Personaggi
Pantelleria, domani i funerali di Anita Busetta (ved. Cozzo): a lutto l’intera Khamma

Si terranno domani alle ore 17,00, presso la Chiesa San Francesco di Khamma i funerali di Anita Busetta.
Tutti, in contrada, custodiscono ricordi legati a lei e, non di meno al suo compianto marito Giovanni Battista Cozzo, scomparso ormai diversi anni fa.
Battista chiamava sua moglie “bimba” con un fare così dolce e garbato che non poteva non suscitare commozione ogni volta.
Da giovani erano andati a vivere a Torino, ma poi il richiamo dell’isola era così tenace e focoso, che li aveva indotti a rientrare nella loro contrada di origine, Khamma appunto, dove aprivano un piccolo negozio di alimentari. Con il passare del tempo questo era un riferimento e così anche la loro casa, dove amici e parenti erano accolti con slancio, generosità e affetto puri.
Anita, poi, non lesinava mai nel dispensar le sue battute simpatiche e intelligenti ed era sempre pronta con il suo sorriso a rallegrare gli animi, ad una partita di scopone scientifico o una tavolata luculliana improvvisata.
Negli ultimi anni taluni, con le sue amiche, aveva creato un gruppo “I giovani di ieri” (definizione ideata proprio da Anita). Si intrattenevano realizzando lavoretti ad uncinetto o cucito, che poi rivendevano nel loro mercatino del piccolo artigianato: un modo simpatico per ritrovarsi, realizzare qualcosa che poi sarebbe andata in beneficenza.
Tra curiosità e pensieri personali di Marina Cozzo
Le cose strane pantesche: cugini di sangue ma fratelli di latte
La buonanima di mio padre, figlio unico, si chiamava Giovanni Battista Cozzo, di Fortunato e Rosa, nato in casa, in quel di Khamma (attuale civico 111). Ivi, vi era la cella madre, da cui poi derivavano le altre celle, cioè le case. Si ho visto sempre queste costruzioni famigliari come le celle di un alveare, incastrate tra loro, spesso comunicanti o separate da una semplice parete. Nonna Rosa era avvenente, bellissima con quei suoi occhi grigi e i capelli color tiziano naturale, ma purtroppo non poteva allattare. Siamo all’epoca ancora esistevano le balie e queste potevano essere anche parenti. Così la cognata di mio nonno, che aveva dato alla luce da poco un figlio unico, di nome Giovanni Battista Cozzo, si mise ad allattare mio padre.
Così avevamo ben Giovanni Battista Cozzo, cugini di sangue ma fratelli di latte. Due omonimi che si innamorano, sempre nella loro contrada di due donne, una bionda con occhi verdi (mia madre), l’altra mora riccia, ma che avevano in comune il nome: Anita. Mia madre, vivaddio, è ancora in vita, in forma e oggi ha preparato ravioli amari per 15 persone; l’altra Anita, ieri ci ha lasciati nello sgomento e nella tristezza.
La contrada da giorni è attonita e sopraffatta da un silenzio surreale e, alle spalle di casa mia, c’è quella cella dell’antico alveare ora vuota e buia e senza la sua Anita.
Si tratta di un lutto collettivo, contradaiolo, di una comunità che ha un vissuto con Anita ricco e sincero.
Il cordoglio personale e della redazione ai figli Dimitri e Daniele, alla sorella Saverina, alla nipote diretta Yasmin e quanti la piangeranno.
Personaggi
Amore, molestie, carcere ma soprattutto fimmina: Rosa Balistreri al cinema con musiche di Carmen Consoli

“Voi capirete Rosa Balestrieri quando sarò morta!” Rosa Balistreri – A pochi giorni dall’uscita del film la narrazione di Big Sicilia
Sono tanti gli aggettivi che si posso accostare al nome Rosa Balestrieri: molestie, miseria, omicidi, ma anche talento, tenacia, orgoglio e, soprattutto fimmina.
