Cultura
Pantelleria a 10 anni di UNESCO, dal 13 al 19 settembre grandi eventi
Una settimana che va πππ₯ ππ ππ₯ ππ π¬πππππ¦ππ«π π πππ§πππ₯π₯ππ«π’π, ricca di iniziative, per celebrare lβeroicitΓ degli agricoltori panteschi in occasione del decennale dalla storica data del π«π’ππ¨π§π¨π¬ππ’π¦ππ§ππ¨ ππ§ππ¬ππ¨ πππ₯π₯π π©π«πππ’ππ ππ π«π’ππ¨π₯π πππ₯π₯π π―π’ππ ππ ππ₯πππ«ππ₯π₯π¨, inserita della Lista del patrimonio immateriale dellβUmanitΓ .
Nel 2014, per la prima volta, venne identificato il legame tra uomo e natura quale patrimonio immateriale dellβumanitΓ ; facendo di Pantelleria esempio mondiale di sostenibilitΓ , a partire da quella tradizione unica di coltivare la terra, con una devozione costante nei secoli, che vede nella tecnica della conca, dove dimora la vite ad alberello, la creazione di un equilibrio perfetto.
Il programma della settimana pantesca Γ¨ visibile sul sito istituzionale del Parco:
https://www.parconazionalepantelleria.it/settimana_vite…
Qui sarΓ possibile conoscere i dettagli delle iniziative con le relative date, suddivise in quattro sezioni, che prevedono appuntamenti istituzionali, eventi in cantina e nelle aziende, escursioni e proposte di menΓΉ tipici presso i ristoranti aderenti alla settimana. Il programma prevede incontri e dibattiti, visite e degustazioni, escursioni, proposte di menΓΉ tipici e diverse attivitΓ sotto un unico comune denominatore che Γ¨ la vitivinicoltura pantesca.

Comune di Pantelleria Regione Siciliana #irvo Vini Pantelleria Doc UnitelmaSapienza Recui- Rete delle Cattedre Unesco Italiane Associazione PRIS Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Associazione culturale Barbacane
Cultura
Pantelleria, inaugurato il busto a dr. Zurzolo tra gente commossa, riconoscente e affiatata
L’opera Γ¨ stata realizzata dal MΒ° Michele Cossyro
Si Γ¨ svolta ieri, 7 dicembre 2025, la cerimonia di scopertura del busto dedicato al compianto dottor Michele Zurzolo.
In una silenziosa Piazza Perugia, le gente arrivava quasi in punta di piedi, per non disturbare un momento che sarebbe stato prezioso per quel sito e per la comunitΓ pantesca tutta.
Il Sindaco Fabrizio D’Ancona ha aperto la celebrazione annunciando diversi interventi tra cui quello di Maria Casano, che ha promosso l’idea, quello della moglie Anna Maria Brignone, delle due nipoti.
“Il Dottore Michele Zurzolo, nel corso della sua vita professionale, si Γ¨ dedicato anima e corpo a tutta questa comunitΓ e oserei dire anche a tutta la cittadinanza di Pantelleria – Ha esordito il primo cittadino – Ma molti di voi hanno avuto anche la possibilitΓ di conoscere un amico, una persona che ha fatto della sua professione una storia di vita. Β Lui era una persona di altri tempi e lo ha dimostrato. Abbiamo ritenuto come di regola accade quando una persona si contraddistingue in questa vita terrena per le sue attivitΓ , per le sue azioni, per le sue gesta, di ricordarlo in una maniera particolare. Β Abbiamo deciso di fare un busto commemorativo e di posizionarlo in questa piazza Perugia che Γ¨ sostanzialmente il cuore di questa contrada.”
Di poi i ringraziamenti alla giunta comunale e, in modo particolare, ai consiglieri Giuseppe Maddalena e Nadia Ferrandes che hanno perorato il progetto, fino al suo completamento.
