Cultura
Montagna delle Rose di Santa Rosalia in quella sacra Sicilia fredda

LA MONTAGNA DELLE ROSE DI ROSALIA SINIBALDI IN QUELLA SACRA SICILIA FREDDA
Siamo lungo le pendici del monte, ci troviamo davanti all’immenso eremo di Santa Rosalia alla Quisquina, a 986 m s.l.m..
Questo immenso edificio, incastonato nei boschi della Quisquina con la sua grotta mimetizzata nella vegetazione del Monte delle Rose, fu rifugio della giovanissima Rosalia Sinibaldi che trovò dimora per ben dodici anni (probabilmente dal 1150 al 1162) per vivere la sua vocazione eremitica.

Grotta di Santa Rosalia /Eremo alla Quisquina ambiente interno
Il fantastico Monte delle Rose, con i suoi fiori profumati e le sue rose senza spine che, secondo la leggenda, sono fiorite al passaggio di Rosalia,e’ un luogo in cui si intreccia storia e leggenda.
La nobile fanciulla volle ritirarsi in una grotta del feudo paterno della Quisquina, a circa 90 Km da Palermo, sua città, per finire la sua vita sul Monte Pellegrino, promontorio palermitano, il 4 settembre 1160.
L’ Eremo della Quisquina ha una storia iniziata nel 1624, subito dopo la scoperta dei resti della Santa nella grotta del monte Pellegrino a Palermo, quando due muratori palermitani il 25 agosto trovarono la grotta e l’epigrafe nel secolare bosco della Quisquina “ Ego Rosalia Sinibaldi Quisquinae et Rosarum domini filia amore Domini mei Jesu Christi in hoc antro habitari decrevi “ ( Io Rosalia Sinibaldi , figlia del signore della Quisquina e del Monte delle Rose, per amore del mio Signore Gesù Cristo, ho deciso di abitare in questa grotta ).
Fu il mercante genovese Francesco Scassi che, venendo a conoscenza della storia di Santa Rosalia e della grotta, decise di investire il suo denaro nella costruzione dell’Eremo facendo edificare la chiesa, delle cellette, una cucina e una stalla.
Francesco Scassi, oltre a costruire, si ritirò con altri tre uomini in quest’Eremo da lui costruito e fondò una congregazione indipendente di frati devoti a Santa Rosalia .
L’Eremo, nel corso del Settecento , era uno dei più rinomati di tutta la Sicilia.
Oltre ad importanti donazioni, riceveva visite da vescovi, principi e cardinali.
Il grande Eremo permetteva di ospitare moltissimi frati che venivano selezionati, con un periodo di prova, prima di diventare membri effettivi della congregazione che, alla fine del XIX secolo, vide un declino tale da essere sciolta nel 1928 .
I frati, però, restarono nell’Eremo e l’ultimo noto eremita è Fra Vicè , vissuto di elemosina fino al suo ultimo giorno nel 1986 all’età di 98 anni.
Con l’aiuto del Principe Ventimiglia, gli abitanti di Santo Stefano Quisquina ricevettero ,il 25 settembre 1625, alcuni frammenti delle reliquie della Santa, collocate in un mezzobusto raffigurante Santa Rosalia, custodito attualmente nella chiesa madre del paese.
Nell’ Eremo della Quisquina, sacro luogo del cuore in cui, oltre all’aria pura, è facile respirare una dimensione umana necessaria per riscoprire l’identità forte di un popolo legato alle proprie radici nel rispetto del passato.
Un territorio incontaminato in cui tutto è quasi fermo.
Qui Madre Natura esprime la sacra bellezza della Santuzza che ha benedetto questa ‘Sicilia fredda’, così definita dal grande maestro Alfonso Leto ,artista stefanese ,con la sua ricchezza d’acqua, la sua fitta vegetazione ed il suo azzurro cielo abitato da aquile reali.
