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Ambiente

Pro o Contro i termovalorizzatori? Politici italiani con opinioni contrastanti

Redazione

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Inceneritori o Termovalorizzatori? Facciamo chiarezza. I due termini riportati non hanno lo stesso significato, anche se spesso vengono confusi. I primi sono impianti che bruciano rifiuti mentre il termovalorizzatore è un impianto di combustione dove si bruciano i rifiuti solidi non riciclabili. E’ composto da una caldaia, in cui c’è l’acqua scaldata con il calore prodotto, e una turbina che viene azionata dal vapore prodotto scaldando l’acqua e che trasforma così l’energia termica in energia elettrica.

Perchè sono importanti?

I rifiuti non riciclabili vengono inseriti nel termovalorizzatore e scaricati nella vasca di raccolta.  Da lì vengono caricati nelle caldaie a gas a temperature che possono superare i 1000° C. Per mantenere questi livelli può capitare che si immetta del gas metano al fine di ossidare completamente i rifiuti. Dopo la fase di combustione nel Termovalorizzatore viene prodotto il vapore. Ma a questo punto l’energia elettrica da dove salta fuori?  Il vapore raggiunge e mette in moto una turbina che trasforma l’energia termica in energia elettrica. Per finire c’è la fase di estrazione delle ceneri, che costituiscono circa il 30% del peso dei rifiuti in ingresso.

Le polveri fini sono circa il 4% del peso dei rifiuti in ingresso. Ceneri e polveri vengono smaltite in discariche per rifiuti speciali e i fumi caldi attraversano un sistema multi-stadio di filtraggio in cui vengono trattati e poi rilasciati in atmosfera a circa 140° C.

Ma allora qual è il problema legato ai termovalorizzatori che crea tanta contrapposizione tra i partiti politici italiani?

Facendo un riassunto generale possiamo riportare che in Italia ci sono 37 termovalorizzatori in prevalenza al Nord. Leprincipali strutture che producono energia sono quelle di Torino, Milano, Brescia e Parma. Gli “inceneritori senza recupero energetico” fortunatamente sono pochi e sono localizzati soprattutto al sud.

Resta però il problema delle cenere e dei fumi. Per risolvere questa complicazione, i moderni termovalorizzatori hanno 4 livelli di filtraggio per i fumi e sistemi di trattamento e riciclo delle ceneri molto avanzati. Nonostante ciò la combustione tuttavia produce CO2 e contribuisce all’effetto serra.

L’argomento termovalorizzatori divide i partiti di Governo in due parti:

  • Coloro che ammettono la raccolta differenziata come unica soluzione preferibile perché virtuosa

  • Coloro che, in caso di emergenze, ammettono i termovalorizzatori in virtù della propria capacità di assorbimento dei rifiuti non gestiti correttamente

Tra i contro Termovalorizzatore c’è Legambiente che sostiene la raccolta classica dei rifiuti essendo un fenomeno virtuoso.

Anche i Biologi Italiani sono contro e spiegano che il   Termovalorizzatore produce all’infinito enormi quantità di rifiuti diventando nemico della raccolta differenziata.

Secondo il Movimento 5 Stelle incombe il pericolo delle polveri sottili in quanto gli inceneritori producono elevate quantità di nano-particelle ad elevato potere cancerogeno.

Dalla parte del “sì” al Termovalorizzatore c’è il governo Renzi che ha dato il via libera a 2 nuovi Termovalorizzatori in Sicilia approvati nella Conferenza Stato-Regioni.  Dello stesso parere Pro-Termovalorizzatore è Alessandro Beulcke, presidente Allea – Festival dell’energia, che mette a confronto l’Italia con i tanti paesi del nord Europa che non presentano tanti “contro” al termovalorizzatore. Visto che “i rifiuti non smetteremo di produrli” tanto vale “trasformarli in risorsa recuperando energia” afferma.

Nel frattempo a Roma..

Il sindaco Roberto Gualtieri ha annunciato che Roma avrà un suo termovalorizzatore da 600mila tonnellate annue. Nel 2020, hanno trattato complessivamente circa 2,8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani che rappresentano il 74,5% di quelli inceneriti nel nord. Al Centro e al Sud sono operativi, rispettivamente, 5 e 6 impianti che hanno trattato oltre 532 mila tonnellate e più di un milione di tonnellate di rifiuti urbani.

