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Cronaca

Pantelleria – Capitaneria di Porto, Vincenzo De Falco lascia il comando a Giuseppe Marrone in una emozionante cerimonia – FOTO

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Così De Falco saluta l’isola: “Viva l’Ufficio Circondariale marittimo Guardia costiera di Pantelleria, Viva il Corpo delle Capitanerie di porto, Viva la Marina Militare, Viva l’Italia!”

Si è tenuta questa mattina la cerimonia di passaggio di consegne del Comandante Vincenzo De Falco verso il neo reggente Giuseppe Claudio Marrone, presso il Lungomare di Pantelleria.

Il CC De Falco, nell’avvicendamento delle cariche ha reso un ultimo saluto alla nostra isola, sua dimora e sede lavorativa per due anni, in una splendida giornata assolata mossa da una leggera brezza che increspava il mare di un blu tipicamente settembrino, in una cornice magica come quella del Castello Medievale. Tutte le autorità militari e civili dell’isola hanno preso parte alla solenne e suggestiva manifestazione, cui ha fatto gli onori di casa il primo cittadino di Pantelleria, Fabrizio D’Ancona.

Nel fare un bilancio, anche come primo comando assunto, l’ufficiale ha pronunciato parole toccanti verso i suoi uomini e la sua famiglia, ma anche suggerimenti per la salvaguardia del territorio pantesco non solo marino, invitando al rispetto delle norme.

La cerimonia ha visto la presenza anche del Capo del Compartimento della Capitaneria di Porto di Trapani, il CV Guglielmo Cassone.

Com. Guglielmo Cassone al centro

Il discorso del CC Vincenzo De Falco

Autorità civili, militari e religiose, Signore e Signori, colleghe e colleghi,

Sappiamo bene che tradizionalmente queste cerimonie sono momenti in cui si celebra e si ringrazia il Comandante uscente per il servizio svolto.
Ma permettetemi di dire con convinzione che oggi non è il giorno di una persona, ma dell’Istituzione. Perché il comando passa e il servizio resta. Resta la missione che abbiamo condiviso: tutelare la vita umana in mare, garantire la sicurezza della navigazione, proteggere l’ambiente, assicurare legalità e vicinanza alla comunità. In questi anni ho cercato di mettere sempre l’Istituzione davanti a tutto. Ho voluto un lavoro sobrio, lontano dalle vetrine e dai proclami: perché il mare non premia gli annunci, ma i comportamenti. Pantelleria chiede misura e concretezza. In un contesto insulare, la differenza la fanno la qualità dell’ordinario e la continuità dell’azione. Per questo abbiamo puntato su procedure chiare, sull’addestramento, sulla collaborazione con le altre Forze, sulla prevenzione con scuole e operatori, su una vigilanza costante e sull’attenzione all’ambiente.

Nessun risultato è mai di un singolo: è sempre frutto di una squadra che lavora, spesso lontano dai riflettori. Desidero ringraziare le Autorità per la collaborazione concreta. Qui la cooperazione non è un optional: è metodo e responsabilità condivisa. Quando ciascuno resta nel proprio ruolo, mette l’Istituzione davanti al profilo personale e sceglie i fatti alle parole, l’efficacia cresce, e il cittadino lo percepisce. Nel silenzio abbiamo costruito risultati che contano. Sul fronte della ricerca e soccorso in mare non abbiamo mai abbassato la guardia: abbiamo mantenuto la prontezza, curato il coordinamento, affinato le procedure, per intervenire in sicurezza anche nelle ore peggiori e con mare difficile. Abbiamo unito umanità e rigore operativo soccorrendo in due anni più di 7000 persone in più di 600 eventi sar coordinati.


