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Cronaca

Pantelleria, da domani interdetta zona di Suvaki per elettro-cavidotto: vietata pesca e balneazione

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INTERDIZIONE DI AREA DEMANIALE MARITTIMA PER LA REALIZZAZIONE DI UN ELETTRO-CAVIDOTTO PER IL COLLEGAMENTO TRA LA BASE DEL MINISTERO DELLA DIFESA “GELKHAMAR” E LA LOCALITA’ SUVAKI”.

 

Dal giorno 28.04.2022 fino al 15.05.2022 all’interno dell’area demaniale marittima di cui al RENDE NOTO, per i lavori di realizzazione di un elettro-cavidotto in località SUVAKI, è vietata la circolazione per tutte le categorie di veicoli e per i pedoni non facenti parte dell’impresa esecutrice dei lavori. È altresì interdetta la balneazione, la pesca ed ogni altra attività connessa ai pubblici usi del mare nella fascia di mare adiacente all’area dei lavori sino ad una distanza di 100 metri dalla stessa. E’ consentito il transito ai soli veicoli di soccorso e di emergenza nonché quelli delle Forze dell’Ordine e quelli utilizzati dal personale tecnico addetto alle operazioni di cui sopra.

Così recita uno stralcio dell’ordinanza N. 9 del 2022, recante la data odierna di emissione.

Di seguito il documento integrale:

 

ORDINANZA interdizione suvaki_Firmato

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

Cronaca

Pantelleria – Capitaneria di Porto, Vincenzo De Falco lascia il comando a Giuseppe Marrone in una emozionante cerimonia – FOTO

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Così De Falco saluta l’isola: “Viva l’Ufficio Circondariale marittimo Guardia costiera di Pantelleria, Viva il Corpo delle Capitanerie di porto, Viva la Marina Militare, Viva l’Italia!”

Si è tenuta questa mattina la cerimonia di passaggio di consegne del Comandante Vincenzo De Falco verso il neo reggente Giuseppe Claudio Marrone, presso il Lungomare di Pantelleria.

Il CC De Falco, nell’avvicendamento delle cariche ha reso un ultimo saluto alla nostra isola, sua dimora e sede lavorativa per due anni, in una splendida giornata assolata mossa da una leggera brezza che increspava il mare di un blu tipicamente settembrino, in una cornice magica come quella del Castello Medievale. Tutte le autorità militari e civili dell’isola hanno preso parte alla solenne e suggestiva manifestazione, cui ha fatto gli onori di casa il primo cittadino di Pantelleria, Fabrizio D’Ancona.

Nel fare un bilancio, anche come primo comando assunto, l’ufficiale ha pronunciato parole toccanti verso i suoi uomini e la sua famiglia, ma anche suggerimenti per la salvaguardia del territorio pantesco non solo marino, invitando al rispetto delle norme.

La cerimonia ha visto la presenza anche del Capo del Compartimento della Capitaneria di Porto di Trapani, il CV Guglielmo Cassone.

Com. Guglielmo Cassone al centro

Il discorso del CC Vincenzo De Falco

Autorità civili, militari e religiose, Signore e Signori, colleghe e colleghi,

Sappiamo bene che tradizionalmente queste cerimonie sono momenti in cui si celebra e si ringrazia il Comandante uscente per il servizio svolto.
Ma permettetemi di dire con convinzione che oggi non è il giorno di una persona, ma dell’Istituzione. Perché il comando passa e il servizio resta. Resta la missione che abbiamo condiviso: tutelare la vita umana in mare, garantire la sicurezza della navigazione, proteggere l’ambiente, assicurare legalità e vicinanza alla comunità. In questi anni ho cercato di mettere sempre l’Istituzione davanti a tutto. Ho voluto un lavoro sobrio, lontano dalle vetrine e dai proclami: perché il mare non premia gli annunci, ma i comportamenti. Pantelleria chiede misura e concretezza. In un contesto insulare, la differenza la fanno la qualità dell’ordinario e la continuità dell’azione. Per questo abbiamo puntato su procedure chiare, sull’addestramento, sulla collaborazione con le altre Forze, sulla prevenzione con scuole e operatori, su una vigilanza costante e sull’attenzione all’ambiente.

