con il vento e con le onde, a sentire l’odore del mare che cambiava. Dalla costa siciliana fino a che non vedevi altro che blu. Non voleva fermarsi. Non per Messina, non per Salerno. Doveva essere un viaggio diretto. Un viaggio cui dovevano vantarsi, al ritorno, tutti i marinai dell’equipaggio nelle lunghe serate invernali pantesche davanti a un buon bicchiere di vino passito. La vita a bordo era semplice: pane, cipolla e qualche sarda salata.

Il silenzio

Ma la cosa più bella era il silenzio. Solo lo scricchiolio del legno, il vento che fischiava nelle sartie e il suono delle onde che si aprivano, inchinandosi, sotto la prua. Per tre giorni e tre notti vedemmo solo l’orizzonte. Poi, all’alba del quarto giorno, quando il sole cominciava a spuntare, eccola. La sagoma grande, colorata, di Napoli, all’ombra del suo gigante nero, il Vesuvio.

Solo in quel momento patrun Vitu tirò un sospiro che sembrava quello del mare intero. Attraccammo, e il carico era perfetto. I capperi profumavano, l’uva passa era intatta. Era così, allora. L’abilità e il coraggio di un uomo di mare pantesco e i frutti della sua terra.

Oggi, ci sono i motori, e quella meravigliosa sensazione di andare per mare spinti solo dal vento di ‘u Signuri nostru … quella non la senti più”. E si tacque, batté più volte la pipa sulla suola della scarpa per scrollare la cenere e si perse, silenzioso, nei suoi pensieri antichi incrostati di salsedine.

 

Orazio Ferrara

Continue Reading

Personaggi

E’ morta Ornella Vanoni, un’artista di grande di stile, simpatia e sagacia

Direttore

Published

on

“Io voglio vivere finchè do alla vita qualcosa”
Il mondo della musica perde una vera icona… “senza fine”

La voce tra le più imitate e seducenti della musica italiana si è spenta per sempre.
Ornella Vanoni è morta a 91 anni, nella sua casa di Milano, colpita da un arresto cardiocircolatorio.  I soccorritori sono arrivati quando ormai era troppo tardi. 

Classe ’34, con lei si chiude un sipario dello spettacolo senza tempo e senza repliche. L’artista, che aveva esordito nello spettacolo a teatro con Strehiler,  non era solo una cantante, era un simbolo capace di attraversare epoche senza mai diventare fuori moda. 
All’attivo si contano quasi settant’anni di carriera e  oltre 55 milioni di dischi venduti, che hanno  scolpito la sua voce nella memoria mondiale. 

La personalità forte, caratterizzata spesso da sferzate pungenti, era dotata di grande intelligenza e capacità da riuscire a cantare sul palco duettando con giovani big della canzone italiana.

Negli ultimi anni era diventata la presenza fissa più attesa da Fabio Fazio, forse più della Littizzetto, che superava in simpatia e spontaneità. 
Lo scorso giugno venne insignita della laurea honoris causa. Durante la cerimoni seppe manifestare la sua regale umiltà.

Parlando della morte, la cantante milanese così si è espressa “Io non voglio morire troppo grande. Io voglio vivere finchè alla vita do qualcosa e la vita mi dà. Il giorno in cui non dò più o non mi dà, io non voglio vivere.”

Ieri sera se ne è così come ha vissuto, con stile, senza clamore. 
Di lei rimarranno le sue canzoni intramontabili, impresse addosso al suo pubblico come cicatrici dolci.

Continue Reading

Seguici su Facebook!

Cronaca

Cultura

Politica

Meteo

In tendenza