Nell’ Anno Giubilare Rosaliano, indetto dall’Arcivescovo Corrado Lorefice, con l’approssimarsi del 15 luglio 2024 in occasione dei 400 anni dal ritrovamento delle reliquie di Santa Rosalia sul Monte Pellegrino, la curia arcivescovile di Agrigento in collaborazione con il Comune di Palermo vuole commemorare la Santuzza con iniziative che faranno Palermo ed i sacri luoghi di Rosalia protagonisti di quell’amore antropizzato per una ‘fimmina’ che, con la sua santa determinazione in una società patriarcale, è riuscita a divenire Santa affrontando i problemi con saggezza, carisma e coraggio per portare avanti un progetto divino di libertà.
Rosalia, Agata e Lucia sono considerate delle vere eroine e innovatrici, oltre a tre Sante, rappresentano una vera testimonianza di Donne siciliane che hanno lottato, fino alla vita, contro un pensiero imposto.
Tre vittime, tre rivoluzionarie, tre Donne siciliane che ricordano come , pur essendo passati 400 anni, tutt’oggi per alcune donne nulla è cambiato e ciò lo dimostrano gli infiniti femminicidi e storie legate ai matrimoni forzati.
Tre icone pop?
Tre ‘Sante ragazze’ ,come direbbe la scrittrice Ljubiza Mezzatesta, che non si sono piegate come giunco davanti alla volontà degli uomini ma hanno lasciato l’odore della loro santità nella Natura dominante del mare di Siracusa, della lava dell’Etna e delle rose della Quisquina.
Laura Liistro
Cultura
Pantelleria e i suoi personaggi: Daniela Bisogni giornalista Rai porta l’isola nelle case degli italiani

Intervista a Daniela Bisogni: dopo i tanti servizi, siamo affascinati dal suo amore per l’isola in tutta la sua bellezza e criticità
Pantelleria, si sa, è un’attrattiva per moltissime persone e personaggi, cosiddetti “forestieri”, ma che sono così attratti e stregati dall’isola dalle prime visite, quasi incatenati, da non poterne fare a meno.
E’ quanto è accaduto anche alla giornalista Daniela Bisogni, che di recente ha fatto un servizio favoloso sulla morte di Giorgio Armani sul Tg2. Negli anni abbiamo potuto apprezzarla per altri lavori giornalistici, svolti con grazia e curiosità. Sempre per Rai2, la corrispondente ha trattato e tratta di Pantelleria sotto diversi temi: cultura, ambiente. archeologia, mare, e non di meno sui VIP che l’hanno eletta come propria dimora: memorabili i lavori su un altro personaggio del calibro di Filippo Panseca.
La reporter romana, con quel fare sofisticato e intellettuale, naturalmente, con addosso il suo immancabile cappello e che gira il mondo, ha creato un legame molto intenso con la nostra Perla Nera e abbiamo voluto indagare su questa passione che coltiva anche a distanza.
Dr.ssa Bisogni, da tempo lei realizza servizi su Pantelleria, come e quando nasce l’idea? “La prima volta nel 2010, con l’intento di far conoscere l’isola sia con una visita a piedi, trek, canoa e un itinerario in bicicletta. Poi nel 2013 l’allora caporedattore della Redazione Scienze del Tg2, Francesco Paolo Cozza, grande amante di Pantelleria, mi chiese di fare un servizio sui conigli che infestavano l’isola e, successivamente, mi mandò per scongiurare la chiusura del Punto Nascite dell’Ospedale. In seguito ho realizzato anche servizi di cultura e archeologia.”
Il suo lavoro rappresenta una importante fonte di conoscenza della nostra isola, ma anche di promozione. Quanti servizi ha realizzato nel tempo, per la Rai, diventando quasi un appuntamento, una puntuale informazione sulle peculiarità che la caratterizzano? “Grazie per l’attenzione al mio lavoro. Non saprei dire quanti servizi ho realizzato nel tempo. Di certo ho cercato di valorizzare gli aspetti meno conosciuti dell’isola, come vita e arte del compianto Filippo Panseca, oppure mettere in risalto a livello nazionale notizie come quella del Time “World’s Greatest Places 2023“, ossia Pantelleria elencata tra i posti più belli del mondo.“
Chi o quali sono le sue fonti? “Le fonti sono sempre di prima mano, ma non si rivelano!”
