Cultura
Pantelleria, corsi di inglese, francese e tedesco per operatori turismo e commercio organizzati dal Comune
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La Giunta Municipale ha deliberato per lโorganizzazione, nellโambito delle iniziative turistico culturali promosse da questa Amministrazione Comunale, corsi base di lingua inglese, francese e tedesco gratuiti, rivolti agli operatori del settore turistico ed agli operatori delle attivitร commerciali locali, finalizzati sia al miglioramento dellโaccoglienza nei confronti dei visitatori stranieri del territorio che ad acquisire il requisito obbligatorio previsto per lโinserimento della propria attivitร nellโitinerario turistico enogastronomico in fase di creazione.
Modalitร del corso
Il suddetto corso dovrร tenersi, in via sperimentale, presumibilmente dal mese di novembre c.a. o in ogni caso immediatamente dopo la definizione dellโacquisizione delle istanze delle persone interessate e individuazione del docente da incaricare, al mese di Maggio 2024, presso locali di proprietร o in disponibilitร di questo Ente, affidandone la conduzione a professionisti esterni qualificati e con esperienza nellโinsegnamento per adulti per un numero complessivo di circa 25 corsisti per ogni lingua (tra i quali n. 2 dipendenti del servizio culturale-turistico dellโEnte), articolando lโintero corso in tre incontri settimanali per la durata complessiva di circa 30 ore.
Cultura
I racconti del vecchio marinaio di Pantelleria: Il rito antico della dragunera
Quel giorno lasciai gli scogli di San Leonardo piรน presto del solito, mentre i miei amici erano ancora a mollo a mare, in unโacqua trasparente e azzurrina come solo il mare di Pantelleria sa esserlo. Mi soffermai ancora una volta a leggere le scritte multicolori che rendevano meno triste il vecchio bunker di cemento armato della seconda guerra mondiale. Lโamore di sempre: โti voglio bene, โun cuore soloโ, โti amerรฒ per sempreโ precedute da un nome femminile e tante altre scritte, ereditร amorose di generazioni di giovani panteschi. Una perรฒ faceva a pugni con tutte le altre, โMariuccia buttanaโ. Doveva essere stato davvero un brutto tradimento, per bollarlo con un marchio di fuoco e per tramandarlo cosรฌ ai posteri.
Giunsi sulla banchina e lo vidi seduto sulla solita bitta di fronte al castello, la nuvola azzurrina del fumo della sua pipa gli conferiva una strana aureola di mistero. Avevo deciso di porgli alcune domande, ma appena mi vide cominciรฒ a parlare con voce arrochita dal tabacco e dalla salsedine. โIl veliero Madonna di Trapani era un vero e proprio gioiello della marineria pantesca. Due alberi, bompresso lungo come una lancia, vele latine che sapevano piegarsi al vento, ma non alla paura. Patrun Vitu, il suo comandante, era un uomo di mare e di silenzi infiniti, con le mani dure come la nostra pietra lavica e gli occhi di un verde misterioso, che avevano visto tempeste e miracoli. Nelle sue mani il timone seguiva docilmente lโinvisibile linea della rotta fissata.
Quel giorno, ero ancora picciotto โi varca, avevamo da diverse ore passatu lโisola di Ustica e puntavamo, con tutte le vele spiegate su Trapani, fermarci qui la notte e il giorno seguente tornare a Pantiddraria, dove dovevamo sbarcare delle merci comprate a Napoli. Il mar Tirreno sembrava quieto e il vento amico, ma โogni marinaio sa che โCu ventu e cu mari nun si fa cuntrattuโ (Col vento e col mare non si fa contratto). Cosรฌ allโimprovviso il cielo cambiรฒ.
Una linea nera si stese sullโorizzonte, e il vento cadde morto di colpo. I marinai si guardarono lโun lโaltro muti e attoniti. Il capitano Vito salรฌ sul ponte e scrutรฒ quel cielo nerastro e la vide: una dragunera (tromba marina), la maledizione antica e rabbiosa per chi va per mare. Essa, sottile e affilata, scendeva dal cielo come il dito di dio marino irato, girando vorticosamente sullโacqua.
