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Cultura

Proverbi marinareschi a Pantelleria – “Vinni u mari cu tutti ‘e pateddre”

Orazio Ferrara

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Varca torta, viaggiu rittu
Barca torta, viaggio dritto. Per imbarcazione “torta” qui non deve intendersi un naviglio guasto e malandato, ma piuttosto una barca dal profilo marino non troppo riuscito esteticamente per colpa dei mastri del cantiere navale e che quindi, per la sua linea inelegante e non bella, viene appellata dai marinai appunto “torta”.
Non dimentichiamo che per i marinai la barca è sempre “fimmina” e quindi deve avere la sua bellezza esteriore. Eppure spesso una barca torta ti conduce, con viaggio felice e sereno, nel porto prefissato, a differenza di imbarcazioni dal profilo bello ed elegante, che però danno non pochi problemi e grattacapi nel viaggio. Si dice anche per un uomo non appariscente, non particolarmente dotato nel fisico dalla natura, che però riesce, a differenza di altri, a raggiungere ambiziosi e difficili traguardi, con meraviglia di quelli che lo consideravano alla stregua di un “perdente” all’inizio dell’impresa.

Vinni u mari cu tuttii pisci
Venne il mare con tutti i pesci. Ci si riferisce ad una violenta mareggiata, che ha portato a riva perfino i pesci. O meglio a un evento eccezionale che ha sconvolto completamente la vita di una famiglia.
Come sempre però c’è una mareggiata che supera tutte le altre e quindi in alcuni paesi marittimi della Sicilia si è coniato il detto rafforzativo “Vinni u mari cu tutti ‘e pateddre”. Burrasca davvero tremenda se il mare è riuscito a strappare nientemeno che le patelle dagli scogli. E come tutti sanno togliere le patelle, per gustarsele, dagli scogli non è impresa affatto facile se non si ha l’idoneo coltello.

Vopa di maju e trigghia di jinnaru
Boga di maggio e triglia di gennaio. Infatti le boghe sono da pescare nel periodo primaverile perché più buone da mangiare, mentre le triglie raggiungono la piena maturità nel periodo invernale.

Vuti di marinaru duranu quantu la timpesta
I voti di marinaio durano quanto la tempesta. E già, perché nel momento del pericolo, allorquando la tempesta è al suo apice, ecco i marinai promettere voti a tutti i Santi e a tutte le Madonne affinché l’aiuto celeste, invocato con tanto fervore e compunzione, li salvi dalla procella e l’imbarcazione possa raggiungere infine un porto sicuro. Un minuto dopo che è cessata la tempesta, quei voti sono già belli e dimenticati. Per la verità tali comportamenti meramente opportunistici non sono solo dei marinai.

Però, in un certo qual senso, questo proverbio è ingiusto con i marinai, almeno per il passato. Basta fare una visita ai santuari marittimi e ammirare la moltitudine di ex voti di marinai, per lo più quadri e modellini navali, appesi alle pareti.
Certo era una pratica del bel tempo andato, di quando la navigazione era essenzialmente a vela, ma dimostra che la gente di mare di quel periodo non dimenticava affatto i suoi voti. Uno dei santuari siciliani, che ha una straordinaria e fascinosa raccolta di ex voti marinari, è senza dubbio quello della Madonna dell’Annunziata di Trapani.

Vutu di marinaru e juramentu di jucaturi
Voto di marinaio e giuramento di giocatore. Si dice di solenni promesse che però durano lo spazio di un mattino.

(15 – fine)

Orazio Ferrara

Cultura

Tra spezie, musica tunisina e danzatrici del ventre: Marina Cous Cous conquista tutti, nel segno del Mediterraneo

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Profumi di spezie, suoni che arrivano dal Maghreb, danze che raccontano storie antiche: Marina di Ragusa per tre giorni è diventata il cuore pulsante del Mediterraneo grazie alla prima edizione di Marina Cous Cous – Sagra del Couscous Mediterraneo, che si è conclusa ieri sera tra grande partecipazione e applausi.
Il cous cous è stato il vero protagonista della manifestazione. In tantissimi hanno fatto la fila agli stand per gustarlo nelle tre versioni proposte: alle verdure, nella variante più semplice e antica; al pesce, amatissimo soprattutto nella declinazione siciliana; e alla carne, tipica delle cerimonie tunisine. A servire i piatti c’erano i volontari dell’associazione interculturale “Uniti senza frontiere”, che con il loro impegno hanno reso concreto il messaggio della rassegna: il cibo come occasione di incontro e condivisione.


La serata finale ha avuto un sapore particolarmente mediterraneo, grazie alle musiche tunisine del Ramzi Harrabi Ensemble e alle danzatrici del ventre che hanno coinvolto il pubblico con i loro balli, trasformando la Rotonda in un piccolo teatro a cielo aperto. Nei giorni precedenti, il festival aveva già regalato momenti di grande coinvolgimento con i concerti della Good Time Band e del gruppo folk I Beddi, ma anche con cooking show e laboratori per bambini che hanno permesso di scoprire il cous cous attraverso i cinque sensi, guidati da chef e food blogger come Luigi Geraci, Andrea Giannone, Fethia Bouhajeb, Salvina Scottino e Luisa Marabita.

