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Cultura

Pantelleria, Saverio Ferrito nuovo accolito della Chiesa Matrice Ss Salvatore

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SAVERIO FERRITO NUOVO ACCOLITO, LA CELEBRAZIONE A PANTELLERIA
Saverio Ferrito, dipendente pubblico in pensione, ha ricevuto il ministero dell’accolitato nella chiesa madre di Pantelleria gramita di fedeli. A conferirlo è stato il Vescovo monsignor Angelo Giurdanella.

«Nell’omelia – dice Ferrito – il Vescovo mi ha offerto indicazioni molto belle, che intendo assolutamente seguire e mettere in pratica. Prima di tutto l’attenzione e la cura per la celebrazione eucaristica, il servizio all’altare. Poi mi ha detto di curare allo stesso modo la tessitura di re­lazioni comunitarie, il dono della comunione fraterna. Farmi artigiano e custode della comunione comunitaria. Un compito arduo e impegnativo dal quale passa la credibilità della mia, della nostra testimo­nianza».

Saverio Ferrito in questi anni si è preso cura del gruppo dei mi­nistranti, del gruppo liturgico, delle cele­brazioni della domenica.

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

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Cultura

Pantelleria 1943 – Diario del Cap. Martello difensore della piazzaforte dell’isola – Fine

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Dal diario del capitano galatonese Francesco Martello / 3

Un difensore della piazzaforte di Pantelleria nel 1943

La prigionia in Marocco del Cap. Martello

Dopo la descrizione degli avvenimenti dell’11 giugno 1943, il diario del capitano Martello continua raccontando dei giorni cupi e tristissimi della prigionia in Nord-Africa. In questo periodo degli avvenimenti che lo hanno visto partecipe a Pantelleria tace, troppo l’angustia e l’annichilisce l’essere rinchiuso in un posto ristretto senza potersi muovere liberamente per gli spazi circostanti.

In una malinconica pagina del diario, scritta nel campo americano P.O.W (Prisoners Of War) n° 101 di Berrechid nel Marocco francese, leggiamo: “Campo 101; 11- 11- 1943 Si può tenere il corpo chiuso in un recinto di filo spinato, ma non si può vietare all’animo, allo spirito di vagare, di librarsi in volo, di attraversare immense distese di terra e di mare ed arrivare sin dove qualche cosa di caro lo attende. Il ricordo del passato, la speranza del futuro tengono su questo mio corpo che, al pari dello spirito, attende con impazienza di arrivare fin dove arriva ora lo spirito…..”.

Il ricordo di Pantelleria

E con la malinconia compare sempre più spesso il pensiero della morte. Lui che non ha mai avuto paura a Pantelleria sotto i tremendi ininterrotti bombardamenti del nemico. E annota: “Berrechid (Marocco) – Campo 101; 11-12-1943 ore 16 Sesto mese di prigionia… anche ieri pensavo alla morte. Non la pensai quando più cruenta era la battaglia, quando le bombe mi scoppiavano vicino, quando vedevo altri morire. Allora ero allegro, allora non pensavo alla morte, avevo fiducia nella vita. Ieri no…”.

Soltanto un anno dopo, il 12 giugno 1944, anniversario dell’inizio della sua prigionia, riprende a narrare del giorno successivo alla resa. Infatti nel foglio matricolare del Martello, come di tanti altri militari italiani presi dagli anglo-americani nell’isola, è sì annotata come data di cattura l’11 giugno, ma in realtà per la gran parte di essi la data della presa in consegna da parte degli Alleati è il 12 giugno.

Da annotare che altri militari verranno catturati nei giorni successivi a seguito di più mirati e stringenti rastrellamenti da parte britannica. Particolare poco noto invece è quello dei numerosi militi della MILMART, in stragrande maggioranza panteschi, che si tolsero semplicemente la divisa, che peraltro era la camicia nera e che era odiatissima dagli inglesi, e si confusero tra la popolazione, tornando poi tranquillamente alle loro case.

Le camice nere confuse tra la popolazione

Di quest’ultimo fatto ho avuto conferma

in tanti colloqui, riguardanti quei lontani avvenimenti, da mio zio Agostino Salsedo, milite alla batteria di Cuddie Rosse in contrada Mursia. Al momento dell’anniversario della sua cattura il capitano Francesco Martello si trova al convalescenziario “Santa Barbara” del campo statunitense P.O.W. n° 131, ubicato a Natousa presso Orano in Algeria, ed è reduce dall’ospedale americano del campo P.O.W. n° 129 per la recrudescenza di una malattia contratta nei precedenti mesi di prigionia. Questa malattia, mai del tutto curata bene, lo condurrà poi alla morte una volta rientrato in patria.