Lascio senza alcun decesso e disperso confermato. Grazie sì ad una probabile buona dose di fortuna, che però aiuta sempre gli audaci, ma soprattutto a riprova di quella professionalità ed impegno costante che ha messo in campo durante le emergenze sia chi operava a terra e sia chi operava in mare.
Sul piano ambientale, l’azione costante ha fatto emergere situazioni che andavano corrette: aree usate come discariche o punti di accumulo incontrollato di rifiuti sono state individuate e sanzionate, accompagnando amministrazioni e privati verso le bonifiche necessarie. L’attenzione agli scarichi ci ha condotti, da ultimo, al sequestro del depuratore comunale: un segno che le criticità non si risolvono con la vernice fresca, ma affrontandole davvero. Anche la polizia giudiziaria ha dato frutti concreti: solo pochi giorni fa, insieme alla Squadra Mobile della Questura di Trapani, è stata disarticolata una compagine criminale di stranieri che da Pantelleria organizzava traffici di esseri umani dalla Tunisia. Sono esempi diversi, ma tutti riconducibili a una scelta unica: privilegiare i fatti alle parole e la concretezza all’apparenza.

Vorrei ora condividere una riflessione che riguarda non solo il porto ma tutto il demanio marittimo dell’isola. A mio avviso, Pantelleria non ha bisogno di promesse irrealizzabili o di progetti faraonici scollegati dalla realtà. Ha bisogno di opere proporzionate e utili, di manutenzioni puntuali e di messa in sicurezza di ciò che già esiste: moli, banchine, scali d’alaggio, segnalamenti, fondali, viabilità, servizi essenziali. Se trascuriamo l’ordinario o se inseguiamo l’irrealistico, il sistema arretra: si riduce la sicurezza, aumentano i costi, si scoraggiano traffici, pesca e turismo. Per questo chiedo alle Istituzioni competenti di tenere la barra dritta sulla realtà: priorità alla sicurezza e alla funzionalità, qualità esecutiva, coordinamento tra enti, procedure limpide. È qui che si misura la serietà di un territorio. C’è un principio che desidero ribadire con fermezza: il disagio non sospende la legge.

Pantelleria può vivere momenti complessi — distanza, meteo, carenze infrastrutturali — ma non può diventare un luogo “senza regole”. Lo Stato vale qui come altrove, insieme a quei corollari non scritti della sicurezza che ogni donna e uomo di mare conosce: prudenza, buon senso, rispetto delle limitazioni e dell’altro. Non possiamo abituarci a “chiudere un occhio”: i diritti e i doveri del cittadino restano la rotta per tutti. La legalità non è un ostacolo: è il presupposto della sicurezza e della libertà comune. Alla squadra dell’Ufficio Circondariale Marittimo, al di là di quanto vi ho già espresso a porte chiuse e personalmente, va il mio grazie pubblico più sincero. In questi anni avete dimostrato che si può lavorare mettendo l’Istituzione al centro, con decisioni misurate e continuità verso l’utenza.

Avete operato con professionalità e sobrietà, pronti a spiegare, a sanzionare quando necessario e a rendere conto sempre. E avete saputo restare vicini alla comunità: ascoltando operatori portuali, pescatori e diportisti, con una presenza visibile quando serviva e discreta quando bastava. Al Comandante che subentra affido un Ufficio che sa lavorare e una comunità esigente ma leale. Gli passo tre impegni che considero fondamentali: innanzitutto la continuità, perché la sicurezza nasce da gesti ripetuti bene; poi la sicurezza stessa, che viene prima di tutto — uomini, mezzi, addestramento e manutenzione non si possono improvvisare né rinviare; infine la trasparenza, perché è meglio dire una verità sobria che una promessa brillante. Consentitemi ora un pensiero più personale.

Quando sono arrivato qui, la mia primogenita Aurora aveva appena cinque mesi di vita. In questi anni la mia famiglia ha vissuto con me, in parte qui sull’isola e in parte a distanza, le gioie e le difficoltà di questo comando. Oggi sono particolarmente grato perché, con un viaggio non semplice, mia moglie, i miei figli e i miei genitori hanno voluto essere presenti a questa cerimonia.

A mia moglie devo molto più di un grazie. Ha dovuto mettere totalmente in stand-by la propria vita, i propri progetti e le proprie abitudini, per sostenere le esigenze del mio servizio e le assenze che esso comportava. È stato un prezzo alto, fatto di rinunce silenziose e di responsabilità portate sulle spalle da sola, ma sempre con forza e con dignità.

