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Cronaca

Petrosino, un arresto e 3 denunce

Redazione

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PETROSINO (TP): CONTROLLI DEI CARABINIERI.

UN ARRESTO E TRE DENUNCE

Un’altra operazione di polizia giudiziaria condotta dai Carabinieri delle Stazioni di Petrosino
e Ciavolo ha interessato il territorio del comune di Petrosino e Piazza Fiera, a Strasatti,
durante il ponte dell’Immacolata.
Posti di blocco e servizi specificamente orientati nei confronti di soggetti d’interesse
operativo con precedenti per furti e spaccio di droga, hanno consentito, nel complesso, di
arrestare un soggetto e deferirne altri 3 alla Procura, oltre alla segnalazione in
Prefettura di tre giovani per uso di stupefacenti.
Il massiccio impiego di militari in Piazza Fiera, a Strasatti, quartiere alla periferia di
Marsala al confine con Petrosino, ha permesso di controllare numerosi soggetti tra i quali
un cittadino tunisino, mai visto precedentemente, che ha destato sospetto nei Carabinieri.
In effetti l’uomo, 30enne irregolare sul territorio nazionale, era ricercato poiché pendeva
su di lui un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nel luglio scorso dal
Tribunale di Genova per rapina aggravata e lesioni personali.
L’indagato infatti avrebbe, in concorso con altri, malmenato un connazionale al fine di
sottrargli del denaro e si sarebbe poi dato alla fuga lasciando il nord Italia.
All’esito delle verifiche operate dai Carabinieri di Ciavolo, l’uomo è stato condotto al
carcere di Trapani.
Sempre in Piazza Fiera, i Carabinieri sono dovuti intervenire per uno spiacevole episodio
che ha visto protagonista un altro cittadino tunisino, anch’egli senza documenti, che,
secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe tentato di palpeggiare nelle parti intime
una donna di origini romene, la quale è tuttavia riuscita a fuggire e ha denunciato
l’accaduto ai militari della Stazione di Petrosino che si sono subito attivati per individuare
l’autore del reato.
I controlli alla circolazione stradale nel comune di Petrosino hanno inoltre portato alla
denuncia di due uomini, tra cui un ragazzino di appena 16 anni, che, alla guida di
motoveicoli e sottoposti ad accertamenti etilometrici, risultavano avere un tasso
alcolemico superiore alla soglia penale. La loro patente è stata sospesa e i mezzi
sequestrati.
Altri tre giovani di Petrosino, sono stati sorpresi con dosi di marijuana per uso personale e
segnalati alla Prefettura.

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Cronaca

Alcamo, cagnolina volontariamente uccisa da auto e messa al riparo da altri cani. Scatta petizione “Giustizia per Nina”

Redazione

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Il fattaccio orribile è avvenuto il 4a prile: l’uccisione volontaria attraverso investimento automobilistico di Nina, una cagnolina che si trovava a bordo strada.
Per poterla colpire in pieno l’automobilista ha fatto una manovra molto evidente e repentina. Poi una volta colpita la bestiole se l’è trascinata per metri sulla strada.

Alla straziante e scioccante scena, ripresa dalle telecamere di sicurezza diuno stabile, hanno assistito altri cani che con fatica ma determinazione hanno portato via Nina dal centro della strada e portata sul ciglio per metterla al sicuro. Ma le ferite cagionate dall’investimento avevano già decretato la fine di Nina.

Il fatto di cronaca, che ha interessato i media nazionali e trasmissioni RAI, con interventi del calibro di Roberta Bruzzone, ha sollevato l’opinione pubblica circa il comportamento del guidatore.
Da qui si innesca la petizione “Giustizia per Nina”

 “GIUSTIZIA PER NINA”: 21 MILA FIRME IN 24H PER CHIEDERE PENE ESEMPLARI PER CHI HA UCCISO NINA, LA CAGNOLINA INVESTITA DI PROPOSITO”

 

ALCAMO (TP). Ha raccolto oltre 21mila firme in meno di 24 ore la petizione online lanciata su Change.org da Roberta Rossi a seguito dell’uccisione della cagnolina Nina, investita di proposito ad Alcamo. “Sono personalmente toccata e sconvolta da quanto successo a Nina, una cagnolina innocente brutalmente investita di proposito ed uccisa ad Alcamo, in provincia di Trapani. Basta alle atrocità e alla cattiveria gratuita contro gli animali. Queste azioni crudeli devono finire e devono essere punite con pene più severe oltre alla denuncia”, si legge nel testo della petizione.

“Chiediamo alle autorità competenti di fare giustizia per Nina e tutti gli altri animali vittime di violenza gratuita. Richiediamo l’implementazione delle leggi esistenti sulla protezione degli animali e l’introduzione di pene più severe per coloro che commettono atti crudeli contro gli esseri indifesi”, è la richiesta dell’appello.

LINK ALLA PETIZIONE: Change.org/GiustiziaPerNina

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Economia

Vinitaly: 5.500 giovani tra le vigne. Il settore conquista gli under 35

Direttore

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Il vino è il settore più gettonato tra le imprese under 35, al top per sostenibilità e propensione all’export di Filomena Fotia da Meteowe.eu
 
 
Sono oltre 5500 i giovani agricoltori e le giovani agricoltrici italiani che producono vino, il settore più gettonato dalle imprese under 35. In pratica, un’azienda su dieci tra quelle condotte da ragazzi e ragazze possiede una vigna. È il quadro che emerge dall’analisi Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga diffusa al Vinitaly con i giovani vignaioli protagonisti a Casa Coldiretti. Il tratto distintivo dei viticoltori under 35 è l’attenzione alla sostenibilità ambientale, una maggiore specializzazione nelle tecniche di marketing e un uso costante dei social per la promozione del proprio prodotto, attraverso uno storytelling che parte dal territorio e dalle sue caratteristiche.

