Sociale
Pantelleria e la sua ricetta contro lo spopolamento invernale e per migliorare la qualità della vita degli isolani siciliani
RICETTA “PANTESCA” PER CURARE LO SPOPOLAMENTO INVERNALE E PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA DEGLI ABITANTI DELLE ISOLE DI SICILIA
Dopo l’incontro di venerdì scorso a Pantelleria di tutti i Sindaci delle Isole Minori siciliane, ecco la ‘road map’ concordata
A Pantelleria, venerdì 24 marzo scorso, i Sindaci delle isole siciliane, dopo l’incontro di Lampedusa, si sono riuniti per:
1) tracciare il percorso della creazione, entro la fine di questo mese, dell’Ufficio Unico per la gestione dei fondi FERS;
2) discutere del mancato totale ripristino, da parte dell’Assessorato ai Trasporti, dei collegamenti marittimi tramite nave;
3) affrontare i problemi e lo stato dell’assistenza sanitaria nelle isole;
4) organizzare scambi culturali, sportivi e sociali tra gli abitanti delle isole;
5) gestire in termini unitari, con partecipazione pubblica e privata, una partnership per la promozione turistica.
Tutti i temi trattati saranno oggetto di iniziative concrete che saranno man mano affrontate unitariamente.
L’Ufficio Unico sarà formato dopo l’approvazione e la sottoscrizione, nei termini stabiliti, dell’apposita convenzione e vedrà la partecipazione degli uffici degli 8 Comuni isolani, per l’ottenimento dei finanziamenti e la realizzazione delle opere selezionate.
Per ciò che concerne i trasporti marittimi, i Sindaci solleciteranno un incontro urgente presso l’Assessorato per chiedere il totale ripristino delle corse ancora mancanti e promuoveranno accordi di collaborazione con le Società per una maggiore assistenza ai viaggiatori.
Nell’ambito della sanità si è rilevato come ancora rimane senza riscontro la richiesta di attivazione del “Tavolo tecnico” istituito presso l’Assessorato alla Salute e si è deciso di attuare tutte le iniziative opportune per ripristinare il tavolo e trovare soluzioni ai tanti problemi della sanità isolana.
Unanime e sentita è stata la volontà di organizzare scambi culturali, sportivi e sociali a partire dalle scuole degli arcipelaghi e isole siciliane con l’organizzazione di iniziative che impegneranno tutti i Comuni. La promozione turistica delle isole di Sicilia comporterà la creazione di un partenariato diffuso con la partecipazione pubblica, al fine di promuovere un turismo sostenibile qualificato.
È stata accolta con favore l’adesione delle 8 isole che sono state sede di confino politico ad una Associazione che ne curerà la memoria e la promozione di iniziative comuni.
I Sindaci hanno valutato assolutamente necessario un confronto continuo con la Regione per affrontare tutti i problemi legati alla micro-insularità e per una maggiore considerazione delle specificità isolane.
L’assemblea dei Sindaci ha indicato il Sindaco di Lipari quale coordinatore dell’ANCIM (Associazione Nazionale Comuni Isole Minori) e ha deliberato la costituzione della “Consulta delle Isole Siciliane” per la gestione delle iniziative di scambio e collaborazione.
Infine, è stato deciso di incontrarsi prossimamente a Salina per la verifica dello stato delle iniziative decise.
In copertina immagine pubblicata da Il Sicilia
Cronaca
Omicidio/Suicidio a Corleone: un monito per tutto il Paese
Fragilità senza risposta: da Corleone un monito per tutto il Paese
La tragedia avvenuta a Corleone – dove Lucia Pecoraro, 78 anni, avrebbe ucciso la figlia disabile Giuseppina Milone, 47 anni, prima di togliersi la vita – non può essere liquidata come un drammatico fatto di cronaca. È il simbolo di un dolore più ampio e più profondo, che attraversa centinaia di famiglie italiane costrette ogni giorno a convivere con la disabilità, con la tossicodipendenza, con il disagio mentale e con una solitudine che diventa, essa stessa, una forma di malattia sociale.
A ritrovare i corpi sono stati i carabinieri e i sanitari del 118, intervenuti nella casa del centro storico.
