Cultura
Pantelleria a 10 anni di UNESCO, dal 13 al 19 settembre grandi eventi
Una settimana che va πππ₯ ππ ππ₯ ππ π¬πππππ¦ππ«π π πππ§πππ₯π₯ππ«π’π, ricca di iniziative, per celebrare lβeroicitΓ degli agricoltori panteschi in occasione del decennale dalla storica data del π«π’ππ¨π§π¨π¬ππ’π¦ππ§ππ¨ ππ§ππ¬ππ¨ πππ₯π₯π π©π«πππ’ππ ππ π«π’ππ¨π₯π πππ₯π₯π π―π’ππ ππ ππ₯πππ«ππ₯π₯π¨, inserita della Lista del patrimonio immateriale dellβUmanitΓ .
Nel 2014, per la prima volta, venne identificato il legame tra uomo e natura quale patrimonio immateriale dellβumanitΓ ; facendo di Pantelleria esempio mondiale di sostenibilitΓ , a partire da quella tradizione unica di coltivare la terra, con una devozione costante nei secoli, che vede nella tecnica della conca, dove dimora la vite ad alberello, la creazione di un equilibrio perfetto.
Il programma della settimana pantesca Γ¨ visibile sul sito istituzionale del Parco:
https://www.parconazionalepantelleria.it/settimana_vite…
Qui sarΓ possibile conoscere i dettagli delle iniziative con le relative date, suddivise in quattro sezioni, che prevedono appuntamenti istituzionali, eventi in cantina e nelle aziende, escursioni e proposte di menΓΉ tipici presso i ristoranti aderenti alla settimana. Il programma prevede incontri e dibattiti, visite e degustazioni, escursioni, proposte di menΓΉ tipici e diverse attivitΓ sotto un unico comune denominatore che Γ¨ la vitivinicoltura pantesca.

Comune di Pantelleria Regione Siciliana #irvo Vini Pantelleria Doc UnitelmaSapienza Recui- Rete delle Cattedre Unesco Italiane Associazione PRIS Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Associazione culturale Barbacane
Cultura
Pantelleria, I racconti del vecchio marinaio pantesco
In viaggio con patrun Vito
Il sole scendeva lento sul porto vecchio di Pantelleria, tingendo di rosso scuro le pietre di lava delle parate difensive del castello a guardia sempiterna dello specchio di mare antistante. Era un pomeriggio inoltrato di uno dei primi anni Sessanta e io, curioso come sempre di cose di mare, mi fermai ad osservare un vecchio marinaio seduto, tranquillo e silenzioso, su una bitta della banchina.
Poteva avere sui settantβanni e la salsedine e il maestrale di tutti quegli anni gli avevano modellato il viso come una fitta e intricata ragnatela, che non metteva affatto repulsione, anzi lo rendeva del tutto simpatico, facendomi subito riandare con la mente ai vecchi marinai di Salgari, i cui romanzi di mare in quel tempo erano una delle mie letture preferite. Il vecchio marinaio era intento a battere con forti colpi, ripetutamente. la sua pipa sulla suola di una scarpa, ma a me sembrΓ² che non volesse scrollarsi soltanto della cenere, piuttosto dei pensieri molesti, carico gravoso e ineludibile che ti regala la vecchiaia. Alla mia domanda se avesse mai fatto parte di un equipaggio di un veliero pantesco dei tempi andati, alzΓ² lo sguardo tra il meravigliato e lβindispettito e con la pipa a mezzβaria.
Ma cosa poteva mai interessare a quel ragazzotto, che sembrava tornare allora allora da una giornata di mare passata tra gli scogli di punta San Leonardo, di un tempo ormai irrimediabilmente perduto? Poi parlΓ² con voce roca come ghiaia che si muove sotto le onde del mare e disse: βSugn’ statu prima picciotto βΓ¬ varca appoi marenaroβ.
Dunque prima mozzo e poi marinaio, quindi una vita sul mare fin da giovanissimo Dette queste parole si tacque e caricΓ² lentamente la pipa con del tabacco nero come la pece e lβaccese. Sembrava che il colloquio fosse finito lΓ¬, quando riprese a parlare con quella sua voce roca, che sapeva di mare antico.