Non è mancata nemmeno l’attenzione alla solidarietà: il cibo rimasto in esubero è stato donato all’associazione Mecca Melchita, che si occupa di sostegno alle famiglie più bisognose. Un gesto che ha chiuso idealmente il cerchio di un’iniziativa nata proprio all’insegna della condivisione.


Il bilancio è positivo: pubblico numeroso, stand sempre animati e un’atmosfera di festa che ha fatto da cornice all’intero fine settimana. La sagra è stata organizzata dall’Associazione Sicilia Event, con la direzione artistica di Marco Guastella, il patrocinio del Comune di Ragusa, la collaborazione della Pro Loco Mazzarelli e di Liolà, e la direzione food affidata a Barbara Conti. Fondamentale il sostegno degli sponsor e partner che hanno creduto nell’iniziativa: Fidagel, Despar Sicilia, Sicibia e 350 Grammi Showroom.

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Cultura

“Antiche voci di Pantelleria” di Angelina Rodo: presentazione 29 agosto in Sala Consiliare

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Presentazione del libro “Antiche voci di Pantelleria” di Angelina Rodo
Venerdì 29 agosto – ore 19:00
Comune di Pantelleria – Sala Consiliare

Un appuntamento speciale dedicato alla memoria e all’identità linguistica della nostra isola.
Il volume “Antiche voci di Pantelleria” di Angelina Rodo raccoglie vocaboli, grammatica, espressioni e origini del dialetto pantesco, restituendogli dignità e valore come documento storico e culturale.

Nato dal desiderio di conservare e tramandare alle nuove generazioni un patrimonio a rischio di oblio, il libro non è soltanto un elenco di parole: è uno studio attento delle radici etimologiche, delle differenze tra contrade, delle inflessioni dovute a età, ambiente e storia, fino a toccare le influenze arabe e le peculiarità uniche del parlato pantesco.
Durante la presentazione avrò il piacere di dialogare con l’autrice per accompagnarvi in questo viaggio nella lingua e nell’anima dell’isola.

Ingresso libero.
Un’occasione preziosa per chi ama Pantelleria e vuole riscoprirne la voce più autentica.

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Cultura

Pantelleria riscopre il sacro: grande successo per Gibele, il Monte degli Dei

Redazione

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Sala gremita per il secondo incontro del ciclo Pantelleria Segreta. Discussa l’origine fenicia del nome e i legami con divinità come Tanit, Iside e Cibele

Pantelleria ha risposto con entusiasmo al secondo appuntamento del ciclo Pantelleria Segreta, organizzato dal Centro Studi e Ricerche Arco di Apollo. La conferenza dedicata al Monte Gibele, cuore simbolico e spirituale dell’isola, ha registrato un’affluenza oltre ogni aspettativa: i posti a sedere non sono stati sufficienti e diversi partecipanti hanno scelto di assistere seduti a terra, pur di non mancare.

 

Durante l’incontro sono state esplorate ipotesi innovative e suggestive:

  • l’origine fenicia del nome Gibele, con radici anteriori al periodo arabo;
  • la sua collocazione nelle mappe del sacro e nei racconti di teofania;
  • i legami con figure divine femminili come Tanit e Iside, fino al sincretismo con Baalat Gebal e Cibele;
  • i fenomeni non ordinari che, ancora oggi, si manifestano sul cratere, rafforzando l’idea di Gibele come “monte degli dèi”.

 

«Pantelleria non è solo un’isola vulcanica: è un luogo di iniziazione, un tempio a cielo aperto. Con questi incontri stiamo restituendo voce a memorie sepolte da secoli» ha dichiarato Elìa Fiumefreddo, fondatore del CSR Arco di Apollo.

 

Il successo è stato accompagnato anche da critiche – fisiologiche e attese quando si affrontano temi così profondi – che confermano la necessità di continuare a stimolare il dibattito e ad attirare l’attenzione anche di esperti e studiosi.

Prossimo appuntamento

 

Il ciclo Pantelleria Segreta proseguirà con:

Il Sese e il Villaggio del Dio Dormiente”, un’indagine tra mito e archeologia che ricostruirà il valore sacrale del sito, mettendolo in dialogo con le culture del Mediterraneo e offrendo nuove chiavi di lettura sul ruolo di Pantelleria come centro sacro e non periferia marginale.

 

Data e dettagli saranno annunciati a breve.

Ringraziamenti: il CSR Arco di Apollo ringrazia Le Alcove di van der Grinten – Spaces for the Urban Arts per l’ospitalità e Capitan Ficus della barca Margherita per il contributo alla realizzazione dell’incontro.

Con Pantelleria Segreta l’obiettivo non è solo divulgare, ma riaccendere una memoria sacra, restituendo all’isola il posto che le spetta nelle grandi mappe del mito e della storia.

 

Info: WhatsApp 371 1278468

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