Dopo la decisione annunciata dal Sindaco di Roma prosegue la polemica. La sinistra ha già manifestato i suoi malumori insieme ai 5 Stelle. Per protestare contro il nuovo termovalorizzatore, il M5S della Capitale ha occupato simbolicamente l’aula dell’assemblea capitolina (cosa che  il M5S regionale sembra non aver gradito).

La sinistra del Pd capitolino ha espresso tutte le sue perplessità su un impianto «fuori dal programma con cui si sono vinte le elezioni». Hanno invece applaudito la scelta di Gualtieri sia Italia Viva di Matteo Renzi, che Azione di Carlo Calenda.

Centrodestra afferma «Meglio tardi che mai!» su twitter Matteo Salvini commentando l’intenzione del Comune di Roma di realizzare un termovalorizzatore. Contrari invece i Fratelli d’Italia: «Il sindaco di Roma propone per Roma il termovalorizzatore senza tenere conto del fatto che questa tecnologia è ormai obsoleta e superata»

Nel 2019, spiega Utilitalia, all’interno dei termovalorizzatori sono state trattate 5,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e rifiuti speciali da urbani, producendo 4,6 milioni di Mwh di energia elettrica e 2,2 milioni di Mwh di energia termica; questa energia è energia rinnovabile al 51% è in grado di soddisfare il fabbisogno di circa 2,8 milioni di famiglie.

L’85% delle ceneri prodotte dalla combustione passa dai processi di riciclaggio con ulteriori miglioramenti per l’impatto ambientale.

All’Italia mancano ancora impianti per trattare 5,7 milioni di tonnellate di spazzatura all’anno. Inoltre l’UE ha fissato al 2035 gli obiettivi del riciclaggio effettivo che dovranno raggiungere il 65%. Anche per questo motivo in Italia servono oltre 30 impianti per il trattamento dei rifiuti fra termovalorizzatori (per bruciare la spazzatura non riciclabile e produrre energia) e impianti di compostaggio (per trasformare i rifiuti organici in fertilizzante compost).

Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/termovalorizzatori/

Ambiente

Pantelleria, derattizzazione del capoluogo

Direttore

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Il giorno martedì 9 dicembre 2025  verrà effettuato un intervento di derattizzazione nelle ore diurne di tutto il centro urbano di Pantelleria.
Per informazioni CONTATTARE IL NR. CELL. 3891120697.

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Ambiente

Conto Termico 3.0, da Natale 2025 il nuovo bonus per l’efficienza energetica degli edifici

Matteo Ferrandes

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Con il debutto del Conto Termico 3.0, atteso per le festività di Natale 2025, il sistema degli incentivi per l’efficienza energetica degli edifici cambia volto. Il nuovo meccanismo, gestito dal Gestore dei Servizi Energetici, promette rimborsi e procedure più snelle rispetto ai bonus fiscali tradizionali, per spingere famiglie, imprese e Pubbliche Amministrazioni a investire in riqualificazione e fonti rinnovabili.

Un nuovo “bonus di Natale” per l’efficienza energetica

Un vero e proprio “bonus di Natale” per la transizione energetica: così è stato definito il Conto Termico 3.0, che entrerà in vigore il 25 dicembre 2025, a novanta giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale. Il provvedimento rappresenta un’evoluzione del precedente Conto Termico e punta a rendere più stabile il sostegno agli interventi di efficienza energetica rispetto ai bonus legati alle detrazioni in dichiarazione dei redditi.

La dotazione finanziaria complessiva arriva a 900 milioni di euro l’anno, ripartiti tra soggetti privati e Pubbliche Amministrazioni, con un limite di 500 milioni per i primi e 400 milioni per le seconde, comprensivi delle diagnosi energetiche. La misura del beneficio potrà variare, in base alle tipologie di intervento e ai tetti di spesa, tra il 40% e il 65% dei costi ammessi, con la possibilità di coperture fino al 100% per alcune categorie assimilate alle PA, come gli enti del Terzo settore privi di attività economica, in un contesto segnato dall’aumento del costo dell’energia elettrica.

