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Sociale

Palermo – Servizio Civile, la rete del Gonzaga seleziona 68 giovani; prevista remunerazione

Marilu Giacalone

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-

Svolgeranno attività educative, di assistenza e di animazione per minori,
giovani e migranti. Le domande entro il prossimo 15 Febbraio 2024
PALERMO – La rete di 7 enti non profit, coordinata dal Gonzaga
Campus dei padri gesuiti, è pronta ad accogliere 68 giovani volontari (di
età compresa da 18 a 29 anni) da impiegare in due progetti di Servizio
Civile Universale, con una remunerazione mensile di 507 euro.
La rete è costituita dal Gonzaga Campus (che offre a 20 giovani
un’esperienza significativa nel settore dell’educazione formale ed
informale, anche in diverse lingue, avendo come destinatari privilegiati i
minori e i giovani della Scuola italiana e dell’International School
Palermo), dall’Istituto Pedro Arrupe (attivo dal 1958 nei campi della
formazione politica, della promozione culturale e della ricerca sociale), dal
Centro Astalli Palermo (dal 2003 in prima linea nella difesa dei diritti,
nell’integrazione e nell’inclusione di immigrati, rifugiati e richiedenti
asilo), dall’associazione Arces (dal 1976 istituzione di eccellenza nel
supporto alle Università per quanto attiene all’offerta residenziale, ma,
soprattutto, per il suo progetto formativo che prevede un modello
interdisciplinare ed interventi integrativi e di accompagnamento allo
studio), dalla cooperativa sociale Al Azis (nata nel 1998 per promuovere,
nell’ambito dell’operatività del Centro Polivalente TAU, processi di
orientamento, formazione professionale e inserimento socio-lavorativo
soprattutto a vantaggio dei giovani a rischio di coinvolgimento in attività
criminose e di esclusione sociale), dall’associazione AddioPizzo (che si
occupa della promozione di un’economia virtuosa e libera dalla mafia
attraverso lo strumento del consumo critico) e dall’associazione San
Francesco Saverio (che si occupa di numerose attività di promozione e
valorizzazione del patrimonio artistico e culturale del museo e della Chiesa
del Gesù a Casa Professa).

I 7 enti, da tempo sono impegnati, a vario livello, per il servizio alla
comunità siciliana in modo nuovo e creativo, mettendo a disposizione 10
sedi a Palermo per accogliere 68 giovani volontari.
Si tratta di una opportunità che permette di acquisire competenze
spendibili nella vita e per l’inserimento nel mondo del lavoro mediante un

tutoraggio e una formazione specifica; si maturano, inoltre, crediti
formativi universitari e un punteggio valido nei concorsi pubblici, che,
riscattabile ai fini pensionistici, prevede una remunerazione mensile
(507,00 euro) e la certificazione delle competenze acquisite.
Le domande di partecipazione dovranno pervenire entro il 15
Febbraio 2024, ore 14.
I due progetti Italia della rete “Sei tu la mia città” e “Sostare tra le
culture” finanziati, con il bando ordinario, hanno anche una riserva di
posti dedicati ai giovani con minori opportunità, che hanno un basso
reddito (Isee pari o inferiore a 15 mila euro). Le attività in cui i volontari
saranno coinvolti sono di varia natura: attività educative, di tutoraggio
scolastico, di supporto all’apprendimento dei bambini con bisogni
educativi speciali, attività ludiche, ricreative, sportive, artistiche, culturali,
interculturali e di comunicazione sociale. E ancora animazione culturale e
orientamento e accompagnamento lavorativo dei giovani, inserimento e
integrazione dei migranti, conservazione e valorizzazione del patrimonio
artistico e cura delle biblioteche.
I progetti sono parte di un ampio programma di intervento che risponde
agli obiettivi 3, 4 e 10 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle
Nazioni Unite, e sono realizzati anche in collaborazione con Caritas
Italiana che, da anni, opera a Palermo e in tutto il territorio nazionale, negli
ambiti delle povertà, della carità e dell’educazione.
Nella sezione dedicata al Servizio Civile del sito
https://gonzagacampus.it/servizio-civile-23 è possibile conoscere in
modo dettagliato il bando, le modalità di presentazione della domanda,
consultare le schede sintetiche di tutti i progetti con le sedi e le attività
previste in ogni sede e conoscere i criteri di selezione.
La rete suggerisce ai giovani che desiderano presentare domanda di
comunicarlo prima possibile, inviando il curriculum firmato
all’indirizzo serviziocivile@gonzagapalermo.it In risposta alla mail tutti
i giovani interessati saranno invitati a partecipare ad una riunione on line,
prevista per mercoledì 24 Gennaio 2024, nella quale verranno presentati
tutti i progetti e fornite tutte le informazioni e i chiarimenti che possono
tornare utili ad una corretta compilazione della domanda e alla scelta del
progetto e della sede più idonea.
La domanda di partecipazione va presentata esclusivamente con lo SPID