L’anniversario della cattura – Lasciando Khamma

Così annota il Nostro nell’anniversario della cattura: “12.6.1943 – 12.6.1944 Ad un anno di distanza rivivo ancora il tempo passato. Alle ore 7 di quel giorno parto da Kamma tra la commozione di tutti i famigliari di chi mi aveva dato ospitalità, per recarmi a Pantelleria assieme al mio attendente, i Siragusa marito e moglie, quello di Nardò (Marinaci) ed un altro borghese. Siamo in sei. Lungo la via vediamo disseminati moschetti, elmetti, giberne ed ogni sorta di altro materiale che fa parte dell’equipaggiamento individuale e collettivo del soldato. Man mano che ci avviciniamo a Pantelleria, cioè verso la zona martellata dall’aviazione nemica, si osserva la distruzione compiuta dalle bombe: baracche distrutte dal fuoco, postazioni scollate, armi fracassate, case diroccate, buche immense ovunque. La valanga di ferro e di fuoco è passata da questa zona. Sento ancora nel mio orecchio il fischio e lo squarcio assordante delle bombe, il sospiro di sollievo che usciva dai nostri petti e la rituale frase “questa volta è passata”. Si unisce a noi un’altra famiglia che ritorna alla propria casa e così, parlando del disastro del giorno, inganniamo la lunghezza della strada. Mi distacco dalla compagnia appena arrivato alla casetta (a Cuddia Bruciata, nda) che sino al giorno prima era l’ufficio del mio reparto. Entro. Uno spettacolo di squallore: carte per terra, scaffali sottosopra, tiretti sconquassati. Il nemico sperava di trovare documenti importanti. Di là passo al ripostiglio e così ho il contatto con i primi inglesi che distribuiscono ai borghesi tutti i viveri là in deposito. I due soldati inglesi, nella loro lingua per me incomprensibile e con gesti, mi fanno comprendere di seguirli. Passiamo così dalla casa dove avevo tutto il mio corredo personale. Assieme a loro entriamo e vi trovo due altri inglesi che già in cucina lavoravano per approntare da mangiare. Vado nella stanza dove avevo la mia roba e non vi trovo nulla. Dico nulla. Mi hanno portato via financo la corrispondenza. Pazienza!

Il bidone di moscato offerto agli inglesi

L’attendente cerca e trova ancora pieno il bidone di moscato. Dopo aver bevuto noi ne offriamo agli inglesi che lo trovano ottimo. Lo lascio tutto per loro e mi avvio con i due miei angeli custodi. Mi conducono da un loro Capitano il quale, dopo avermi rivolto alcune frasi che io non capì ed alle quali risposi sempre di sì, mi indica la via da seguire per recarmi al porto. Lungo questa via incomincio ad avere il primo simpatico contatto con la truppa inglese. Prima cosa mi vien tolto l’orologio da polso. Arrivo al porto. Mi imbarco subito su una motozattera ed alle 9 ci mettiamo in navigazione. Siamo otto zattere in convoglio scortato. Alle ore 10 siamo attaccati da alcuni aerei tedeschi che ci mitragliano e spezzonano. Fanno due passate su di noi. Le bombe ci cadono vicine. Il fischio dei proiettili ci fa accovacciare lungo le paratìe. In seguito forse allo sventolio di drappi bianchi, i tedeschi prendono il largo e così continuiamo la navigazione con un mare che mi fa soffrire un po’”.

Le incursioni dei cacciabombardieri sul porto di Pantelleria 

Quel giorno il capitano Martello e gli altri la scamparono per il rotto della cuffia. Infatti il 12 giugno, fin dal mattino, vi furono effettivamente incursioni sul porto di Pantelleria da parte di cacciabombardieri Focke-Wulf Fw 190 della Luftwaffe. E poiché i mezzi navali, che erano serviti per sbarcare le truppe d’assalto inglesi nell’isola, erano stati adibiti al trasporto dei prigionieri verso la Tunisia, in un primo momento i piloti tedeschi scambiarono quelle imbarcazioni, piene zeppe di militari, per truppe britanniche e si lanciarono animosamente all’attacco.