E come spesso accade, la vita ha voluto ricompensare questa fatica con un dono immenso: l’arrivo del nostro secondogenito, Leonardo, nato solo 30 giorni fa, che ha dato gioia e senso a questo percorso così impegnativo. Ai miei figli, e in particolare ad Aurora, che oggi ha quasi tre anni, va il pensiero più affettuoso: hanno sopportato pazientemente la lontananza del papà e, senza saperlo, hanno dato forza ai miei giorni. Ai miei genitori devo riconoscenza per i valori che mi hanno trasmesso e per il sostegno che non mi hanno mai fatto mancare. So bene che dietro ogni donna e uomo in uniforme c’è sempre una famiglia che regge e sostiene. E il nostro servizio, alla fine, è anche merito loro.
Lascio con la serenità di chi sa che le persone passano e la bandiera resta. La rotta che abbiamo seguito non porta nomi propri: porta un dovere. Continuate a servirlo con misura, lontano dai riflettori e vicino al mare, perché nella sostanza dell’ordinario si costruisce la sicurezza straordinaria di quest’isola.

Viva l’Ufficio Circondariale marittimo Guardia costiera di Pantelleria, Viva il Corpo delle Capitanerie di porto, Viva la Marina Militare, Viva l’Italia!

Vincenzo De Falco


Ogni saluto è un arrivederci, rimanendo fermi nell’impegno di ritrovarsi in qualche altra occasione con la stessa spontaneità e stima.
A presto Comandante De Falco.

Ben venuto Comandante Marrone.

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

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Ambiente

Pantelleria, variazione calendario raccolta rifiuti

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Come da avviso pubblico, il Comune di Pantelleria comunica una variazione del calendario di raccolta rifiuti

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Cronaca

Pantelleria, ripristinata linea TIM

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Dopo quattro giorni di black out, finalmente e, sembrerebbe, stabilmente, sembra essere stata ripristinata definitivamente la linea TIM in tutta l’isola.
Da giovedì scorso i disagi sono stati innumerevoli per la comunità.

Confidiamo in un nuovo atteggiamento verso il lavoro di scavo, affnchè non si verifichino nuove esperienze come quelle recenti, per cui nel giro di un mese e mezzo due episodi di negligenza hanno arrecato disservizi per intere giornate. Nel primo caso di settembre, l’isolamento è durato per settimane.

La redazione, collegata h24 con internet, ringrazia la Fibercop che gestisce la linea, per aver attenzionato subitaneamente il problema intervenendo nei tempi relativi al livello del danno cagionato.

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Salute

Campagna Fibrosi Cistica – Comune di Trapani si tinge di verde con il Rotary Club

Redazione

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Campagna di sensibilizzazione Fibrosi Cistica

Il Comune di Trapani ha aderito alla campagna nazionale “1 su trenta e non lo sai” su iniziativa del Rotary Club Trapani, presieduto dall’Avv. Salvo D’Angelo. Fino a domenica 26 Ottobre Palazzo Cavarretta, è illuminato di verde.

L’evento si inserisce nella campagna nazionale voluta da Fondazione Fibrosi Cistica ricerca che in Sicilia viene sostenuta dal Distretto 2110 Sicilia e Malta.

“Accendiamo la Sicilia” per accendere una luce su questa patologia e portare alla popolazione generale un messaggio semplice: 1 su trenta di noi…..e non lo sa è portatore sano, asintomatico e inconsapevole di una mutazione genetica sul gene CFTR che può trasmettere ai figli. Una coppia di portatori sani ha una possibilità su quattro di avere un figlio affetto da Fibrosi Cistica, la più frequente delle malattie genetiche gravi. Fare il test genetico prima del concepimento permette alla coppia di conoscere il proprio rischio genetico e affrontare una gravidanza consapevole.

Visita il sito testfibrosicistica.it

Salvo D’Angelo, presidente Rotary Club Trapani: “Abbiamo acceso, con il Comune di Trapani, l’attenzione della comunità su un tema caro al Rotary, la prevenzione. La diffusione di notizie scientifiche, da sempre, ha caratterizzato l’attività del Rotary, ed in particolare di questo club. I professionisti che operano con spirito di servizio, al di sopra di ogni interesse personale, sono i primi interlocutori di ogni forma di assistenza”.

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