Cultura
Pantelleria, corsi di inglese, francese e tedesco per operatori turismo e commercio organizzati dal Comune
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La Giunta Municipale ha deliberato per lโorganizzazione, nellโambito delle iniziative turistico culturali promosse da questa Amministrazione Comunale, corsi base di lingua inglese, francese e tedesco gratuiti, rivolti agli operatori del settore turistico ed agli operatori delle attivitร commerciali locali, finalizzati sia al miglioramento dellโaccoglienza nei confronti dei visitatori stranieri del territorio che ad acquisire il requisito obbligatorio previsto per lโinserimento della propria attivitร nellโitinerario turistico enogastronomico in fase di creazione.
Modalitร del corso
Il suddetto corso dovrร tenersi, in via sperimentale, presumibilmente dal mese di novembre c.a. o in ogni caso immediatamente dopo la definizione dellโacquisizione delle istanze delle persone interessate e individuazione del docente da incaricare, al mese di Maggio 2024, presso locali di proprietร o in disponibilitร di questo Ente, affidandone la conduzione a professionisti esterni qualificati e con esperienza nellโinsegnamento per adulti per un numero complessivo di circa 25 corsisti per ogni lingua (tra i quali n. 2 dipendenti del servizio culturale-turistico dellโEnte), articolando lโintero corso in tre incontri settimanali per la durata complessiva di circa 30 ore.
Cultura
Pantelleria, inaugurato il busto a dr. Zurzolo tra gente commossa, riconoscente e affiatata
L’opera รจ stata realizzata dal Mยฐ Michele Cossyro
Si รจ svolta ieri, 7 dicembre 2025, la cerimonia di scopertura del busto dedicato al compianto dottor Michele Zurzolo.
In una silenziosa Piazza Perugia, le gente arrivava quasi in punta di piedi, per non disturbare un momento che sarebbe stato prezioso per quel sito e per la comunitร pantesca tutta.
Il Sindaco Fabrizio D’Ancona ha aperto la celebrazione annunciando diversi interventi tra cui quello di Maria Casano, che ha promosso l’idea, quello della moglie Anna Maria Brignone, delle due nipoti.
“Il Dottore Michele Zurzolo, nel corso della sua vita professionale, si รจ dedicato anima e corpo a tutta questa comunitร e oserei dire anche a tutta la cittadinanza di Pantelleria – Ha esordito il primo cittadino – Ma molti di voi hanno avuto anche la possibilitร di conoscere un amico, una persona che ha fatto della sua professione una storia di vita. ย Lui era una persona di altri tempi e lo ha dimostrato. Abbiamo ritenuto come di regola accade quando una persona si contraddistingue in questa vita terrena per le sue attivitร , per le sue azioni, per le sue gesta, di ricordarlo in una maniera particolare. ย Abbiamo deciso di fare un busto commemorativo e di posizionarlo in questa piazza Perugia che รจ sostanzialmente il cuore di questa contrada.”
Di poi i ringraziamenti alla giunta comunale e, in modo particolare, ai consiglieri Giuseppe Maddalena e Nadia Ferrandes che hanno perorato il progetto, fino al suo completamento.
Cosรฌ, dopo i toccanti pensieri dei familiari del dr. Zurzolo, l’intervento di Michele Cossyro. L’artista che ha portato il nome di Pantelleria nel mondo con le sue opere ha ben accolto l’invito a realizzare la richiesta, facendo una vera copia non solo delle sembianze, ma anche dell’espressione del medico. Realizzando un basamento singolare, in pietra lavica, ha poi come proseguito l’opera con il busto di bronzo, adesso lucido e liscio. ย
Tra i presenti anche il presidente del Consiglio Comunale, Giuseppe Spata, diversi politici, i presidenti dei circoli e di alcune associazioni importanti, tutti testimoni della benevolenza, dell’umiltร , della nobiltร di un uomo coraggioso, che metteva il paziente sopra ogni altra esigenza e pensiero, elargendo diagnosi sempre precise e puntuali e mai sbagliate, nonostante la strumentazione dell’epoca, a Pantelleria.
Va ricordato, non in ultimo, che il Dr. Zurzolo era un grande studioso originario della Calabria, eppure, egli aveva eletto Pantelleria come sede della sua dimora e del suo lavoro, dove ha affrontato vita e professione sempre con un immancabile e inestimabile sorriso bonario e rassicurante.
La toccante cerimonia si รจ conclusa con la benedizione di Don Ramses.
Cultura
Pantelleria, oggi presentazione del libro “Le note stonate” di Antonino Maggiore
Questo pomeriggio, 7 dicembre 2025, dalle ore 16.30, presso i noti locali del Circolo Ogigia di Pantelleria Centro, si terrร la presentazione del libro “Le note stonate” di Antonino Maggiore.
Ad affiancare l’autore, Franca Zona e Giovanna Drago, apprezzate donne di cultura, che si alterneranno in una intervista conoscitiva del libro.
Antonino Maggiore, classe 1982, รจ un docente di musica presso la scuola primaria di Pantelleria, dove unisce rigore e creativitร , nel quotidiano rapporto con l’infanzia.
Lo scrittore pantesco non รจ alla sua prima opera. Negli anni ha giร pubblicato due raccolte poetiche: “Niente di importante” e una “Penna x amico“, grazie alle quali ha ricevuto diversi importanti riconoscimenti.
“Le note strane” รจ un romanzo autobiografico: in viaggio intimistico tra fragilitร ed ironia, attraversando il confine spesso sottile tra disperazione e gioia, risa e pianto.
Con il delicato contributo musicale di Maria Bernardo, si profila un piacevole pomeriggio letterario, al caldo e tra “degustatori” di libri.