Nessun risultato è mai di un singolo: è sempre frutto di una squadra che lavora, spesso lontano dai riflettori. Desidero ringraziare le Autorità per la collaborazione concreta. Qui la cooperazione non è un optional: è metodo e responsabilità condivisa. Quando ciascuno resta nel proprio ruolo, mette l’Istituzione davanti al profilo personale e sceglie i fatti alle parole, l’efficacia cresce, e il cittadino lo percepisce. Nel silenzio abbiamo costruito risultati che contano. Sul fronte della ricerca e soccorso in mare non abbiamo mai abbassato la guardia: abbiamo mantenuto la prontezza, curato il coordinamento, affinato le procedure, per intervenire in sicurezza anche nelle ore peggiori e con mare difficile. Abbiamo unito umanità e rigore operativo soccorrendo in due anni più di 7000 persone in più di 600 eventi sar coordinati.


Lascio senza alcun decesso e disperso confermato. Grazie sì ad una probabile buona dose di fortuna, che però aiuta sempre gli audaci, ma soprattutto a riprova di quella professionalità ed impegno costante che ha messo in campo durante le emergenze sia chi operava a terra e sia chi operava in mare.
Sul piano ambientale, l’azione costante ha fatto emergere situazioni che andavano corrette: aree usate come discariche o punti di accumulo incontrollato di rifiuti sono state individuate e sanzionate, accompagnando amministrazioni e privati verso le bonifiche necessarie. L’attenzione agli scarichi ci ha condotti, da ultimo, al sequestro del depuratore comunale: un segno che le criticità non si risolvono con la vernice fresca, ma affrontandole davvero. Anche la polizia giudiziaria ha dato frutti concreti: solo pochi giorni fa, insieme alla Squadra Mobile della Questura di Trapani, è stata disarticolata una compagine criminale di stranieri che da Pantelleria organizzava traffici di esseri umani dalla Tunisia. Sono esempi diversi, ma tutti riconducibili a una scelta unica: privilegiare i fatti alle parole e la concretezza all’apparenza.

Vorrei ora condividere una riflessione che riguarda non solo il porto ma tutto il demanio marittimo dell’isola. A mio avviso, Pantelleria non ha bisogno di promesse irrealizzabili o di progetti faraonici scollegati dalla realtà. Ha bisogno di opere proporzionate e utili, di manutenzioni puntuali e di messa in sicurezza di ciò che già esiste: moli, banchine, scali d’alaggio, segnalamenti, fondali, viabilità, servizi essenziali. Se trascuriamo l’ordinario o se inseguiamo l’irrealistico, il sistema arretra: si riduce la sicurezza, aumentano i costi, si scoraggiano traffici, pesca e turismo. Per questo chiedo alle Istituzioni competenti di tenere la barra dritta sulla realtà: priorità alla sicurezza e alla funzionalità, qualità esecutiva, coordinamento tra enti, procedure limpide. È qui che si misura la serietà di un territorio. C’è un principio che desidero ribadire con fermezza: il disagio non sospende la legge.

Pantelleria può vivere momenti complessi — distanza, meteo, carenze infrastrutturali — ma non può diventare un luogo “senza regole”. Lo Stato vale qui come altrove, insieme a quei corollari non scritti della sicurezza che ogni donna e uomo di mare conosce: prudenza, buon senso, rispetto delle limitazioni e dell’altro. Non possiamo abituarci a “chiudere un occhio”: i diritti e i doveri del cittadino restano la rotta per tutti. La legalità non è un ostacolo: è il presupposto della sicurezza e della libertà comune. Alla squadra dell’Ufficio Circondariale Marittimo, al di là di quanto vi ho già espresso a porte chiuse e personalmente, va il mio grazie pubblico più sincero. In questi anni avete dimostrato che si può lavorare mettendo l’Istituzione al centro, con decisioni misurate e continuità verso l’utenza.

Avete operato con professionalità e sobrietà, pronti a spiegare, a sanzionare quando necessario e a rendere conto sempre. E avete saputo restare vicini alla comunità: ascoltando operatori portuali, pescatori e diportisti, con una presenza visibile quando serviva e discreta quando bastava. Al Comandante che subentra affido un Ufficio che sa lavorare e una comunità esigente ma leale. Gli passo tre impegni che considero fondamentali: innanzitutto la continuità, perché la sicurezza nasce da gesti ripetuti bene; poi la sicurezza stessa, che viene prima di tutto — uomini, mezzi, addestramento e manutenzione non si possono improvvisare né rinviare; infine la trasparenza, perché è meglio dire una verità sobria che una promessa brillante. Consentitemi ora un pensiero più personale.

Quando sono arrivato qui, la mia primogenita Aurora aveva appena cinque mesi di vita. In questi anni la mia famiglia ha vissuto con me, in parte qui sull’isola e in parte a distanza, le gioie e le difficoltà di questo comando. Oggi sono particolarmente grato perché, con un viaggio non semplice, mia moglie, i miei figli e i miei genitori hanno voluto essere presenti a questa cerimonia.