E’ giusto, ci può stare. Quale aspetto della Figlia del Vento l’ha colpita e affascinata maggiormente? “Dall’inizio certamente il carattere selvaggio che aveva conservato fino ai giorni nostri, quasi fosse ferma nel tempo, le acque cristalline, tra le più limpide che esistano, il vento, i trek a piedi e i fenomeni termali che offrono la possibilità di fare il bagno tutto l’anno. Il massimo è il giro dell’isola in barca, per visitare calette incantevoli raggiungibili solo via mare….”
Invece, quale personaggio pubblico o “comune” l’ha incuriosita di più e perchè? “La gente comune. I panteschi all’inizio sembrano chiusi, timidi, una natura che viene forse da secoli di isolamento, ma se poi dimostri loro che sei affidabile, sono molto generosi. Solo non capisco come mai spesso vengano considerati come “turisti” molti non panteschi che abitano o hanno il dammuso qui da anni. Comunque, con i neonati ormai sempre in terraferma, tra cent’anni non ci saranno più nativi panteschi.”
Lei raggiunge da tanto tempo l’isola, molte volte l’anno, per rispondere ad un richiamo. Quando o cosa ha determinato questa scelta? “La prima volta, di novembre, ho cercato sulla cartina il punto più a sud d’Italia, alla ricerca di sole e caldo, mentre invece ho trovato pioggia e freddo. Mi hanno consolata le acque calde del lago di Venere e un’accogliente vita sociale serale. Poi mi sono innamorata dell’isola, dove torno più volte l’anno.”
La professionista, caratterizzata da una grande capacità empatica con le persone e i luoghi, è stata critico e giornalista cinematografica per carta stampata e Rai per anni, prima di approdare al Tg2 ha continuato a occuparsi anche di cinema. Maggio scorso sempre per il Tg2 Daniela Bisogni era inviata al Festival di Cannes.
Ma riprendiamo l’intervista.
Pantelleria è anche stile di vita, fatto di tempi, isolamento, natura tutti a volte avversi e a volte piacevoli e avvolgenti: ci si rispecchia? “Pantelleria è bellissima così! E, come tutte le isole, ti abitua ad adattarti all’isolamento, che può essere positivo: per esempio ho imparato a fare tante cose che, prima, in città, non mi sarei mai sognata di affrontare! Però Pantelleria sta cambiando in fretta…chi la ama e gli abitanti devono forse fare di più per preservarla…penso per esempio ai rifiuti che, soprattutto d’estate, sembrano trasformare molti siti in discariche a cielo aperto. Mi dispiace anche molto vedere nell’abbandono terreni un tempo coltivati. Così lontana dalla costa, l’isola dovrebbe essere in parte autosufficiente, come lo era prima. Non si può puntare tutto sul turismo e la cementificazione. Occorrono nuove iniziative.”
Quest’ultima domanda si collega al fatto che moltissime persone, ad un certo punto, mollano tutto e scelgono l’isola come propria dimora definitiva e senza scadenza. Tornano in terraferma solo per brevi periodi, fremendo dalla smania di ritoccare il suolo roccioso e rovente pantesco, Secondo lei, perchè? “Me lo sono chiesta tante volte. Soprattutto ho notato, negli anni, una gran quantità di persone che, talora anche dopo pochi giorni che sbarcano sull’isola per la prima volta, già pensano a comprarvi un dammuso. Questo, oltre alla bellezza della figlia del vento, forse è dovuto all’energia del Vulcano, un fatto più o meno evidente. Una volta ho letto che una ricerca dell’università di Catania aveva stabilito come i principi attivi di alcune erbe officinali vengano esaltati se coltivate sull’Etna. Chissà, forse, potrebbe essere vero anche per gli umani a Pantelleria?”