CosΓ¬, dopo i toccanti pensieri dei familiari del dr. Zurzolo, l’intervento di Michele Cossyro. L’artista che ha portato il nome di Pantelleria nel mondo con le sue opere ha ben accolto l’invito a realizzare la richiesta, facendo una vera copia non solo delle sembianze, ma anche dell’espressione del medico. Realizzando un basamento singolare, in pietra lavica, ha poi come proseguito l’opera con il busto di bronzo, adesso lucido e liscio. Β
Tra i presenti anche il presidente del Consiglio Comunale, Giuseppe Spata, diversi politici, i presidenti dei circoli e di alcune associazioni importanti, tutti testimoni della benevolenza, dell’umiltΓ , della nobiltΓ di un uomo coraggioso, che metteva il paziente sopra ogni altra esigenza e pensiero, elargendo diagnosi sempre precise e puntuali e mai sbagliate, nonostante la strumentazione dell’epoca, a Pantelleria.
Va ricordato, non in ultimo, che il Dr. Zurzolo era un grande studioso originario della Calabria, eppure, egli aveva eletto Pantelleria come sede della sua dimora e del suo lavoro, dove ha affrontato vita e professione sempre con un immancabile e inestimabile sorriso bonario e rassicurante.
La toccante cerimonia si Γ¨ conclusa con la benedizione di Don Ramses.
Cultura
Pantelleria, oggi presentazione del libro “Le note stonate” di Antonino Maggiore
Questo pomeriggio, 7 dicembre 2025, dalle ore 16.30, presso i noti locali del Circolo Ogigia di Pantelleria Centro, si terrΓ la presentazione del libro “Le note stonate” di Antonino Maggiore.
Ad affiancare l’autore, Franca Zona e Giovanna Drago, apprezzate donne di cultura, che si alterneranno in una intervista conoscitiva del libro.
Antonino Maggiore, classe 1982, Γ¨ un docente di musica presso la scuola primaria di Pantelleria, dove unisce rigore e creativitΓ , nel quotidiano rapporto con l’infanzia.
Lo scrittore pantesco non Γ¨ alla sua prima opera. Negli anni ha giΓ pubblicato due raccolte poetiche: “Niente di importante” e una “Penna x amico“, grazie alle quali ha ricevuto diversi importanti riconoscimenti.
“Le note strane” Γ¨ un romanzo autobiografico: in viaggio intimistico tra fragilitΓ ed ironia, attraversando il confine spesso sottile tra disperazione e gioia, risa e pianto.
Con il delicato contributo musicale di Maria Bernardo, si profila un piacevole pomeriggio letterario, al caldo e tra “degustatori” di libri.
L’ingresso Γ¨ libero
Cultura
I racconti del vecchio marinaio di Pantelleria: Il rito antico della dragunera
Quel giorno lasciai gli scogli di San Leonardo piΓΉ presto del solito, mentre i miei amici erano ancora a mollo a mare, in unβacqua trasparente e azzurrina come solo il mare di Pantelleria sa esserlo. Mi soffermai ancora una volta a leggere le scritte multicolori che rendevano meno triste il vecchio bunker di cemento armato della seconda guerra mondiale. Lβamore di sempre: βti voglio bene, βun cuore soloβ, βti amerΓ² per sempreβ precedute da un nome femminile e tante altre scritte, ereditΓ amorose di generazioni di giovani panteschi. Una perΓ² faceva a pugni con tutte le altre, βMariuccia buttanaβ. Doveva essere stato davvero un brutto tradimento, per bollarlo con un marchio di fuoco e per tramandarlo cosΓ¬ ai posteri.
Giunsi sulla banchina e lo vidi seduto sulla solita bitta di fronte al castello, la nuvola azzurrina del fumo della sua pipa gli conferiva una strana aureola di mistero. Avevo deciso di porgli alcune domande, ma appena mi vide cominciΓ² a parlare con voce arrochita dal tabacco e dalla salsedine. βIl veliero Madonna di Trapani era un vero e proprio gioiello della marineria pantesca. Due alberi, bompresso lungo come una lancia, vele latine che sapevano piegarsi al vento, ma non alla paura. Patrun Vitu, il suo comandante, era un uomo di mare e di silenzi infiniti, con le mani dure come la nostra pietra lavica e gli occhi di un verde misterioso, che avevano visto tempeste e miracoli. Nelle sue mani il timone seguiva docilmente lβinvisibile linea della rotta fissata.