A mia moglie devo molto più di un grazie. Ha dovuto mettere totalmente in stand-by la propria vita, i propri progetti e le proprie abitudini, per sostenere le esigenze del mio servizio e le assenze che esso comportava. È stato un prezzo alto, fatto di rinunce silenziose e di responsabilità portate sulle spalle da sola, ma sempre con forza e con dignità.

E come spesso accade, la vita ha voluto ricompensare questa fatica con un dono immenso: l’arrivo del nostro secondogenito, Leonardo, nato solo 30 giorni fa, che ha dato gioia e senso a questo percorso così impegnativo. Ai miei figli, e in particolare ad Aurora, che oggi ha quasi tre anni, va il pensiero più affettuoso: hanno sopportato pazientemente la lontananza del papà e, senza saperlo, hanno dato forza ai miei giorni. Ai miei genitori devo riconoscenza per i valori che mi hanno trasmesso e per il sostegno che non mi hanno mai fatto mancare. So bene che dietro ogni donna e uomo in uniforme c’è sempre una famiglia che regge e sostiene. E il nostro servizio, alla fine, è anche merito loro.
Lascio con la serenità di chi sa che le persone passano e la bandiera resta. La rotta che abbiamo seguito non porta nomi propri: porta un dovere. Continuate a servirlo con misura, lontano dai riflettori e vicino al mare, perché nella sostanza dell’ordinario si costruisce la sicurezza straordinaria di quest’isola.

Viva l’Ufficio Circondariale marittimo Guardia costiera di Pantelleria, Viva il Corpo delle Capitanerie di porto, Viva la Marina Militare, Viva l’Italia!

Vincenzo De Falco


Ogni saluto è un arrivederci, rimanendo fermi nell’impegno di ritrovarsi in qualche altra occasione con la stessa spontaneità e stima.
A presto Comandante De Falco.

Ben venuto Comandante Marrone.

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Ambiente

Pantelleria, da domani distribuzione acqua a Rekhale – calendario settembre 2025

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E’ appena uscito il calendario di distribuzione dell’acqua nella contrada di Rekhale, per il periodo di settembre 2025.
Si comincia domani 12 settembre

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Salute

Pantelleria, sanitari dell’Ospedale Nagar meritevoli di encomio. Un cittadino scrive: un’aggressione violenta

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Ci scrive un lettore affezionato, Salvatore Puccio, circa il funzionamento dell’Ospedale di Pantelleria e segnala una grave aggressione avvenuta qualche giorno

Carissimi, spesso noi del popolo ed utenti, ci lamentiamo oltre misura e parliamo male di chi fa il suo dovere forse per fare “birbiciu”. Mi corre l’obbligo di encomiare i medici ed il personale medico del pronto soccorso e dell’ospedale Nagar di Pantelleria.

Ho sempre avuto assistenza medica e qualche intervento chirurgico fra cui una ernia inguinale sempre risolti presto e bene. L’ultimo (ed attualmente in corso) il ricorso al pronto soccorso che credevo dovuto ad un eccesso di ottimi fichi d’india che non volevo buttare. Il primo rapido accesso l’ho avuto al pronto soccorso la notte del 4 c.m. il secondo al mattino del 7 e dimesso il 9 ma che ancora mi stanno assistendo perché mi hanno trovato dei calcoli di qualche millimetro che mi hanno provoca sorde coliche da desiderare l’aldilà.

Che dire della professionalità dei medici e degli infermieri e del personale sempre pronto ad assistere chiunque e che per non fare torto a nessuno, non voglio nominarne solo alcuni. I locali sono belli e ben curati e se proprio vogliamo trovare in loro qualche pecca, non sono organizzati per fare “miracoli” perché “umani” e per questi miracoli i credenti si debbono rivolgere al proprio Dio.

L’aggressione violenta

Ad un vero sentito ringraziamento, vorrei esortare tutti noi che usufruiamo di questi servizi, di capire la pressione a cui li sottoponiamo (pochi giorni fa,  un energumeno alticcio al pronto soccorso li ha aggrediti e rotto vetrata computer etc.)
Basta con questi inqualificabili comportamenti!

Solo i dirigenti del personale amministrativo, dovrebbero trovare il modo di snellire le pratiche burocratiche che appesantiscono tutto e a volte le eccessive liste di attesa delle visite normali, creano dei vuoti che allungano ancora più le attese.
Ancora “chapeau” ai bravi medici, infermieri ed assistenti di camera che fanno un lavoro difficile e che noi utenti dobbiamo rispettare e ringraziare sempre.

Salvatore Puccio

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