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Cultura

Pantelleria e la sua lingua con la colonizzazione araba e l’arrivo degli ebrei- IV parte

Redazione

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Riprendiamo la narrazione storica delle lingue parlate che si sono avvicendate nell’isola di Pantelleria attraverso i secoli e la turbinosa serie di vicende che coinvolsero nel tempo la terra più centrale del bacino mediterraneo, a sua volta il luogo marino più centrale nella storia del mondo e della sua cultura.

La conquista e la colonizzazione islamica

Nel 700 d. C. , sull’onda della grande espansione islamica, i seguaci del profeta Maometto fecero le prime incursioni su quella terra che vedevano a occhio nudo dalla dirimpettaia costa africana e dall’ sua penisola rivolta verso l’Europa, ovvero la penisola di Capo Bon. Incursioni iniziali a cui seguirono spedizioni di occupazione stabile; Cossura o Cossyra era ancora parte dell’impero bizantino, il più importante allora stato cristiano. Durante le incursioni precedenti la popolazione indigena era stata quasi annientata, compresa quella cristiana ivi rifugiata dall’Africa.
A partire dagli anni venti dell’ottocento l’insediamento divenne confermato in modo definitivo e l’isola fu parte dell’emirato di Tunisia, da cui provennero frotte di berberi e arabi magrebini a colonizzare il nuovo territorio per la sua fecondità e produttività pur non disponendo di irriguidita superficiale.
In tal modo, tenuto conto del fatto che l’Islam era allora piuttosto avanzato rispetto a gran parte della vecchia Europa, decrepita e arretrata, si diffuse maggiormente la coltura delle terre, anche distanti dal centro urbano, e crebbero anche di numero i piccoli villaggi qua e là.
Al di là del quasi sterminio dei cristiani, rimanevano comunque residui gruppi di parlanti il grecobizantino, di religione cristiana nella confessione ortodossa, ma confinati in poche zone e assoggettati ad una speciale tassa per non avere abiurato il proprio credo, limitatamente all’area castellana. Crebbe invece la Medina, la nuova cittadina araba in quella parte di terra fra l’attuale piazza e la zona dei mulini a vento, ovvero l’attuale punta San Leonardo, in cui le viuzze, le scale e le terrazze si affollavano.
Ebrei nordafricani, contadini berberi e usanze islamiche
Furono diversi i secoli di tale commistione, dal nono all’undicesimo dell’era cristiana. Si stabilì nell’isola anche una ristretta ma unita comunità ebraica, proveniente anch’essa dall’Africa settentrionale, mai islamizzata dal punto di vista religioso, ma parlante arabo, di costumi simili agli islamici.
Ciò spiega il perché gran parte della toponomastica sia di stampo arabeggiante, l’invenzione dei giardini protetti da muraglioni contro il vento per consentire la vita degli alberi di agrumi, anch’essi importati.
 Inoltre la presenza del suffisso triq o trik, che per l’appunto indica la via, il percorso, nonché l’abbondanza delle palme, spesso affiancate alle case coloniche, per ricordare l’origine africana. Cosa sia rimasto della Moschea e della Giudecca non è dato sapere e qualche plausibile testimonianza materiale potrebbe essere stata distrutta dai bombardamenti angloamericani della seconda guerra mondiale. Almeno fino ad oggi mancano altre tracce, che siano anche di sinagoghe o chiese cristiane.
Di certo, cambiò anche lo stile alimentare, e furono introdotti piatti tipici dell’Africa e dell’Asia islamica, come il cuscusu (così pronunciato anche all’araba),  lo sciakisciuki, il cucurumma’, etc.
Per quanto riguarda invece il pesce secco (pisci sciuttu) le origini di questa costumanza sembrano molto più antiche, come anche la pastorizia ovina e caprina.
Persistenze greco-latine
Richiamo infine alla latinizzazione l’uso di chiamare la costruzione abitativa “dammusu”, dal latino “domus”, anche se altri autori lo definiscono arabo. Nella lingua araba la parola non esiste e ‘casa’ si traduce in modo molto diverso.
Oltre tre secoli quindi di cultura araba e  berbera islamica, frammista e sovrapposta alle precedenti culture fenicia, latina e bizantina.
Non vi sono , infine fonti storiche e letterarie di matrice o argomento pantesco che attestino l’uso della lingua araba e/o di una sua variante magrebina per tutti quei tre secoli, tranne che nell’opera descrittiva di Edrisi, o Idris, grande geografo e viaggiatore, che ne fa cenno in epoca tardiva e che visse all’epoca di Re Ruggero secondo, stabilendosi poi a Palermo.
Certo, il fatto stesso che gran parte dei nomi di luogo siano a tutt’oggi di origine araba, dimostra comunque che una forte impronta di quella lingua vi sia rimasta,come nel caso del Gibele  (gebel/monte), cuddia (kudia/collina), favara/favarotta (fawuara/sorgente)  e tant’altro.
Come anche certi suoni, quali l’aspirata dopo consonanti dure.
-continua.
Enzo Bonomo Ferrandes
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Cultura