βFici lu primu viaggiu da Pantiddraria a Napule ca varca βi patrun Vituβ. A questo punto, per il lettore che non intende bene il siciliano, continuo il racconto in italiano, salvo, per inciso, qualche espressione dialettale. βAllora ero picciotto βΓ¬ varca. Era il 1903, o forse il 1904, chi si nni ricorda cchiΓΉ e in quegli anni patron Vito era il capitano di veliero piΓΉ sperto di Pantelleria e dopo βu Signuri nostru era il mare ad avere tutta la sua devozione.
In navigazione, pur con tutta la sua indiscussa bravura in cose di mare, non era mai arrogante perchΓ© soleva ripetere βCu mari e cu venti βun tti fa valentiβ (Con il mare e con i venti non essere arrogante o peggio spavaldo).
βIl veliero di patrun Vito non era grande, ma era solido e forte come una pietra nivura della nostra isola. Si chiamava βMadonna di Trapaniβ ed era stato varato nei cantieri di Amalfi nellβanno 1890, se non ricordo male. Ha navigato, attrezzato poi con un motore, fino alla vigilia dellβultima guerra.
Ai miei tempi andava solo a vela. Aveva due alberi e bompresso e dispiegava una velatura, che lo faceva filare dritto sul mare come una freccia. Allora le barche avevano ancora unβanima di tela, bianca come le ali di un angelo. Il giorno della partenza, che per me era lβinizio del primo viaggio per mare come picciotto, la stiva era piena zeppa fino allβorlo. I sacchi piΓΉ pesanti erano lΓ¬, i capperi di Bommarino. Quelli che si mettono sotto sale, carnosi, quelli che danno sapore a tutto quel che mangi. E poi, le cassette, con la stoffa sopra per non farle scaldare, dellβuva passa piΓΉ bella, quella della contrada di Grazia di Sopra. Seccata al sole nostro africano, dolce come il miele, la nostra Zibibbo, trasformata in oro, doveva arrivare a Napoli al piΓΉ presto possibile, dove la gente danarosa la voleva per i loro dolci.
Patron Vito fu categorico: da Pantelleria a Napoli senza scali in porti intermedi. Se Dio vuole, in tre giorni. E cosΓ¬ fu. Uscimmo dal porto con il vento buono, lasciandoci presto alle spalle βa petra βi fora. La brezza gonfiava la vela maestra come il petto di un galletto in amore. Sette, a volte otto nodi, in pieno giorno. Un trotto regolare. Potevi quasi sentirla, la barca che mangiava il mare, spinta solo da quelle tele spiegate e dalla bravura di Vito e del nostromo Turi.
Il capitano Vito non dormiva. Stava lΓ¬, con il timone in mano, a parlare con il vento e con le onde, a sentire lβodore del mare che cambiava. Dalla costa siciliana fino a che non vedevi altro che blu. Non voleva fermarsi. Non per Messina, non per Salerno. Doveva essere un viaggio diretto. Un viaggio cui dovevano vantarsi, al ritorno, tutti i marinai dellβequipaggio nelle lunghe serate invernali pantesche davanti a un buon bicchiere di vino passito. La vita a bordo era semplice: pane, cipolla e qualche sarda salata.
Il silenzio
Ma la cosa piΓΉ bella era il silenzio. Solo lo scricchiolio del legno, il vento che fischiava nelle sartie e il suono delle onde che si aprivano, inchinandosi, sotto la prua. Per tre giorni e tre notti vedemmo solo lβorizzonte. Poi, all’alba del quarto giorno, quando il sole cominciava a spuntare, eccola. La sagoma grande, colorata, di Napoli, allβombra del suo gigante nero, il Vesuvio.
Solo in quel momento patrun Vitu tirΓ² un sospiro che sembrava quello del mare intero. Attraccammo, e il carico era perfetto. I capperi profumavano, lβuva passa era intatta. Era cosΓ¬, allora. LβabilitΓ e il coraggio di un uomo di mare pantesco e i frutti della sua terra.
Oggi, ci sono i motori, e quella meravigliosa sensazione di andare per mare spinti solo dal vento di βu Signuri nostru β¦ quella non la senti piΓΉβ. E si tacque, battΓ© piΓΉ volte la pipa sulla suola della scarpa per scrollare la cenere e si perse, silenzioso, nei suoi pensieri antichi incrostati di salsedine.