attraverso la piattaforma Domanda on Line (DOL) raggiungibile
tramite pc, tablet e smartphone, all’indirizzo
https://domandaonline.serviziocivile.it

Per trovare i progetti della rete del Gonzaga basterà inserire nel format
“Scegli il tuo progetto in Italia”, la regione “Sicilia” e l’Ente “Istituto
Gonzaga – Centro Educativo Ignaziano” codice ente SU00069.
“Con il servizio civile mi sono sentita parte attiva della società – ha
raccontato Sara di 20 anni -. L’esperienza di servizio civile che sto
svolgendo presso questa scuola è per me un’occasione di sviluppo per una
maggiore consapevolezza civica. Quello che oggi sento è di essere parte
attiva della società, consapevole dei diritti e doveri verso la collettività.
Quello che ne consegue è sicuramente una crescita personale, umana e un
arricchimento del bagaglio culturale e professionale, anche attraverso lo
sviluppo di competenze trasversali e nuove che non pensavo di poter
sperimentare”.
“Il servizio civile mi ha formato ancora di più alla relazione con gli altri –
racconta Giorgia di 27 anni -. Questa esperienza mi ha aiutato a riflettere
maggiormente su alcuni temi, a creare un legame più profondo tra
colleghi, a inserirmi di più nella società, capendo e valorizzando le
differenze di ogni persona. Abbiamo ancora tanto da imparare ma avere
buone basi aiuta a indirizzarci nel modo giusto.”

Sociale

Cibo cotto e non somministrato, enti del trapanese in sinergia per distribuzione a persone indigenti

Redazione

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Il recupero degli alimenti prodotti nel punto cottura del presidio ospedaliero di Salemi, e non somministrati, e l’erogazione come pasti gratuiti a cittadini che si trovano in situazione di fragilità socio-economica.
E’ questo il frutto di un accordo di collaborazione tra l’ASP di Trapani, il Comune di Salemi e la Fondazione San Vito Onlus, per la realizzazione di questo progetto di recupero degli alimenti prodotti e la loro distribuzione a fini di solidarietà sociale, siglato oggi dal direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria, Danilo Palazzolo, dal sindaco della cittadina belicina, Vito Scalisi, e dal presidente della fondazione, Vito Puccio.
Il progetto pilota, autorizzato con delibera del Commissario straordinario dell’ASP Sabrina Pulvirenti, di durata annuale, prevede il recupero dei pasti in esubero, prodotti presso il punto cottura dell’ospedale di Salemi, da destinare a soggetti bisognosi di assistenza economica, individuati dai Servizi sociali del comune.
Nel punto cottura, gestito da una ditta esterna, vengono preparati tutti i pasti destinati ai pazienti, oltre del presidio di Salemi, anche per gli ospedali di Alcamo, Marsala, Castelvetrano e Mazara del Vallo.
Con la supervisione della U.O.C. Igiene degli alimenti e della nutrizione, diretta da Sebastiano Corso, gli alimenti non consumati verranno ritirati da volontari della Fondazione, formati dall’ASP, Fondazione che provvederà alla distribuzione degli alimenti in favore dei cittadini beneficiari, sia presso la sede che direttamente a domicilio.
“Si tratta – commenta il Commissario straordinario – di una lodevole iniziativa di recupero e redistribuzione degli alimenti, che evita gli sprechi di cibo da un lato, e dall’altro sostiene famiglie che si trovano in situazioni di indigenza”.
La somministrazione partirà già dal mese di ottobre, e inizialmente sono stati già individuati una decina di nuclei familiari.