Ma il segno più doloroso è rimasto su un foglio, poche righe scritte da Lucia prima del gesto estremo:
“Scusatemi, ma non ce la faccio più. Chiedo perdono a tutti.”
Una frase che non può e non deve essere interpretata come giustificazione, ma come indicatore di un livello di sofferenza che è sfuggito a tutti: istituzioni, comunità, servizi sociali, vicinato.
È la confessione di una donna che, rimasta vedova otto mesi fa, si era ritrovata sola a gestire una disabilità grave, giorno e notte, senza più sostegno emotivo, psicologico, relazionale.
La disperazione delle famiglie: un’emergenza ignorata
Quello di Lucia non è un caso isolato: in tutta Italia sono migliaia le famiglie schiacciate tra malattia mentale, dipendenze, disabilità, povertà materiale e solitudine.
Famiglie che vivono in silenzio tragedie quotidiane, sopraffatte da un peso che nessuno vede finché non diventa irreversibile.
Da Nord a Sud, accanto ai disabili gravi ci sono genitori anziani lasciati soli; accanto ai tossicodipendenti ci sono famiglie esauste che non riescono più a trovare un percorso di cura; accanto a chi soffre di disturbi psichiatrici ci sono caregiver non formati, non seguiti, non ascoltati.
Il dolore, quando non è condiviso da una rete reale, si trasforma in un vicolo cieco.
L’isolamento dei caregiver: un fallimento collettivo
La vicenda di Corleone evidenzia le crepe di un sistema che continua a scaricare sulle famiglie la quasi totalità dell’assistenza.
I caregiver – spesso anziani, spesso economicamente fragili – sono lasciati a gestire situazioni che richiederebbero un supporto professionale e continuo.
Chiedere aiuto significa affrontare burocrazia, attese interminabili, servizi insufficienti o distanti.
È qui che si vede il limite di un Paese che, pur parlando di inclusione, lascia intere famiglie soccombere nell’invisibilità.
Il bisogno urgente di una rete nazionale
Questa tragedia impone una riflessione che non può più essere rimandata.
Servono strumenti concreti, non promesse:
un numero unico nazionale, attivo 24 ore su 24, per offrire ascolto psicologico immediato e orientamento reale;
sportelli territoriali operativi, capaci di intercettare situazioni di rischio prima che degenerino;
programmi di sollievo per le famiglie, perché nessun caregiver può sopravvivere senza pause;
una presenza comunitaria più forte, capace di rompere l’isolamento emotivo che spesso alimenta disperazione e tragedie.
L’Italia deve riconoscere che la solitudine non è un problema individuale, ma un fenomeno sociale trasversale che attraversa disabilità, tossicodipendenza, disagio mentale e contesti familiari fragili.
Le parole di Lucia – “non ce la faccio più” – non sono solo l’addio di una donna distrutta; sono lo specchio di migliaia di altre voci che, oggi, non vengono ascoltate.
Finché continueremo a considerare queste tragedie come episodi isolati, il Paese non farà un passo avanti.
La fragilità non è un destino privato: è un’emergenza collettiva che richiede responsabilità politica, presenza istituzionale e una comunità capace di farsi carico, davvero, dei suoi membri più vulnerabili.
Solo così casi come quello di Corleone potranno tornare a essere l’eccezione, e non il sintomo di un dolore diffuso che scorre invisibile sotto la superficie della vita quotidiana.
Laura Liistro
Sociale
Io sono Elisa: due giorni di memoria e responsabilità chiudono il mese contro la violenza di genere
Canicattini Bagni / Avola – Le due giornate dell’iniziativa “Io sono Elisa”, svoltesi il 28 novembre a Canicattini Bagni e il 29 novembre ad Avola, hanno rappresentato un momento di intensa partecipazione collettiva, chiudendo simbolicamente il mese dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne. 
Un percorso che ha lasciato nei territori tre segni concreti: tre targhe commemorative destinate a custodire nel tempo la memoria di Elisa Claps e a trasformarla in un messaggio permanente di non violenza.