Β
Orazio Ferrara
Personaggi
E’ morta Ornella Vanoni, un’artista di grande di stile, simpatia e sagacia
“Io voglio vivere finchΓ¨ do alla vita qualcosa”
Il mondo della musica perde una vera icona… “senza fine”
La voce tra le piΓΉ imitate e seducenti della musica italiana si Γ¨ spenta per sempre.
Ornella Vanoni Γ¨ morta a 91 anni, nella sua casa di Milano, colpita da un arresto cardiocircolatorio.Β I soccorritori sono arrivati quando ormai era troppo tardi.Β
Classe ’34, con lei si chiude un sipario dello spettacolo senza tempo e senza repliche. L’artista, che aveva esordito nello spettacolo a teatro con Strehiler,Β non era solo una cantante, era un simbolo capace di attraversare epoche senza mai diventare fuori moda.Β
All’attivo si contano quasi settant’anni di carriera eΒ oltre 55 milioni di dischi venduti, che hannoΒ scolpito la sua voce nella memoria mondiale.Β
La personalitΓ forte, caratterizzata spesso da sferzate pungenti, era dotata di grande intelligenza e capacitΓ da riuscire a cantare sul palco duettando con giovani big della canzone italiana.
Negli ultimi anni era diventata la presenza fissa piΓΉ attesa da Fabio Fazio, forse piΓΉ della Littizzetto, che superava in simpatia e spontaneitΓ .Β
Lo scorso giugno venne insignita della laurea honoris causa. Durante la cerimoni seppe manifestare la sua regale umiltΓ .
Parlando della morte, la cantante milanese cosΓ¬ si Γ¨ espressa “Io non voglio morire troppo grande. Io voglio vivere finchΓ¨ alla vita do qualcosa e la vita mi dΓ . Il giorno in cui non dΓ² piΓΉ o non mi dΓ , io non voglio vivere.”
Ieri sera se ne Γ¨ cosΓ¬ come ha vissuto, con stile, senza clamore.Β
Di lei rimarranno le sue canzoni intramontabili, impresse addosso al suo pubblico come cicatrici dolci.
Cultura
Gran GalΓ delle Lady Chef β Prima Edizione Siciliana
Il 24 e 25 novembre, presso lβHotel Casena dei Colli di Palermo, si svolgerΓ la prima edizione del Gran GalΓ delle Lady Chef, promosso dallβUnione Regionale Cuochi Siciliani
Un evento che intende valorizzare il ruolo delle donne chef, protagoniste della cucina professionale siciliana, e celebrare la loro competenza, dedizione e passione.
Il comparto Lady Chef, nato ventinove anni fa, ha come obiettivo quello di mettere in risalto la figura femminile nelle cucine e di contribuire al superamento del divario di genere. Il Gran GalΓ sarΓ dunque unβoccasione di incontro e di festa, ma anche di riflessione e confronto, nel segno dello spirito associazionistico che anima lβUnione Regionale Cuochi Siciliani.
Allβinterno della manifestazione si terrΓ la selezione regionale del Concorso Cirio, che decreterΓ la Lady Chef siciliana chiamata a rappresentare la regione nella fase nazionale dei Campionati della Cucina Italiana a Rimini
βUna vera e propria festa β ha dichiarato la Coordinatrice Regionale, Chef Rosi Napoli β che vuole essere anche un momento di condivisione, riflessione e confrontoβ. Le Lady Chef provenienti da tutte le province siciliane si ritroveranno a Palermo per vivere insieme due giornate intense, allβinsegna della collaborazione e della professionalitΓ .
βCelebreremo la bellezza β ha concluso Chef Napoli β quella che rimane anche sui volti stanchi dopo ore di lavoro. Celebreremo i sacrifici, la competenza e la forza delle nostre meravigliose Lady Chef.β
A moderare lβevento sarΓ la food blogger e Lady Chef, Barbara Conti, Segretario Provinciale APCI di Ragusa, che accompagnerΓ il pubblico in questo viaggio di memoria, territorio e passione culinaria.
Per consultare il programma completoΒ epotere prendere parte alla Cena di Gala, aperta a tutti, andate sulla pagina facebook Lady Chef Regione Sicilia
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