L’ingresso รจ libero
Cultura
I racconti del vecchio marinaio di Pantelleria: Il rito antico della dragunera
Quel giorno lasciai gli scogli di San Leonardo piรน presto del solito, mentre i miei amici erano ancora a mollo a mare, in unโacqua trasparente e azzurrina come solo il mare di Pantelleria sa esserlo. Mi soffermai ancora una volta a leggere le scritte multicolori che rendevano meno triste il vecchio bunker di cemento armato della seconda guerra mondiale. Lโamore di sempre: โti voglio bene, โun cuore soloโ, โti amerรฒ per sempreโ precedute da un nome femminile e tante altre scritte, ereditร amorose di generazioni di giovani panteschi. Una perรฒ faceva a pugni con tutte le altre, โMariuccia buttanaโ. Doveva essere stato davvero un brutto tradimento, per bollarlo con un marchio di fuoco e per tramandarlo cosรฌ ai posteri.
Giunsi sulla banchina e lo vidi seduto sulla solita bitta di fronte al castello, la nuvola azzurrina del fumo della sua pipa gli conferiva una strana aureola di mistero. Avevo deciso di porgli alcune domande, ma appena mi vide cominciรฒ a parlare con voce arrochita dal tabacco e dalla salsedine. โIl veliero Madonna di Trapani era un vero e proprio gioiello della marineria pantesca. Due alberi, bompresso lungo come una lancia, vele latine che sapevano piegarsi al vento, ma non alla paura. Patrun Vitu, il suo comandante, era un uomo di mare e di silenzi infiniti, con le mani dure come la nostra pietra lavica e gli occhi di un verde misterioso, che avevano visto tempeste e miracoli. Nelle sue mani il timone seguiva docilmente lโinvisibile linea della rotta fissata.
Quel giorno, ero ancora picciotto โi varca, avevamo da diverse ore passatu lโisola di Ustica e puntavamo, con tutte le vele spiegate su Trapani, fermarci qui la notte e il giorno seguente tornare a Pantiddraria, dove dovevamo sbarcare delle merci comprate a Napoli. Il mar Tirreno sembrava quieto e il vento amico, ma โogni marinaio sa che โCu ventu e cu mari nun si fa cuntrattuโ (Col vento e col mare non si fa contratto). Cosรฌ allโimprovviso il cielo cambiรฒ.
Una linea nera si stese sullโorizzonte, e il vento cadde morto di colpo. I marinai si guardarono lโun lโaltro muti e attoniti. Il capitano Vito salรฌ sul ponte e scrutรฒ quel cielo nerastro e la vide: una dragunera (tromba marina), la maledizione antica e rabbiosa per chi va per mare. Essa, sottile e affilata, scendeva dal cielo come il dito di dio marino irato, girando vorticosamente sullโacqua.
Il nostromo Turi colse lโansia e il timore degli altri uomini dellโequipaggio e chiese a patrun Vitu di virare. Ma Vito no, non solo perchรฉ la cosa era impossibile per mancanza di vento, ma perchรฉ egli era uomo che accettava intrepido le sfide in mare. Lui conosceva lu ritu anticu, lo aveva visto fare
da suo nonno e da suo padre prima di lui. Aprรฌ il baule sotto il timone e ne trasse un coltello dโossidiana, nero come la notte e affilato come il silenzio che precede la burrasca. Poi disse deciso โMantenete la rotta, non si fugge davanti alla dragunera. Si tagghiaโ.
Si diresse a prua e la sua figura alta e possente sembrรฒ dominare le onde. Il vento intanto aveva ripreso a soffiare forte e impetuoso che a momenti gli strappava il berretto. La dragunera si avvicinava, ululando conne una magara. Vito attese, fermo, come nu parrinu davanti all’artari. Quando la coda della tromba marina fu a portata, egli disse vecchie parole che non si potevano intendere, poi tracciรฒ con il coltello dโossidiana una grande croce nellโaria e recitรฒ a voce alta questa preghiera:
Nniputenza di lu Patri,
Sapienza di lu Figghiiu,
pi virtรน di lu Spiritu Santu
e pi nnomu di Maria
sta cuda tagghiata sia
Un suono sordo, come un lamento, si levรฒ dal mare. La vorticosa colonna dโacqua si dissolse e il cielo si aprรฌ allโazzurro. Tutti noi marinai, increduli, guardavamo ammirati e a un tempo intimoriti il capitano come si guarda un uomo che ha parlato allora allora con gli spiriti. Vito tornรฒ al timone, rimise il coltello di ossidiana nel baule e disse solo: โAdesso a casaโ. Al tramonto del giorno dopo Pantelleria ci apparve allโorizzonte, nera e fiera e materna. Il Madonna di Trapani, come sempre, entrรฒ in velocitร nello stretto passaggio che dava al porto vecchio. Solo capitan Vito e qualche altro patrun si potevano permettere di sfidare la scogliera cartaginese semisommersa.
La voce del subitaneo taglio della dragunera si sparse, in un battibaleno, in tutte le contrade dellโisola e da quel giorno ogni marinaio pantesco che incrociava patrun Vitu lo salutava con rispetto misto ad ammirazione. Perchรฉ non tutti sanno tagghiare la coda a una tromba marina. E soprattutto non tutti hanno il coraggio di farloโ.
Il vecchio marinaio si tacque definitivamente.
Girรฒ le spalle e si mise a guardare, assorto, il mare
come aspettasse lโarrivo di qualcuno, intanto la nuvola azzurrina del fumo della pipa, che lo
avvolgeva in tenui volute, gli conferiva un certo non so che di misterioso.
Orazio Ferrara

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