Il nostromo Turi colse lโansia e il timore degli altri uomini dellโequipaggio e chiese a patrun Vitu di virare. Ma Vito no, non solo perchรฉ la cosa era impossibile per mancanza di vento, ma perchรฉ egli era uomo che accettava intrepido le sfide in mare. Lui conosceva lu ritu anticu, lo aveva visto fare
da suo nonno e da suo padre prima di lui. Aprรฌ il baule sotto il timone e ne trasse un coltello dโossidiana, nero come la notte e affilato come il silenzio che precede la burrasca. Poi disse deciso โMantenete la rotta, non si fugge davanti alla dragunera. Si tagghiaโ.
Si diresse a prua e la sua figura alta e possente sembrรฒ dominare le onde. Il vento intanto aveva ripreso a soffiare forte e impetuoso che a momenti gli strappava il berretto. La dragunera si avvicinava, ululando conne una magara. Vito attese, fermo, come nu parrinu davanti all’artari. Quando la coda della tromba marina fu a portata, egli disse vecchie parole che non si potevano intendere, poi tracciรฒ con il coltello dโossidiana una grande croce nellโaria e recitรฒ a voce alta questa preghiera:
Nniputenza di lu Patri,
Sapienza di lu Figghiiu,
pi virtรน di lu Spiritu Santu
e pi nnomu di Maria
sta cuda tagghiata sia
Un suono sordo, come un lamento, si levรฒ dal mare. La vorticosa colonna dโacqua si dissolse e il cielo si aprรฌ allโazzurro. Tutti noi marinai, increduli, guardavamo ammirati e a un tempo intimoriti il capitano come si guarda un uomo che ha parlato allora allora con gli spiriti. Vito tornรฒ al timone, rimise il coltello di ossidiana nel baule e disse solo: โAdesso a casaโ. Al tramonto del giorno dopo Pantelleria ci apparve allโorizzonte, nera e fiera e materna. Il Madonna di Trapani, come sempre, entrรฒ in velocitร nello stretto passaggio che dava al porto vecchio. Solo capitan Vito e qualche altro patrun si potevano permettere di sfidare la scogliera cartaginese semisommersa.
La voce del subitaneo taglio della dragunera si sparse, in un battibaleno, in tutte le contrade dellโisola e da quel giorno ogni marinaio pantesco che incrociava patrun Vitu lo salutava con rispetto misto ad ammirazione. Perchรฉ non tutti sanno tagghiare la coda a una tromba marina. E soprattutto non tutti hanno il coraggio di farloโ.
Il vecchio marinaio si tacque definitivamente.
Girรฒ le spalle e si mise a guardare, assorto, il mare
come aspettasse lโarrivo di qualcuno, intanto la nuvola azzurrina del fumo della pipa, che lo
avvolgeva in tenui volute, gli conferiva un certo non so che di misterioso.
Orazio Ferrara

Cultura
Trapani e l’oro rosso del Mediterraneo: “Il Corallo anima di Trapani”. Un mese di eventi
Dal 2 al 19 dicembre 2025, Trapani celebra la sua storica tradizione corallara con la seconda edizione di “Il Corallo anima di Trapani”, un programma che coinvolgerร studenti, artigiani, istituzioni e comunitร del Mediterraneo.
L’iniziativa, promossa dal Comune di Trapani e dalla Biblioteca Fardelliana con il contributo dell’Assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica della Regione Siciliana intreccia formazione, cultura e diplomazia mediterranea per preservare e tramandare l’antica arte della lavorazione del corallo.
Dal 2 al 5 dicembre, le botteghe e showroom trapanesi apriranno le porte agli studenti per visite guidate alla scoperta dei segreti di quest’arte millenaria.
Il percorso prosegue dal 9 al 12 dicembre al Museo Regionale Pepoli con il laboratorio creativo “Dal Mediterraneo al Museo – Il viaggio del corallo”, curato dall’Associazione “Amici del Museo Pepoli”.
Il 13 dicembre alle ore 17.00, sempre al Museo Pepoli, verrร presentato il restauro del prezioso Presepe in corallo del XVIII secolo, capolavoro dell’artigianato trapanese.
L’evento culminante si terrร il 19 dicembre alle ore 17.30 alla Biblioteca Fardelliana: la tavola rotonda internazionale “Rotte del Corallo – Dialogo tra culture mediterranee” vedrร rappresentanti istituzionali e maestri corallai e la firma di un protocollo della “Rete Mediterranea delle Cittร del Corallo”, un’alleanza che consolida i legami tra le comunitร mediterranee unite da questa tradizione.