La sua poesia e l’incanto che essa trasmette li ha colti da subito, come ispirazione la grande cantante Carmen Consoli, che nel film L’amore che ho. ne traccia la colonna sonora. La mitica canzone “Cu ti lu dissi“, l’abbiamo sentita interpretare dalla Consoli anche durante il suo concerto presso Pantelleria, in una serata di straordinaria bellezza e incantata dalle parole:
“Cu ti lu dissi ca t’aiu allassari
Megliu la morti e no chistu duluri
Ahj ahj ahj ahj, moru moru moru moru
Sciatu de lu meu cori l’amuri mio sì tu
Ahj ahj ahj ahj, moru moru moru moru
Sciatu de lu meu cori l’amuri mio sì tu”.
Il film, che arriverà nelle sale l’8 maggio 2025, è una produzione Dea Film e Moonlight, con il prezioso contributo della Sicilia Film Commission. La sceneggiatura, firmata dallo stesso Paolo Licata insieme a Maurizio Quagliana, Heidrun Schleef e Antonio Guadalupi, si basa liberamente sull’omonimo romanzo di Luca Torregrossa, nipote dell’indimenticabile artista.
Il resto del cast e che dà i vari volti della cantautrice licatese, è costituito da: Lucia Sardo, Donatella Finocchiaro, Anita Pomario e Martina Ziami. Ognuna di loro si cala nei panni di Rosa in momenti cruciali della sua esistenza, restituendo al pubblico la complessità e la forza di questa figura iconica.
Le ricerche di Big Sicilia
Un personaggio singolare con una forza interiore eccezionale e difficile da domare, di origini impantanate nella miseria e nell’ignoranza. Una donna segnata da molta violenza estrema fino all’omicidio per cui sconterà in carcere molti anni della sua vita. Ma anche “fortunata” in tutto questo, nell’incontro con il M° Ignazio Buttitta che la alfabetizza e la mette nelle condizioni di poter scrivere e leggere le sue canzoni.
Ma la storia controversa, che verrà portata nei grandi schermi dall’8 maggio, la narra molto bene anche Big Sicilia, un ottimo contenitore social di storie e vita siciliana.
Buona visione
@big_sicilia LA STORIA DI ROSA BALISTRERI Cantautrice che ancora oggi fa parlare di se. Con le sue canzoni popolari ha dato voce ai più disagiati e si è sempre scagliata contro i poteri forti. La sua vita è stata davvero triste e complicata ma nonostante tutto ha continuato nella sua missione. Figuratevi che a quanto pare il marito ha regalato la dote della figlia per un debito di gioco. Per via di questo evento ha accoltellato il marito che non è morto ma lei è comunque andata in carcere per qualche mese. È stata accolta da una famiglia, poi ha fatto la sacrestana ed ha avuto delle avance dal prete e per vendetta ha rubato i soldi dalle cassette della chiesa ed è scappata a Firenze, dove ha iniziato a vendere frutta e cantando è stata notata da persone importanti che l’hanno inserita nel giro musicale del momento. Ha conosciuto un pittore fiorentino con cui è stata 10 anni insieme e l’ha ritratta in diversi dipinti. E vissero tutti felici e contenti? No. La sorella di Licata vuole raggiungere Rosa a Firenze ma il marito, della sorella, la uccide per non farla partire. Tutto finisce qui? No. Dopo anche questo ennesimo dispiacere il padre si suicida. Quindi immaginate la disperazione di Rosa Balistreri a cui finisce anche la storia col marito e tenta il suicidio. La sua passione per la musica nonostante tutto va avanti e continua a fare concerti. Ed attorno ai 30 anni impara ad essere indipendente anche nella scrittura dei brani, fino a poco tempo prima non sapeva ne leggere ne scrivere. Ma la storia finisce proprio sul palco. Ha un ictus e dopo 2 giorni ci lascia. Una grande donna spesso scomoda per le canzoni che denunciavano la situazione precaria dei più poveri. Resta di lei, La casa, i libri, i dipinti, la scrittura a mano libera, una piazza a lei dedicata e la sua grande voce che ancora oggi rappresenta la Sicilia! Bigsicilia rosabalistreri licata film cantautrice cutiludissi mamachitempufaalupaisi moru
Ringraziamo Big Sicilia per averci concesso l’uso del suo video
Cronaca
Papa Francesco – Oggi anche a Pantelleria suoneranno le campane come a Lampedusa

Oggi anche la chiesa madre di Pantelleria suonera le campane a favore dell’iniziativa dei pescatori di Lampedusa
Oggi, poco prima della cerimonia funebre del nostro caro Papa, la marineria e tutti i pescatori italiani si uniranno in un commosso saluto. Onoreranno la sua memoria suonando le sirene dei loro pescherecci in tutta Italia, in segno di rispetto e riconoscenza per il suo profondo legame e la sua vicinanza al mondo della pesca.