 
 
Non a caso i giovani vantano una maggiore propensione all’export, con quasi un terzo delle aziende che vende all’estero, contro un quinto della media generale, secondo Divulga. Ma i produttori di vino under 35 rappresentano anche una delle fasce più impegnate nell’innovazione – spiega Coldiretti – con oltre il 70% che porta avanti in attività multifunzionali, dalla trasformazione e vendita aziendale del vino all’enoturismo fino alla vinoterapia. La regione con il maggior numero di produttori di vino under 35 è la Puglia con oltre 1/6 del totale, che precede Veneto e Sicilia.

Le storie dei vignaioli della Generazione Z

I vini della Generazione Z protagonisti a Casa Coldiretti sono rappresentativi dei tratti distintivi dei nuovi vignaioli, dall’innovazione allo sguardo rivolto sui mercati esteri, dalla formazione fino alla valorizzazione del territorio.
Anika, dell’azienda agricola Piera Bozzon, tiene viva l’antica tecnica veneta di coltivazione della Bellussera ma ha introdotto in cantina anche l’arte, realizzando acquerelli usando il vino come colore, dai quali poi prende spunto per la grafica delle etichette.
In Puglia i fratelli Alessandro, Rossana e Rossella guidano l’azienda Nicodemo puntando soprattutto sull’agricoltura di precisione, caratterizzata da impianti di irrigazione controllati da remoto, che permettono di intervenire sui vigneti esclusivamente se necessario e quando la pianta lo richiede, prevenendone così gli attacchi parassitari.
Davide è laureato in Viticoltura ed Enologia – continua Coldiretti – e conduce l’azienda di famiglia, il Poggiolo, assieme al fratello Marco nell’Oltrepò pavese.
Se a caratterizzare i vini prodotti nella Tenuta Pampinus, nei Campi Flegrei, dai fratelli Vincenzo e Francesco è l’origine vulcanica dei terreni dove crescono le uve, l’azienda friuliana
La Viarte ha i suoi vigneti a quasi 200 metri di altitudine mentre le “Tenute Su Pranu”, con i fratelli Marco e Alessandro, si trovano all’interno del territorio del Mandrolisai, in Sardegna, che nel 2022 è stato iscritto al Registro nazionale dei Paesaggi rurali e d’interesse storico, una delle appena 14 realtà presenti in Italia.
Alessandro, della Cantina Fantesini, ha puntato sui vitigni autoctoni dell’Emilia Romagna, dalla Spergola alla Sgavetta, mentre Alessandra della Casa vinicola Fazio è l’emblema dell’attenzione all’export, occupandosi delle politiche di vendita sul mercato asiatico, dalla Cina al Giappone.

A livello generale le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media – conclude Coldiretti -, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più, secondo l’analisi Coldiretti.

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Cronaca

Associazione mafiosa, corruzione, turbativa d’asta per centrale elettrica di Favignana. 11 arresti

Redazione

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Nella mattinata odierna – nelle provincie di Trapani, Palermo, Como e Rimini- militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Trapani, congiuntamente ai militari del Nucleo Investigativo di Palermo e supportati in fase esecutiva da personale dell’Arma territorialmente competente, hanno dato esecuzione a ordinanza in materia di misure cautelari personali emessa dal Tribunale di Palermo nei confronti 11 persone (di cui 6 destinatarie della custodia cautelare in carcere e 5 della misura degli arresti domiciliari) indagati, a vario titolo (unitamente ad altre 12 persone destinatarie di informazioni di garanzia), in concorso fra loro, dei reati di associazione mafiosa, corruzione, turbativa d’asta, trasferimento fraudolento di valori, ricettazione e autoriciclaggio.

L’indagine – condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Trapani e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo – consentiva di acquisire gravi indizi circa la convergenza di illeciti interessi di appartenenti alla famiglia mafiosa di Salemi (mandamento di Mazzara del Vallo), esponenti di spicco di cosa nostra palermitana e imprenditori, consistiti nella: – attribuzione fittizia a due imprenditori palermitani della titolarità esclusiva di quote di una società di capitali appositamente costituita per eludere l’applicazione della normativa di prevenzione patrimoniale ed agevolare l’impiego di denaro provento del delitto di associazione mafiosa nell’acquisizione di numerosi supermercati di una nota società della grande distribuzione italiana nelle provincie della Sicilia occidentale.

L’acquisizione non si concretizzava per diverse scelte aziendali da parte della società; – turbativa d’asta della gara, indetta dalla società di pubblico servizio che gestisce la rete e l’erogazione dell’energia elettrica sull’isola di Favignana per la realizzazione di quattro linee di distribuzione in media tensione e due cabine di trasformazione di media/bassa tensione, in modo da far risultare vincitrice una società di due imprenditori mazaresi.

Nel medesimo contesto venivano acquisiti gravi indizi in ordine al pagamento di somme di denaro da parte di due imprenditori compobellesi per essere incaricati del trasporto del carburante necessario per il funzionamento della centrale termoelettrica di Favignana. È obbligo rilevare che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di reato, pur gravemente, e che la loro posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo la emissione di una sentenza passata in giudicato, in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di non colpevolezza.

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