In copertina immagine da facebook

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Cultura

Divieto dei cellulari a scuola, le reazioni degli studenti di Pantelleria

Giada Zona

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Sul non uso dei telefoni in classe: interviste a Filippo Maccotta e Emanuele Pinna

Tra le diverse novità che interessano il mondo scolastico, dal 15 settembre 2025 per la Regione Siciliana, tra i banchi delle scuole di ogni ordine e grado è vietato l’utilizzo cellulare.
Figli e famiglie sono divisi: c’è chi la ritiene una strategia formativa e chi, invece, non è d’accordo.
Abbiamo così voluto conoscere la reazione degli studenti di Pantelleria, su questa novità che tanto clamore ha riscontrato.
Sono stati scelti a campione due giovani di diversi contesti scolastici. Si tratta di studenti modello, molto impegnati e maturi per l’età e l’epoca storica che stanno vivendo.

Filippo Maccotta

Il primo, Filippo Maccotta, 15enne al II anno di liceo scientifico, ci ha innanzitutto spiegato che attualmente nel suo istituto i cellulari verranno conservati negli zaini, per tutto l’arco della giornata scolastica e non potranno essere usati nemmeno durante la ricreazione. Nel caso non dovesse funzionare, i docenti o chi per loro provvederanno a requisire gli smartphone.

“Anche prima durante le lezioni il telefono non si poteva utilizzare e sono d’accordo, ma il divieto di utilizzarli durante la ricreazione mi sembra esagerato. L’anno scorso, nonostante si potesse usare durante la ricreazione, stavamo in gruppo e non solamente al telefono. Reputo che sia un po’ inutile proibirlo durante la ricreazione e credo peggiori la situazione perché ci si sente più incatenati. “

Emanuele Pinna

La seconda testimonianza ci arriva da Emanuele Pinna, in classe terza media

Emanuele, cosa ne pensi di questa nuova normativa? “Sono d’accordo con questa nuova normativa perché permette a tutti noi studenti, soprattutto a quelli meno responsabili, di non usare il telefono a scuola. Siamo tutti più coscienti, sapremo quando è corretto utilizzarli e quando no. Sono favorevole al divieto.”

Giada Zona 

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Economia

Oltre 1,5 milioni ai centri antiviolenza. Albano: «Promuoviamo la cultura del rispetto»

Marilu Giacalone

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Oltre un milione e mezzo di euro per la gestione dei centri antiviolenza iscritti all’albo regionale o che hanno ottenuto l’autorizzazione al funzionamento. L’assessorato della Famiglia e delle politiche sociali ha emanato un decreto, rivolto ai Comuni, per erogare i contributi destinati a coprire i costi sostenuti, o ancora da sostenere, delle strutture nel periodo tra novembre 2024 e ottobre di quest’anno. Le risorse provengono dalla quota assegnata alla Sicilia dal governo nazionale del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità. Per accelerare il trasferimento delle somme, l’assessorato ha deciso di avvalersi delle amministrazioni comunali.

«Investire sulle strutture e sui servizi di supporto è un passo essenziale per promuovere una cultura del rispetto e della tutela dei diritti di tutte le donne – dice l’assessore Nuccia Albano – contribuendo a costruire una comunità più sicura, inclusiva e solidale. Considerato che i costi dei centri antiviolenza possono differenziarsi a seconda dell’area geografica e della loro attività, abbiamo ritenuto opportuno acquisire il fabbisogno delle spese relative a un preciso periodo, fermo restando il limite massimo di contributo di 50 mila euro per ciascuna struttura. Il governo Schifani continuerà a lavorare con impegno affinché ogni donna possa trovare un riferimento stabile e una rete di protezione efficace, perché nessuno debba più subire in silenzio violenza o discriminazione».

Ciascuna amministrazione comunale dovrà presentare un prospetto delle spese redatto dal centro antiviolenza presente sul proprio territorio, così da consentire al dipartimento della Famiglia e delle politiche sociali di procedere al riparto delle somme. I Comuni dovranno trasmettere la documentazione tramite Pec, entro il prossimo 15 ottobre, all’indirizzo: dipartimento.famiglia@certmail.regione.sicilia.it. 
Il decreto è disponibile sul sito istituzionale della Regione Siciliana a questo indirizzo

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