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Salute

Pantelleria, Adele Pineda scrive all’ASP: esami clinici di 9 mesi fa senza risposte

Direttore

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“Ho saputo che nel corso del 2024 moltissimi esami si erano

accumulati in attesa di essere analizzati e che solo adesso stanno arrivando i primi referti”

Il vicesindaco Adele Pineda, spagliata delle sue vesti istituzionali e politiche, per rappresentarsi come normale cittadina scrive al Dir. Ferdinando Croce, reggente dellìASP di Trapani per il mancato risultato di un esame istologico delicato.

Ecco cosa recita la missiva

Egregio Direttore,
come si sentirebbe se dopo 10 mesi non avesse ancora ricevuto l’esito di un esame
istologico? Continuerebbe ad aspettare tranquillamente o segnalerebbe una situazione
che sicuramente non depone a favore della sanità siciliana e, ancor di più, di quella di
Pantelleria?
Entro nel dettaglio per segnalare un fatto, a mio parere molto grave, che pare non riguardi
solo la sottoscritta, ma anche altri utenti che si trovano o si sono trovati nella stessa
situazione.

Nel mese di dicembre 2023, a causa di alcuni disturbi, mi sono sottoposta a un controllo
durante il quale è stato prelevato un polipetto da sottoporre a esame istologico
Ho aspettato l’esito per i primi tre mesi, che già rappresentano un periodo piuttosto lungo,
poi mi è stato detto che potevo stare tranquilla, in quanto si viene immediatamente avvisati
solo nel caso in cui sia stata riscontrata una situazione preoccupante. D’altra parte non era
la prima volta che mi veniva comunicata questa prassi, già in passato mi era capitato di
sottopormi a uno screening e di non averne mai ricevuto l’esito.

Purtroppo, dato che i sintomi a causa dei quali mi ero sottoposta al controllo precedente
non erano scomparsi, tre settimane fa ho effettuato un’ulteriore visita specialistica e in tale
occasione mi è stato chiesto il referto dell’esame istologico che ogni paziente ha il diritto di
ricevere in tempi congrui, a prescindere dalla situazione riscontrata.

Ebbene, solo a questo punto ho saputo che nel corso del 2024 moltissimi esami si erano
accumulati in attesa di essere analizzati e che solo adesso stanno arrivando i primi referti.

Tutto ciò viene ritenuto normale? Esistono giustificazioni a questo comportamento
superficiale e irresponsabile? Si è valutato il fatto che In un arco temporale così ampio
qualunque situazione potrebbe essere degenerata, diventando “qualcosa” a cui non è più
possibile porre rimedio? Quando non si è in grado di offrire un servizio in tempi congrui,
ritengo doveroso informarne il paziente così che lo stesso possa decidere se continuare
ad aspettare o indirizzarsi verso un’altra struttura, magari privata, con la certezza di
ottenere l’esito dovuto.
Con la presente chiedo di conoscere le motivazioni per cui, ancora oggi, non ho ricevuto
alcun referto, con la speranza di non dover ricorrere all’intervento di un legale.

Cordiali saluti

Adele Pineda

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

Salute

Sanità, Giuliano (UGL): “OSS, figura confinata in un angolo. Non esistono lavoratori di serie B, la politica deve intervenire”

Giovanni Di Micco

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“E’ passato del tempo da quando, era il 2021, la senatrice Paola Boldrini cercò attraverso un DDL di far ottenere agli OSS quei diritti e quella dignità ancora oggi negati. Non essendo schiavi di alcun pregiudizio politico salutammo con soddisfazione quello che immaginavamo potesse essere l’inizio di un cammino che portasse alla luce, garantendo definizione e valorizzazione del ruolo che prevedesse anche una formazione continua e di alta qualità, una figura essenziale ed insostituibile della piramide della sanità italiana.  Tante buone intenzioni, si parlava anche della possibilità di dichiarare usurante la professione, a cui però non è stato dato alcun riscontro. Così che ad oggi la figura dell’operatore sociosanitario rimane confinata in un angolo, quasi dimenticata, senza ottenere i riconoscimenti, giuridici e materiali, che sarebbero dovuti.  Anzi con la creazione della figura dell’assistente infermiere, su cui confermiamo la nostra assoluta contrarietà, si è data una violenta spallata a quella crescita professionale che da tempo viene giustamente reclamata dalla categoria. Così, oggi, gli emolumenti degli OSS continuano a non garantire loro una vita dignitosa a fronte di carichi di lavoro spesso insostenibili cui si sommano da tempo aggressioni fisiche e verbali che sono tra le cause scatenanti dei sempre maggiori casi di burn-out. Discutere di un futuro migliore della sanità italiana rimane una missione impossibile se si continueranno ad avere lavoratori di serie B, messi al margine del sistema. Per questo chiediamo alla politica di intervenire per riprendere il filo di quanto la senatrice Boldrini aveva pensato. Per garantire agli oss di uscire dal limbo reclamando quella dignità che meritano” dichiara in una nota Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute.