L’evento è stato organizzato dalla Galleria EtnoAntropologica, in collaborazione con il Presidio HONOS di Canicattini Bagni, il Comune di Avola, con il sostegno diretto dei Centri antiviolenza Work in Progress (Canicattini Bagni) e Doride (Avola)e le comunità scolastiche canicattinesi che hanno dimostrato una grande partecipazione ed operatività nell’accoglienza e nel risultato conoscitivo del caso Claps.
Una sinergia fortemente radicata nel territorio, che ha unito istituzioni, scuole, forze dell’ordine e realtà sociali in un percorso comune di memoria, responsabilità e cittadinanza attiva. A Canicattini Bagni, due targhe sono state posate presso il Liceo “Leonardo Da Vinci” e l’Istituto Comprensivo “Verga”, luoghi centrali della formazione giovanile. La loro collocazione all’interno delle scuole è un gesto che supera la dimensione commemorativa: è un invito quotidiano alla riflessione, al rispetto e alla consapevolezza civile.
Le dirigenti Rita Spada e Clorinda Coppa hanno sostenuto con convinzione questo percorso, inserendo la memoria di Elisa nel cuore dei progetti educativi.
Fondamentale è stata la partecipazione delle forze dell’ordine – Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri – e di tutte le istituzioni sociali operative nel territorio, che con la loro presenza hanno testimoniato una collaborazione solida e determinata. Una rete che rappresenta la forza della comunità quando sceglie di agire insieme, con responsabilità e fermezza, nel contrasto al femminicidio e nella costruzione di un’autentica cittadinanza attiva. 
Il 29 novembre, ad Avola, la terza targa è stata posata presso il Centro antiviolenza Doride, luogo in cui la memoria trova una collocazione profondamente simbolica.
Qui, la targa dedicata a Elisa diventa luce e testimonianza proprio lì dove la violenza viene affrontata quotidianamente con professionalità e cura.
Un gesto voluto dal Comune di Avola e dalla sua Sindaca Rossana Cannata, che hanno scelto di intrecciare la memoria di Elisa con il lavoro prezioso svolto dal Centro Doride.
Il Centro antiviolenza Work in Progress di Canicattini Bagni ha ugualmente contribuito alla realizzazione dell’iniziativa, rafforzando il messaggio delle due giornate e ampliando la rete territoriale di protezione e sostegno.
La Presidente della Galleria EtnoAntropologica, Laura Liistro, ha ricordato come le targhe non siano semplici simboli, ma punti di riflessione permanente, capaci di mantenere viva la memoria di Elisa nel tempo e di trasformarla in un faro per la costruzione di una cultura della non violenza. La presenza della famiglia Claps, di Mariagrazia Zaccagnino, del giornalista Angelo Barraco e della forza luminosa di mamma Filomena ha dato alle due giornate una profondità emotiva intensa, trasformando il ricordo in un abbraccio collettivo.
Tre targhe. Tre luoghi.
Due giorni di memoria e responsabilità chiudono il mese contro la violenza di genere responsabilità condivisa:
fare in modo che il nome di Elisa continui a illuminare il cammino contro la violenza sulle donne perché la memoria non si posa: cammina.
E finché cammineremo insieme, la luce di Elisa continuerà a guidarci.
Sociale
Pantelleria – Violenza donne, tra Cinema e Circolo San Gaetano “3 panchine del rispetto”
Il 25 novembre 2025, nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è stato completato il progetto “Le panchine del rispetto”.
Una collaborazione nata dall’impegno condiviso dell’ASD Scauri, del consigliere Valenza e dell’assessore Culoma, che hanno scelto di unire energie per lasciare alla comunità un segno chiaro di sensibilizzazione.
Davanti al cine-teatro San Gaetano e al Circolo sono state rinnovate tre panchine. Due sono diventate rosse, colore che richiama il contrasto alla violenza sulle donne; la terza è stata dipinta di bianco, a rappresentare la pace e il rifiuto di ogni forma di violenza.
Su ognuna è stata collocata una frase dedicata ai valori del rispetto, della dignità e della parità tra le persone.
Un gesto semplice, condiviso e visibile, che invita a fermarsi e riflettere.
Foto a cura di Clara Garsia
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