“Quest’anno proponiamo la seconda edizione de “Il Corallo anima di Trapani”. Siamo estremamente orgogliosi che questo progetto prosegua: dopo l’edizione del 2024, oggi varchiamo i confini della nostra cittร per un momento di dialogo con le tradizioni dell’arte del corallo non soltanto di un’altra cittร siciliana come Sciacca, ma anche di altre cittร d’Italia โ Torre del Greco e Alghero โ e oltre i confini nazionali, nel Mediterraneo con Tunisia e Andalusia.
Ci confronteremo non solo per raccontare la nostra tradizione, durante una sessione scientifica del convegno, ma vogliamo stilare un protocollo d’intesa per costituire una rete mediterranea delle cittร del corallo. L’obiettivo รจ avviare un percorso comune e condiviso di promozione, affinchรฉ questa antichissima e preziosa arte possa essere rinnovata e valorizzata congiuntamente”ย – cosรฌ affermano Giacomo Tranchida, sindaco del Comune di Trapani e Rosalia d’Alรญ, assessore alla Cultura.
Per tutto dicembre, la Biblioteca Fardelliana proporrร un percorso audiovisivo dedicato al corallo trapanese: un docufilm che racconta tradizione e futuro attraverso l’intelligenza artificiale e un documentario che esplora il corallo tra arte, ricerca e innovazione. Due narrazioni complementari che offrono sguardi contemporanei su un’arte antica.
“Il corallo anima di Trapani” รจ un modello di valorizzazione che coniuga tutela delle tradizioni, innovazione e cooperazione internazionale.
Cultura
Solarino: lโincendio del 1944, la memoria perduta e i documenti spariti
Nel dicembre del 1944, un incendio devastรฒ il Municipio di Solarino, distruggendo gran parte degli archivi storici della cittร e cancellando documenti fondamentali, tra cui gli atti comunali della fondazione. Quellโevento segnรฒ una ferita indelebile nella memoria collettiva della comunitร , lasciando un vuoto che ancora oggi non รจ stato colmato. Se alcuni documenti furono salvati dallโincendio, oggi non esistono tracce ufficiali nellโArchivio Storico Centrale. Tutto lascia intendere che siano finiti in collezioni private non autorizzate, sottratti alla fruizione pubblica e alla stessa cittadinanza.
Una situazione inaccettabile, che trasforma un bene pubblico in patrimonio di pochi, privando Solarino della propria storia e compromettendo la possibilitร di ricostruire dati amministrativi, catastali e sociali fondamentali. Le modalitร con cui lโincendio e la gestione dellโevento furono affrontate sollevano interrogativi inquietanti. Lโinerzia delle autoritร comunali dellโepoca e la rapiditร con cui i documenti andarono perduti alimentano il sospetto che dietro alla distruzione ci sia stata piรน negligenza che casualitร , se non vere responsabilitร organizzate. Oggi, decenni dopo, quella negligenza si traduce in un fenomeno diffuso: molti privati detengono ancora materiali che dovrebbero appartenere al patrimonio pubblico. Il quadro attuale impone unโazione immediata e risoluta.

Chiunque possieda documenti ufficiali di Solarino ha il dovere legale e morale di restituirli allโArchivio Storico comunale, dove possano essere catalogati, conservati e resi accessibili a studiosi, cittadini e scuole. La mancata restituzione non รจ solo un danno culturale: รจ una violazione della legge e dei principi fondamentali di trasparenza e pubblicitร del patrimonio pubblico.
Solarino rischia di perdere per sempre pezzi irripetibili della propria storia se non si interviene con determinazione.
LโArchivio Storico deve essere messo in sicurezza, dotato di spazi idonei, personale qualificato e strumenti digitali per garantire la consultazione pubblica. Ogni documento recuperato dalle collezioni private deve tornare alla comunitร : รจ lโunico modo per trasformare la memoria perduta in patrimonio condiviso e impedire che la storia venga decisa da pochi privilegiati. Lโincendio del 1944 resta un monito: la memoria di Solarino non puรฒ essere cancellata dallโinerzia, dallโincuria o dallโinteresse privato.
La cittร ha il diritto di conoscere la propria storia, e chi detiene documenti pubblici senza autorizzazione deve restituirli senza indugio. ร una questione di giustizia storica, civile e amministrativa: il tempo della tolleranza รจ finito.
Laura Liistro
Le immagini sono tratte dall’archivio del Comune di Solarino
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