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Salute

Pantelleria e Egadi nella telemedicina dell’ASP di Trapani con Tunisia, progetto da 900mila euro

Redazione

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L’UE finanzia un progetto di telemedicina dell’Asp Trapani con la #Tunisia. E’ stato infatti approvato dal Dipartimento regionale della Programmazione il progetto di cooperazione, con capofila l’ASP Trapani, nell’ambito del Programma “Interreg VI-A Next Italia Tunisia 2021-2027” per iniziative di Telemedicina, denominato “TÉLÉ-MÉD-ISOLÉS – Services innovants de télémédecine a impact euroméditerranéen pour les sujets en conditions d’isolement”.

Il progetto, in partenariato con enti e istituzioni italiane e tunisine, prevede azioni di cooperazione transfrontaliera per promuovere la parità di accesso all’assistenza sanitaria e la resilienza dei sistemi sanitari. Mira a fornire servizi innovativi di telemedicina “di prossimità”, a impatto #euromediterraneo, a favore di un target di beneficiari, comprensivo di soggetti in condizione di “isolamento” sia per lontananza, sia per status sociale, migliorando significativamente la gestione delle malattie croniche e promuovendo la prevenzione in Sicilia e Tunisia, sfruttando le tecnologie di telemedicina per superare le barriere geografiche e socioeconomiche all’accesso alle cure, e riducendo gli spostamenti per raggiungere i luoghi di cura.

Il contributo comunitario per la realizzazione del progetto è pari a 907 mila euro, per un biennio di attività.

Sei i partner: tre italiani, ASP Trapani (capofila), Università degli Studi di Messina – Dipartimento di Giurisprudenza e Consorzio Sisifo, e tre tunisini, DACIMA Consulting, Association pour l’Education sanitarie en Médicine d’urgence e ABSHORE Tunisie. La convenzione tra gli enti partner sarà siglata il prossimo 5 maggio.

I partner tunisini individueranno di contro le località del territorio caratterizzate da difficoltà di accesso in cui implementare il progetto, aventi come target di riferimento i pazienti affetti da malattie croniche, con particolare riferimento al #diabete mellito. Il diabete comporta anche costi molto elevati: il 6,7% dell’intera spesa sanitaria nazionale, pubblica e privata è assorbita dalla popolazione diabetica

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Salute

Prevenzione neonatale, presentato in ARS disegno di legge per diagnosi su immunodeficienze primitive

Direttore

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E’ stato presentato disegno di legge a firma di Giuseppe Pace, capogruppo di Democrazia Cristiana presso l’ARS, su  “Disposizioni in materia di accertamenti diagnostici neonatali obbligatori per la prevenzione e la cura delle immunodeficienze primitive”.

Lo scopo di tale atto è quello di inserire nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) lo screening neonatale obbligatorio per la diagnosi precoce delle immunodeficienze primitive.
Tali malattie sarebbero tanto rare quanto gravissime con possibili conseguenze fatali. La diagnosi precoce potrebbe evitare tutto ciò.

In buona sostanza diagnosticare un sistema immunitario carente può rappresentare un salvavita per il neonato.

Il disegno di legge farebbe realizzare un Centro di coordinamento per gli screening neonatali dedicato alle immunodeficienze primitive,  presso i presìdi ospedalieri dotati di Unità Operativa di Oncoematologia pediatrica.
In questo modo anche lo stile di vita del neonato migliorerebbe, evitandone la migrazione sanitaria, per viaggi della speranza.

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