Pantelleria – Arte e sapori, La Mulattiera nella 2ª presentazione del libro Giorgia Belvisi “Le parole di chi resta”

Redazione

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Il 1° agosto Giorgia Belvisi torna al Castello a presentare il suo LE PAROLE DI CHI RESTA, protagonista insieme ai prodotti di Kazzen-Oro di Pantelleria e MueGìn 

È andata bene la prima e si replica ancora sotto l’egida di cultura e prodotti locali.

Questa la vocazione che ispira l’evento “Arte e sapori” organizzato dall’Associazione La Mulattiera, con il Patrocinio del Comune di Pantelleria, che venerdì 1° agosto alle ore 19.30 sempre al Castello di Pantelleria, vedrà protagonisti l’Autrice Giorgia Belvisi, che torna nel bastione isolano a presentare il suo ultimo romanzo LE PAROLE DI CHI RESTA dopo i consensi e il successo della presentazione avvenuta due settimane fa, e le aziende isolane Kazzen-Oro di Pantelleria e MueGìn.

Questo secondo appuntamento vedrà ancora la conduzione e anche le letture a cura di Francesca Marrucci e l’accompagnamento musicale dei Syntonia, su canzoni scelte appositamente da Giorgia Belvisi per accompagnare alcuni brani significativi del suo libro. 

Stavolta la degustazione sarà più ricca e presenterà non solo i prodotti tipici isolani come capperi, paté e pasta aromatizzata al cappero, ma ci sarà anche una dimostrazione di distillazione artigianale di gin.

Luigi Labanti, Segretario de La Mulattiera, non nasconde la soddisfazione dopo il primo appuntamento dello scorso 22 luglio, tra emozione, commozione e allegria: “È stato bello vedere tanta gente, panteschi e turisti, che hanno apprezzato questa formula che ci ha premiato e che intendiamo ampliare il prossimo anno.

Ringrazio sia le tre autrici che ci hanno portato a conoscere le loro opere, Francesca Marrucci per il supporto anche organizzativo, i Syntonia sempre disponibili e sul pezzo e soprattutto vorrei ringraziare i ragazzi volontari dell’Associazione che come sempre hanno lavorato al loro meglio per permettere la riuscita dell’evento e le aziende che ci hanno dato fiducia con i loro prodotti.

È un buon inizio, che mi rende orgoglioso del risultato. Ora pensiamo al prossimo anno, siamo aperti a tutte le collaborazioni!”

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Spettacolo

Pantelleria, 3 agosto la 15ª edizione de Lo Zibibbo d’Oro con giuria formata da bambini

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La PSG Madonna della Pace organizza la 15ª edizione della manifestazione canora ormai tradizione per l’isola

Lo Zibibbo d’Oro è messo in scena con un coro formato da bimbi si esibirà cantando alcune canzoni dello Zecchino d’oro, domenica 3 agosto 2025, dalle ore 21.00 presso la Cantina Donnafugata, in Khamma.

Gli organizzatori spiegano di aver cercato dei testi con dei messaggi positivi come l’amicizia, l’altruismo, ma allo stesso tempo sono state trattate tematiche per valorizzare ogni forma di diversità.
Alla fine, una giuria formata da bambini proclamerà la canzone vincitrice.

I bimbi stanno provando da tre mesi e vanno premiati per l’impegno, la costanza nel portare a termine l’attività. 
La manifestazione canora è supportata dal patrocinio del Comune di Pantelleria.

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Cultura

M° Cossyro dona 33 opere a Pantelleria. Cerimonia il 1° agosto

Direttore

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La cerimonia avverrà venerdì 1° agosto, ore 17,30, alla Mediateca civica dell’isola

 
L’artista appartiene ad una famiglia di maestri d’ascia, che realizzavano le imbarcazioni isolane, tra cui le lance pantesche. Le opere oggetto di donazione fanno parte di un blocco complessivo di 100, che l’artista ha voluto donare al Comune.
Durante la manifestazione verrà spiegata la motivazione di un simile gesto nobile e generoso per la comunità.

Nelle opere che vedremo in Mediateca, dal 1° agosto prossimo, troveremo i maggiori cicli d’opera della sua attività pittorico plastica, comprese installazioni,  mosaici o lavori realizzati con materiali inusuali, talvolta rari (ossidiana e altre pietre, giunchi usati per le nasse, specchi e altri materiali).

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