Fortunatamente gli italiani cominciarono immediatamente a gridare e a sventolare lenzuoli e drappi bianchi e l’equivoco, salvo qualche sventagliata di mitragliatrice e qualche bomba caduta peraltro lontano, fu presto chiarito. Quei piloti furono davvero abili, anche perché nel contempo erano oggetto di un furioso fuoco contraereo.

Un’immane tragedia fu quindi evitata, tragedia che avrebbe avuto il sapore di una beffa atroce. Nel pomeriggio poi gli aerei tedeschi misero definitivamente fuori uso il mezzo navale antiaereo Landing Craft Flack 13. Particolare curioso nel diario sono anche riportate minuziosamente due ricette pantesche. Quella della “passola” e quella del “moscato con l’uva passa”. Anche se vi era vissuto soltanto in giorni di guerra, Pantelleria era rimasta nel cuore del diarista.

Chapeau alla memoria del capitano Francesco Maria Martello.

Orazio Ferrara

(3 – fine)

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[Sicilia] Università, dal Ministero 5.400 nuovi posti letto in più e 500 milioni per gli studentati

caterina murana

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[Sicilia] Università, dal Ministero 5.400 nuovi posti letto in più e 500 milioni per gli studentati. La dichiarazione di Alessandro Ciro Sciretti, presidente ANDISU

“Con piacere accogliamo la notizia degli esiti del V bando legato alla legge 338 con cui il MUR finanzia la realizzazione di 5400 nuovi posti letto per i borsisti di tutta Italia.
Come Andisu, ci teniamo a ringraziare il Ministero dell’Università e Ricerca ed il Ministro Anna Maria Bernini per la scelta, pur in un periodo non facile, di dedicare risorse e impegno per il tema della residenzialità universitaria.
Mi complimento anche con gli enti ed organismi del DSU italiani che hanno dimostrato a livello nazionale una significativa capacità progettuale, offrendo modelli e idee che non solo permettono di creare nuovi posti letto ma anche di integrare sempre di più le residenze studentesche nel panorama urbano e nella comunità cittadina.
Di sicuro, rispondere all’esigenza crescente di residenzialità per gli universitari è una delle nostre principali sfide, che possiamo vincere solo facendo sistema tra enti pubblici e progetti di soggetti privati che possono avere significative ricadute anche sul mondo del DSU, come capiterà anche in questo caso” dichiara il presidente dell’Associazione Nazionale degli Organismi per il Diritto allo Studio Universitario (ANDISU) Alessandro Ciro Sciretti.

Link sito MUR
https://www.mur.gov.it/it/news/giovedi-09112023/universita-5400-nuovi-posti-letto-piu-assegnati-500-milioni-gli-studentati

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“Pantelleria: preistoria di un’isola” a Bologna il 1 dicembre. Grande partecipazione dall’isola

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“Pantelleria: preistoria di un’isola” è l’evento che si svolgerà il 01 dicembre 2023 dalle 14:00 alle 18:30, presso Aula Prodi, DiSCi Piazza San Giovanni in Monte 2 Bologna.

Parteciperanno all’evento: prof. Maurizio Cattani, per il Parco di Pantelleria Italo Cucci e Sonia Anelli, Felice Crescente, per l’amministrazione di Pantelleria il sindaco Fabrizio D’Ancona,  vicesindaco e assessore cultura Adele Pineda, Comandante Aeronautica Militare – Distacc. di Pantelleria Franco Linzalone, Presidente Consorzio Pantelleria Island Fabio Casano, e ancora Pietro Gabriele, Enza Pavia, Florencia Debandi, Fabio Fiori, Marialetizia Carra, Alessandra Magrì, Carlo Persiani, la prof. Valeria Li Vigni della Fondazione Sebastiano Tusa e il regista Nicola Ferrari. 

In “Pantelleria: preistoria di un’isola” vedremo il frutto delle ricerche dell’Università di Bologna nella terra di Yrnm.
Si tratterà di un seminario con  proiezione del film diretto da Nicola Ferrari.

E’ quanto emerge da: https://disci.unibo.it/it/eventi/pantelleria-preistoria-di-un-isola?fbclid=IwAR1bn0BhOBAoZ8tx4CQmqYSXhqJz4fOReIl_kcxGnLGy7gDiSUjjpN40rBk

In copertina foto di archivio: scavi nell’Acropoli San Marco

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