A differenza di molti incentivi fiscali, il contributo sarà erogato direttamente dal GSE, senza passare da complesse compensazioni d’imposta. Per importi fino a 15 mila euro il rimborso potrà favorire concretamente chi vuole risparmiare in bolletta, arrivando in un’unica soluzione, mentre per spese più elevate la somma sarà distribuita in un massimo di cinque rate annuali. Un cambiamento che punta a offrire maggiore certezza sui tempi e a superare le criticità emerse con i precedenti bonus legati alla capienza fiscale dei contribuenti.

Chi può accedere e quali interventi sono coperti

Il perimetro dei soggetti ammessi al Conto Termico 3.0 è molto ampio. Possono accedere al contributo le Pubbliche Amministrazioni centrali e locali, i soggetti privati per interventi su immobili residenziali e non residenziali, le imprese, gli enti del Terzo settore e le realtà coinvolte in configurazioni di autoconsumo collettivo. Per gli ETS senza attività economica il legislatore ha previsto un trattamento assimilato a quello delle PA, con maggiori margini di copertura e la possibilità di prenotare gli incentivi in funzione dei progetti programmati.

Sul fronte degli interventi, il nuovo schema conferma e amplia il campo di applicazione. Sono finanziabili i lavori volti all’incremento dell’efficienza energetica degli edifici e quelli per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili, in particolare sugli immobili non residenziali. Rientrano, ad esempio, l’isolamento tramite cappotti termici, la sostituzione di serramenti e infissi obsoleti, l’installazione di sistemi di illuminazione ad alta efficienza e le diagnosi energetiche necessarie a impostare piani di riqualificazione coerenti con i costi energetici attuali.

Per i privati restano centrali gli interventi sugli impianti di climatizzazione. Il Conto Termico 3.0 agevola la sostituzione di caldaie e vecchi generatori con pompe di calore e sistemi ibridi, così come l’installazione di collettori solari termici e scaldacqua a pompa di calore. Per imprese e PA la platea degli interventi si estende anche agli impianti fotovoltaici con sistemi di accumulo e alle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, in sinergia con le offerte dei principali fornitori di energia elettrica.

Procedure GSE, controlli e tempi di avvio

La gestione operativa del Conto Termico 3.0 resta affidata al Gestore dei Servizi Energetici, che dovrà aggiornare le regole applicative e il portale informatico in coerenza con il nuovo decreto. L’accesso avverrà tramite richiesta presentata dal beneficiario oppure tramite tecnici, progettisti o rivenditori abilitati. A valle dell’istruttoria, il GSE riconoscerà il contributo entro i limiti di spesa previsti, avvalendosi anche di procedure semplificate per gli impianti di minori dimensioni e per alcune tipologie di intervento standardizzate.

Un tassello centrale del nuovo meccanismo è il catalogo dei prodotti prequalificati, che include apparecchiature e sistemi già verificati rispetto ai requisiti tecnici imposti dalla normativa. Per chi sceglie soluzioni inserite in questo elenco l’iter viene velocizzato, con controlli documentali ridotti e un esame più rapido delle pratiche. È previsto inoltre un sistema di monitoraggio dei costi, con la possibilità per il GSE di adeguare periodicamente i massimali di spesa all’andamento dei prezzi rilevati dall’Istat, così da mantenere effettiva la capacità incentivante del provvedimento.

Nonostante la cornice normativa sia stata definita, restano da chiarire entro sessanta giorni dall’entrata in vigore vari aspetti operativi, dalle modalità di invio delle istanze ai criteri di accesso. Questa fase di assestamento potrebbe comportare qualche ritardo iniziale, ma l’esecutivo punta a trasformare il Conto Termico 3.0 in uno strumento stabile di politica energetica, in grado di sostenere nel medio periodo la riduzione delle emissioni e il rafforzamento delle fonti rinnovabili nel patrimonio immobiliare italiano.

Fonte: https://www.papernest.it/news/conto-termico-natale/

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Ambiente

Pantelleria, calendario distribuzione acqua a Khamma e Tracino – dicembre 2025

Direttore

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Un nuovo passaggio di acqua nelle contrade attigue Khamma e Tracino. Si comincia domani 4 dicembre

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