Immagini di Peppe Aiello
Ambiente
Pantelleria, dal 17 settembre riprendono le visite agli asini panteschi: Ettore ci aspetta

Dopo un dovuto e meritato riposo, da mercoledì 17 sarà possibile visitare il piccolo nucleo di asini panteschi presenti sull’isola. Vi aspettiamo alle ore 16:00 in via Madonna del Rosario( chiesetta di Sibà).
Dopo una passeggiata per un breve sentiero, raggiungeremo la residenza degli asini, dove non solo vi parleremo del progetto di tutela e riproduzione messo in atto dal Dipartimento dello sviluppo rurale e territoriale ( servizio 17 per il territorio di Trapani) ma vi faremo interagire con gli asinelli, soprattutto con il piccolo e socievole Ettore di Sibà, primo esemplare di asino pantesco nato sull’isola di Pantelleria dopo 35 anni di assenza della razza.
Per info e adesioni contattate il num. 3295613829
Cultura
Pantelleria, domani primo giorno di scuola. Gli auguri del Vicesindaco Pineda

Pineda “Siate curiosi ed esigenti, abbiate sete di sapere e mantenete la serenità di fronte alle difficoltà che incontrerete”
Domani, 15 settembre 2025, suonerà la campanella per le scuole della Sicilia e di Pantelleria, per il primo giorno di scuola.
Alunni di ogni età, docenti e personale scolastico riprenderanno gli impegni finalizzati alla formazione e alla cultura.
Il Vicesindaco di Pantelleria nonchè Assessore alla Pubblica Istruzione, Adele Pineda, in una nota, rivolge gli auguri a tutti i protagonisti degli istituti scolastici
A nome di tutta l’Amministrazione comunale desidero rivolgere un caloroso augurio agli
studenti, ai docenti, al Dirigente, a tutto il personale della scuola e alle famiglie, per l’inizio
del nuovo anno scolastico. La ripresa delle attività didattiche è un momento
particolarmente importante: dopo le vacanze estive ci si ritrova più rilassati, riposati e
pronti ad affrontare un nuovo anno ricco di scoperte, di conoscenze, di sfide e di
opportunità che consentiranno, a ciascuno, una positiva crescita personale e un
importante arricchimento delle proprie esperienze. Agli studenti in particolare rivolgo un
invito “Siate curiosi ed esigenti, abbiate sete di sapere e mantenete la serenità di fronte
alle difficoltà che incontrerete: la scuola saprà darvi risposte concrete e adeguate, che vi
aiuteranno nel raggiungimento dei vostri obiettivi”.
Questa Amministrazione è sempre stata presente e vicina alla scuola, che quest’anno
ripartirà in modo puntuale domani, 15 settembre, dopo che nei diversi plessi sono stati
effettuati interventi di manutenzione, pulizia esterna e disinfestazione.
Siamo pienamente consapevoli dell’importanza dell’istruzione e del ruolo formativo,
educativo e sociale della scuola e continueremo a impegnarci per riuscire a offrire strutture
e servizi rispondenti alle esigenze della comunità.
Un sereno anno scolastico a tutti!
L’assessore alla P.I.
Prof.ssa Adele Pineda
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Salvo Tornatore
17:50 - Febbraio 5, 2024 at 17:50
La grotta del bosco della Quisquina non è alle pendici del Monte delle Rose. La Serra Quisquina è prossima al Monte Cammarata (tra Santo Stefano e Cammarata) mentre il Monte delle Rose sovrasta Bivona (a circa 17 km di distanza), dove è presente un antico culto a santa Rosalia risalente al XIII secolo e dove il 4 settembre si celebra una grande festa patronale con la processione della Vara del 1600.
Laura
20:29 - Febbraio 5, 2024 at 20:29
Grazie per la precisazione geografica importante per chi dovrà fare una bella escursione tra Bivona e
Santo Stefano Quisquina vivendo la bellezza del territorio nella sua totalità senza confini.