Quel giorno, ero ancora picciotto βi varca, avevamo da diverse ore passatu lβisola di Ustica e puntavamo, con tutte le vele spiegate su Trapani, fermarci qui la notte e il giorno seguente tornare a Pantiddraria, dove dovevamo sbarcare delle merci comprate a Napoli. Il mar Tirreno sembrava quieto e il vento amico, ma βogni marinaio sa che βCu ventu e cu mari nun si fa cuntrattuβ (Col vento e col mare non si fa contratto). CosΓ¬ allβimprovviso il cielo cambiΓ².
Una linea nera si stese sullβorizzonte, e il vento cadde morto di colpo. I marinai si guardarono lβun lβaltro muti e attoniti. Il capitano Vito salΓ¬ sul ponte e scrutΓ² quel cielo nerastro e la vide: una dragunera (tromba marina), la maledizione antica e rabbiosa per chi va per mare. Essa, sottile e affilata, scendeva dal cielo come il dito di dio marino irato, girando vorticosamente sullβacqua.
Il nostromo Turi colse lβansia e il timore degli altri uomini dellβequipaggio e chiese a patrun Vitu di virare. Ma Vito no, non solo perchΓ© la cosa era impossibile per mancanza di vento, ma perchΓ© egli era uomo che accettava intrepido le sfide in mare. Lui conosceva lu ritu anticu, lo aveva visto fare
da suo nonno e da suo padre prima di lui. AprΓ¬ il baule sotto il timone e ne trasse un coltello dβossidiana, nero come la notte e affilato come il silenzio che precede la burrasca. Poi disse deciso βMantenete la rotta, non si fugge davanti alla dragunera. Si tagghiaβ.
Si diresse a prua e la sua figura alta e possente sembrΓ² dominare le onde. Il vento intanto aveva ripreso a soffiare forte e impetuoso che a momenti gli strappava il berretto. La dragunera si avvicinava, ululando conne una magara. Vito attese, fermo, come nu parrinu davanti all’artari. Quando la coda della tromba marina fu a portata, egli disse vecchie parole che non si potevano intendere, poi tracciΓ² con il coltello dβossidiana una grande croce nellβaria e recitΓ² a voce alta questa preghiera:
Nniputenza di lu Patri,
Sapienza di lu Figghiiu,
pi virtΓΉ di lu Spiritu Santu
e pi nnomu di Maria
sta cuda tagghiata sia
Un suono sordo, come un lamento, si levΓ² dal mare. La vorticosa colonna dβacqua si dissolse e il cielo si aprΓ¬ allβazzurro. Tutti noi marinai, increduli, guardavamo ammirati e a un tempo intimoriti il capitano come si guarda un uomo che ha parlato allora allora con gli spiriti. Vito tornΓ² al timone, rimise il coltello di ossidiana nel baule e disse solo: βAdesso a casaβ. Al tramonto del giorno dopo Pantelleria ci apparve allβorizzonte, nera e fiera e materna. Il Madonna di Trapani, come sempre, entrΓ² in velocitΓ nello stretto passaggio che dava al porto vecchio. Solo capitan Vito e qualche altro patrun si potevano permettere di sfidare la scogliera cartaginese semisommersa.
La voce del subitaneo taglio della dragunera si sparse, in un battibaleno, in tutte le contrade dellβisola e da quel giorno ogni marinaio pantesco che incrociava patrun Vitu lo salutava con rispetto misto ad ammirazione. PerchΓ© non tutti sanno tagghiare la coda a una tromba marina. E soprattutto non tutti hanno il coraggio di farloβ.
Il vecchio marinaio si tacque definitivamente.
GirΓ² le spalle e si mise a guardare, assorto, il mare
come aspettasse lβarrivo di qualcuno, intanto la nuvola azzurrina del fumo della pipa, che lo
avvolgeva in tenui volute, gli conferiva un certo non so che di misterioso.
Orazio Ferrara

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