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Oggi giornata mondiale del Rifugiato: al mondo oltre sono 100 milioni

Redazione

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Rimettiamo al centro delle iniziative politiche e di movimento la giornata mondiale del Rifugiato indetta dall’ONU
Oggi è la giornata mondiale del Rifugiato indetta dall’ONU. Sono oltre 100 milioni le persone che sono state costrette a lasciare i loro paesi per motivi di guerra, crisi climatiche e persecuzioni.

Il 2023 è stato caratterizzato da questo dato che evidentemente è in crescita e che registra nel frattempo molti morti in mare a causa di politiche restrittive dei governi europei e di un paese come l’Italia che negli ultimi anni ha attuato un giro di vita contro le ONG che fanno salvataggio in mare. Le ultime stragi risalgono a qualche giorno fa e i morti e dispersi nelle coste calabresi e a Lampedusa sono in aumento.

Tutte donne, uomini e minori che dovrebbero arrivare attraverso canali protetti perché possibili richiedenti asilo ed è per questo che la Giornata mondiale del Rifugiato deve essere al centro delle iniziative politiche e di movimento anche nei prossimi giorni.

Dobbiamo rimettere al centro la costituzione di una rete contro le politiche razziste e di morte. All’interno di questo quadro drammatico va ricordato che la nostra lotta contro la catena di sfruttamento lavorativi dei migranti deve continuare.

L’ultima drammatica notizia che ci deve indignare è la morte del giovane Satnam Singh, arrivato in Itala tre anni fa dal Punjiab. Singh lunedì mattina è stato schiacciato da un macchinario avvolgi- plastica a rullo.

Invece si essere soccorso è stato abbandonato ferito davanti la sua abitazione e in maniera macabra chi lo ha abbandonato gli ha messo accanto il braccio staccato dal macchinario. Immagini che ci raccontano un dramma umano che non ha aree di distinzione: dal nord al sud Italia i padroni sfruttano con la stessa violazione dei diritti e barbaramente.

Mobilitiamoci contro questi orrori sottolineando che la giornata mondiale del Rifugiato deve essere il momento in cui i diritti di migrare e di essere accolti come persone siano il dato concreto come sancisce la Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Tania Poguisch, Circolo “Peppino Impastato” di Messina

Nicola Candido, Segretario regionale Sicilia

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Pantelleria – Piano eliminazione Barriere Architettoniche, al via suggerimenti di cittadinanza o enti

Direttore

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Il Comune di Pantelleria ha emesso avviso pubblico per coinvolgere la cittadinanza o le associazione ed enti interessati a proporre suggerimenti su abbattimento delle barriere architettoniche, sull’isola.

Le idee possono essere trasmesse, tramite pec, all’indirizzo riportato nel seguente avviso entro il termine del giorno  giovedì 7 novembre 2024.

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Trapani all’avanguardia nella mobilità inclusiva

Redazione

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 Trapani si afferma come un modello di riferimento per la mobilità inclusiva in Sicilia grazie a una nuova partnership tra Automondo, rinomata concessionaria locale, e Focaccia Group, leader nell’innovazione automobilistica. Questa collaborazione, annunciata durante l’evento di lancio “Mobilità inclusiva, prospettive di accessibilità dal mondo automotive”, mira a rivoluzionare il panorama della mobilità nella regione, con un focus particolare sul trasporto delle persone con disabilità.

Durante l’incontro, moderato dal giornalista Nicola Baldarotta, Paolo Manzo, amministratore di Automondo, ha dichiarato: “La nostra missione è rendere la mobilità accessibile a tutti, attraverso un impegno collettivo. Crediamo che ogni individuo debba avere la possibilità di spostarsi liberamente.”

Rocco Scocozza, direttore generale di Focaccia Group, ha aggiunto: “Questo è un passo avanti significativo verso l’innovazione nel settore automobilistico. Il tema del trasporto delle persone con disabilità richiede veicoli adattati per soddisfare le diverse esigenze. Investire nella mobilità inclusiva non è solo una questione di equità, ma anche una strategia per costruire comunità più forti e sostenibili.” Focaccia Group si distingue anche per la sua specializzazione in veicoli sanitari, veicoli da lavoro e mezzi per le polizie locali.

L’evento ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti delle istituzioni, tra cui sindaci, assessori comunali e deputati regionali come Giuseppe Bica e Dario Safina. Associazioni locali, tra cui la Fondazione Auxilium di Trapani, rappresentata dal direttore generale Gerry Camarda, e l’Asd Granata Buskin Trapani, con il presidente Alessandro Aiello, hanno fornito un significativo supporto all’iniziativa.