Questo gesto vuole essere un segno di profondo rispetto e un tributo al legame speciale che Papa Francesco aveva con la comunità dei pescatori. È un modo toccante per la marineria di esprimere il proprio cordoglio e riconoscere il suo legame con Papa Francesco.
E oggi, anche la Chiesa Madre SS Salvatore di Pantelleria oggi alle 9:45 suonerà le campane a favore dell’iniziativa dei pescatori lampedusani per l’ultimo saluto a Papa Francesco.
Cultura
Papa Francesco, diocesi si raccogli in cattedrale. Vescovo “Lo sentiamo vivo in mezzo a noi, voce che ancora ci sussurra!

Monsignor Giurdanella ha ricordato i due incontri col Santo Padre
«Papa Francesco amava ricordarci che “Dio ci precede sempre, anche nel dolore, nella
sofferenza, nell’incomprensione”, e oggi lo sentiamo vivo in mezzo a noi, pellegrino tra i
pellegrini, compagno del nostro cammino, voce che ancora ci sussurra: non abbiate paura di
lasciarvi ardere dal Vangelo». È questo uno dei passaggi dell’omelia del Vescovo monsignor
Angelo Giurdanella pronunciata ieri sera in Cattedrale a Mazara del Vallo durante la santa
messa in ricordo di Papa Francesco. La Diocesi ieri sera si è raccolta per una preghiera in
suffragio del Santo Padre scomparso lunedì scorso. Insieme al Vescovo hanno concelebrato
monsignor Vito Rallo, Arcivescovo titolare di Alba e già Nunzio apostolico in Marocco, il
Vescovo emerito monsignor Domenico Mogavero e il clero di tutta la Diocesi. «Francesco ha
sognato un mondo dove la Chiesa “esce” – ha detto monsignor Giurdanella – “si sporca le
mani”, si fa “ospedale da campo”, lui si è messo in viaggio con noi fino alla fine, perché uno
riceve la vita quando la dona, quando la spendi». Il Vescovo ha aggiunto: «Anche noi
abbiamo riconosciuto Cristo nei gesti di Papa Francesco: nello spezzare il tempo per gli
ultimi, nell’abbraccio dato a un malato, nel pianto silenzioso davanti al dolore del mondo, al
chinarsi a lavare i piedi dei piccoli della storia».
IL RICORDO DEGLI INCONTRI – Monsignor Angelo Giurdanella, durante l’omelia, ha
ricordato i due momenti in cui ha incontrato Papa Francesco. Il primo 8 anni addietro: «Mi
arrivò una telefonata del suo segretario che mi invitava a presentarmi a Santa Marta per
concelebrare la santa messa col Santo Padre – ha detto – per farmi riconoscere mi fu detto di
mettermi in coda alla fila. Quell’incontro era per consegnarmi una persona a cui lui teneva e
che era in uno stato di bisogno. E mi disse in quale piazza a Roma dovevo incontrarlo e come
dovevo farmi riconoscere. Un amore personale: il Papa che ha la cura della Chiesa universale
riesce a fermarsi anche per una sola persona». Il Vescovo ha ricordato anche l’ultimo
incontro, a febbraio scorso, in occasione del pellegrinaggio diocesano a Roma: «Al termine
dell’udienza del mercoledì, noi Vescovi presenti andammo a salutarlo, ero per ultimo e dissi a
lui: “Santità, la Chiesa di Mazara le vuole bene, la segue e prega per lei. Lui mi ha
accarezzato la mano, mi ha guardato negli occhi con un sorriso che era una benedizione per la
nostra Chiesa». Alla celebrazione di ieri sera erano presenti anche rappresentanti delle Forze
dell’ordine, il vicario del Prefetto di Trapani, una squadra di vigili del fuoco e un gruppo di
volontari sanitari.
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