La sinergia tra settore privato, istituzioni e associazioni crea le basi per un futuro in cui la mobilità inclusiva diventa una realtà tangibile per la comunità trapanese e oltre.

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Palermo, Housing Sociale autogestito per 25 persone in esecuzione di pena contro sovraffollamento carceri

Redazione

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E’ progetto Ortis 2.0 dell’associazione Un Nuovo Giorno

PALERMO – Accoglienza residenziale, ascolto, laboratori e tirocini sono le principali attività dell’Housing Sociale per le persone in esecuzione di pena con il progetto “Ortis 2.0” coordinato dall’associazione Un Nuovo Giorno. Il progetto è la seconda fase del progetto sperimentale “Ortis, l’orto della Spazzina, presidio territoriale per la giustizia di comunità”.

In questo momento, ci sono 15 persone ma, a breve, ci sarà l’inserimento di altre 10 persone. Con la supervisione degli operatori, le persone accolte si autogestiscono firmando un patto di responsabilità e assistenza con l’associazione.

La struttura è una palazzina di tre piani, arricchita da spazi esterni e un giardino. Nel seminterrato vengono svolti i laboratori di artigianato. In una parte del piano terra ci sarà l’accoglienza delle persone con dipendenze patologiche. Nel primo e secondo piano, invece, c’è l’Housing Sociale per 25 persone. In futuro, con un progetto di valorizzazione degli spazi esterni, verrà realizzata una fattoria sociale e un orto sociale.

Nella sede, già operativa dal mese di luglio, c’è una presenza maggiore di persone detenute di origine straniera che vivono problematiche molto forti. A raccontarle sono Omar, Sami e Anis. “Il mio reato risale al 2014 – racconta Omar, giovane egiziano di 28 anni -. Fra pochissimi giorni finirò di scontare la mia pena e sono molto preoccupato perchè non so quale sarà il mio futuro. Da 11 mesi sono stato accolto nell’Housing Sociale dove sono stato bene. Oltre al corso di italiano, ho fatto teatro con un’associazione e anche attività lavorative. Spero venga accolta la mia richiesta di asilo per la protezione internazionale. Vorrei rimanere in Italia in maniera legale ma ho paura che mi arrivi il provvedimento di espulsione”. “Mi sento molto fortunato ad essere stato accolto in questa casa perchè è una condizione di vita migliore del carcere – ha raccontato il giovane tunisino Sami di 36 anni -. Faccio volontariato e sto imparando a fare il sarto. Fra poco farò un tirocinio lavorativo. Mi sento molto migliorato e, quando finirò la pena, vorrei avere una vita regolare con una casa e un lavoro. Fuori la vita è bella”. “Sono arrivato a Palermo nel 2011 – continua Anis, anche lui tunisino di 39 anni – quando la Tunisia stava vivendo un periodo di rivolta civile. Oggi sono sposato e ho due bambini di 5 e 6 anni. Prima che mi arrivasse, dopo diversi anni, la condanna definitiva lavoravo. Sono semilibero e vado a dormire in carcere. In Housing faccio tante attività ma, soprattutto, mi sento accolto e ascoltato. Spero al più presto di potere tornare a vivere con la mia famiglia”.

“Come equipe cerchiamo – aggiunge la psicologa del centro Monica Di Liberto – di supportare le persone accolte in tutto il loro percorso. Sami, per esempio, ha fatto molti passi avanti. Oggi è una persona completamente diversa da quella che avevo conosciuto in carcere. In alcuni vediamo proprio una trasformazione personale che ci restituisce il senso pieno del nostro lavoro”.

“Siamo arrivati alla seconda fase del progetto Ortis – afferma Antonella Macaluso, presidente di Un Nuovo Giorno – e siamo contenti dei risultati finora ottenuti. Purtroppo, i problemi che vivono le persone migranti però non sono cambiati. Le persone straniere, come le italiane, vengono accompagnate con un progetto di autonomia socio-lavorativa. Nel momento in cui, a fine pena, sono pronte per reinserirsi in società, l’arrivo del provvedimento di espulsione vanifica drammaticamente tutto il loro percorso. E’ un sistema di forte ingiustizia sociale che non possiamo accettare. Chiediamoci perchè – se dimostrano con carte alla mano la validità del loro percorso – non possono rimanere in Italia”.

 

Il progetto Ortis 2.0 è cofinanziato da Cassa delle Ammende e dall’Assessorato regionale della Famiglia e delle Politiche Sociali). L’associazione Un Nuovo Giorno è l’ente capofila che opera insieme a Cesam, La Linea della Palma e I.D.E.

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